Category Archives: News

image_pdfimage_print

Strage di Nizza, il Tavolo della Pace di Cremona: «La violenza non ammutolisca il nostro cuore»

«È necessario aprire un grande dialogo sulla violenza e sulle tante guerre che continuano a terrorizzare il mondo, su come fare a fermarle, come impedirne di nuove, come soccorrere e proteggere le vittime».

«Cosa possiamo dire dopo l’ennesima, orribile strage? Tutte le parole rischiano di apparire vuote, inutili, insensate. Eppure non possiamo restare muti. La condanna della tragedia e la solidarietà con le vittime è credibile solo se è seguita da un’azione». Inizia così il comunicato del Tavolo della Pace di Cremona dopo l’orribile carneficina compiuta da un fondamentalista islamico a Nizza. Il bilancio è impressionante: 84 morti tra i quali dieci bambini, un centinaio di feriti di cui una ventina assai gravi.

«Vincere il terrorismo – si legge nella nota – è una sfida difficile, che può essere vinta solo con l’impegno di tutti. Tutti abbiamo il potere di fare qualcosa: non permettiamo che la violenza ammutolisca il nostro cuore! Non possiamo lasciare che la violenza alimenti l’intolleranza, la paura dell’altro, il razzismo, l’islamofobia, la radicalizzazione, la chiusura. Non vogliamo minimizzare quello che è accaduto invocando, come sempre, un rapido ritorno alla normalità. La situazione è eccezionalmente grave: dobbiamo reagire interrogando noi stessi e ripensando il nostro modo di vivere e di guardare al mondo».

E così conclude il documento: «È necessario aprire un grande dialogo sulla violenza e sulle tante guerre che continuano a terrorizzare il mondo, su come fare a fermarle, come impedirne di nuove, come soccorrere e proteggere le vittime.  Il 9 ottobre 2016 partecipiamo alla Marcia della Pace e della Fraternità. Da Perugia ad Assisi.Quando persone motivate si uniscono, anche un piccolo gesto può avere un grande effetto».

Al Tavolo della Pace di Cremona aderiscono: ACLI Provinciali, Amici di Emmaus, ANPI Cremona, ARCI Cremona, Associazione Latinoamericana, Associazione dei Senegalesi di Cremona e provincia, CGIL, CISL, Comitato Casalasco per la Pace, Comitato Provinciale UISP, Coop.Soc. NONSOLONOI, Comitato Provinciale LIBERA, Donna senza Frontiere, Forum per la pace e il diritto dei popoli “Don Primo Mazzolari”, Forum Provinciale del Terzo Settore, Forum Territoriale del Terzo Settore di Cremona e del cremonese, Gruppo Articolo 32, Immigrati Cittadini, Lega di Cultura di Piadena, Movimento Federalista Europeo, Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani, Pax Christi, Raddhodiaspora- Italia, UIL.
condividi su

L’impegno della Caritas contro il gioco d’azzardo

Progetti di sensibilizzazione, sportelli di ascolto e prospettive di rete con le Caritas lombarde per la prevenzione di una patologia sempre più dilagante

Il fenomeno del gioco d’azzardo patologico sta interessando sempre di più le fasce maggiormente vulnerabili della popolazione: in particolare, preoccupano i giovanissimi e gli anziani. Sono proprio gli adolescenti a far uso soprattutto del gioco on-line. L’Italia è diventato in pochi anni il Paese europeo in cui il gioco d’azzardo è più diffuso: è al primo posto in Europa, al terzo nel mondo tra i paesi che giocano di più e detiene anche il primato della spesa pro capite, ammontante a circa 1.300 euro (nel conto sono compresi anche i neonati). Il gioco, insomma, è diventata nell’economia italiana la terza tra le aziende più ricche, con profitti che arrivano a coprire addirittura il 3-4% del PIL nazionale.

Se parliamo, poi, della Lombardia, essa è definita addirittura la capitale del gioco d’azzardo: i numeri sono davvero preoccupanti: un volume da 10 milioni di euro all’anno e una spesa pro-capite per giocatore che sfiora i 2000 euro.

Per far fronte a questo problema sempre più dilagante, la Delegazione di Regione Lombardia della Caritas si è interrogata pochi giorni fa su nuove progettualità da mettere in campo a questo proposito. «La collaborazione delle Caritas lombarde su questo tema è nata per riuscire a monitorare il problema e condividerne numeri e caratteristiche», afferma don Antonio Pezzetti, direttore della Caritas Cremonese e referente del coordinamento lombardo. «Trattandosi di una problematica particolarmente importante e sempre più in crescita, trovare soluzioni comuni e progettualità condivise è il miglior modo per affrontare l’emergenza».

Non mancano a Cremona le campagne di sensibilizzazione per rendere i cittadini consapevoli della portata del fenomeno. L’associazione La Zolla, ad esempio, questa primavera ha anche realizzato “Illusioni”, un progetto di prevenzione che ha incontrato e coinvolto le fasce più a rischio della popolazione.

«Già nel 2015 avevamo costruito una mostra – molto visitata dalle varie scuole – nella quale si dimostrava che il gioco d’azzardo è sempre ingannevole», racconta don Giuseppe Salomoni, presidente de La Zolla. «Alcuni esperiti di matematica spiegavano i meccanismi delle slot e degli altri giochi d’azzardo. Quest’anno il progetto di cui la Zolla era capofila, è stato finanziato dall’Asl e ha riguardato la prevenzione sul territorio soprattutto su giovani e anziani».

Nel progetto sono stati coinvolti anche enti e associazioni che già hanno a cuore il problema delle dipendenze e che sono a contatto con le fasce più a rischio della popolazione, come Caritas, Approdo, Bessimo, Iride, Fuxia, Krikos e Libera. In particolare la parte del progetto dedicata alle scuole ha interessato 30 classi (prime, terze e quarte) delle suole ITIS di Cremona, CrForma di Cremona e di Crema e Enaip di Cremona. L’obbiettivo, oltre a far riflettere i ragazzi sul benessere e sulla salute, è stato quello di promuovere una consapevolezza del problema. Gli adolescenti che hanno partecipato sono stati aiutati da Simone Feder, esperto della patologia, nella focalizzazione delle caratteristiche del gioco d’azzardo, riflettendo anche sugli stili di vita che potrebbero essere considerati a rischio.

«Siamo stati anche presenti con i nostri stand informativi in alcuni paesi della provincia, in particolare in quelli rivieraschi, nei quali abbiamo cercato di catturare l’interesse della gente su questo problema», continua don Salomoni. «Sono stati coinvolti anche i bambini: per esempio, al Bosco Ex-Parmigiano abbiamo realizzato per loro alcune attività in cui si sottolineava la profonda differenza tra il gioco ludico e quello d’azzardo».

Durante l’anno sono stati organizzati anche incontri frontali indirizzati a anziani e carcerati, soggetti considerati più a rischio. Anche attraverso i quattro sportelli attivati sul territorio, gli operatori hanno potuto dare informazioni sul tema e fare alcune prime valutazioni in persone che hanno manifestato i segni della patologia, per indirizzarli al Sert, affinché riescano ad avviare percorsi mirati.

 

Qualche informazione sul gioco d’azzardo

L’alea (il rischio, la probabilità di vittoria) e il fine di lucro sono i due elementi costitutivi del gioco d’azzardo come definito nel Codice Penale (Art. 721). Il gioco d’azzardo patologico consiste in frequenti, ripetuti episodi di gioco d’azzardo che dominano la vita dell’individuo a scapito della vita sociale, professionale, materiale, dei valori e degli impegni personali e familiari.
I giocatori patologici descrivono bisogno intenso di giocare, difficile da controllare, unito all’ossessione per immagini e pensieri dell’atto del gioco e delle situazioni che lo circondano.

Il giocatore patologico è privo di controllo, incapace di resistere all’impulso di giocare: il gioco diventa la cosa più importante delle sua esistenza.
É una persona soggetta ad un disturbo psicopatologico che compromette la salute fisica e provoca molteplici possibili conseguenze personali, sociali ed economiche come ad esempio la perdita del lavoro, la disgregazione della famiglia, l’impoverimento e la messa in atto di comportamenti illeciti come il ricorso all’usura, che diventa uno strumento agevole per procurarsi il denaro necessario a giocare e/o scommettere.
Qui il pericolo dell’infiltrazione mafiosa, in quanto le mafie si inseriscono in questo “giro” prestando soldi a tassi elevati.

Fortemente coinvolta, sia dal punto di vista emotivo che economico, è la sfera familiare e delle relazioni personali.
La famiglia convive con la depressione, l’impotenza, l’incertezza, il progressivo impoverimento e può attraversare periodi di dissesto finanziario anche molto grave, di conseguenza rischi di disgregazione familiare sono enormi.

condividi su

Mons. Burgazzi torna a S. Imerio per celebrare la Madonna del Carmelo

Da oltre vent'anni il sacerdote cremonese lavora in Vaticano presso la Segreteria di Stato

Chiesa di Sant’Imerio gremita sabato 16 luglio per festeggiare la Madonna del Carmelo. Alle 18.30 mons. Cesare Burgazzi, capo ufficio della Segreteria di Stato di Sua Santità e canonico della basilica vaticana ha presieduto la solenne Eucaristia affiancato dal parroco don Giuseppe Nevi, da don Giovanni Nava, parroco di Fengo e Acquanegra Cremonese e da don Franco Regonaschi, collaboratore di S. Agata e S. Ilario.

Continue reading »

condividi su

Nomine, don Gaiardi a S. Felice, don Gandioli a S. Abbondio e don Agnelli alle Acli

Nuovi provvedimenti del vescovo Antonio Napolioni annunciati domenica 17 luglio

Nuovi provvedimenti del vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni, riguardanti alcuni sacerdoti cremonesi e comunicati alle rispettive comunità al termine delle celebrazioni eucaristiche di domenica 17 luglio. Don Gianluca Gaiardi,  finora vicario parrocchiale di «S. Maria Immacolata e S. Zeno» in Cassano, è stato nominato, con decreto datato 13 luglio 2016, parroco di «S. Felice martire» e «S. Savino vescovo» in Cremona al posto di don Claudio Rossi trasferito a Torre de’ Picenardi. Don Francesco Gandioli, sacerdote novello originario di Gallignano, frazione di Soncino, è stato nominato, con decreto datato 14 luglio 2016, vicario di Sant’Abbondio in Cremona: riceverà il testimone da don Francesco Cortellini, nuovo vicerettore del Seminario. Infine a don Antonio Agnelli, parroco di Corte de’ Frati,  con decreto del 14 luglio 2016, è stata affidato anche l’incarico di accompagnatore spirituale delle Acli cremonesi.

 

BIOGRAFIA DEI SACERDOTI INTERESSATI ALLE NOMINE

Don Gianluca Gaiardi è nato ad Orzinuovi (Brescia) il 21 dicembre 1971 ed è stato ordinato sacerdote il 22 giugno 1996 mentre risiedeva nella comunità di Soncino. È stato vicario a Covo dal 1996 al 2000, quindi a Brignano Gera d’Adda dal 2000 al 2005 e a Vailate dal 2005 al 2009. Dal 2009 era vicario nella comunità di S. Maria Immacolata e S. Zeno in Cassano d’Adda. Il 16 giugno 2016 mons. Napolioni lo ha nominato incaricato diocesano dei beni e delle attività culturali. Ora gli ha anche affidato la guida delle comunità di San Felice e San Savino in Cremona.

Don Francesco Gandioli, nato il 21 febbraio 1989 a Chiari (Bs), è originario della parrocchia S. Pietro Apostolo in Gallignano. Diplomato presso il liceo classico Racchetti di Crema, nel settembre del 2009 è entrato in Seminario, nella classe di Propedeutica. Durante gli anni di formazione ha prestato servizio pastorale nelle parrocchie di S. Francesco d’Assisi in Cremona, nell’unità pastorale di Pozzaglio-Castelnuovo Gherardi-Olmeneta-Casalsigone e in quella di Azzanello-Barzaniga-Casalmorano-Castelvisconti-Mirabello Ciria. Inoltre ha collaborato con il Centro diocesano vocazioni, prestando inoltre servizio presso la Casa della Speranza di Cremona. Ha svolto alcuni esperienze estive insieme agli studenti del Liceo Vida in Albania e a sostegno degli utenti della cooperativa sociale Gamma. Il 26 settembre 2015 don Gandioli è stato ordinato diacono dal vescovo Dante Lafranconi e nell’anno pastorale 2015/2016 ha prestato il proprio servizio diaconale, dal venerdì pomeriggio alla domenica sera, nelle comunità di Vicomoscano-Casalbellotto-Quattrocase-Fossa Caprara, guidate da don Ottorino Baronio. L’11 giugno 2016, nella Cattedrale di Cremona, mons. Antonio Napolioni lo ha ordinato sacerdote. Ora il presule lo ha scelto come nuovo vicario di Sant’Abbondio in città al posto di don Francesco Cortellini che è stato nominato vicerettore del Seminario.

Don Antonio Agnelli è nato a Isorella (Brescia) il 21 luglio 1957 ed è stato ordinato sacerdote il 19 giugno 1982 mentre risiedeva nella comunità di Scandolare Ripa d’Oglio. È stato vicario nella comunità «Beata Vergine di Caravaggio» in Cremona dal 1982 al 1983 e poi a Casalbuttano dal 1983 al 1995. Quindi la promozione a parroco di Dosimo e Quistro dal 1995 al 2004. Dal 2004 è parroco di Corte de’ Frati, incarico che manterrà accanto a quello nuovo di accompagnatore spirituale delle Acli cremonesi. Don Agnelli, autore di numerosi libri di teologia ed esperto della figura di mons. Oscar Romero, è laureato in teologia dogmatica.

condividi su

Il Vescovo celebra a Viadana: «Entriamo in intimità con Cristo»

Il presule ha presieduto l'Eucaristia nella chiesa arcipretale di S. Maria Assunta in Castello insieme ai sacerdoti della comunità pastorale nel tardo pomeriggio di domenica 17 luglio

Domenica 17 luglio il vescovo Antonio Napolioni ha visitato, per la prima volta e «in famigliarità», la comunità delle parrocchie di Viadana e Buzzoletto. «In questi cinque mesi dal mio insediamento – ha affermato il presule – ho sentito spesso parlare di Viadana, ed ero proprio curioso di venire a conoscerla».

Continue reading »

condividi su

Le date di ingresso dei nuovi parroci nominati da mons. Napolioni

Tra settembre e ottobre in programma ben nove celebrazioni di immissione dei nuovi pastori. Tutte saranno presiedute dal vescovo Antonio

Saranno settimane molto intense per mons. Napolioni quelle di settembre e ottobre. Il presule, infatti, dovrà presiedere diversi ingressi di parroci, recentemente nominati. Seguendo la bella consuetudine del suo predecessore, mons. Dante Lafranconi, il nuovo pastore della Chiesa cremonese presenterà personalmente i nuovi parroci alle comunità presiedendo la celebrazione eucaristica di immissione.

Si inizierà domenica 4 settembre, alle 10.30, a Pizzighettone: nella chiesa parrocchiale di San Bassiano sarà inaugurata la nuova unità pastorale che comprende le cinque parrocchie del comune (San Bassiano, San Pietro in Gera, San Rocco in Gera, S. Patrizio in Regona e la Beata Vergine del Roggione) e che sarà retta da tre parroci in solido: don Andrea Bastoni, don Attilio Spadari e don Gabriele Battaini. Don Bastoni, già collaboratore parrocchiale, diventa anche moderatore della nuova unità pastorale; don Spadari lascia la comunità di Soresina dove era anch’egli collaboratore e don Battaini si congeda da Covo dove esercitava il ministero di vicario d’oratorio. Tra agosto e settembre si congedano da Pizzighettone il parroco don Enrico Maggi, che diventa incaricato dell’ufficio diocesano per le comunicazioni sociali e il vicario don Andrea Lamperti Tornaghi che si occuperà dell’oratorio di Pandino.

Sempre domenica 4 settembre, ma alle 17.30, nella basilica di Santa Maria Assunta e San Sigismondo a Rivolta d’Adda farà il suo ingresso mons. Dennis Feudatari, già parroco di Sant’Agata-Sant’Ilario, che sostituisce mons. Alberto Pianazza deceduto improvvisamente il 9 febbraio scorso in casa parrocchiale.

Domenica 11 settembre sarà la volta di don Irvano Maglia, già delegato episcopale per la pastorale: alle ore 10 nella chiesa cittadina di Sant’Agata il vescovo Antonio presiederà il suo ingresso come parroco anche della comunità di Sant’Ilario. Le due parrocchie cittadine finora sono state guidate da mons. Feudatari.

Nel tardo pomeriggio di domenica 18 settembre toccherà a don Enrico Trevisi, finora rettore del Seminario vescovile, che inizierà il suo ministero di parroco nella popolosa comunità cittadina di Cristo Re prendendo il testimone da don Gianni Cavagnoli.

E proprio don Cavagnoli sarà protagonista sabato 24 settembre, alle 18.30, della celebrazione di immissione nella parrocchia di San Francesco in città. Il noto liturgista cremonese sostituirà don Giampaolo Maccagni divenuto vicario episcopale per la pastorale e per il clero.

Nella mattinata di domenica 2 ottobre nella chiesa di Covo farà il suo ingresso don Lorenzo Nespoli che si congeda dalle parrocchie di Cella Dati, Derovere e Pugnolo per sostituire don Sergio Maffioli che ha lasciato la guida della comunità bergamasca per raggiunti limiti d’età.

Domenica 9 ottobre due altri ingressi: al mattino don Claudio Rossi, proveniente da San Felice-San Savino, nella parrocchiale di Torre de’ Picenardi sarà immesso nelle comunità di Torre, San Lorenzo Picenardi, Pozzo Baronzio e Ca’ d’Andrea lasciate da don Giampaolo Rossoni che nelle scorse settimane è stato protagonista di un grave incidente stradale. Nel pomeriggio mons. Napolioni sarà a Derovere per l’ingresso di don Umberto Zanaboni, già vicario a Caravaggio, che diventa parroco anche di Cella Dati e Pugnolo.

Infine nel pomeriggio di sabato 15 ottobre nella chiesa di San Felice (Cremona) mons. Napolioni presiederà l’ingresso di don Gianluca Gaiardi che assumerà anche la responsabilità pastorale della comunità di San Savino. Don Gaiardi, che sostituisce don Claudio Rossi, finora è stato vicario di S. Maria Immacolata e S. Zeno in Cassano d’Adda.

 

Come si svolge il rito di insediamento

I riti di insediamento dei nuovi parroci sono sempre celebrati durante la S. Messa festiva presieduta (o prefestiva) dal vescovo mons. Antonio Napolioni.  Solitamente il Vescovo e la nuova guida della comunità giungono processionalmente al sagrato della chiesa dove ricevono il benvenuto del sindaco o del rappresentante dell’amministrazione comunale. Quindi, dopo il saluto liturgico del Vescovo, che  apre la celebrazione eucaristica, il vicario zonale, in assenza del Cancelliere, legge il decreto di nomina. Il nuovo parroco asperge poi l’assemblea con l’acqua benedetta e incensa la mensa eucaristica.

A seguire un rappresentate del consiglio pastorale parrocchiale porge al nuovo parroco il saluto da parte dell’intera comunità. Al termine dell’omelia, tenuta dal Vescovo, il nuovo parroco recita da solo la professione di fede (Credo), segno che sarà lui il primo responsabile della diffusione e della difesa dei contenuti della fede nella comunità. Solo al termine della celebrazione il nuovo pastore prende la parola per il saluto ai nuovi parrocchiani e i ringraziamenti.

condividi su

Gmg, in serata l’arrivo dei cremonesi a Graz

Nel loro viaggio verso Katowice i 125 giovani, guidati dal vescovo Antonio, faranno tappa nella seconda città dell'Austria

Giungeranno in serata a Graz i 125 giovani cremonesi che parteciperanno alla Giornata Mondiale della Gioventù di Cracovia, la città di Giovanni Paolo II. Alle ore 14 un pullman è partito da Cremona e  uno da Cassano d’Adda (con sosta a Brignano Gera d’Adda) alla volta della terra polacca. Si tratta di un primo gruppo di cremonesi che vivrà, prima delle giornata celebrative con Papa Francesco, un gemellaggio con Katowice, importante città della regione storica della Slesia, nel Sud del Paese, sui fiumi Kłodnica e Rawa, non lontana da Cracovia. Con loro il vescovo Antonio, il responsabile della pastorale giovanile don Paolo Arienti e diversi altri sacerdoti.

Continue reading »

condividi su

Il Vescovo in visita alla clinica Figlie di San Camillo

Domenica 17 luglio mons. Napolioni ha celebrato l'Eucaristia e poi ha visitato tutti i reparti della struttura sanitaria

Una grande festa in famiglia attorno all’Eucarestia: è questo quanto vissuto domenica 17 luglio a Cremona presso la Casa di Cura delle Figlie di San Camillo, la prima domenica dopo la ricorrenza liturgica del patrono. Lo ha sottolineato il Vescovo, mons. Antonio Napolioni, che ha presieduto la S. Messa: l’esser una «Casa» dona già il senso di un ambiente domestico, familiare; il fatto che si specifichi essere «di Cura» offre la giusta dimensione, quella del prendersi a cuore «l’uno dell’altro».

Era gremita la cappella per l’importante occasione: pazienti, personale medico e paramedico, familiari ed amici. All’inizio della celebrazione, il direttore sanitario, dott. Andrea Bianchi, ha porto il benvenuto al Vescovo, evidenziando come sia certamente necessario corrispondere alle situazioni di bisogno dei malati con «una struttura accogliente, con tecnologie adeguate, con competenze, con professionalità», benché anche questo non basti: occorre anche tener conto delle dimensioni «psicologiche e spirituali» dei pazienti, occorre accogliere e far proprie le parole del beato Paolo VI, che all’Associazione Medici Cattolici raccomandò di non soggiacere «alle lusinghe della medicina», quand’anche appaia «onnipotente», col rischio in realtà di «ledere la persona». Insomma, servono cuore ed anima oltre a sintomi, apparati ed organi.

Mons. Napolioni ha risposto con parole piene di gratitudine e d’incoraggiamento: nei reparti – ha detto – si vive una «testimonianza della carità», che rende chiunque la eserciti, a qualsiasi titolo e da tutti i punti di vista, «un’eccellenza». E poi, rivolto in particolare alle religiose, ha ricordato come la croce rossa camilliana che indossano, sia «un abito compromettente», ma allo stesso tempo anche «un abito di salvezza».

Durante l’omelia, il Vescovo ha sottolineato la grandezza nella santità di Camillo de Lellis, che, «nella sua ricerca di senso» esistenziale, capì come «solo sperimentando fragilità e malattia», si possa spalancare «il cuore» al punto da lasciarsi «illuminare da Cristo, trovandoLo ovunque»; e così è anche oggi «nei nostri anziani, nei nostri malati», ovunque. San Camillo, insomma, è «talmente di Dio da spendersi, sporcarsi, compromettersi col corpo umano», che è «tabernacolo del Signore». Da qui, un invito accorato: «Vi esorto ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente», doni ricevuti per essere spesi «con amore», in ogni istante.

Al termine della S. Messa, dopo i ringraziamenti rivolti da don Anton Jicmon, cappellano presso la Casa di cura “Figlie di San Camillo”, si è tenuto un ricco buffet aperto a tutti nell’area antistante il Cup, dove il Vescovo si è intrattenuto amabilmente coi presenti («anche senza prenotazione», ha detto scherzando). Poi ha desiderato visitare tutti i reparti, nessuno escluso: chirurgia, ortopedia, riabilitazione, medicina, cardiologia,… Ha salutato uno ad uno i pazienti, felici di incontrarlo; li ha ascoltati, ha pregato con loro. Sono stati momenti davvero belli ed intensi. La visita alla struttura si è conclusa col pranzo condiviso con la comunità religiosa. Una giornata trascorsa, insomma, «serena, con cose semplici ma belle», come ha evidenziato la Superiora, Suor Gabriella Marzio, a conclusione di questa domenica di festa e di gioia.

M.F.

P1040167

condividi su

Quali scenari per la Turchia, «terra santa della Chiesa»?

La riflessione di don Roberto Rota, responsabile del segretariato diocesano pellegrinaggi

Fin dall’inizio della guerra in Siria (2011) e nel momento in cui le potenze occidentali prendono coscienza del pericolo del califfato di Al Bagdadi (2014), la Turchia non assume una posizione chiara: da una parte si schiera con i ribelli anti-Assad, dall’altra sembra guardare di buon occhio allo  sviluppo territoriale dello stato islamico, tanto da favorire il libero passaggio del proprio confine a tutti quelli che desiderano unirsi alle milizie che combattono per il califfato, nel nord dell’Irak. Contemporaneamente il governo porta avanti una campagna di accuse contro le popolazioni curde, colpevoli di destabilizzare il paese. A loro infatti vengono addebitate le responsabilità di una serie di attentati ad Ankara, Istanbul e in altri centri minori, tra il 2104 e il 2015.

Continue reading »

condividi su

«La Gmg sia segno di misericordia per il mondo»

In un videomessaggio Papa Francesco esprime tutta la sua gioia e trepidazione per l'imminente incontro mondiale dei giovani a Cracovia

Un mosaico di volti, lingue e popoli diversi per offrire un segno di armonia e misericordia. Papa Francesco definisce così l’imminente Giornata mondiale della gioventù di Cracovia. In un videomessaggio, diffuso nella serata di martedì 19 luglio, il Pontefice esprime tutta la sua gioia e trepidazione per l’incontro a Cracovia. Un’occasione, osserva, che offrirà anche “la felice occasione per incontrare la cara nazione polacca”: “Tutto sarà nel segno della Misericordia, in questo Anno Giubilare, e nella memoria grata e devota di San Giovanni Paolo II, che è stato l’artefice delle Giornate mondiali della gioventù, ed è stato la guida del popolo polacco nel suo recete cammino storico verso la libertà”.

Francesco si rivolge ai giovani che da ogni Paese stanno per arrivare a Cracovia. Il Papa benedice i Paesi di provenienza dei ragazzi e auspica che il cammino verso la Gmg sia “un pellegrinaggio di fede e di fraternità”.

Un pellegrinaggio, aggiunge, in cui possano già sperimentare il tema della Giornata: “Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia”: “Ho un grande desiderio di incontrarvi, per offrire al mondo un nuovo segno di armonia, un mosaico di volti diversi, di tante razze, lingue, popoli e culture, ma tutti uniti nel nome di Gesù che è il Volto della Misericordia”.

Il Papa si rivolge alla nazione polacca e afferma che è un “grande dono” visitare la Polonia, perché “siete un popolo che nella sua storia ha attraversato tante prove, alcune molto dure, ed è andato avanti con la forza della fede, sostenuto dalla mano materna della Vergine Maria”.
Quindi, riporta Radio Vaticana, confida la sua gioia per il pellegrinaggio che compirà al Santuario mariano di Czestochowa, per un’“immersione di fede” che farà “tanto bene”: “Ringrazio i vescovi e i sacerdoti, i religiosi e le religiose, i fedeli laici, specialmente le famiglie, alle quali porto idealmente l’Esortazione apostolica post-sinodale Amoris Laetitia. La ‘salute’ morale e spirituale di una nazione si vede dalle sue famiglie: per questo San Giovanni Paolo II aveva tanto a cuore i fidanzati, i giovani sposi e le famiglie. Continuate su questa strada”.

Questo contenuto non è disponibile per via delle tue sui cookie

condividi su