Cremona, domenica mattina alla Beata l’ingresso di don Spreafico

Nella celebrazione delle 10 presieduta dal Vescovo insieme al neo-parroco si insedierà anche don Riccardo Vespertini, scelto come nuovo collaboratore parrocchiale

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Nella mattinata di domenica 24 settembre la parrocchia della Beata Vergine di Caravaggio in Cremona accoglierà il nuovo parroco don Andrea Spreafico insieme al nuovo collaboratore parrocchiale don Riccardo Vespertini, già cappellano all’Ospedale di Cremona. L’unica Messa della giornata in parrocchia sarà presieduta alle 10 dal vescovo Antonio Napolioni.

La celebrazione, introdotta dal saluto dell’Amministrazione comunale, sarà caratterizzata dai gesti tipici della celebrazione di ingresso del nuovo parroco che, all’inizio della liturgia, dopo la lettura del decreto di nomina, aspergerà l’assemblea e incenserà la mensa eucaristica, ricevendo poi il benvenuto della comunità parrocchiale. Al termine della celebrazione il nuovo parroco prenderà la parola per i ringraziamenti e i saluti.

Don Spreafico e don Vespertini prendono il testimone dal parroco don Giulio Brambilla (diventato parroco di Cristo Re a Cremona), dal vicario don Davide Schiavon (nominato nuovo parroco di Casalbuttano e San Vito, oltre che moderatore dell’unità pastorale “Nostra Signora della Graffignana”) e dal collaboratore don Giovanni Battista Aresi (diventato collaboratore parrocchiale a Cristo Re).

L’accoglienza dei nuovi sacerdoti sarà preparata nella serata di giovedì 21 settembre, alle 21, con una veglia di preghiera e adorazione eucaristica presieduta dal vicario zonale don Pietro Samarini.

 

Profilo dei sacerdoti interessati dalle nomine

 

Don Andrea Spreafico, classe 1973, originario di Brignano Gera d’Adda, è stato ordinato sacerdote il 20 giugno 1998. Ha iniziato il proprio ministero come vicario ad Agnadello. Nel 2003 è stato nominato collaboratore parrocchiale di Antegnate, dove è stato quindi vicario dal 2006 al 2013. Nel 2013 è stato nominato parroco di Cicognara, Cogozzo e Roncadello. Dal 2017 è incaricato diocesano per il Sostegno economico alla Chiesa.

 

 

Don Riccardo Vespertini, classe 1966, originario della parrocchia “Ss. Giacomo e Agostino” in Cremona, è stato ordinato sacerdote il 17 giugno 2000. È stato vicario a San Bassano (2000-2002) e Rivolta d’Adda (2002-2011). Nel 2011 è stato nominato parroco in solido di Isola Dovarese, Pessina Cremonese, Silo de’ Mariani e Villarocca. Dal 2011 è anche assistente spirituale all’Ospedale di Cremona.

 

 

Saluto del nuovo parroco sul giornalino parrocchiale

Cari amici della Beata Vergine di Caravaggio in Cremona,

scrivo queste parole il 28 luglio, mentre i bus ci portano a Cesenatico per l’ultima gitaa del Grest 2023. Sono passati ormai tre mesi dal giorno del colloquio con il Vescovo e ne mancano poco meno di due alla nostra vita insieme. Vorrei condividere con voi i pensieri che ultimamente mi abitano. Si tratta per me di un tempo di grande trambusto sia fisico che spirituale. Fisico, perché oltre al Grest c’è un trasloco a più passaggi e il riordino delle ultime questioni aperte a Cicognara, Cogozzo e Roncadello…

Il trambusto spirituale è certamente più rilevante: 10 anni su 50 sono una parte consistente dell’intera vita: ci sono gli affetti verso le persone più vicine e c’è il rammarico per non avere completato come si doveva il lavoro… I distacchi non li vuole nessuno, fanno soffrire tanto… Ma sono essenziali per cambiare e imparare e “fare la differenza”… Il Signore Gesù ci ha salvati proprio grazie al suo doppio “distacco”: dal Cielo, incarnandosi, e dalla vita, accettando per noi e per tutti il tradimento e il sacrificio della Croce.

Guardando invece avanti non vi nascondo i sentimenti di trepidazione per l’impresa che ci aspetta. Nella prima domenica d’autunno il vescovo Antonio mi consegnerà la cura della comunità: io diventerò per voi il quarto parroco della storia della Beata Vergine di Caravaggio e voi la mia seconda parrocchia da servire con responsabilità piena. Dal confronto con don Giulio e don Davide, che ringrazio per la gentilezza e la limpidezza del tatto, ho compreso che si tratta di una comunità molto diversa da tutte le altre: per la chiesa moderna, per gli immensi spazi interni ed esterni, per l’anla frequentazione dei ragazzi delle superiori, per la presenza variegata di tutte le etnie del mondo, per la sua storia recente e per essere nata completamente “dal basso”…

Se per alcuni tutto questo può sembrare limite o sfortuna, io penso invece che si tratti dei nostri punti di forza:

– ci serve proprio una Chiesa moderna – e non parliamo di muri. Il Figlio di Dio non ci ha lasciato una mummia da museo alla quale bloccare l’inesorabile degrado… Ma ci ha chiesto di essere il suo Sacramento vivente nel mondo in cui ci ha posti a vivere. Ecco perché occorre che impariamo “la lingua” di questo mondo, senza vergogna o schifo di nulla e soprattutto senza paura di cambiare qualsiasi cosa, pur di condurre alla gioia del Vangelo. E la nostra Chiesa ha ancora tanta strada da percorrere…

– gli spazi immensi sono il segno della massima apertura e disponibilità: significa che c’è posto per tutti alla Beata Vergine, come nei banchetti di nozze delle parabole che racconta Gesù… Starà a noi fare in modo che si riempia non a casaccio come una cantina intasata, ma con ordine e aiutando ciascuno a trovare la sua motivazione. Quindi: invitati tutti… Ma con la “veste Bianca”!

– se l’oratorio è considerato un punto di ritrovo per tanti ragazzi è segno che la prima parte del lavoro è già andata a buon fine. Sappiamo che si diventa grandi solo quando si impara a servire: con loro andremo di sicuro in questa direzione.

– la presenza variegata di etnie e religioni: significa confronto, arricchimento, prospettive nuove, sfide, provocazioni… Insomma terreno fertile per conoscere il nuovo e per fare la nostra proposta di vita alla maniera del primo miracolo di Pietro Giovanni nel giorno di Pentecoste al tempio: “quello che ho, te lo do: nel nome di Gesù Cristo…”. Ci servirà la stessa Fede degli Apostoli e lo stesso Spirito di Dio.

– non siamo l’antica Comunità della Cattedrale o quella prestigiosa di Sant’Agata… Ma una parrocchia di periferia nata solo 56 anni fa “dal basso”… La storia recente renderà meno pesanti i fardelli delle tradizioni (morte) e ci renderà più leggeri per affrontare il futuro… Mentre le “non nobili” origini ci ricorderanno che la salvezza dell’intero universo è incominciata dal sì di una ragazza povera nella sua casetta di Nazareth… E dopo nove mesi in una cantina per le pecore di Betlemme… Tutto questo ci aiuterà a ricordare la vera postura della nostra missione.

Visto? Abbiamo tutte le carte per vivere una meravigliosa avventura: quella di costruire insieme una bella fraternità… Di rendere reale e concreto nel piccolo della nostra periferia il sogno del Signore Gesù: portare nella festa del Padre il maggior numero di invitati: ma da fratelli, non concorrenti; da amici, non traditori; da figli titolari, non da schiavi spaventati. E quella ragazza di Nazareth, dalla Fede smisurata e capolavoro dello Spirito Santo, quella che colora di blu la nostra chiesa… Lei che è partita dal basso delle periferie e ora è Assunta nella gloria della nostra Cattedrale, non mancherà di farci da madrina in questo santo viaggio insieme.

Ci vediamo presto!

don Andrea S.

 

 

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Matteo Lodigiani
TeleRadio Cremona Cittanova
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