Tempo del Creato, a Cicognara una serata di riflessione con i testi di Papa Francesco e don Mazzolari

La lettura dei brani scelti, recitati da Graziano Maglia e Erminio Zanoni, è stata alternati a momenti musicali a cura dell’ensemble Joy Voices

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Proseguono le occasioni di riflessione e preghiera nel contesto del “Tempo del Creato”, l’iniziativa voluta da Papa Francesco dal 2015 per sensibilizzare sulla cura della casa comune, il nostro pianeta. In questo contesto, in sinergia con dall’Ufficio diocesano Pastorale sociale e del lavoro, domenica 10 settembre per la Zona pastorale 5 è stata proposta nella chiesa di Cicognara una serata di meditazione e musica con letture di brani di don Primo Mazzolari e dall’enciclica Laudato si’ di Papa Bergoglio.

«Lo scopo di questi eventi è sollecitare le nostre comunità a una maggiore attenzione condivisa su questi temi», ha ricordato Eugenio Bignardi, incaricato diocesano della Pastorale sociale e del lavoro, ringraziando la Fondazione “Don Primo Mazzolari” di Bozzolo «per la concessione dell’utilizzo degli scritti di don Primo» e don Umberto Zanaboni, vicepostulatore della causa di beatificazione del parroco di Bozzolo, «per l’aiuto, la passione e la competenza dimostrate». Senza dimenticare la parrocchia ospitante, l’ensemble Joy Voices per gli accompagnamenti musicali e Graziano Maglia e Erminio Zanoni per le loro interpretazioni dei brani scelti «che hanno contribuito alla buona riuscita di questo momento di meditazione».

Don Davide Barili, vicario zonale della Zona pastorale 5, ha presentato l’evento precisando l’importanza che «la Chiesa, tramite la sua Dottrina sociale, possa dire la sua e rendersi presente nella tematica dell’ecologia, ormai diffusa in tutti gli ambienti». Inoltre, ha evidenziato come il pensiero di don Mazzolari «è più vasto rispetto ad alcune sottolineature note»: i testi tratti dal libro Cara terra, un libretto poco famoso, donano nuove sfumature alla personalità del sacerdote passato proprio da Cicognara nell’arco della sua vita pastorale.

Proprio in questo dialogo “a distanza” tra tempi e sensibilità differenti, emerge una comune visione della Terra come «sorella». Don Mazzolari e Papa Francesco richiamano entrambi il “Cantico delle creature” di san Francesco d’Assisi nell’orizzonte di senso e gratitudine al Creato della celebre invocazione. Il prete cremonese, infatti, nei sui appunti redatti tra il 1932 e il 1946, invitava il suo popolo fatto perlopiù di contadini e agricoltori della Pianura Padana, a rivolgersi alla terra con “cara”: «Se le parli così, vuol dire che non l’hai mai dimenticata. Se le parli così, vuol dire che sei tornato a lei con il cuore fedele, come ella ti ha atteso con il cuore fedele». Il Papa, invece, parla a un mondo globalizzato e connesso, evidenziando la Terra come «casa comune», non solo da «coltivare e custodire», ma un luogo dove ogni processo e dinamica tra natura e stili di vita della società sono reciprocamente influenzate; «non ci sono due crisi separate, una ambientale e una sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale».

Altre felici intuizioni di don Mazzolari, che risuonano nelle frasi di Papa Francesco, sono la denuncia di un modello di consumismo sfrenato («produrre per consumare, con l’illusione di arrivare a stare bene!»), capace di creare quella «cultura dello scarto» spesso denunciata da Bergoglio nel corso del suo pontificato, o l’attenzione al rispetto della persona umana tra pressioni economiche e modelli di sviluppo. E ancora: se per il Pontefice l’ambiente naturale va tutelato dal profitto a ogni costo, perché «nessuno misura la perdita di desertificare un territorio, distruggere la biodiversità e aumentare l’inquinamento», ciò implica riconoscere nella terra quel «luogo dove l’uomo si incontra con Dio», scriveva la “tromba dello Spirito Santo in Val Padana”; perché «Campo è solo la terra che si lascia amare, che si abbandona alle braccia dell’uomo che la cercano e che gli da pane in cambio di sudore».

Jacopo Orlo
TeleRadio Cremona Cittanova
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