Archivi della categoria: News

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Mons. Antonio Napolioni, prete di Camerino, nuovo vescovo di Cremona

Classe 1957, è parroco di San Severino Marche e vicario episcopale della diocesi

Lunedì 16 novembre, alle ore 12, nella cappella di Santo Stefano del Palazzo vescovile, mons. Dante Lafranconi ha annunciato la nomina del nuovo vescovo di Cremona: si tratta di mons. Antonio Napolioni, classe 1957, del clero dell’arcidiocesi di Camerino-San Severino Marche, finora parroco della parrocchia di San Severino Vescovo, in San Severino Marche, e vicario episcopale della medesima arcidiocesi. L’annuncio è stato dato in contemporanea anche presso la sala stampa della Santa Sede e nel Museo diocesano  di Camerino dall’ordinario locale mons. Francesco Giovanni Brugnaro.

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A Rivarolo del Re si è svolta la Giornata provinciale del Ringraziamento promossa dalla Coldiretti di Cremona

Al termine della Messa, durante la quale si è pregato per le vittime degli attentati di Parigi, ha avuto luogo la consueta benedizione dei trattori

Grande partecipazione domenica 15 novembre alla Giornata provinciale del Ringraziamento, promossa da Coldiretti Cremona e vissuta a Rivarolo del Re. Gli imprenditori agricoli, con le loro famiglie e l’intera comunità, si sono raccolti intorno all’altare per rendere grazie al Signore dei frutti di un’annata di lavoro e per invocare la sua protezione sulle loro case e attività. Continua a leggere »

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Il vescovo eletto Antonio alla diocesi: «Teniamo fisso lo sguardo su Gesù”

Nel suo primo messaggio mons. Napolioni annuncia che desidera ricevere l'ordinazione episcopale nella Cattedrale di Cremona dal vescovo Lafranconi

Carissimi fratelli e sorelle della Chiesa di Dio che è in Cremona,

credo che tutti voi siate stupiti quanto me! Papa Francesco, il successore di Pietro, ha chiamato un parroco dall’antica Chiesa di Camerino-San Severino Marche per guidare nella carità la bella diocesi di Cremona. Sembra incredibile! Veramente la realtà è sempre superiore alle nostre idee, ai nostri schemi. Specie quando si lascia fecondare dalla fantasia dello Spirito, che sempre ama e guida la sua Chiesa, anche in questo tempo. Allora lo sconcerto umano può scomparire, e il dono della fede apre all’obbedienza, in un abbandono cordiale a quella che, per me e per voi, oggi è certamente la volontà di Dio.

Condivido con voi alcuni pensieri e sentimenti di questa delicata ora della mia vita.

Innanzitutto l’esigenza di tenere fisso lo sguardo su Gesù, che ci viene incontro, ci precede sempre. Lui è il Pastore, Lui l’unico Sacerdote, Lui il Vangelo sempre vivo, Lui il nostro presente e il nostro futuro. So che Lui mi si mostrerà nei vostri volti, nella ricchissima vicenda umana e cristiana di tante comunità.

Lui, il Risorto, ci chiama alla gioia del Vangelo, e siamo grati al Santo Padre Francesco per come la comunica con la parola, con la vita, con le sue scelte pastorali, con questa missione che mi affida: “servire il Signore nella gioia” (Salmo 99,2). Dietro questo motto, ripenso a quando, giovane educatore scout, scoprii che la gioia del servizio traeva il suo fascino proprio dal Signore Gesù, indicandomi un percorso di vita che poi ho condiviso con tanti. E che ora si ripropone, esigente e attraente, anche con voi.

Sono grato alla Chiesa che mi ha generato alla fede e ha fatto sbocciare la vocazione sacerdotale. Una storia ricca di santità e di valori umani è alle nostre spalle, e spero che abbia anche segnato la mia formazione. Sperimento la crescente paternità dell’Arcivescovo Francesco Giovanni, che ringrazio per la stima e l’affetto, sulla scia di quanti l’hanno preceduto nel medesimo servizio pastorale.

Oggi vengo inviato alla Chiesa di Cremona, in cui sono felice di succedere al Vescovo Dante, di cui conosco la saggezza, l’affabilità e la passione per la famiglia, tratti nei quali vorrei essergli discepolo fecondo. Penso con trepidazione a voi sacerdoti: fratelli con cui “essere presbiterio”, in costante ascolto del Signore e dei segni dei tempi. Ammiro già la fede con cui mi vorrete accogliere. Annunceremo in ogni modo che la vita è dono, vocazione e missione. Con voi ci impegneremo ancora a sviluppare il seminario. Un abbraccio colmo di venerazione dedico ai sacerdoti anziani e infermi, che più attualizzano il sacrificio di Cristo. Chiedo scusa da subito al popolo di Dio se dedicherò tanto del mio tempo ai preti, ai diaconi, ai seminaristi: la loro vitalità interiore e la loro fraterna comunione sono decisive per il bene di tutto il popolo di Dio.

La recente esperienza parrocchiale a San Severino Marche, che lascio con sincero dolore ma anche con serena fiducia, mi ha insegnato a partire dalla famiglia, facendo della comunità cristiana una “famiglia di famiglie”. So di trovarvi avanti in questo cantiere, che rinnova la Chiesa nella luce del Concilio, generandola nelle case e negli altri ambienti della vita quotidiana. Una vicinanza speciale, per ora nella preghiera, offro alle famiglie ferite, ai malati e agli anziani, a tutti coloro che soffrono disagio ed emarginazione. Grande speranza ci daranno i bambini, se sapremo offrire loro contesti educativi armonici e propositivi.

Ai giovani dò l’appuntamento a Cracovia, per la GMG 2016, e a tutte le occasioni in cui vorranno dialogare con me e con gli adulti della comunità cristiana. Saluto con stima le comunità di vita consacrata, maschili e femminili, grato per i carismi di contemplazione e servizio che sanno mettere in comunione con tutti.

Non sono mai stato a Cremona, né in alcun altro luogo della diocesi, ma una certa geografia padana mi è familiare dagli anni della formazione, in cui mi accompagnarono a lungo gli scritti di don Primo Mazzolari. Seguirò con passione l’iter della sua auspicata beatificazione. Profeticamente egli affermava che “niente è fuori della paternità di Dio, niente è fuori della Chiesa”: con grande rispetto per il pluralismo contemporaneo, sarà questa la ragione di un dialogo schietto con gli uomini e le donne del territorio, della cultura, delle Istituzioni. Il Vescovo non è certo un’autorità mondana, ma un umile segno della passione cristiana per tutto ciò che è umano. La figura di Sant’Omobono continui ad ispirare la formazione di un laicato che sappia spendersi anche nella cura della casa comune, in quell’alta forma di carità che è il servizio della politica, senza il quale si perdono il senso della democrazia e della giustizia sociale.

Sono stato chiamato all’Episcopato non per un onore alla mia persona, ma per un servizio sponsale alla Chiesa cremonese. Sento davvero che la mia vita ora vi appartiene, anche con le sue fragilità. Ho sempre pregato con le parole del Beato Charles de Foucauld, che ora si compiono ulteriormente: “mi abbandono a Te, rimetto la mia anima nelle Tue mani”. Lo dico al Signore vivente in voi, suo corpo.

Voglio dirlo anche col desiderio di ricevere l’ordinazione episcopale nella vostra-nostra splendida cattedrale, dalle mani del Vescovo Dante, perché sia massimamente evidente la continuità sacramentale della successione apostolica. Perché l’unica storia d’amore che Dio da sempre intreccia col suo popolo, scriva in noi le sue prossime pagine.

Sarò così nuovamente generato dalla Madre Chiesa, la cui bellezza splende in Maria, che nella mia diocesi di origine veneriamo come Madonna della Via e della Luce, e che nella mia nuova terra pregherò, con voi, come Santa Maria del Fonte, sorgente inesauribile di misericordia.

So che, soprattutto nell’Avvento e intraprendendo il cammino del Giubileo, pregherete tanto per me e per il mio futuro servizio in mezzo a voi, e questo mi colma di pace.

Vogliate ricevere, attraverso la mia povera preghiera, la benedizione del Signore.

don Antonio, vostro Vescovo eletto

San Severino Marche, 16 novembre 2015

Vai allo speciale sull’elezione del vescovo Napolioni

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“La Chiesa, tutta insieme, è chiamata a prendersi cura del più debole”. Il card. Montenegro, presidente di Caritas Italiana, ha chiuso la Settimana della carità con una riflessione sul fenomeno migratorio

Non è mancato un richiamo all'appello alla solidarietà rivolto dal Papa: nel rifugiato il cristiano deve rileggere Cristo

Si è conclusa la Settimana della Carità, appuntamento annuale della diocesi in occasione della festa del patrono sant’Omobono. L’ultimo tassello, nella mattinata di sabato 14 novembre, con il convegno dedicato ai migranti e all’accoglienza al Centro pastorale diocesano di Cremna. Ospite d’onore il card. Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento e Presidente di Caritas Italiana, che ha guidato la riflessione sul fenomeno migrazione. Continua a leggere »

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Alla Casa dell’Accoglienza pranzo per mons. Cavalleri

A conclusione della Settimana della Carità l'omaggio al prete centenario che ha fatto della sua vita un inno alla solidarietà. Presenti il vescovo Lafranconi e il card. Francesco Montenegro, presidente di Caritas Italiana

A conclusione della Settimana della Carità non poteva mancare un omaggio a mons. Mario Cavalleri, che proprio il 9 novembre scorso ha raggiunto l’invidiabile traguardo dei cento anni di vita. Don Mario, che attualmente si trova ricoverato presso la casa di cura Ancelle della Carità per una brutta caduta, è stato invitato ad un grande pranzo, sabato 14 novembre, nella tensostruttura che la Caritas cremonese ha allestito nel cortile della Casa dell’Accoglienza. Presenti oltre 300 persone.

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Pranzo per 400 persone alla Casa dell’Accoglienza

Oltre al Vescovo e alle autorità cittadina anche i profughi e tutti gli ospiti delle opere segno della Caritas

Un appuntamento irrinunciabile per mons. Lafranconi è il pranzo alla Casa dell’Accoglienza subito dopo il solenne Pontificale di Sant’Omobono. Smessi i preziosi abiti liturgici, il Vescovo ha indossato l a solita talare nera e, accompagnato dal direttore di Caritas cremonese, don Antonio Pezzetti, ha varcato il portone del grande stabile di via Sant’Antonio del Fuoco, vero e proprio centro di solidarietà per tutto il territorio.

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Inaugurata la nuova struttura della San Vincenzo per la distribuzione dei pacchi alimentari

Al piano superiore ricavati alcuni appartamenti per il progetto Sprar

Ormai da alcuni anni la consuetudine vuole che in occasione della solennità patronale di sant’Omobono si inauguri in diocesi qualche struttura di servizio e carità. È stato così anche quest’anno, con un taglio del nastro doppio: il centro di distribuzione alimenti della Conferenza diocesana della S. Vincenzo de’ Paoli e alcuni alloggi che, attraverso la Caritas, serviranno per l’accoglienza nell’ambito del progretto Sprar (Servizio di protezione per richiedenti asilo e rifugiati). L’inaugurazione ha avuto luogo alla presenza del vescovo Dante Lafranconi e del sindaco Gianluca Galimberti. Continua a leggere »

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L’ammissione agli ordini sacri di Arrigo Duranti

Il giovane studente di terza teologia, originario di Soncino, è stato riconosciuto idoneo a continuare la formazione verso il ministero presbiterale

La giornata di festa dedicata al patrono Sant’Omobono si è conclusa alle 17 in Cattedrale con il canto dei Secondi Vespri Pontificali e l’ammissione agli ordini del diaconato e del presbiterato di Arrigo Duranti, classe 1990, originario della parrocchia Santa Maria Assunta e San Giacomo apostolo in Soncino.

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In Sant’Omobono l’esempio del nuovo umanesimo

Nell'omelia del Pontificale del patrono mons. Lafranconi ha ricordato alcuni tratti fondamentali del Santo: la preghiera, la carità e la sua instancabile opera di pacificazione tra opposte fazioni

Omobono come modello di quel nuovo umanesimo che la Chiesa italiana sta ricercando attraverso le riflessioni del Convegno di Firenze e che senza dubbio mostra i tratti della vita di Gesù nell’intensa preghiera, nell’instancabile carità e nella continua opera di pace. Così mons. Lafranconi, reduce dalla grande assise del capoluogo toscano che si conclude proprio oggi, ha tratteggiato la figura del patrono della città nel Pontificale solenne presieduto in mattinata in Cattedrale  e concelebrato da una cinquantina di sacerdoti, tra i quali il vicario generale, mons. Mario Marchesi, i delegati episcopali e i canonici del Capitolo. Ad impreziosire la celebrazione i canti del coro della Cattedrale diretto da don Graziano Ghisolfi e accompagnato all’organo dal maestro Fausto Caporali. Come al solito il servizio liturgico è stato assicurato dai seminaristi diocesani e dai diaconi permanenti coordinati dal cerimonieri don Flavio Meani. Il Vangelo è stato proclamato da don Francesco Gandioli, di Gallignano, che il prossimo  11 giugno sarà ordinato sacerdote.

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L’augurio del sindaco Galimberti alla città: “Essere attenta a se stessa, a partire dalle povertà e dalle fragilità”. Prima della Messa Pontificale, davanti all’urna del Santo il tradizionale omaggio dei ceri

In cripta la delegazione dell'Amministrazione comunale di Cremona e quella della Provincia

Ha lasciato Palazzo Comunale intorno alle 10.15 la delegazione dell’Amministrazione comunale, diretta in Cattedrale per le solenni celebrazioni patronali presiedute dal Vescovo. Ad aprire il corteo lo stendardo del Comune, seguito da due agenti della polizia locale con i tre ceri che di lì a poco sarebbero stati accesi accanto all’urna del Patrono.

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