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Calvatone, c’è una parentela stretta tra vocazione e grest

E’ stato appunto questo il tema che ha tenuto impegnati, nel tardo pomeriggio di domenica 22 aprile, gli adolescenti di Calvatone nel primo incontro di preparazione al grest, insieme al parroco don Massimo Sanni e a don Davide del CDV, proprio nella 55ma giornata mondiale di preghiera per le vocazioni. Raramente capita di trovare un gruppo di ragazzi così collaborativi e partecipativi: le premesse per il loro grest sono davvero ottime. Ecco il testo dell’incontro.

Calvatone, incontro con le superiori, domenica 22 aprile 2018

A cosa serve la vita? Come costruirla?

Fase 1: Sondaggio

  • A divertirsi
  • A riempirla di tante cose
  • A capire meglio il mondo
  • A fare del bene al mondo
  • A dimostrare qualcosa, a se stessi o agli altri
  • A stabilire dei record
  • A riposarsi
  • A voler bene a qualcuno
  • A costruire qualcosa
  • A lasciare un segno di sé per la posterità.
  • A essere contenti di esistere e ringraziare per questo motivo.

Fase 2: Per riflettere. In questa fase della tua vita…

  • Ti senti utile o sprecato?
  • Le tue energie ti sembrano ben utilizzate?
  • Stai lavorando per te stesso? Per gli altri? Per qualcosa di più grande?
  • Ti sembra che i tuoi obiettivi siano abbastanza “sfidanti”? Possono tenerti impegnato a lungo, oppure pensi si esauriranno presto?
  • Ti viene mai voglia di trovare qualcosa di tanto grande e tanto “giusto” da essere in grado di tirar fuori il meglio di te?

Fase 3: E il grest? Quest’opera di volontariato, nella forma del fare l’animatore a servizio dei più piccoli, che significato riveste all’interno della mia estate e della mia vita?

Prova a pensare come intendi vivere questa esperienza, mettendo una crocetta di fianco alle opzioni della prima lista, naturalmente solo quelle che fanno al caso tuo.

Fase 4: Ora paragoniamo la nostra vita alla costruzione di un edificio e mettiamo a confronto varie strategie:

  • Cominciare da una capanna, mettendo insieme un po’ di rami e un po’ di foglie. Quando non andrà più bene, la butteremo giù a penseremo al da farsi
  • Partiamo costruendo una baracca in legno. Potrebbe anche bruciare, ma non è troppo difficile da costruire ed il tetto è già più solido.
  • Prendiamo un appartamento in affitto. L’affitto è salato, la casa non è nostra, ma siamo liberi di trasferirci altrove quando vogliamo.
  • Costruiamo una casa nostra, partendo dalle fondamenta. Un amico fidato ha detto che ci dà una mano, sia per i materiali, che per la manodopera. E’ un lavoro più lungo e faticoso, ma poi sarà nostra per sempre e il nostro amico, ingegnere edile, ci garantisce che è antisismica e, per le manutenzioni, ci aiuterà lui.
  1. A cosa assomiglia la capanna?
  2. Cosa ti fa venire in mente la baracca in legno?
  3. E l’appartamento in affitto?
  4. A chi paragoneresti l’amico ingegnere?
  5. Quali sono i “mattoni” della casa in muratura?
  6. Prova ad associare ogni tipologia di costruzione ad una diversa filosofia di vivere il grest. Quali potrebbero essere i risultati in ciascun caso?
  7. Infine, dopo tanto riflettere, a mo’ di meritato relax, proviamo a fare un giochino. Questo disegno di una casa rappresenta il grest. Prova ad associare ogni parte (fondamenta, mura, finestre, tetto, le varie stanze ecc.) ad un particolare momento o aspetto del grest.

 

Fase 5, la Parola di Dio. La casa costruita sulla roccia (MT 7, 21-27)

21 Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. 22 Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demòni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome? 23 Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità. 24 Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. 25 Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia. 26 Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. 27 Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande».

 

 

E tu, nella tua vita, che abitazione desideri?

La vocazione, un diamante senza pacchetto regalo

Qui di seguito, l’intervista a don Davide del CDV per “Avvenire”, in occasione della 55ma giornata mondiale di preghiera per le vocazioni che si celebra domenica 22 aprile.

Qual è la cosa più importante che un giovane dovrebbe sapere sulla vocazione?

Partirei da lontano, ma è necessario. La cosa più importante è che Dio ci ama. Quindi la vocazione, prima ancora che trovare un posto nella vita, significa corrispondere a questo amore. Si decide di seguire Dio perché, semplicemente, Lui se lo merita. E’ primariamente una questione di amore da ricambiare. Poi, in seconda battuta, si dà il caso che, seguire il Signore faccia bene anche a noi. E qui diventa anche una questione di realizzazione, che, però, è una diretta conseguenza e non dovrebbe, a mio avviso, costituire il motivo principale.

La vocazione è la dimostrazione più concreta del fatto che, nel fare qualcosa per qualcun altro, si trova il meglio anche per noi stessi. Vuol dire essere disposti a perdere la propria vita per ritrovarla.

 

Perchè un giovane dovrebbe rispondere di sì alla Chiamata? Non c’è in giro, qualche proposta più “gratificante”?

Gesù, nel Vangelo, ci dice che chi lascia tutto per Lui troverà già in questa terra cento volte tanto in parenti, case e campi. Questo, senza attendere troppo, lo si può già constatare in seminario, o in convento, o nella comunità di formazione. Poi, a maggior ragione, è tanto più vero nell’ambito pastorale, quando inizia la missione vera e propria.

A livello spirituale, non manca mai la consapevolezza di dedicarsi alla causa più bella, alta e nobile che esista: lavorare nella vigna del Signore. Questo basterebbe già da solo a fornire le giuste motivazioni.

 

Nella vita del consacrato, a livello di ragioni umane, possiamo dire, prendendo a prestito un’espressione tipica del mondo del lavoro, che anche nella Chiesa ci sia una sorta di “crescita professionale”?

Certamente sì, per questi motivi. La figura del consacrato, oggi, richiede, per dialogare efficacemente con la gente del nostro tempo, una solida base spirituale, che si alimenta con la preghiera; un adeguato bagaglio culturale, da tenere sempre aggiornato; spiccate doti relazionali, anch’esse da affinare sempre; doti di fermezza, per saper guidare una comunità in tempi facili e meno facili; doti diplomatiche, per saper mediare quando è necessario calandosi nelle esigenze di tutti; capacità organizzative per mandare avanti enti, come le parrocchie e le case religiose, che non possono essere lasciate all’improvvisazione. In definitiva, La persona del consacrato è sempre esposta ad opportunità di crescita, basta saperle cogliere.

 

Spesso, quando un giovane pensa al suo futuro, oltre che di punti fermi, va in cerca anche di “sfide” con cui potersi misurare e grazie alle quali poter crescere. Anche se non è propriamente corretto paragonare la vita consacrata ed il mondo professionale, possiamo dire che, anche lavorando per il Signore, ci possano essere obiettivi sfidanti?

Risponderei affermativamente: se qualche giovane cerca “sfide”, certamente si può dire che operare in oratori, parrocchie e comunità è certamente un’impresa impegnativa, che mette a frutto (e, a volte, anche sotto pressione) tutti i talenti di una persona; che certamente non si tratta di un contesto “comodo”, oggi più che mai, ma certamente dinamico e interessante; che il “nemico” principale da combattere si chiama indifferenza religiosa, accompagnata da una certa svalutazione, bisogna dirlo, della figura del consacrato, visto a volte come erogatore di servizi e, occasionalmente, ufficio reclami; che l’autorevolezza non è riconosciuta a prescindere, ma va conquistata sul campo un centimetro alla volta. La ricompensa, per tutto ciò, va ricercata direttamente nel Signore, ma c’è comunque da dire che il valore intrinseco della chiamata rimane più grande di qualunque ostacolo.

La vocazione rimane il più bel dono che Dio può farci. Potremmo paragonarlo a un diamante (qualcosa di inestimabile) senza però la confezione – regalo (aspetti appariscenti che possono farlo sembrare appetibile dall’esterno), e a volte può capitare di vederlo impolverato o non valorizzato per quello che meriterebbe. Ma, con o senza confezione, un diamante rimane tale.

55ma giornata mondiale per le vocazioni e giornata per le Rosarianti

Nella domenica del Buon Pastore si celebra in tutte le comunità cristiane la 55a Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni. Lo slogan biblico che ispira il cammino vocazionale della Chiesa Italiana è: «Dammi un cuore che ascolta» (cf 1Re 3,9). In stretta consonanza con la prospettiva del Sinodo dei Vescovi: «I giovani, la fede e il discernimento vocazionale», ecco alcuni sussidi tratti dal sito del Centro Nazionale Vocazioni:

– Uno schema di veglia di preghiera

– Il messaggio di papa Francesco

– Uno schema di adorazione

– Alcune intenzioni da inserire nelle preghiere delle Lodi e dei Vespri

– La preghiera che si può leggere al termine della Santa Messa

Cogliamo anche l’occasione per ricordare, da parte del Centro Diocesano Vocazioni di Cremona, la possibilità di:

– Seguire le iniziative in programma e già svolte sul sito www.vocazionicremona.it

– Contattare don Davide e, anche tramite lui, gli altri membri dell’équipe diocesana per incontri con i ragazzi, i giovani e gli adulti (anche rosari meditati per gruppi di Rosarianti e Fortes in Fide.

Segnaliamo anche, a nome del Seminario, la Giornata per le Rosarianti, il giorno MERCOLEDI’ 25 APRILE, con il programma seguente:

– Ore 14,00: accoglienza in Seminario

– Ore 14,30: Rosario

– Ore 15,00: S. Messa

– Ore 16,00: rinfresco

– Ore 16,30: Musical su don Bosco, a cura dei seminaristi, che sarà poi replicato in serata

Adorazione Intenzioni per lodi e vespri papa-francesco_20171203_55-messaggio-giornata-mondiale-vocazioni-1 Preghiera per la 55ma giornata mondiale delle vocazioni Veglia-2018

Sinodo giovani, chiamati ad esprimerci.

La sera di venerdì 3 novembre, la veglia zonale in occasione dell’apertura della fase centrale del sinodo giovani ha visto la partecipazione di parecchia gente, da tutta la città. Dopo una cena a base di dolce e salato, consumata nei locali dell’oratorio della parrocchia di S. Ambrogio, ci siamo spostati nel salone al di sotto della chiesa, dove, con l’aiuto del Vescovo e dello staff FOCR, è stato presentato lo Strumento di Lavoro. Si tratta, cioè, della sintesi della fase di ascolto del primo anno, che raggruppa le riflessioni pervenute da parrocchie ed oratori. Tali idee sono state raggruppate in 5 aree tematiche: la chiesa, gli affetti, il futuro, la fede, gli stili di vita. Ciascuno di essi costituirà un ordine del giorno per ognuna delle 5 assemblee sinodali che si terranno, una al mese da gennaio e maggio, nelle cinque nuove macrozone. I rappresentanti, in quella sede, elaboreranno ulteriormente le riflessioni già compiute, nel tentativo di mettere a fuoco in maniera ancora più chiara la loro percezione della fede e della Chiesa, ciò che si aspettano dalla comunità ecclesiale e come possono contribuire essi stessi a renderla sempre più compatta e viva.

Soncino la vocazione ad essere parrocchia (in un momento cruciale)

In apertura della festa dell’oratorio, la parrocchia di Soncino, nella sera mi mercoledì 30 agosto, con l’aiuto del Centro Diocesano Vocazioni, ha colto l’occasione per riflettere sul senso della comunità e della vocazione di ciascuno a costituirne una parte insostituibile. Il tutto, con spirito di gratitudine per il servizio pastorale svolto dal parroco uscente, don Mario, in attesa del suo successore, don Giuseppe.

Soncino, 30-09-2017

Momento di preghiera con la comunità parrocchiale

 

Canto iniziale: “Chiesa di Dio”

Chiesa di Dio, popolo in festa,
alleluia, Alleluia!
Chiesa di Dio, popolo in festa,
canta di gioia il Signore è con te!

Dio ti ha scelto, Dio ti chiama, nel suo amore ti vuole con sé:
spargi nel mondo il suo Vangelo, seme di pace e di bontà.

 

Introduzione: Cosa significano per noi le dimensioni oratorio – parrocchia – famiglia – chiesa

 

PRIMA PARTE: LE FONDAMENTA

Legge un anziano:

Le persone mature, in parrocchia, hanno il compito di indirizzare attraverso la loro saggezza, l’esperienza, il senno, il discernimento. Sono anche la memoria storica della comunità, che tengono viva raccontando ai più giovani gioie e dolori, fatiche e soddisfazioni che hanno fatto crescere questa grande famiglia. Ma anche loro, come tutti, hanno bisogno di farsi illuminare dalla parola di Dio, che ascoltiamo dal libro della Sapienza.

 

Sap 4, 11-16

[11]La sapienza esalta i suoi figli e si prende cura di quanti la cercano. [12]Chi la ama ama la vita, quanti la cercano solleciti saranno ricolmi di gioia. [13]Chi la possiede erediterà la gloria, qualunque cosa ntraprenda, il Signore lo benedice. [14]Coloro che la venerano rendono culto al Santo, e il Signore ama coloro che la amano. [15]Chi l’ascolta giudica con equità; hi le presta attenzione vivrà tranquillo. [16]Chi confida in lei la otterrà in eredità; i suoi discendenti ne conserveranno il possesso.

 

Di nuovo una persona matura: Signore, aiutaci a vivere sempre questo atteggiamento, per dare sicurezza e solidità alla comunità intera.

 

Segno: viene portato al centro una pietra, simbolo delle fondamenta. Nel mentre, viene cantato il solo ritornello del canto “Se il Signore non costruisce la città”

 

SECONDA PARTE: LE PARETI.

Parla un adulto:

Raccogliendo l’eredità di chi li ha preceduti, gli adulti di oggi hanno il compito di edificare veramente la Chiesa e, più nel concreto, la parrocchia e l’oratorio. Essi ne costituiscono le mura, di cui ognuno è un insostituibile mattone. Anche per loro, la Parola di Dio è il punto di partenza, per comprendere a fondo e giocare correttamente il proprio ruolo. La ascoltiamo nella prima lettera di Pietro

 

1Pietro 2

4 Stringendovi a lui, pietra viva, rigettata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a Dio, 5 anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale, per un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, per mezzo di Gesù Cristo. 6 Si legge infatti nella Scrittura:
Ecco io pongo in Sion una pietra angolare, scelta, preziosa e chi crede in essa non resterà confuso.
7 Onore dunque a voi che credete; ma per gli increduli la pietra che i costruttori hanno scartato
è divenuta la pietra angolare, 
8 sasso d’inciampo e pietra di scandalo.

Parla di nuovo un adulto: aiutaci a non dimenticare mai, o Signore, che per costruire davvero un edificio spirituale, dobbiamo sempre stringerci a te, pietra viva. Insegnaci a confidare non nella nostra solidità, ma nella Tua. Amen

 

Segno: viene portato al centro un mattone. Intanto, viene eseguito il canto “Tu sei” (“Soffierà”).

 

TERZA PARTE: LE FINESTRE SUL MONDO.

Parla un adolescente / un giovane:

La Chiesa ha bisogno non solo di tradizione, saggezza e solidità, ma anche di una ventata di aria nuova, di modi di vedere differenti che le impediscano di chiudersi e la “obblighino” a guardare fuori di sé. Questa è la missione dei giovani, che portano una componente di salutare “rimescolamento” nel popolo di Dio. In questo, devono seguire l’esempio dello Spirito Santo, che rinnova e vivifica. Lasciamoci istruire dalla Bibbia sul modo in cui questo può avvenire.

At 2, 1-11

1 Quando il giorno della Pentecoste giunse, tutti erano insieme nello stesso luogo. 2 Improvvisamente si fece dal cielo un suono come di vento impetuoso che soffia, e riempì tutta la casa dov’essi erano seduti. 3 Apparvero loro delle lingue come di fuoco che si dividevano e se ne posò una su ciascuno di loro. 4 Tutti furono riempiti di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, come lo Spirito dava loro di esprimersi.

 

Segno: viene portato al centro un campanello, mentre viene eseguito il solo ritornello del canto “Invochiamo la tua presenza” (Vieni Spirito…)

 

QUARTA PARTE: LA PIANTICELLA

Parla un ragazzo delle medie o un bambino delle elementari. La comunità deve anche prendersi cura di chi sta crescendo, che dà vitalità alla comunità e, al tempo stesso, ha bisogno di essere protetto e accompagnato. Come i fiori in un giardino, come gli alberi appena piantati. Ecco come il Vangelo ci descrive lo stile di chi costituisce la parte più giovane della famiglia parrocchiale.

Luca 2:51-52

51 Partì dunque con loro e tornò a Nazaret e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore. 52 E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.

Riprende la parola il ragazzo:

Aiutaci, o Signore, a crescere docili al Tuo insegnamento, attraverso l’esempio di quelli più grandi di noi. Insegnaci ad avere l’entusiasmo dei giovani unito alla pazienza di chi vuole crescere bene.

 

Segno: una pianticella viene portata in mezzo, mentre si esegue il ritornello del canto “Con te faremo cose grandi”.

 

Al termine di ogni parte, ognuna delle tra categorie che NON ne fanno parte pensa cosa chiederebbe a questa fascia di età per il bene della Chiesa. Poi, tutti insieme, li si affida a Maria con un’Ave Maria.

 

CONCLUSIONE

Ora, preghiamo per don Mario e per don Giuseppe. Prende la parola Arrigo.

“Signore, ti affidiamo ora don Mario, che per anni ha fatto crescere questa parrocchia con dedizione paterna, e don Giuseppe che sta per raccoglierne il testimone. Aiuta entrambi a comprendere cosa il Signore chiede loro, in questa nuova fase del loro ministero, e noi a star loro vicino, con la preghiera e l’azione, affinché la fisionomia di questa famiglia parrocchiale ne risulti non diminuita, ma solo evoluta. Padre nostro…… Ave Maria. Benedizione.

 

 

Canto finale: “Vieni e seguimi”

 

 

Lascia che il mondo vada per la sua strada.
Lascia che l’uomo ritorni alla sua casa.
Lascia che la gente accumuli la sua fortuna.
Ma tu, tu vieni e seguimi, tu vieni e seguimi.

Lascia che la barca in mare spieghi la vela.
Lascia che trovi affetto chi segue il cuore.
Lascia che dall’albero cadano i frutti maturi.
Ma tu, tu vieni e seguimi, tu vieni e seguimi.

E sarai luce per gli uomini
e sarai sale della terra
e nel mondo deserto aprirai
una strada nuova. (2v)

E per questa strada va’, va’
e non voltarti indietro, va’. (da capo)

…e non voltarti indietro.

Taizé, un’esperienza vocazionale da provare

Ci si chiede spesso come fare ad avvicinare i giovani alla preghiera. A volte, un’esperienza di “rottura” può far bene, come ha dimostrato la settimana a Taizé (in Borgogna, Francia) proposta dalla diocesi e conclusasi domenica 13 agosto. In concreto, si condividono la liturgia e la preghiera della comunità monastica fondata da frère Roger, che sono caratterizzate da uno stile molto curato ed, allo stesso tempo, particolarmente adatto ai giovani, grazie ad un sapiente equilibrio tra canti (particolarmente efficaci), parola di Dio, preghiera e silenzio.

In 3700, il numero di persone presenti nella settimana scelta per il nostro pellegrinaggio diocesano, ci siamo ritrovati per tre volte al giorno nella grande chiesa per i momenti “ufficiali”, che, anche se caratterizzati marcatamente dal canto, seguivano la struttura della liturgia delle ore. In più, la catechesi mattutina, per gruppi, le prove di canto e la Messa, per chi lo desiderava, e la possibilità della preghiera personale.

Molto significativo l’incontro con l’attuale priore ed i momenti specifici del gruppo cremonese, a mo’ di verifica in itinere dell’esperienza e di riflessione sul sinodo giovani.

La sistemazione logistica, che il gruppo cremonese ha declinato nella versione del soggiorno in tenda, ha certamente richiesto flessibilità e spirito di adattamento, ma il tutto è stato ripagato ampiamente da un’atmosfera di immersione continua in uno stile giovane, ma al tempo stesso molto rispettoso e raccolto.

A livello vocazionale, questa esperienza ha riprodotto in piccole le dinamiche della “chiamata”: ritrosia e diffidenza iniziale nell’aderire (il gruppo cremonese non era certamente numeroso), ma grande gioia una volta scoperto che fidarsi di Dio è sempre vantaggioso.

In conclusione, per chi l’ha saputa cogliere si è trattato indubbiamente di una grande opportunità che ha permesso di constatare che la preghiera non è roba da vecchi e che è più spontanea e naturale di quanto non si possa credere. Per chi non ha partecipato, l’invito è: provare per credere.

Gli animatori del grest di tutta la città in preghiera a Cristo Re

Ha avuto forti accenti vocazionali la veglia preparata dai vicari di città per gli animatori del grest 2017, che ha avuto luogo nella chiesa di Cristo Re la sera di martedì 6 giugno. Prendendo spunto dalla creazione e dai quattro elementi che fanno da filo conduttore al tema di quest’anno, c’è stata l’opportunità di riflettere sui capisaldi della fede e sul ruolo dei ragazzi all’interno di questo mondo che Dio ci ha donato. La partecipazione è stata forte, anche a livello numerico, e sentita.

Ecco qualche immagine e il testo della veglia.

TERRA

https://www.youtube.com/watch?v=a_urxI9L5Ak

Genesi creazione – intervallato da: Laudato sii, Signore mio…

 

Laudato sii, Signore mio (4 v)

 

In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque.

 

Dio disse: “Sia la luce!”. E la luce fu. Dio vide che la luce era cosa buona. Dio chiamò la luce giorno, mentre chiamò le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: giorno primo.

 

Dio disse: “Sia un firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque”. E così avvenne. Dio chiamò il firmamento cielo. E fu sera e fu mattina: secondo giorno.

 

Dio disse: “Le acque che sono sotto il cielo si raccolgano in un unico luogo e appaia l’asciutto”. E così avvenne. Dio chiamò l’asciutto terra, mentre chiamò la massa delle acque mare. Dio vide che era cosa buona.

 

Dio disse: “La terra produca germogli, erbe che producono seme e alberi da frutto”. E così avvenne. Dio vide che era cosa buona. E fu sera e fu mattina: terzo giorno.

 

Dio disse: “Ci siano fonti di luce nel firmamento del cielo, per separare il giorno dalla notte”. E così avvenne. E Dio fece le due fonti di luce grandi e le stelle. Dio vide che era cosa buona. E fu sera e fu mattina: quarto giorno.

 

Dio disse: “Le acque brulichino di esseri viventi e uccelli volino sopra la terra”. Dio creò tutti gli esseri viventi che guizzano nelle acque e tutti gli uccelli alati. Dio vide che era cosa buona. E fu sera e fu mattina: quinto giorno.

 

Dio disse: “La terra produca esseri viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e animali selvatici, secondo la loro specie”. E così avvenne. Dio vide che era cosa buona.

 

Dio disse: “Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza: dòmini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutti gli animali selvatici e su tutti i rettili che strisciano sulla terra”.

E così avvenne. Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno.

 

 

La terra è il mondo che Dio ha creato e consegnato alle mani dell’uomo, un uomo fatto esso stesso di terra, perché possa esserne custode attento e premuroso. La terra è il dono e il segno della promessa di libertà per il popolo d’Israele, per il popolo che Dio ama e che vuole libero. Ma cosa significa custodire? Come possiamo tradurre questo compito? L’impegno è di prenderci cura di ciò e dichi ci sarà affidato con pazienza e disponibilità, disposti ad essere come il seme di grano che caduto in terra e morto a se stesso, ha dato e dà molto frutto. Rinunciamo al tempo per noi per dedicare energie e cuore agli altri, sporcandoci le mani con la terra, sporcandoci di noi per riconoscere limiti e risorse che ci caratterizzano. Per questo, preghiamo insieme:

 

preghiera responsabilità uomo verso il creato: riflessione e preghiera del sussidio FOCr e/o della Laudato sii

 

Dio Onnipotente,

che sei presente in tutto l’universo

e nella più piccola delle tue creature,

Tu che circondi con la tua tenerezza

tutto quanto esiste,

riversa in noi la forza del tuo amore

affinché ci prendiamo cura

della vita e della bellezza.

Inondaci di pace,

perché viviamo come fratelli e sorelle

senza nuocere a nessuno.

O Dio dei poveri,

aiutaci a riscattare gli abbandonati

e i dimenticati di questa terra

che tanto valgono ai tuoi occhi.

Risana la nostra vita,

affinché proteggiamo il mondo

e non lo deprediamo,

affinché seminiamo bellezza

e non inquinamento e distruzione.

Tocca i cuori

di quanti cercano solo vantaggi

a spese dei poveri e della terra.

Insegnaci a scoprire il valore di ogni cosa,

a contemplare con stupore,

a riconoscere che siamo profondamente uniti

con tutte le creature

nel nostro cammino verso la tua luce infinita.

Grazie perché sei con noi tutti i giorni.

Sostienici, per favore, nella nostra lotta

per la giustizia, l’amore e la pace.

 

 

ACQUA

 

Nella Bibbia, l’acqua è simbolo di purificazione e salvezza, è la possibilità di rinascere a vita nuova: il Nilo che salva la vita a Mosè, le acque del mare che si dividono per lasciar passare il popolo d’Israele e quella del Giordano con la quale Giovanni battezza.

L’uomo ha bisogno dell’acqua per vivere e per sopravvivere, Gesù stesso la chiederà alla Samaritana, ma l’acqua da sola non basta: c’è bisogno dello Spirito Santo che ci rende uomini e donne pieni di vita.

Senza l’acqua non c’è vita: “chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno, anzi l’acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna.” (Gv 4,14). Lasciamoci provocare da quest’acqua che parla di essenzialità perché la nostra vita sia piena e perché noi siamo trasparenti e autenticamente capaci di esserci.

 

Insieme vogliamo rinnovare le promesse del nostro Battesimo, confermate nel giorno della nostra Cresima. Ringraziamo Dio per il dono dell’acqua battesimale, ripetiamo le nostre rinunce a tutto ciò che è male e la nostra professione di fede.

 

Ad ogni invocazione, ripetiamo insieme: Gloria, gloria! Cantiamo al Signore!

 

  1. Padre misericordioso, dal fonte del Battesimo hai fatto scaturire in noi la nuova vita di figli.
  2. Gloria, gloria! Cantiamo al Signore!

 

  1. Tu dall’acqua e dallo Spirito Santo fai di tutti i battezzati un solo popolo in Cristo.
  2. Gloria, gloria! Cantiamo al Signore!

 

  1. Tu infondi nei nostri cuori lo Spirito del tuo amor per darci la libertà e la pace.
  2. Gloria, gloria! Cantiamo al Signore!

 

  1. Tu chiami i battezzati perché annuncino con gioia il Vangelo di Cristo nel mondo intero.
  2. Gloria, gloria! Cantiamo al Signore!

 

  1. Dio Onnipotente che nei segni della nostra fede rinnovi i prodigi della creazione, ti ringraziamo per quest’acqua battesimale; fa’ che tutti i rinati nel Battesimo siano annunciatori e testimoni del tuo amore. Per Cristo nostro Signore.
  2. Amen.

 

  1. Rinunciate al peccato, per vivere nella libertà dei figli di Dio?
  2. Rinuncio.

 

  1. Rinunciate alle seduzioni del male, per non lasciarti dominare dal peccato?
  2. Rinuncio.

 

  1. Rinunciate a satana, origine e causa di ogni peccato?
  2. Rinuncio.

 

  1. Credete in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra?
  2. Credo.

 

  1. Credete in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, che nacque da Maria vergine, morì e fu sepolto, è risuscitato dai morti e siede alla destra del Padre?
  2. Credo.

 

  1. Credete nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne e la vita eterna?
  2. Credo.

 

Questa è la nostra fede. Questa è la fede della Chiesa. E noi ci gloriamo di professarla, in Cristo Gesù nostro Signore.

  1. Amen.

 

Ora ci possiamo avvicinare al fonte battesimale e, dopo aver intinto la mano nell’acqua benedetta, fare il segno di croce, ringraziando nel silenzio Dio nostro Padre per averci fatto suoi figli in Gesù con il dono dello Spirito.

 

segno dell’Acqua

 

canto: La canzone della Speranza

Canto di pace di serenità, di chi ha fiducia nella Tua bontà,

per la promessa che non morirà crediamo in Cristo vivo

che cammina ogni momento accanto a noi e che perdona chi vive col cuore in umiltà.

Canto di gioia di felicità, di chi ha scoperto nella Sua bontà

una sorgente che non morirà, sorgente di speranza nel mistero della vita, vivo in Lui:

 

e non è più la fantasia che ci porta a sognare, che ci porta a sperare

nella vita del cielo, dono per l’eternità.

Vieni a cantare la gioia di credere, vieni a scoprire che la Resurrezione

è la speranza che ci rende liberi, è la certezza di chi non muore mai.

 

Canto di festa dell’umanità, per la salvezza nella sua bontà,

festa di un mondo che non morirà un mondo di speranza,

nel mistero della vita vivo in Lui…

 

 

 

FUOCO

Atti 2, 1-12 (Pentecoste)

1 Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. 2Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. 3Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, 4e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.

5Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. 6A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. 7Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: “Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? 8E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? 9Siamo Parti, Medi, Elamiti, abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell’Asia, 10della Frìgia e della Panfìlia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirene, Romani qui residenti, 11Giudei e prosèliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio”. 12Tutti erano stupefatti e perplessi, e si chiedevano l’un l’altro: “Che cosa significa questo?”.

 

Lo Spirito Santo dona coraggio e forza, aiuta a trovare le soluzioni migliori alle difficoltà che si incontrano, ci permette di vivere sempre in comunione con Dio, per essere trasformati dal suo amore e donarlo poi ai fratelli che incontriamo. Per questo insieme lo invochiamo:

 

preghiera allo Spirito (sussidio FOCr)

Non ti chiedo né miracoli né visioni

ma solo la forza necessaria

per portare il tuo fuoco in questo mondo.

Rendimi attento e inventivo

per scegliere al momento giusto

conoscenze ed esperienze

che mi toccano particolarmente.

Rendi più consapevoli le mie scelte

nell’uso del mio tempo,

donandomi di capire ciò che è essenziale.

Ti chiedo la forza, l’autocontrollo e la misura:

perché non mi lasci, semplicemente,

portare dalla vita ma organizzi con sapienza

lo svolgimento della giornata.

Aiutami a far fronte all’immediato

e a riconoscere l’oggi

come il momento decisivo per essere.

Dammi di riconoscere con lucidità

che le difficoltà e i fallimenti della vita

sono occasione di crescita e maturazione.

Fa’ di me un uomo capace di raggiungere

coloro che hanno perso la speranza

e dammi non quello che io desidero

ma solo ciò di cui ho davvero bisogno.

Signore, insegnami l’arte dei piccoli passi.

Amen

 

 

canto: Invochiamo la tua presenza

Invochiamo la tua presenza vieni Signor.

Invochiamo la tua presenza scendi su di noi.

Vieni Consolatore e dona pace e umiltà.

Acqua viva d’amore questo cuore apriamo a Te.

 

Vieni Spirito, vieni Spirito, scendi su di noi!

Vieni Spirito, vieni Spirito, scendi su di noi!

Vieni su noi Maranathà, vieni su noi Spirito!

Vieni Spirito, vieni Spirito, scendi su di noi!

Vieni Spirito, vieni Spirito, scendi su di noi,

scendi su di noi.

 

Invochiamo la tua presenza, vieni Signor,

invochiamo la tua presenza scendi su di noi.

Vieni luce dei cuori dona forza e fedeltà.

Fuoco eterno d’amore questa vita offriamo a te.

 

 

VENTO

 

Lo Spirito Santo è un dono d’amore che non sai da dove viene né dove va. E’ difficile da quantificare: quanto è grande? Quanto pesa? Quanto misura? Lo Spirito Santo è come il vento: ci smuove e ci indica la direzione verso il bene. Se ci lasciamo condurre da Lui, ci farà sentire più vicino al Signore, ci solleverà e ci porterà più vicino al cielo. Pensate al vento come piega gli alberi, in particolare quelli più esili e proprio per questo più resistenti al cambiamento; così anche lo Spirito soffia in noi e ci sostiene quando l’amore e la cura ci mettono a dura prova. Non sempre è facile stare nella relazione con gli altri e con Dio, in una relazione di amore sincero e di prossimità.

 

Occorre innanzitutto aprire gli occhi sulla realtà che ci circonda e capire che le difficoltà degli altri ci riguardano, non possono lasciarci indifferenti, tocca a noi fare qualcosa per cambiare in meglio il mondo nel quale viviamo…

 

 

sermig dati ONU

 

Ascoltiamo la testimonianza di due persone che hanno cercato di dare la loro risposta a questa domanda…

 

testimonianza suor Anna Nobili PIF: https://www.youtube.com/watch?v=_6oD-RFbhkI

testimonianza d’Avenia: https://www.youtube.com/watch?v=4QJpSCcLUK8

 

 

BENEDIZIONE

 

  1. Il Signore sia con voi.
  2. E con il tuo spirito.

 

  1. Manda il tuo Spirito, Signore, su questi ragazzi che stanno per iniziare l’avventura del GrEst come animatori ed educatori. Dona loro fiducia in se stessi e in te, fa che si aiutino e sostengano a vicenda e possano, insieme, diventare custodi sensibili e generosi della tua creazione e della vita dei fratelli.
  2. Amen.

 

  1. E la benedizione di Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo, discenda su di noi e con noi rimanga sempre.
  2. Amen.

 

  1. Con gioia ed entusiasmo, usiamo i doni ricevuti da Dio custodire il mondo creato per noi e servire i fratelli con amore. Andiamo in pace.
  2. Rendiamo grazie a Dio.

 

 

canto finale: Soffierà

Tu sei la prima stella del mattino,

tu sei la nostra grande nostalgia,

tu sei il cielo chiaro dopo la paura,

dopo la paura di esserci perduti,

e tornerà la vita in questo mare.

 

Soffierà, soffierà il vento forte della vita,

soffierà sulle vele e le gonfierà di te! (2 v)

 

Tu sei l’unico volto della pace,

tu sei la speranza nelle nostre mani,

tu sei il vento nuovo sulle nostre ali,

sulle nostre ali soffierà la vita,

e gonfierà le vele per questo mare.

Paderno Ponchielli, un rosario per le vocazioni

Il gruppo di preghiera, una quarantina di persone, che ogni domenica si riunisce per la recita del rosario presso la chiesa parrocchiale di Paderno Ponchielli, il 14 maggio ha pregato, oltre che con il parroco don Claudio Rasoli, anche con l’incaricato del Centro Diocesano Vocazioni don Davide Schiavon. Quest’ultimo ha anche illustrato l’importanza di momenti come questo e stimolato ad essere perseveranti. L’occasione è stata anche propizia per riflettere sulle vocazioni.

Giovani e Vocazione, in cattedrale l’incontro sulla preghiera.

Elevatissima la qualità (anche se non esorbitante il numero dei partecipanti) dell’ultimo incontro vocazionale diocesano con la presenza del Vescovo Antonio, che si è tenuto in cattedrale la sera di venerdì 21 aprile, per i 18-30enni dell’intera diocesi. Per i presenti, netta è stata l’impressione di aver investito bene il loro tempo, grazie a tre interventi appassionati (Elena Poli sul rapporto tra arte e e spiritualità, l’insegnante di religione Simone Ferrari sul fascino della Sacra Scrittura come sorgente per la preghiera ed il Vescovo Antonio sulle motivazioni per una spiritualità seria) che hanno fornito spunti e argomenti forti a favore del mezzo più sicuro per progredire nella fede: la preghiera partendo dalla Bibbia.

Dopo i quattro incontri nelle macrozone tra ottobre e novembre, che hanno mostrato la presenza, al tempo stesso, di una grande sete di verità e di un notevole spaesamento all’interno del mondo giovanile, stavolta si è cercato di ridurre il disorientamento cominciando a parlare di uno dei pilastri della fede, la preghiera, appunto.

Qui di seguito, il testo dell’incontro, scaricabile in PDF, e qualche immagine della serata.

Incontro vocazional finale ven 21 aprile_PDF

Rosarianti e Fortes in fide, il 25 aprile festa in Seminario

Come da tradizione, martedì 25 aprile si terrà, presso il Seminario Vescovile di Cremona, la giornata dedicata ai gruppi delle “Rosarianti” e dei “Fortes in fide”. Ogni anno i seminaristi, insieme agli educatori, organizzano questo momento di condivisione e di festa per ringraziare coloro che si impegnano, con la preghiera e con la carità, a sostenere il nostro seminario diocesano.

I gruppi, provenienti da tutto il territorio della diocesi, sono attesi nel pomeriggio di martedì 25 aprile. L’accoglienza a partire dalle ore 14. Alle 14.30 la recita del Rosario e alle 15 la celebrazione della Messa.

A seguire è previsto un momento di festa insieme per conoscersi, ritrovarsi e condividere parte del proprio tempo.

Durante la giornata sarà anche possibile sottoscrivere o rinnovare il proprio abbonamento al giornale del Seminario, Chiesa in Cammino, da poco rinnovato nella sua veste grafica e nei suoi contenuti.

Vi saranno, inoltre, un mercatino floreale e una lotteria, per sostenere i progetti di carità del Seminario.

Ma lo scopo principale resta il ringraziamento che il Seminario vuole offrire a chi prega per i seminaristi e i preti coinvolti nella formazione dei futuri sacerdoti. La presenza di coloro che si impegnano in questo senso, quindi, sarà davvero molto gradita.

(dal sito della diocesi)