Caporalato, un fenomeno diffuso e violento che ci riguarda tutti

Al Civico 81 un convegno promosso da Coop. Nazareth, Rigenera e Università Cattolica per conoscere e affrontare le minacce alla dignità del lavoro e dei lavoratori

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A cinque anni dalla legge 199/16 per il contrasto al caporalato, il fenomeno dello sfruttamento dei lavoratori è ampio e sempre più trasversale su tutto il territorio italiano, ma quello legato al settore agricolo ha il triste primato di essere il più diffuso. Per questo, nella giornata di giovedì 7 aprile, la Cooperativa Nazareth, in collaborazione con la sua azienda di agricoltura sociale Rigenera, ha organizzato presso gli spazi del Civico81 una giornata dal titolo «Agricoltura e lavoro dignitoso per tutti» interamente dedicata al dialogo, al dibattito e all’informazione su questo delicato e urgente tema. L’evento, realizzato grazie al contributo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, fa parte del progetto Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione F.O.R.M.A. del Ministero dell’Interno.

La presidente della cooperativa Nazareth Giusi Biaggi, organizzatrice dell’evento, ha indicato che «il progetto ha lo scopo di contrastare il fenomeno drammatico del caporalato, per questo –spiega – abbiamo intrapreso azioni legate al sostegno di persone che dovevano emergere da situazioni di sfruttamento, o che rischiavano di entrarci. Abbiamo organizzato percorsi individualizzati e informativi per sostenere i lavoratori, puntando a coinvolgere e stimolare la comunità e il territorio cremonese affinché questo tema non fosse sottovalutato. La giornata di oggi ne è un esempio».

Presenti nel corso della giornata Rosita Viola, assessore alle Politiche Sociali e della fragilità e il professore Fabio Antoldi in rappresentanza dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Nel corso dell’iniziativa hanno preso la parola personalità legate alla lotta contro la piaga del caporalato, fra i quali Francesca De Michiel, docente di diritto del lavoro dell’Università Cattolica, Michelina Ambrosini dell’Ispettorato del lavoro di Cremona, Roberto Di Meglio, del Gruppo di lavoro interagenziale dell’Onu sull’Economia Sociale, e Marco Omizzolo, sociologo e autore del libro «Sotto padrone», che ha condiviso la propria esperienza personale: «Sono un ricercatore – ha detto – che ha provato sulla sua pelle l’essere vittima di caporalato, poiché ho lavorato con persone realmente sfruttate, che sanno cosa significa lavorare per 14 ore al giorno, tutti i giorni per una retribuzione misera che non supera i 300 euro. Questa è la dimensione della vita quotidiana di coloro che non vedono riconosciuti i propri diritti fondamentali». (LEGGI QUI L’INTERVISTA A “RIFLESSI MAGAZINE”) 

Nel suo intervento Omizzolo ha sottolineato come il fenomeno del caporalato sia tristemente diffuso, non solo nel sud ma anche nel nord del Paese, e ovviamente è presente anche all’estero, e come ogni fenomeno che ha radici antiche è divenuto molto più complesso rispetto al passato. «A volte è più chiaro, più visibile e lampante, ma ci sono casi in cui non è così facilmente identificabile, in ogni caso è diventato un fenomeno sistemico, lo si può trovare in agricoltura così come in altri settori, passando da condizioni di sfruttamento forse meno gravi ad altre particolarmente più accentuate e opprimenti. Si sentono sempre più casi di sfruttamento in tutto lo stivale, per questo oggi creare occasioni per parlarne, come questa giornata,  diventa fondamentale».

Nel suo discorso Omizzolo ha anche esposto che «l’aumento del caporalato è evidente, lo dicono i numeri: bisogna considerare che secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio Placido Rizzotto, ente che ha il compito di stilare una redazione sull’infiltrazione della mafie nella filiera agroalimentare e sulle condizione di lavoro nello stesso settore, ci sono più di 180.000 persone che solamente in agricoltura vivono situazioni paraschiavistiche, l’80% è composto da migranti, il restante 20% sono cittadini italiani. Questi sono obbligati a piegare la schiena e subire violenze di varia natura, a volte nel caso delle donne anche di carattere sessuale. Perché non denunciano? La colpa è del sistema normativo, troppo complesso che non incentiva la denuncia e del sistema procedurale, troppo difficile da seguire, il tutto accompagnato da ricatti, violenze fisiche, psicologiche e da un’emarginazione sociale che deve essere rotta. Parlare di questo tema a Cremona aiuta a capire che il fenomeno riguarda tutti, e tutti i giorni».

QUI IL LIVE STREAMING DEL CONVEGNO

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Come contrastare un fenomeno radicato e presente nell’agricoltura come quello del caporalato e dello sfruttamento dei lavoratori? La Cooperativa Sociale Nazareth, in collaborazione con Rigenera, risponde a questo quesito proponendo un sistema più naturale ed ecosostenibile di coltivazioni a chilometro zero, che grazie alle proprie tecniche agricole
basate sul rispetto dell’ambiente riesce a mettere in primo piano la qualità del prodotto ma anche della condizione lavorativa dell’agricoltore.

Per incentivare il consumo di prodotti cosiddetti “NO CAP”, nella giornata “Agricoltura e lavoro dignitoso per tutti”, il piazzale del Civico81 ha ospitato numerose bancarelle di ortaggi, frutta e prodotti caserecci, che han saputo dimostrare la concretezza del progetto, mirando a una filiera più giusta per il lavoro e per l’ambiente. Fra di loro la sopracitata
Azienda Agricola Rigenera, la Filiera Corta Solidale, Nonsolonoi e Altromercato, che da anni sono presenti sugli scaffali con i loro prodotti naturali e genuini, per l’uomo e per il
pianeta. A dimostrare che la grande distribuzione può e deve abbracciare questo stile green eran presenti Libera, l’Agenzia per il lavoro Mestieri Lombardia e Coop. «Forniamo servizi di spesa a chilometro zero in collaborazione con i produttori del territorio, – racconta una ragazza di Filiera Corta Solidale – i prodotti sono per la maggior parte completamente biologici, quella che proponiamo è una visione il più possibile sostenibile e al contempo economicamente aperta a tutti».

 

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Luca Marca
TeleRadio Cremona Cittanova
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