1° maggio: Giornata nazionale dell’8xmille. Intervista a don Massimo Calvi, incaricato diocesano Sovvenire

Perchè destinare una parte dei proventi dell'IRPEF, che comunque andrebbero allo Stato, alla Chiesa Cattolcia

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Domenica 1 maggio si celebra la Giornata nazionale dell’8×1000. Il tema di quest’anno è «Dalle firme, progetti di misericordia». Con don Massimo Calvi, incaricato diocesano del Sovvenire, facciamo il punto sulla realtà cremonese.

Don Calvi qual è il senso di questa iniziativa?

«Penso che molti cittadini si siano accorti, in questi ultime settimane, dell’intensificarsi di spot pubblicitari proposti sia dalla Chiesa Cattolica  che da altri enti o istituzioni aventi per oggetto la scelta dell’otto e del cinque per mille. Ciò è dovuto al fatto che è tempo di dichiarazione dei  redditi e attraverso questi due strumenti lo Stato Italiano offre a tutti i cittadini, lavoratori dipendenti, liberi professionisti e pensionati, una significativa occasione di partecipazione alla vita della nazione e al sostegno al bene comune. In pratica lo Stato chiede ai cittadini di esprimersi circa la destinazione di una parte, minimale ma ugualmente significativa, dei proventi fiscali annuali per attribuirli a istituzioni religiose (otto per mille) o a enti o ad altre istituzioni (cinque per mille) di cui il cittadino, riconoscendone l’utilità sociale, decide e sceglie di sostenerne le attività».

Una dubbio spesso sorge quando ci si sente interpellati a firmare per l’otto per mille: firmando il cittadino verserà più tasse di quelle già dovute?

«Assolutamente no! La cosa interessante di questa opportunità è che non costa nulla di più al cittadino. Si tratta di introiti che comunque già lo Stato preleva attraverso le norme fiscali vigenti. Il cittadino che fa la scelta per l’otto per mille non verserà né più né meno di quanto già dovuto. Solo che lo Stato offre al cittadino  l’opportunità di concorrere, con la propria firma e adesione, alla destinazione di una parte dei proventi IRPEF. Si tratta di una firma che non costa nulla ma che può valere molto. La firma dell’otto per mille poi serve a definire la destinazione dell’8 per mille del gettito complessivo dell’IRPEF. Sistema di grande democrazia dove la firma di tutti vale allo stesso modo, indipendentemente dal fatto che uno sia contribuente di modesta oppure di ricca condizione economica».

Perché un cittadino dovrebbe scegliere di destinare l’otto per mille alla Chiesa Cattolica?

«Moltissimi sono i cittadini che ogni anno decidono di firmare per la destinazione dell’otto per mille alla Chiesa Cattolica: si tratta di cattolici, sia praticanti che non praticanti e, non raramente, anche di cittadini che non si riconoscono come “cattolici”. Tutti lo fanno perché apprezzano l’impegno che la Chiesa Cattolica esprime e testimonia in ambito religioso, sociale, caritativo e assistenziale, sia in Italia che all’estero».

Quali le finalità a cui la Chiesa destina gli apporti che provengono dall’otto per mille?

«Tre sono sostanzialmente le finalità cui gli apporti dell’otto per mille sono destinati. Innanzitutto il sostegno dei sacerdoti: si tratta di 36 mila preti diocesani, tra cui circa 500 missionari nei paesi in via di sviluppo. Chi firma per l’otto per mille alla Chiesa Cattolica contribuisce a sostenere tutti i sacerdoti che spendono la loro vita per garantire la celebrazione dei sacramenti, l’annuncio del Vangelo e l’animazione delle opere educative e di carità nelle migliaia di parrocchie diffuse sul territorio nazionale: anche il proprio parroco, il sacerdote del proprio oratorio, il prete che incontra come più vicino. Nel 2015, a livello nazionale, al sostegno dei sacerdoti sono stati destinati 327 milioni di Euro. Poi i proventi dell’otto per mille hanno come destinazione gli interventi di carità in Italia e all’estero. Ben 265 milioni di Euro nel 2015. L’8 per mille ha così permesso di realizzare centinaia di interventi in Italia e nei paesi più poveri: dai poliambulatori alle mense per i bisognosi, dagli aiuti anti-crisi per le famiglie e anziani alle fondazioni anti-usura. Anche nella nostra diocesi molte iniziative caritative sono state realizzate anche con questi contributi. Infine, sempre nel 2015, 403 milioni di Euro sono stati finalizzati a progetti di culto e di pastorale. L’8 per mille aiuta così anche famiglie e comunità parrocchiali con progetti che creano lavoro per i giovani, oratori per l’educazione dei ragazzi e l’accoglienza degli anziani e con il restauro dei beni culturali per tramandare un patrimonio unico di arte e di fede. In tal modo i proventi dell’8 per mille ritornano sul territorio nazionale in mille modalità a beneficio dell’intera collettività».

Il cittadino è sicuro che i proventi dell’otto per mille saranno usati per le nobili finalità sopra ricordate?

«Al riguardo, c’è stato anche qualche episodio negativo a cui i mass media hanno dato grande rilievo suscitando confusione e sconcerto nell’opinione pubblica. La Conferenza Episcopale Italiana dà annualmente pubblico rendiconto del modo in cui ha ripartito e gestito la quota otto per mille attribuitele dai contribuenti. Ciò lo fa per favorire la massima trasparenza, la chiara informazione e per far crescere la coscienza e la partecipazione dei fedeli e di tutti i cittadini alla missione spirituale e caritativa della Chiesa. E’ vero che c’è stato anche ultimamente un caso che ha messo in evidenza un uso distorto delle somme pervenute ad una diocesi tramite l’otto per mille. Bisogna stare attenti a non fare “di ogni erba un fascio” ed essere consapevoli che anche in questo ambito si realizza ciò che propone il proverbio “fa più rumore un albero che cade che l’intera foresta che cresce”. Il fatto che sia emerso questo caso, per quanto doloroso, mostra che i controlli all’interno della Chiesa funzionano e che al riguardo  il desiderio e la volontà di trasparenza della Chiesa è massimo».

Quali i proventi giunti nella diocesi di Cremona e come sono stati destinati?

Alla diocesi di Cremona, nel 2015 sono pervenuti Euro 832.719 per le esigenze di culto e pastorali e Euro 694.149 per interventi caritativi. Il resoconto dettagliato delle attribuzioni dei due fondi viene pubblicato ogni anno sul bollettino della diocesi e su altri canali di informazione. Limitandomi ad alcune esemplificazioni posso ricordare che per quanto riguarda la carità i maggiori apporti (Euro 250.000) sono stati attribuiti alla Caritas diocesana per affrontare le enormi necessità di cui si fa carico per venire incontro alle tante famiglie stremate dalla crisi economica in atto e, in parte, per la gestione dei rifugiati e degli immigrati ospitati nelle varie strutture caritative sul territorio diocesano.  Il rimanente delle somme sono state suddivise a favore di tante istituzioni attive in diocesi nel campo della carità: le Cucine Benefiche, la Casa di Accoglienza di Casalmaggiore, il Centro di aiuto alla vita, il Movimento per la vita, il Centro di consulenza familiare di Viadana e di Caravaggio, la Casa s. Omobono in Cremona per le madri in difficoltà. Solo qualche esempio per mostrate la varietà di interventi caritativi sostenuti in diocesi. Anche gli apporti sul capitolo delle esigenze di culto e della pastorale sono stati distribuiti a diverse finalità e istituzioni. Si è ad esempio contribuito alla costruzione della nuova chiesa parrocchiale del Maristella e poi tanti interventi di aiuto alle parrocchie per la tutela del patrimonio artistico e culturale o per interventi sulle strutture pastorali (case canoniche e oratori). L’elenco è veramente lungo. Si va dal sostegno a piccole parrocchie rurali per interventi urgenti soprattutto sulle chiese, fino a qualche intervento per la messa in sicurezza di  case canoniche o altri ambienti pastorali, soprattutto oratori. Ugualmente si sono fatti interventi a sostegno dei sacerdoti cremonesi anziani oppure di quelli sparsi nel mondo come “fidei donum”.

Gli spot pubblicitari usano uno slogan ampiamente ripetuto: “Non attori ma testimoni: chiedilo a loro!” Quale il significato di tale messaggio?

«Davvero persone e situazioni presentate dalla pubblicità non rappresentano scene edificanti ricostruite per colpire la sensibilità di fedeli e cittadini. Si tratta invece di opere realmente realizzate e sostenute dalla Chiesa Cattolica in Italia e all’estero con i proventi dell’otto per mille e le persone che le presentano non sono attori ma testimoni che lavorano direttamente sul campo, nelle circostanze prese dalla vita reale della Chiesa.  Si tratta di una piccola e modestissima scelta tra le migliaia di progetti ogni anno realizzati o sostenuti con l’apporto dell’otto per mille. Lo slogan  “chiedilo a loro” è un invito reale e concreto a documentarsi ulteriormente attraverso i tanti canali di informazione al fine di conoscere meglio la multiformità di opere significative realizzate con l’apporto dell’otto per mille nei diversi campi di cui la Chiesa Cattolica si occupa: impegni per il sostentamento del clero, opere di carità in Italia e all’estero, interventi a salvaguardia del patrimonio artistico e culturale della nazione, contributi per la nuova edilizia di culto,  iniziative a sostegno dell’attività di culto e di pastorale delle diverse comunità cristiane».

La destinazione dell’8xmille alla diocesi di Cremona nel 2015

 

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