Vidalengo, mons. Fusar Imperatore: «L’impegno di crescere in un cammino di unità sia testimoniato dalla condivisione di vita di noi sacerdoti»

Nel pomeriggio di sabato 7 ottobre il vescovo Napolioni ha presieduto la Messa di insediamento del nuovo parroco e dei sacerdoti collaboratori

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«Vengo con l’umiltà di chi deve imparare a conoscervi». Così monsignor Giansante Fusar Imperatore nel suo saluto ai parrocchiani di Vidalengo al termine della Messa che nel pomeriggio di sabato 7 ottobre ne ha sancito l’ingresso ufficiale come nuovo parroco in sostituzione di don Edoardo Nisoli. Una celebrazione, quella presieduta dal vescovo Antonio Napolioni, nella quale più volte sono stati richiamati i concetti di comunione e di comunità.

Accompagnato dalle note della banda musicale di Caravaggio, monsignor Giansante Fusar Imperatore è arrivato in corteo sul sagrato della chiesa parrocchiale, in piazza San Giovanni, poco prima delle 18. Lì ha ricevuto il saluto del sindaco di Caravaggio Claudio Bolandrini: «È una vigna piccola, quella di Vidalengo – ha affermato il primo cittadino – ma dal grande cuore. È una realtà semplice, ma per certi aspetti complessa, perché di confine e negli ultimi decenni è cresciuta di numero, ma soprattutto di presenze, che avvertiamo debbano essere coinvolte in un processo relazionale per diventare una vera comunità». «Il mio augurio al nuovo parroco – ha detto ancora il sindaco di Caravaggio – è di un lavoro sereno proficuo, nell’interesse anche di questo gregge che le è stato assegnato».

 

Saluto del sindaco Bolandrini

 

Subito dopo è cominciata la Messa, animata con il canto della schola cantorum parrocchiale. In presbiterio, con il Vescovo e il nuovo parroco anche il rettore del santuario di Caravaggio, monsignor Amedeo Ferrari, il vicario parrocchiale di Caravaggio don Andrea Piana e i tre collaboratori: don Bruno Grassi e i nuovi arrivati don Gabriele Filippini e don Paolo Ardemagni. Ufficialmente questi ultimi due sono stati nominati anche collaboratori della parrocchia di Vidalengo. Ha prestato servizio all’altare il diacono permanente Roberto Cavalli di Caravaggio.

Il saluto della comunità è stato affidato ad Antonio Lazzarini: «Domenica scorsa – ha detto – abbiamo dato il saluto a don Edoardo, ringraziandolo per i suoi 15 anni con noi. Oggi siamo felici di ritrovarci attorno a questa mensa». E ancora: «Tramite i vostri servizi la parrocchia aiuti noi laici ad essere più corresponsabili». «Augurandovi buon lavoro – ha concluso – vi accompagneremo con la nostra preghiera».

 

Intervento del rappresentante della parrocchia

 

Per l’occasione la comunità ha donato al nuovo parroco un calice, al vicario e ai collaboratori una stola ciascuno.

Il Vescovo ha aperto e chiuso la sua omelia parlando di guerre e di divisioni. Guerre sanguinose per una terra, come è quella fra Israele e Palestina, di nuovo, drammaticamente, attuale in queste ore. Ma anche divisioni e “guerre” che non dovrebbero esistere nemmeno nei paesi e nelle comunità. Nel mezzo, il riferimento al Vangelo e la sottolineatura del concetto di vigna del Signore, dove chiunque è prezioso. «La vigna del Signore – ha detto il Vescovo – siamo noi. Quante vigne ha Dio? Una e tutte. Una è l’umanità. Tutte perché ognuno di noi è un tralcio di questa vigna». «La vigna di cui parla il Vangelo – ha proseguito – portava grandi frutti. Non si chiede di produrre champagne, ma di essere disposti a lasciarci spremere, insieme, tutto il meglio della comunità di Vidalengo con quella di Caravaggio con quella della Diocesi con quella della Chiesa italiana?». E ha proseguito: «Avrete non un parroco soltanto, ma cinque sacerdoti che porteranno frutto per voi e con voi nella misura in cui si vorranno bene, si stimeranno, si aiuteranno, non spaccheranno le loro comunità, ma vi aiuteranno a sentirvi incoraggiati ad aprire il cuore e a dialogare». «Stasera – ha detto il Vescovo –preghiamo perché non ci siano guerre, ma noi per primi non dobbiamo farne nei paesi e nelle parrocchie».

 

Omelia del vescovo Napolioni

 

Alla fine della Messa il saluto del neo-parroco di Vidalengo. «Vengo con l’umiltà di deve imparare a conoscervi – ha detto monsignor Giansante Fusar Imperatore – e la disponibilità a spendermi anche per voi. Confido nell’aiuto dei confratelli». E ha sottolineato: «Sarà mia cura favorire la comunione fra di noi perché l’impegno chiesto ai parrocchiani di Vidalengo e di Caravaggio di crescere in un cammino di unità sia testimoniato dalla condivisione di vita da parte di noi sacerdoti».

 

Saluto del nuovo parroco

 

 

Al termine, rinfresco per tutti in oratorio. Un primo momento di incontro con la comunità. Con già un nuovo appuntamento domenica, quando monsignor Furar Imperatore presiederà la Messa delle 10 nella chiesa parrocchiale di Vidalengo.

 

 

Biografia dei sacerdoti interessati dalle nomine

Monsignor Giansante Fusar Imperatore, classe 1956, originario di Romanengo, è stato ordinato sacerdote il 21 giugno 1980. Ha iniziato il proprio ministero come vicario della parrocchia “S. Maria Assunta e S. Cristoforo” in Viadana; quindi nel 1984 è stato nominato vicerettore del Seminario di Cremona. Nel 1990 ha assunto l’incarico di segretario vescovile. È stato successivamente parroco di Bozzolo (2002-2008) e della parrocchia “S. Maria Immacolata e S. Zeno” in Cassano d’Adda (2008-2021); oltre che amministratore parrocchiale di Rivolta d’Adda (2016) e della parrocchia “Cristo Risorto” in Cassano d’Adda (2019). Nel 2021 è stato nominato parroco di Caravaggio e nel 2022 vicario zonale della Zona pastorale 1. Ora è stato nominato anche parroco di Vidalengo.

 

Don Paolo Ardemagni, classe 1962, originario di Misano Gera d’Adda, è stato ordinato sacerdote il 21 giugno 1986. È stato vicario delle parrocchie “S. Maria Assunta e S. Giacomo apostolo” in Soncino (1986-1996) e “Ss. Nazario e Celso in S. Abbondio” in Cremona (1996-1999). Nel 1999 è stato nominato parroco di Fengo, dove è rimasto sino al 2009; negli stessi anni ha ricoperto l’incarico di consulente ecclesiastico del CSI di Cremona; inoltre dal 2000 è stato anche amministratore parrocchiale di Luignano e dal 2004 anche parroco di Acquanegra. È stato successivamente parroco della parrocchia “Annunciazione” in Cassano d’Adda (2009-2017). Nel 2017 è stato nominato parroco di Robecco d’Oglio. Ora è stato nominato collaboratore delle parrocchie di Caravaggio e Vidalengo.

 

 

Don Gabriele Filippini, classe 1971, originario di Casirate d’Adda, è stato ordinato sacerdote il 21 giugno 1997. È stato vicario a Robecco d’Oglio (1997-2001), Fornovo San Giovanni (2001-2004) e nelle parrocchie di Sospiro, Longardore, San Salvatore e Tidolo (2004-2010). Nel 2010 è stato nominato sacerdote cooperatore presso il Santuario di Caravaggio. Ora è stato nominato collaboratore delle parrocchie di Caravaggio e Vidalengo.

 

 

 

Il saluto del nuovo parroco sul bollettino parrocchiale

Cari parrocchiani, mentre sto per iniziare il mio servizio come parroco anche di Vidalengo, entro volentieri nelle vostre case. È un entrare, il mio, in punta di piedi, di chi non vuole disturbare ma ha piacere di aprire un canale di dialogo che durerà il tempo che il Signore mi darà ancora da vivere e nella misura in cui vorrete aprirmi la vostra porta. Arrivo senza la pretesa di inventare cose nuove. Sono riconoscente al Signore per il lavoro che i miei predecessori hanno fatto in mezzo a voi, a partire da don Pierino (che ho conosciuto e incontrato varie volte) e poi continuato assiduamente da don Edoardo. Se è vero che non sarò parroco solo di Vidalengo (perché devo continuare il servizio anche a Caravaggio) è anche vero che avrete a disposizione ben cinque preti. So bene che non posso garantirvi la mia assidua presenza: nel mio modo di pensare il parroco dovrebbe essere colui che sta in mezzo alla sua gente, così ho imparato fin da piccolo e così mi piacerebbe fare. Le contingenze dei tempi ci impongono di pensare diversamente e siccome non posso dividermi in due, posso solo lavorare perché ogni parrocchiano affidato alle mie cure possa imparare a sentirsi “uno” con tutti coloro che il Signore chiama a costruire la comunità parrocchiale. Tutti percepiamo la consapevolezza di essere diventati pochi dopo essere stati molti, sia come numero di preti che come partecipazione dei parrocchiani alla vita della comunità, in primis la partecipazione alla messa domenicale, segno esplicito del sentirsi chiesa. Non si tratta di tornare ad essere molti ma di imparare ad essere contenti del regalo che il Signore ci ha fatto: abbiamo ricevuto il dono di sapere e di vivere l’essere famiglia intorno all’altare, dono che tanti nostri fratelli hanno messo da parte, perdendosi il meglio della vita cristiana. A noi custodire questo dono, sapendo che non è il trovarsi fisico in una chiesa ma il sentirsi parte della Chiesa che dobbiamo annunciare: valore assai annebbiato oggi, in una società che si rifugia nell’individuale. L’impegno a camminare, anche come parrocchia, in sintonie con parrocchie vicine, non può che evidenziare questo dono. È questo il senso e il dono di una comunità di preti, ben cinque, a servizio di più comunità. Non nego che lo stare insieme tra noi, impegno faticoso e non scontato, ci fa bene. Sono certo che farà bene anche al crescere di cristiani in cammino verso l’unità con il Signore Gesù. Per questo, in punta di piedi, vi chiedo: fate un po’ di posto, almeno nelle vostre preghiere, a me e ai miei collaboratori perché impariamo ad essere in cammino con le due comunità che ci sono state affidate.

 

 

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Luca Maestri
TeleRadio Cremona Cittanova
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