Con l’ingresso don Celini e don Bosio, Pieve San Giacomo inizia il cammino verso l’unità pastorale

Con la celebrazione di insediamento dei due sacerdoti, presieduta nel pomeriggio di domenica 15 ottobre dal vescovo Antonio Napolioni, avviato il percorso di integrazione nell’unità pastorale “Madre Nostra”

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È una chiesa gremita fino a ben oltre i posti a sedere disponibili quella che ha accolto a Pieve San Giacomo don Federico Celini e don Marco Bosio come parroco e collaboratore residente. Un ingresso per due, accompagnato da molte comunità. Non soltanto quella di Pieve San Giacomo, ma anche le sette parrocchie della unità pastorale “Madre Nostra” (Sospiro, Cella Dati, Derovere, San Salvatore, Longardore, Pugnolo e Tidolo) di cui don Celini è già moderatore e con cui Pieve San Giacomo inizierà un cammino di integrazione per diventarne l’ottava. Presente anche una rappresentanza della comunità di Castelleone, dove ha svolto il suo ultimo incarico don Marco Bosio.

Ad accogliere i sacerdoti, accompagnati verso la chiesa parrocchiale dal vescovo Napolioni, dal vicario della zona pastorale 4 don Antonio Pezzetti e da altri confratelli e diaconi permanenti, il sindaco Maurizio Morandi e i rappresentanti delle Amministrazioni comunali di Sospiro (con l’assessore Benedetta Fornasari) e Cella Dati (con il primo cittadino Fabrizio Lodigiani) e delle forze dell’ordine. «Questa parrocchia – ha esordito nel suo saluto il primo cittadino di Pieve San Giacomo – ha sempre avuto nell’oratorio il suo centro, con un gruppo di volontari sempre disponibili al servizio». «Spero – ha aggiunto – che continueremo insieme questo percorso. I giovani hanno bisogno di guide, ci sono anziani soli e famiglie in difficoltà: l’amministrazione conferma tutto il suo appoggio per offrire punti di riferimento sicuri a queste persone».

 

Il saluto del sindaco Morandi

 

All’inizio della Messa, mons. Napolioni ha richiamato le dinamiche nuove per la comunità che prendono il via con le nomine dei due sacerdoti: don Marco Bosio risiederà in parrocchia e sarà riferimento quotidiano, don Federico Celini sarà parroco, entrambi chiamati a lavorare in comunione con gli altri due sacerdoti dell’unità pastorale “Madre Nostra”: il vicario don Francesco Tassi e il collaboratore don Giacomo Ghidoni. Quindi il vicario zonale ha dato lettura del decreto di nomina e il professor Erminio Trevisi, a nome del Consiglio pastorale e di tutta la comunità, ha letto il slauto dei nuovi sacerdoti. «Questo 2023 sarà un anno indimenticabile», ha esordito, con un riferimento alle recenti visite del vescovo Napolioni, alla nomina episcopale di mons. Enrico Trevisi che in questa parrocchia ha visto nascere la sua vocazione, al saluto a don Alfredo Valsecchi e oggi a «una situazione inedita: l’ingresso di due don», guardata «con speranza, fiducia e anche curiosità». Una curiosità rivolta proprio al cammino di integrazione: «Siamo certi che con la guida di don Federico e accompagnati da don Marco, sapremo non essere gelosi delle nostre particolarità, ma ravvivati dai nuovi incontri” in una nuova “comunità ampliata».

 

Il saluto del rappresentante parrocchie 

 

Per i due sacerdoti il dono di un segno di accoglienza: una stola e un grembiule, simboli di una Chiesa riunita attorno all’Eucaristia e pronta al servizio degli ultimi; una “Chiesa con il grembiule”, come in una celebre espressione di don Tonino Bello, di cui quest’anno ricorrono i 30 anni dalla morte.

Segni visibili di grande significato, come “l’abito nuziale” per partecipare alla festa dello Sposo citato nella lettura del Vangelo e ripreso dal Vescovo nella sua omelia: «Siamo sicuri che noi portiamo l’abito nuziale? Ci sposiamo Gesù Cristo?». «A volte – ha quindi invitato a riflettere – lo usiamo e se non ci dà retta, lo buttiamo via». «Ma c’è un contagio positivo, uno scambio di doni, l’opera dello Spirito, l’intercessione di Maria… è la Chiesa che dà la fede, lo stare insieme. Ecco perché più parrocchie possono diventare una comunità grande in cui scorre la vita. Siamo nella diocesi di sant’Omobono e vien da pensare che il mestiere dei parroci e degli altri preti sia quello di fare l’abito nuziale su misura a ciascuno. Ma non lo possiamo fare da soli. Bisogna che ciascuno si lasci toccare da Cristo».

La riflessione proposta dal Vescovo ha guardato al cammino di comunione cui è chiamata la comunità di Pieve San Giacomo insieme alle altre sette parrocchie sorelle dell’unità pastorale “Madre Nostra”, anche attraverso il lavoro pastorale dei sacerdoti. Un invito ad affrontare questo percorso con speranza e apertura verso una nuova stagione di Chiesa per un territorio grande e ricco di umanità, anche se formato da realtà piccole. Ma vicine. «Buon cammino insieme», ha augurato il vescovo. Con l’invito a cercare nella presenza dei preti «il Vangelo, l’Eucaristia e Perdono», e a offrire loro un generoso e concreto supporto, come comunità, per tutti gli aspetti della vita pastorale.

 

L’omelia del vescovo Napolioni

 

La Messa è quindi proseguita con la liturgia eucaristica, vissuta con grande partecipazione e con i canti animati dalla corale parrocchiale.

Al termine don Federico Celini ha rivolto il suo messaggio di saluto: «Così sorridenti, così gioiosi e motivati sarà bello, perché so che cammineremo insieme in fraterna comunione. Sarà bello perché so che volete farlo e lo faremo nella corresponsabilità, nella valorizzazione di ciò che di giusto e buono». E ancora: «Si può esprimere e donare nell’ascolto della Parola con cuori e menti aperti alla missione della Chiesa nel mondo, di oggi e di domani».

 

Il saluto del parroco don Federico Celini

 

Un’immagine ripresa e sottolineata anche da don Marco Marco: «Ho un’idea di una chiesa con le porte spalancate, con i ragazzi non nell’angolo ma al centro. È un’idea da condividere con tutti voi: tutti insieme per il bene della comunità».

 

L’intervento del collaboratore don Marco Bosio

 

Al termine della Messa la festa è proseguita in oratorio con il rinfresco di benvenuto organizzato dalla parrocchia, chiamata a ritrovarsi nuovamente insieme lunedì sera per la Messa in suffragio di tutti i defunti.

 

 

Biografia dei sacerdoti

Celini don Federico, classe 1957, originario della parrocchia di San Bernardo a Cremona, è stato ordinato sacerdote il 20 giugno 1987. È laureato in Lettere, con specializzazione in Comunicazioni sociali e giornalismo. Dal 1987 al 2016 è stato docente in Seminario. Giornalista professionista, dal 1993 al 1996 è stato condirettore del settimanale diocesano “La Vita Cattolica” e dal 1991 al 2013 direttore responsabile del periodico del Seminario “Chiesa in cammino”.
Amministratore parrocchiale di Villa Rocca (1993-2003), è stato successivamente parroco a Cicognolo (1997-2007) e Costa Sant’Abramo (2007-2014).
Dal 2014 è parroco di Longardore, San Salvatore, Sospiro e Tidolo e dal 2020 moderatore dell’unità pastorale “Madre nostra” formata dalle suddette parrocchie insieme a quelle di Cella Dati, Derovere e Pugnolo, delle quali è diventato parroco nel 2021. Dal 2016, inoltre, è incaricato diocesano per la Pastorale ecumenica e, dal 2017, coordinatore dell’area pastorale “Capaci di comunicazione e cultura”. Dal 2023 è direttore responsabile del “Bollettino Ufficiale per gli Atti del Vescovo e della Curia”, di “TeleRadio Cremona Cittanova”, “Il Mosaico” e “Riflessi Magazine”. Ora il Vescovo gli ha affidato la cura pastorale anche di Pieve San Giacomo come nuovo parroco, prendendo il testimone da don Alfredo Valsecchi.

Don Marco Bosio, classe 1979, originario di Cumignano sul Naviglio, è stato ordinato sacerdote l’11 giugno 2005. È stato vicario di Brignano Gera d’Adda (2005-2011) e successivamente collaboratore parrocchiale delle parrocchie di Cicognara, Cogozzo e Roncadello (2012-2013). Dal 2013 al 2016 è stato vicario delle parrocchie di Binanuova, Ca’ de’ Sefani, Gabbioneta e Vescovato e dal 2014 al 2016 anche di Pescarolo e Pieve Terzagni. Dal 2016 al 2019 è stato collaboratore parrocchiale delle parrocchie di Buzzoletto e Viadana (“S. Maria Annunciata”, “S. Maria Assunta e S. Cristoforo”, “S. Pietro apostolo” e “Ss. Martino e Nicola”). Tra il 2019 e il 2021 ha approfondito gli studi teologici a Bologna. Nel 2021 è stato nominato collaboratore parrocchiale delle parrocchie di Castelleone e Corte Madama. Ora assume l’incarico di collaboratore parrocchiale di Pieve San Giacomo.

 

 

Il saluto sul bollettino parrocchiale

Sarà bello camminare insieme così

“Una parrocchia ‘di tradizione’”. Così mi è stata definita da un amico la realtà di Pieve San Giacomo con Gazzo e Ognissanti, quando è stata resa nota la mia nomina a parroco. E “di tradizione” so che lo è davvero, non nel senso della replica sterile di vuote abitudini o consuetudini, ma nella consistenza feconda di quanto ci viene consegnato e rappresenta i fondamentali di una vera comunità cristiana. E come non prendere atto con gioia e commozione che Pieve San Giacomo ha saputo generare e donare alla Chiesa il carissimo Vescovo Enrico? Per questo, con gioia, con don Marco vengo fra di voi, perché sarà bello camminare insieme così.

Sarà bello camminare insieme nella corresponsabilità, nell’esercizio, nella condivisione e nell’offerta generosa e coordinata di competenze, servizi, propositività, nel reciproco rispetto e nella valorizzazione di ruoli e ambiti di azione.

Sarà bello camminare insieme nell’unità. Perché quella è la prima testimonianza, da cui scaturisce la credibilità di una comunità. Faremo volentieri a meno degli arroccamenti, delle chiusure, degli steccati, sterili se non addirittura controproducenti.

Sarà bello camminare insieme nell’apertura e nella ricezione di tutte quelle istanze che, nella Chiesa e nel mondo, ci interpellano e ci sollecitano, perché nella irrinunciabile fedeltà al nostro
Battesimo diventiamo davvero missionari là dove siamo chiamati a vivere.

Sarà bello camminare insieme nell’ascolto. Della Parola di Dio, innanzitutto, e di tutto quanto esige che non si chiudano orecchi, occhi, mente, cuore nella ricezione e nell’accoglienza umile, fedele e trasparente di ciò che la Chiesa oggi ci indica come cammino da percorrere insieme, in una storia che non possiamo illuderci di fermare o addirittura riportare indietro.

Sarà bello per questo e per altre mille ragioni, perché così la nostra comunità potrà essere veramente anche un piccolo, ma profetico laboratorio di cordiale sinodalità. Lo Spirito Santo e l’intercessione della Madre ci accompagnano e ci accompagnino sempre, nel nostro cammino insieme.

Con affetto.

Don Federico con Don Marco

 

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