Giorno dell’ascolto, per far spazio alla Parola che è sorgente di vita

Alla viglia della Domenica della Parola, don Enrico Trevisi e Maurizio Cicognini riflettono sulla proposta diocesana del Giorno dell'ascolto

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Sorgente di vita. In questo modo i cristiani definiscono la Parola. Ed è per questo motivo che il vescovo Antonio Napolioni ha chiesto a ogni parrocchia della diocesi di dedicare uno spazio particolare di ascolto e condivisione a partire dal Vangelo. È l’iniziativa del “Giorno dell’ascolto”, al centro della puntata di “Chiesa di casa”, il talk settimanale di approfondimento sulla vita della diocesi, in onda alla vigilia della Domenica della Parola.

In studio don Enrico Trevisi, parroco di Cristo Re a Cremona, che ha spiegato il significato dell’iniziativa diocesana. «La Parola è sorgente di vita perché è feconda. Pensiamo al caso di Zaccaria o di Maria: il Verbo si fa davvero carne ed entra, a tutti gli effetti, nella vita degli uomini». Non si tratta, però, di un nuovo appuntamento catechistico. «Quel che si chiede – prosegue il sacerdote – è un ingaggio personale, non la semplice fruizione di un servizio».

E se, da un lato, questa dinamica porta risvolti positivi, dall’altro suscita anche qualche fatica. A confermarlo, sono state le parole di Maurizio Cicognini, laico impegnato nella vita della parrocchia. «Per noi cristiani, un momento dedicato alla Parola è molto prezioso. I ritmi e la frenesia della vita quotidiana, però, sono spesso un limite che impedisce una partecipazione maggiormente estesa e coinvolta».

Non mancano dunque le fatiche per un percorso che chiede impegno e coinvolgimento da parte di sacerdoti e laici. «Spesso è il confronto stesso tra le persone – ha raccontato don Trevisi – a portare con sé qualche sofferenza. Eppure, nel momento in cui le differenze si trasformano in risorse, credo si possano costruire ottime occasioni per riattivare e riaccendere uno slancio, attraverso l’incontro vero con il Signore». Dedicare una giornata al Vangelo della domenica, significa allora «custodire e alimentare un legame con il Risorto, con lo Spirito che è alla base di quella Parola».

Fondamentale, secondo le testimonianze dei due ospiti del talk diocesano, è lo spazio dedicato alla condivisione. «La risonanza di ciò che il Vangelo suscita in ciascuno – ha spiegato Cicognini – porta con sé un inscindibile legame con la vita, che non rimane a margine. Anzi, spesso vengono sollevati, a partire dalla Parola, i temi sociali che ci legano al nostro territorio e alla comunità».

Il legame con la vita vera, con il vissuto dei fedeli, sembra dunque centrale nell’esperienza del “Giorno dell’ascolto”. Il desiderio grande, secondo don Trevisi, è che «diventi un incontro di discernimento all’interno di un contesto di comunità e di mondo». E proprio a questo proposito, l’esempio di alcuni dei protagonisti del Natale può essere illuminante. «I pastori e i Magi sono persone normali che si recano ad incontrare il Signore appena nato. Si accostano alla Sua presenza. Eppure ciascuno di loro, dopo averlo contemplato e adorato, torna alla propria vita, non rimane nella grotta di Betlemme. Così dovrebbe essere lo stile della nostra condivisione: un continuo cammino di avvicinamento a Dio e di uscita verso i fratelli».

Sorgente di vita. In questo modo i cristiani definiscono la Parola. «E lo è davvero – ha concluso la propria riflessione Cicognini – perché ci permette di far entrare il Signore nella nostra vita quotidiana. Il “Giorno dell’ascolto”, in questo senso, è un momento utile per avvicinarci al Vangelo senza alcuna mediazione, ma permettendogli di parlarci in modo diretto e vero».

Andrea Bassani
TeleRadio Cremona Cittanova
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