Casalmorano in festa per il ritorno di don Mario Bardelli

Nominato parroco di Casalmorano, Azzanello, Castelvisconti e Mirabello Ciria, dove già aveva prestato servizio dal 2004 al 2014, si è insediato nel primo pomeriggio di sabato 16 settembre con la Messa presieduta dal Vescovo

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Le comunità di Casalmorano, Azzanello, Castelvisconti e Mirabello Ciria hanno accolto, nel primo pomeriggio di sabato 16 settembre, don Mario Bardelli, nuovo parroco dell’unità pastorale. Per lui si tratta di un ritorno, visto che dal 2004 al 2014 era stato uno dei parroci in solido dell’unità pastorale, allora insieme anche a Barzaniga. Quello di don Bardelli è stato il primo dei 15 insediamenti dei nuovi parroci in programma in diocesi sino a metà ottobre.

Accolto in piazza dai fedeli e dagli applausi, don Bardelli è stata salutato dalle parole dei sindaci di Casalmorano (con la frazione di Mirabello Ciria) Pietro Giuseppe Emilio Vezzini, di Azzanello Chiara Fusari, e di Castelvisconti Alberto Sisti, che hanno voluto sottolineare come nei comuni ci sia molto lavoro da fare, soprattutto a livello spirituale, e che la guida del nuovo sacerdote è un dono gradito e necessario, reso ancora più bello dai trascorsi che negli anni precedenti avevano lasciato un segno concreto e positivo.

 

Il saluto dei sindaci Vezzini, Fusari e Sisti

 

Diretti in processione verso la chiesa, il vescovo Napolioni e il nuovo parroco sono stati accompagnati dai fedeli, dalle autorità e da numerosi sacerdoti, fra i quali i collaboratori parrocchiali don Giuliano Valiati e don Giuseppe Bernardi Pirini.

Subito dopo è iniziata la celebrazione solenne presieduta dal Vescovo di Cremona e animata dal canto e dagli strumenti musicali della Corale di Casalmorano diretta da don Giuseppe Pezzani. Dopo la lettura del decreto di nomina si è intonato il canto di invocazione allo Spirito Santo. La Messa è proseguita con l’aspersione dell’assemblea e l’incensazione dell’altare da parte del nuovo parroco, seguiti dal saluto di un rappresentante delle comunità.

 

Il saluto del rappresentante parrocchiale

 

Nella sua omelia il vescovo Napolioni ha ricordato che «ciascuno di voi sperimenta quanto è bello avere Dio come regista, avere Dio come sceneggiatore, avere lo Spirito come suggeritore, avere Cristo Gesù come attore protagonista. Noi partecipiamo a questo bel film nella storia della salvezza». Ha poi aggiunto che «oggi più che mai non vogliamo ritirarci, lavorare di meno». «La Chiesa è chiamata a essere popolo di Dio in cui tutti ci assumiamo delle responsabilità, tutti ci sporchiamo le mani». E proprio «il parroco ha il compito di favorire questa espressione dei doni, delle capacità, delle sensibilità, ascoltare, dialogare e camminare insieme, e richiamare tutti all’essenziale». «lo non so se vi consegno un parroco che farà miracoli in oratorio piuttosto che nelle celebrazioni – ha detto ancora Napolioni –, ma sono sicuro che vi consegno un parroco che crede in ciò che abbiamo ascoltato adesso. E chiedo a lui di spendersi in questo». Ha quindi concluso con una domanda: «L’obiettivo qual è? Nessuno di noi vive per se stesso o muore per se stesso, se noi viviamo, viviamo per il Signore, se noi moriamo, moriamo per il Signore. La vita è un dono e il Signore la custodisce, e permetterà alla vita di fiorire per l’eternità».

 

L’omelia del vescovo Napolioni

 

La celebrazione eucaristica è terminata con il saluto del nuovo parroco, che nel cercare un esempio che ricordasse il suo ritorno si è paragonato a una minestra riscaldata: «Io mi sento come una minestra riscaldata. Quando torno a casa e non ho nulla di pronto, e non mi va di cucinare, mangio la minestra riscaldata, e in essa trovo una grande gioia, perché nella sua semplicità mi riesce a sfamare. Ad alcuni la minestra riscaldata può stufare, ad altri può non piacere, ma è quando si prova veramente fame che un piatto semplice come la minestra riscaldata diventa una pietanza prelibata e deliziosa. E cosi è per le anime, proprio quando hanno più bisogno io sarò lì pronto ad aiutarle».

 

Saluto del nuovo parroco

 

Alla fine della Messa, in sagrestia sono state apposte le firme sull’atto di immissione davanti ai testimoni, lasciando quindi spazio ai saluti nell’informalità all’interno dell’oratorio parrocchiale.

 

 

Biografia del nuovo parroco

Classe 1970, originario della parrocchia “S. Giorgio in S. Pietro al Po” in Cremona, don Bardelli è stato ordinato sacerdote il 17 giugno 1995. È stato vicario nelle parrocchie “S. Leonardo” in Casalmaggiore (1995-1998) e “S. Agata” in Cremona (1998-2004). Successivamente è stato parroco in solido delle parrocchie di Azzanello, Casalmorano, Castelvisconti, Mirabello Ciria, insieme anche a Barzaniga (2004-2014). Dal 2014 era parroco di Bonemerse. Nel suo nuovo incarico, prende il testimone da don Adriano Veluti (trasferito a Cremona, come collaboratore parrocchiale a S. Abbondio).

 

 

Il saluto di don Mario Bardelli sul bollettino pastorale

«Non temere, piccolo gregge!»

Quando, dopo nove anni a Bonemerse, si prospettava la possibilità di un trasferimento ad altro incarico pastorale, avevo provato a pensare o ad immaginare quale potesse essere, tra le tante parrocchie che si rendevano libere, il luogo della mia destinazione. E devo sinceramente ammettere che la nostra Unità pastorale non era nella mia lista, per il semplice fatto che, pensavo, in queste parrocchie ci sono già stato. Avevo trentaquattro anni e neanche un capello grigio quando nel 2004 fui nominato parroco di Barzaniga e Mirabello nella neonata unità pastorale con Casalmorano, dove c’era il carissimo Don Fermo, parroco moderatore, (mio indimenticato padre, maestro e amico) e Azzanello e Castelvisconti affidate alla cura di Don Angelo. Con loro e con tanti generosi collaboratori abbiamo intensificato e portato avanti ciò che già da tempo si stava facendo per concretizzare e realizzare la forma di collaborazione delle nostre parrocchie. Nel 2009 don Angelo veniva trasferito a Fiesco e qui restammo solo io e don Fermo fino alla sua improvvisa morte nel 2011. Poi un altro tratto di strada con il caro amico don Antonio fino al mio trasferimento a Bonemerse nel 2014… Tutto questo, e anche di più, voi già lo sapete meglio di me, perché i preti passano ma le comunità rimangono e continuano il cammino. Dunque per dieci anni certamente sono già stato in mezzo a voi, ma son convinto che tante cose oggi sono cambiate: gli anni passano per tutti, i ragazzi crescono, tanti amici ci hanno lasciato, di nuovi se ne sono aggiunti, tante realtà si sono evolute o involute seguendo il ritmo e le mode del tempo, del mondo e della Chiesa; la comunità di Barzaniga non è più con le nostre parrocchie, e così via. Allora penso che se anche in queste parrocchie di fatto ci sono già stato, ora vi sono mandato come parroco in una forma nuova e in una realtà che si rinnova nella fede e nella vita, senza rinnegare il passato, ma accogliendo e vivendo il presente, nella certezza che “se il Signore non costruisce la casa, invano faticano i costruttori”. Sono contento e vengo in mezzo a voi con gioia. Vi ritroverò vecchi amici e ne incontrerò di nuovi. Con voi troverò don Giuseppe e don Giuliano che in questi anni vi hanno già accompagnato insieme a don Adriano. A loro il mio fraterno saluto e la richiesta di accompagnarmi con la loro paziente collaborazione e, soprattutto, con la loro amicizia. Un caro saluto anche a don Rinaldo. Ogni sacerdote nella comunità cristiana porta con sé i doni che Dio gli ha dato, l’esperienza della sua vita e della sua fede, i suoi pregi e i difetti, la sua sensibilità e il proprio carattere, il vigore proporzionato alla salute del corpo e all’età… la propria umanità. Per questo vengo in mezzo a voi chiedendo la grazia di convincermi sempre più che anche nella vita del sacerdote l’importante non è raccogliere, ma seminare; non è vincere, ma non stancarsi di combattere; non è arrivare, ma continuare a camminare. E il mio cammino desidero farlo insieme a voi, per il tempo che ci sarà dato di portarlo avanti insieme. Mi rendo anche conto che, forse, il cambio così frequente di parroci nella nostra unità pastorale (sono il terzo che cambia negli ultimi dodici anni!) può esser stato e può essere un po’ destabilizzante per tutti. Ma allo stesso tempo potrebbe essere un richiamo per tutti ad esser presenti nella comunità con il proprio contributo e la propria collaborazione, valorizzando quanto ci unisce e abbandonando ciò che ci divide. L’unione fa la forza. L’unità pastorale è la forza delle nostre piccole comunità. L’unione tra di noi e con Cristo sia la nostra forza e la sfida che accogliamo e viviamo ogni giorno. Camminiamo insieme maturando sempre più la consapevolezza che nella vita non ci sono solo strade facili o difficili, ma soprattutto destinazioni che valgono la fatica del cammino. Per questo, certamente con un po’ di audacia, ma con tutto il cuore, riascolto e vi rivolgo le stesse parole di Gesù: “Non temere, piccolo gregge! Perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno” (Lc 12, 32). A tutti voi giunga il mio più affettuoso abbraccio, in particolare ai ragazzi e ai giovani, alle persone anziane, malate e sole, ai collaboratori parrocchiali, alle associazioni presenti e operanti nei diversi ambiti, agli ospiti, al personale e ai dirigenti della Casa di riposo di Casalmorano e, naturalmente alle Amministrazioni comunali di Azzanello, Casalmorano e Castelvisconti. Preghiamo insieme il Cristo Buon Pastore che mi chiama ad essere in mezzo a voi segno della sua presenza perché non manchi mai al gregge la sollecitudine del pastore e al pastore la docilità del suo gregge. Ci assistano la Vergine Santa, l’apostolo sant’Andrea, sant’Ambrogio e sant’Antonio di Padova, nostri patroni. Il Signore benedica e guidi il nostro cammino e il tempo che ci dona di vivere insieme. E anche per noi si rinnovi la Sua promessa di consolante speranza: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”. Un caro saluto e a presto. Il vostro parroco.

Don Mario

 

 

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Luca Marca
TeleRadio Cremona Cittanova
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