Nuova esperienza missionaria per il cremonese Paolo Carini, della parrocchia S. Maria Annunciata al Boschetto. Dall’inizio di marzo si trova in Congo, nella città di Mbuji Mayi, capoluogo della provincia del Kasai orientale. Per i prossimi tre anni seguirà un progetto di ristrutturazione e rilancio dell’ospedale St. Jean Baptiste di Kansele. Il suo compito, in particolare, è quello di approntare un sistema di contabilità corretto e autosostenibile. Continue reading »
L'evento, moderato dal direttore del portale diocesano don Claudio Rasoli, sarà l'occasione per presentare “Cerco parole buone su vita, amore e morte” (Paoline), l'ultimo libro del teologo cremasco
È il titolo del messaggio di Papa Francesco per la 50esima Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali – “Comunicazione e misericordia. Un incontro fecondo” – a fare da slogan alla presentazione cremonese dell’ultimo libro di Christian Albini, cremasco classe 1973, marito, padre, insegnante e teologo, coordinatore del Centro di Spiritualità della diocesi di Crema e collaboratore stabile del mensile Jesus. L’appuntamento è per il pomeriggio di giovedì 5 maggio (ore 17.30) presso la sala Mazzolari del Centro pastorale diocesano di Cremona. Continue reading »
Circa 300 persone, nella serata di venerdì 29 aprile, hanno partecipato alla liturgia giubilare presieduta dal vicario zonale don Scolari e concelabrata da una decina di sacerdoti
Venerdì 29 aprile la zona pastorale quinta della diocesi – composta da 19 comunità parrocchiali – ha compiuto un pellegrinaggio al Santuario della Misericordia di Castelleone, una delle quattro chiese individuate dal Vescovo per poter lucrare l’indulgenza dell’Anno Santo. Un evento che ha aperto idealmente il mese di maggio – dedicato alla Vergine – e che ha permesso alle oltre 300 persone presenti di vivere il proprio Giubileo straordinario della misericordia.
La liturgia, presieduta dal vicario zonale don Floriano Scolari e concelebrata da una decina di sacerdoti, ha avuto inizio sotto i portici del santuario. Dopo un canto mariano si è subito snodata la processione verso il grande portale della bella basilica costruita proprio sul luogo in cui Maria apparve a Domenica Zanenga l’11, 12, 13 e 14 maggio 1511.
Lungo il percorso sono risuonate alcune invocazioni per ottenere da Dio il suo perdono e la sua misericordia. Dinanzi al portale è stato quindi letto un brano del Vangelo che ricorda che Cristo è l’unica porta che conduce a Dio e alla salvezza. Quindi, mentre dall’organo risuonavano le note del canto “il Signore è il mio pastore”, sacerdoti e fedeli sono entrati nel tempio sacro, accolti dallo sguardo materno della Vergine, la cui preziosa statua, riccamente vestita, campeggiava sull’altare.
La celebrazione è poi proseguita con le confessioni. Intanto è stato recitato il Santo Rosario durante il quale si è pregato in modo particolare per il vescovo Antonio che in queste settimane è chiamato a compiere una difficile opera di discernimento per risidisegnare l’assetto della diocesi.
Con l’aspersione con l’acqua benedetta è poi iniziata la Santa Messa presieduta da don Scolari.
Al termine don Rinaldo Salerno, dal 2012 custode del Santuario, ha intrattenuto i fedeli offrendo alcune note storico-artistiche della chiesa e spiegando approfonditamente il messaggio che la Madonna consegnò a Domenica Zanenga. In modo particolare il sacerdote, con la sua consueta verve, ha rimarcato come i primi due inviti del messaggio siano comuni a tutte le apparizioni mariane – assidua preghiera e concreta penitenza -, mentre gli altri due siano peculiari del luogo: la valorizzazione della domenica, come giorno del Signore, e l’invito a costruire un Santuario dove contemplare e celebrare la misericordia proprio sul terreno in cui avveno il prodigioso incontro.
Don Salerno ha poi spiegato che sono davvero pochi i santuari nel mondo dedicati proprio alla Misericordia e quanto sia amato dai castelleonesi e dai fedeli dei paesi limitrofi questo luogo, prova ne è che l’11 maggio prossimo una schiera innumerevole di persone parteciperà al pellegrinaggio nel primo giorno anniversario dell’apparizione. Un rito suggestivo che per la prima volta sarà presieduto dal vescovo Antonio.
Dopo la liturgia esequiale, presieduta dal vescovo Antonio, la tumulazione nel cimitero di Grumello Cremonese
Nella serata di venerdì 29 aprile, presso la casa di riposo “Giovanni e Luciana Arvedi” di via Massarotti a Cremona, è spirato don Luciano Sottili, classe 1933, parroco emerito della comunità dei Santi Fabiano e Sebastiano in Cremona. La camera ardente è allestita nella stessa casa di riposo: qui, domenica 1° maggio, alle ore 17, la comunità di San Sebastiano, guidata da don Massimo Calvi, si ritroverà per la recita del Santo Rosario. Le esequie, presiedute dal vescovo Antonio Napolioni, saranno celebrate in San Sebastiano lunedì 2 maggio, alle ore 9. Successivamente la salma sarà trasportata nel cimitero di Grumello Cremonese per la tumulazione.
Don Luciano Sottili era nato a Piadena il 22 luglio 1933 ed era stato ordinato sacerdote da mons. Bolognini il 28 giugno 1958, insieme ad altri sei confratelli. La sua prima Messa la celebrò nella parrocchia cittadina di Sant’Abbondio. Per un anno, dal 1958 al 1959, fu vicario nella parrocchia di Sant’Agata a Villastrada (frazione di Dosolo), poi fu trasferito sempre come vicario a Pizzighettone San Bassiano (1960-1968). Dal 1968 al 1981 fu parroco a San Martino del Lago, quindi la promozione a Grumello Cremonese (1981-2000). Nell’anno del grande giubileo mons. Nicolini lo volle guida della popolosa parrocchia cittadina di Santi Fabiano e Sebastiano. Nel 2008 la rinuncia alla parrocchia per raggiunti limiti di età. Negli anni della pensione don Sottili si è occupato dalla gestione ordinaria della casa del clero “Villa Flaminia” in via Miradori e si è sempre reso disponibile per le confessioni in Cattedrale e la sostituzione dei sacerdoti nelle parrocchie. Da alcune settimane, a causa del peggioramento delle sue condizioni di salute, era ricoverato presso la casa di riposo di via Massarotti a Cremona.
Persona umile e schietta, dal carattere gioviale e dalla battuta sempre pronta, don Luciano ha servito con generosità la Chiesa Cremonese.
Venerdì 29 aprile a Palazzo Comunale l'incontro promosso dell'Ufficio diocesano per la Pastorale sociale e del lavoro in preparazione alla festa del 1° maggio
Una serata in preparazione alla festa del lavoro e dei lavoratori del 1° maggio parlando di economia e sviluppo con il sottosegretario del Ministero dell’Economia e delle Finanze, l’on. Pierpaolo Baretta. È quanto promosso, seguendo una tradizione ormai consolidata, dall’Ufficio diocesano per la Pastorale sociale e del lavoro diretto da Sante Mussetola. L’appuntamento è stato nella serata di venerdì 29 aprile presso il salone dei Quadri del Palazzo comunale di Cremona. Continue reading »
Autore del libro «Unisex-Cancellare l'identità sessuale?», il docente e giornalista romano si è stupito della partecipazione numerosa dei cremonesi
Un dato ha subito colpito: salone Bonomelli del Centro Pastorale di Cremona gremito ieri sera per la conferenza dal titolo «Unisex-Cancellare l’identità sessuale?», proposta dall’Ufficio diocesano per la Pastorale Familiare assieme al Circolo “La Croce” ed al Movimento per la Vita. Si è complimentato lo stesso relatore, Gianluca Marletta, docente, giornalista ed autore dell’omonimo libro, scritto a quattro mani con Enrica Perrucchietti: «Di solito a Roma, se abbiamo trenta persone, è già un successo. Non abbiamo un colpo d’occhio così», ha commentato, stupito.
Il relatore è stato decisamente chiaro: ha parlato espressamente di ideologia a proposito del gender, ha evocato Orwell con il suo 1984, con un obiettivo, quello di «dissolvere le identità sessuali, renderle ondivaghe, da un genere all’altro, a seconda delle scelte culturali o di vita». Ma perché? «Per lo stesso motivo per il quale si vuol cancellare qualsiasi altro tipo di identità – ha detto – Un uomo, che abbia un’identità di qualunque tipo – sessuale, religiosa, culturale -, è difficilmente gestibile. Ha dei punti di riferimento, ha un rapporto organico con altri suoi simili. Viceversa un uomo privato di qualsiasi tipo di identità, non sa più chi sia, quindi può essere manipolato in qualsiasi modo ed in qualunque forma. E’ il perfetto cittadino di un mondo globalizzato e deumanizzato».
Di certo si tratta di un’ideologia, sostenuta dai poteri forti a livello internazionale, di destra e di sinistra, quasi tutti politici statunitensi. Senza dimenticare anche Fondazioni o imperi industriali e finanziari. Del resto, «è l’ideologia del potere, che punta ad ottenere un uomo completamente snaturato», ha osservato.
Cosa può fare, di fronte a tutto questo, il semplice cittadino, l’uomo di strada? «Innanzi tutto, informarsi e informare – ha dichiarato – e prendere coscienza di quello che sta succedendo, perché qualcosa può cambiare. E’ vero che i poteri forti hanno una capacità di gestire la coscienza di massa, che a volte fa paura, è anche vero però che la massa è fatta di individui. Ecco, occorre riscoprire il nostro spirito critico». Per questo ha lanciato un appello, affinché si costituisca e cresca dal basso un movimento di massa spontaneo di critica, che dica no all’ideologia gender, ai suoi annessi e connessi. Un appello, cui il folto pubblico ha risposto con i propri interventi di consenso e soprattutto con un lungo, convinto applauso.
Nella sede del Forum provinciale, sabato 30 aprile, le realtà di volontariato cremonesi si sono presentate a mons. Napolioni
Erano presenti molti dei rappresentanti del mondo delle associazioni che sabato 30 aprile hanno illustrato il volto del volontariato cremonese al vescovo Antonio. Nella Sala riunioni della sede del Forum del Terzo Settore in via Speciano 2 associazioni, cooperative e organi di volontariato hanno portato la loro esperienza di lavoro e servizio sociale. Continue reading »
Sabato 29 al Centro Pastorale di Cremona si è svolta l'assemblea elettiva. Presente per un saluto anche il vescovo Antonio
Si è svolta sabato 29 aprile, nel Salone Bonomelli del Centro Pastorale Diocesano, l’assemblea territoriale elettiva del Comitato provinciale del Centro Sportivo Italiano, alla presenza di un discreto numero di società sportive.
In apertura, dopo l’introduzione del Presidente Zanoni, il saluto del nuovo Vescovo di Cremona Mons. Antonio Napolioni, che, per la prima volta dal suo ingresso, ha incontrato un’associazione ben radicata nel territorio con 106 società affiliate con oltre 6000 tesserati. Mons. Napolioni ha ribadito il ruolo educativo dello sport. La parola è passata poi al Consulente provinciale don Paolo Arienti per una riflessione. Sono poi intervenuti per un saluto Francesco Messori, capitano della Nazionale Amputati CSI e il responsabile regionale degli Arbitri Csi della Lombardia Paolo Lattuada.
A seguire, il Presidente Daniele Zanoni ha presentato la relazione del quadriennio 2012-2016, sottolineando sia gli aspetti positivi che quelli negativi di questo mandato, e ringraziando tutte le persone che hanno contribuito, a vari livelli, alla realizzazione del programma.
Uno spazio è stato dedicato alle premiazioni: è stato consegnato il Discobolo al merito CSI, un importante riconoscimento associativo, alla società sportiva Sabbionese dell’oratorio di Cappella Cantone e al presidente della società sportiva Scoiattoli di Castelverde Giorgio Milanesi; un riconoscimento è stato poi consegnato al consigliere provinciale e responsabile del settore calcio Fabio Pedroni, per la presenza costante e motivata all’interno dell’associazione per tanti anni.
A seguire la presentazione del candidato Presidente, che ha illustrato le linee generali del programma per il prossimo quadriennio, e dei candidati per il ruolo di Consigliere e Revisore dei conti.
Il presidente è passato poi alla presentazione del bilancio consuntivo 2015 e dell’andamento amministrativo del Comitato nel quadriennio appena concluso, cui ha fatto seguito l’approvazione da parte dei presidenti di società sportiva presenti in sala.
Nella pausa per il coffee break, si sono svolte le operazioni di voto, ed immediatamente dopo la Commissione elettorale ha provveduto alla spoglio delle schede.
Al rientro in sala è avvenuta la proclamazione degli eletti e la presentazione della nuova dirigenza del Comitato provinciale CSI cremonese per il quadriennio 2016-2020, che risulta così composta:
PRESIDENTE PROVINCIALE
ARDIGO’ CLAUDIO
CONSIGLIO DI COMITATO
CABRINI GIORGIO
COCCHI ANDREA
CORELLI ANTONIETTA
FROSI DAMIANO
GALETTI FEDERICA
GREGORI FEDERICA
IACCHETTI ROCCO
LAUDICINA IGNAZIO
MAZZOLARI GIUSEPPE
PEDRONI FABIO
TINELLI PAOLO
SALAMI ANDREA
REVISORI DEI CONTI DI COMITATO
FONTANA PAOLO Effettivo
POLI NICCOLO’ YURI Supplente
LENA SILVANO Supplente
Perchè destinare una parte dei proventi dell'IRPEF, che comunque andrebbero allo Stato, alla Chiesa Cattolcia
Domenica 1 maggio si celebra la Giornata nazionale dell’8×1000. Il tema di quest’anno è «Dalle firme, progetti di misericordia». Con don Massimo Calvi, incaricato diocesano del Sovvenire, facciamo il punto sulla realtà cremonese.
Don Calvi qual è il senso di questa iniziativa?
«Penso che molti cittadini si siano accorti, in questi ultime settimane, dell’intensificarsi di spot pubblicitari proposti sia dalla Chiesa Cattolica che da altri enti o istituzioni aventi per oggetto la scelta dell’otto e del cinque per mille. Ciò è dovuto al fatto che è tempo di dichiarazione dei redditi e attraverso questi due strumenti lo Stato Italiano offre a tutti i cittadini, lavoratori dipendenti, liberi professionisti e pensionati, una significativa occasione di partecipazione alla vita della nazione e al sostegno al bene comune. In pratica lo Stato chiede ai cittadini di esprimersi circa la destinazione di una parte, minimale ma ugualmente significativa, dei proventi fiscali annuali per attribuirli a istituzioni religiose (otto per mille) o a enti o ad altre istituzioni (cinque per mille) di cui il cittadino, riconoscendone l’utilità sociale, decide e sceglie di sostenerne le attività».
Una dubbio spesso sorge quando ci si sente interpellati a firmare per l’otto per mille: firmando il cittadino verserà più tasse di quelle già dovute?
«Assolutamente no! La cosa interessante di questa opportunità è che non costa nulla di più al cittadino. Si tratta di introiti che comunque già lo Stato preleva attraverso le norme fiscali vigenti. Il cittadino che fa la scelta per l’otto per mille non verserà né più né meno di quanto già dovuto. Solo che lo Stato offre al cittadino l’opportunità di concorrere, con la propria firma e adesione, alla destinazione di una parte dei proventi IRPEF. Si tratta di una firma che non costa nulla ma che può valere molto. La firma dell’otto per mille poi serve a definire la destinazione dell’8 per mille del gettito complessivo dell’IRPEF. Sistema di grande democrazia dove la firma di tutti vale allo stesso modo, indipendentemente dal fatto che uno sia contribuente di modesta oppure di ricca condizione economica».
Perché un cittadino dovrebbe scegliere di destinare l’otto per mille alla Chiesa Cattolica?
«Moltissimi sono i cittadini che ogni anno decidono di firmare per la destinazione dell’otto per mille alla Chiesa Cattolica: si tratta di cattolici, sia praticanti che non praticanti e, non raramente, anche di cittadini che non si riconoscono come “cattolici”. Tutti lo fanno perché apprezzano l’impegno che la Chiesa Cattolica esprime e testimonia in ambito religioso, sociale, caritativo e assistenziale, sia in Italia che all’estero».
Quali le finalità a cui la Chiesa destina gli apporti che provengono dall’otto per mille?
«Tre sono sostanzialmente le finalità cui gli apporti dell’otto per mille sono destinati. Innanzitutto il sostegno dei sacerdoti: si tratta di 36 mila preti diocesani, tra cui circa 500 missionari nei paesi in via di sviluppo. Chi firma per l’otto per mille alla Chiesa Cattolica contribuisce a sostenere tutti i sacerdoti che spendono la loro vita per garantire la celebrazione dei sacramenti, l’annuncio del Vangelo e l’animazione delle opere educative e di carità nelle migliaia di parrocchie diffuse sul territorio nazionale: anche il proprio parroco, il sacerdote del proprio oratorio, il prete che incontra come più vicino. Nel 2015, a livello nazionale, al sostegno dei sacerdoti sono stati destinati 327 milioni di Euro. Poi i proventi dell’otto per mille hanno come destinazione gli interventi di carità in Italia e all’estero. Ben 265 milioni di Euro nel 2015. L’8 per mille ha così permesso di realizzare centinaia di interventi in Italia e nei paesi più poveri: dai poliambulatori alle mense per i bisognosi, dagli aiuti anti-crisi per le famiglie e anziani alle fondazioni anti-usura. Anche nella nostra diocesi molte iniziative caritative sono state realizzate anche con questi contributi. Infine, sempre nel 2015, 403 milioni di Euro sono stati finalizzati a progetti di culto e di pastorale. L’8 per mille aiuta così anche famiglie e comunità parrocchiali con progetti che creano lavoro per i giovani, oratori per l’educazione dei ragazzi e l’accoglienza degli anziani e con il restauro dei beni culturali per tramandare un patrimonio unico di arte e di fede. In tal modo i proventi dell’8 per mille ritornano sul territorio nazionale in mille modalità a beneficio dell’intera collettività».
Il cittadino è sicuro che i proventi dell’otto per mille saranno usati per le nobili finalità sopra ricordate?
«Al riguardo, c’è stato anche qualche episodio negativo a cui i mass media hanno dato grande rilievo suscitando confusione e sconcerto nell’opinione pubblica. La Conferenza Episcopale Italiana dà annualmente pubblico rendiconto del modo in cui ha ripartito e gestito la quota otto per mille attribuitele dai contribuenti. Ciò lo fa per favorire la massima trasparenza, la chiara informazione e per far crescere la coscienza e la partecipazione dei fedeli e di tutti i cittadini alla missione spirituale e caritativa della Chiesa. E’ vero che c’è stato anche ultimamente un caso che ha messo in evidenza un uso distorto delle somme pervenute ad una diocesi tramite l’otto per mille. Bisogna stare attenti a non fare “di ogni erba un fascio” ed essere consapevoli che anche in questo ambito si realizza ciò che propone il proverbio “fa più rumore un albero che cade che l’intera foresta che cresce”. Il fatto che sia emerso questo caso, per quanto doloroso, mostra che i controlli all’interno della Chiesa funzionano e che al riguardo il desiderio e la volontà di trasparenza della Chiesa è massimo».
Quali i proventi giunti nella diocesi di Cremona e come sono stati destinati?
Alla diocesi di Cremona, nel 2015 sono pervenuti Euro 832.719 per le esigenze di culto e pastorali e Euro 694.149 per interventi caritativi. Il resoconto dettagliato delle attribuzioni dei due fondi viene pubblicato ogni anno sul bollettino della diocesi e su altri canali di informazione. Limitandomi ad alcune esemplificazioni posso ricordare che per quanto riguarda la carità i maggiori apporti (Euro 250.000) sono stati attribuiti alla Caritas diocesana per affrontare le enormi necessità di cui si fa carico per venire incontro alle tante famiglie stremate dalla crisi economica in atto e, in parte, per la gestione dei rifugiati e degli immigrati ospitati nelle varie strutture caritative sul territorio diocesano. Il rimanente delle somme sono state suddivise a favore di tante istituzioni attive in diocesi nel campo della carità: le Cucine Benefiche, la Casa di Accoglienza di Casalmaggiore, il Centro di aiuto alla vita, il Movimento per la vita, il Centro di consulenza familiare di Viadana e di Caravaggio, la Casa s. Omobono in Cremona per le madri in difficoltà. Solo qualche esempio per mostrate la varietà di interventi caritativi sostenuti in diocesi. Anche gli apporti sul capitolo delle esigenze di culto e della pastorale sono stati distribuiti a diverse finalità e istituzioni. Si è ad esempio contribuito alla costruzione della nuova chiesa parrocchiale del Maristella e poi tanti interventi di aiuto alle parrocchie per la tutela del patrimonio artistico e culturale o per interventi sulle strutture pastorali (case canoniche e oratori). L’elenco è veramente lungo. Si va dal sostegno a piccole parrocchie rurali per interventi urgenti soprattutto sulle chiese, fino a qualche intervento per la messa in sicurezza di case canoniche o altri ambienti pastorali, soprattutto oratori. Ugualmente si sono fatti interventi a sostegno dei sacerdoti cremonesi anziani oppure di quelli sparsi nel mondo come “fidei donum”.
Gli spot pubblicitari usano uno slogan ampiamente ripetuto: “Non attori ma testimoni: chiedilo a loro!” Quale il significato di tale messaggio?
«Davvero persone e situazioni presentate dalla pubblicità non rappresentano scene edificanti ricostruite per colpire la sensibilità di fedeli e cittadini. Si tratta invece di opere realmente realizzate e sostenute dalla Chiesa Cattolica in Italia e all’estero con i proventi dell’otto per mille e le persone che le presentano non sono attori ma testimoni che lavorano direttamente sul campo, nelle circostanze prese dalla vita reale della Chiesa. Si tratta di una piccola e modestissima scelta tra le migliaia di progetti ogni anno realizzati o sostenuti con l’apporto dell’otto per mille. Lo slogan “chiedilo a loro” è un invito reale e concreto a documentarsi ulteriormente attraverso i tanti canali di informazione al fine di conoscere meglio la multiformità di opere significative realizzate con l’apporto dell’otto per mille nei diversi campi di cui la Chiesa Cattolica si occupa: impegni per il sostentamento del clero, opere di carità in Italia e all’estero, interventi a salvaguardia del patrimonio artistico e culturale della nazione, contributi per la nuova edilizia di culto, iniziative a sostegno dell’attività di culto e di pastorale delle diverse comunità cristiane».
Alle 19 appuntamento con le ragazze adolescenti e giovani, mentre alle 21 sono attesi giovani, adulti e famiglie per parlare della differenza sessuale come ricchezza
In preparazione alla festa diocesana della Famiglia, che si terrà a Cremona domenica 22 maggio, la zona pastorale nona, propone per venerdì 6 maggio, nella chiesa parrocchiale di Vicomoscano, un incontro con la giornalista, scrittrice e blogger Costanza Miriano. Alle 19 ci sarà un appuntamento riservato alle ragazze adolescenti (dalla seconda media) e giovani sul tema: «Il mistero della femminilità». Alle 21, invece, l’incontro per giovani, adulti e famiglie dal titolo: «La differenza come ricchezza – maschio e femmina verso una carne sola». Durante la serata sarà attivo in oratorio un servizio assistenza per i bambini.
Chi è Costanza Miriano
Costanza Miriano è nata nel 1970 a Perugia, dove si è laureata in lettere classiche. Poi ha studiato giornalismo, e si è trasferita a Roma dove ha cominciato a lavorare alla tv pubblica, la Rai. Per quindici anni ha lavorato al telegiornale nazionale, il tg3, ora invece si occupa di informazione religiosa a Rai Vaticano (ma collabora anche con Avvenire, Il Timone, Credere e Il Foglio).
Sposata, ha quattro figli, due maschi e due femmine. Svezzata l’ultima, ha cominciato quasi per caso a scrivere un libro, Sposati e sii sottomessa (2011), che è partito piano piano ed è diventato un caso letterario in Italia, ed è stato tradotto in vari paesi (tra cui la Spagna dove Cásate y se sumisa ha provocato vivissime polemiche trasformandosi in un vero e proprio caso). Successivamente ha scritto un altro libro che spiega alle donne come parlare agli uomini. Ed è nato Sposala e muori per lei (2013). Nel 2015 poi è arrivato Obbedire è meglio e nel 2016 Quando eravamo femmine.
È nel comitato Difendiamo i nostri figli che ha organizzato il Family Day di san Giovanni del 20 giugno 2015 e del 30 gennaio 2016.