Chiesa di casa, uno sguardo sul mondo per scoprire se stessi

Ospiti della prima puntata del 2024 del talk diocesano don Andrea Lamperti Tornaghi, Paolo Carini e Roberto Pagani

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«Allargare il proprio orizzonte, scoprire nuovi mondi, significa scoprire se stessi». Sono queste le parole usate da Roberto Pagani, scrittore e medievista cremonese, autore del blog “Un italiano in Islanda” dove vive ormai da anni, durante la prima puntata del 2024 di Chiesa di casa, il talk di approfondimento diocesano.

Con l’apertura di un nuovo anno – che è sempre inizio, partenza – il tema su cui ci si è focalizzati è quello dello sguardo sul mondo. «Questo porta poi a una elevazione spirituale – ha precisato Pagani – perché nell’incontro con ciò che è diverso, magari sconosciuto, si ha l’occasione di far luce su ciò che sta dentro, nel profondo. A volte qualcuno parte per fuggire dai suoi demoni, ma poi scopre di averli portati con sé, almeno finché non decide di guardare nel profondo».

Sulla stessa lunghezza d’onda si sono sintonizzate anche le parole di don Andrea Lamperti Tornaghi, vicario a Pandino con ben quattro viaggi in Brasile alle spalle. «Penso che mettersi in viaggio sia sempre il tentativo di trovare risposte, a volte parziali, a volte più complete, a questo desiderio di elevarsi, di trovare risposte, di scoprirsi sempre più», ha detto il sacerdote che fa parte della Commissione diocesana della Pastorale missionaria.

Perché questo sia possibile, però, è richiesta una dimensione particolare. Non è sufficiente partire, viaggiare, ma è necessario prendersi del tempo per rimanere, per stare.  «Si tratta certamente di un’esperienza diversa – ha raccontato Paolo Carini, volontario cremonese con decenni di esperienza nel continente africano –. Perché richiede di apprezzare il mondo e le persone con cui ci si trova, di iniziare delle relazioni stabili e continuative. Soprattutto è importante non pensare ai giorni che mancano prima del ritorno. Certamente occorre del tempo per poter realmente entrare in modo continuativo in una realtà diversa, soprattutto in Africa, ma è poi questo a fare la differenza: solo chi rimane davvero lascia il segno».

Infine, un elemento imprescindibile quando si parla di sguardo sul mondo sono i legami. Talvolta spingono a partire, in altri casi costituiscono un elemento che convince a rimanere. «Le connessioni sono fondamentali – ha commentato Roberto Pagani – perché permettono di dare una direzione alla propria storia, di entrare davvero nella realtà in cui ci si inserisce. È un lavoro attivo, in cui è richiesto parecchio impegno, perché c’è molto da lavorare su se stessi».

Nella vita della Chiesa, parlare di legami significa fare riferimento alla comunità. Una comunità aperta al mondo, da cui si può partire, o in cui si viene accolti. «Questo significa imparare ad amare – ha concluso don Lamperti Tornaghi – a diventare capaci di creare legami liberi, capaci di lasciar andare le persone. Solo questo ci permette di avere uno sguardo aperto sul mondo, inteso in senso geografico, e su un altro mondo, che ha a che fare con l’eternità».

Andrea Bassani
TeleRadio Cremona Cittanova
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