Soncino, a Santa Maria delle Grazie un restauro-modello per riscoprire i capolavori del Campi

Don Gianluca Gaiardi illustra l'intervento in corso per il recupero e la messa in sicurezza del gioiello artistico e architettonico. In fase di ultimazione anche i lavori sugli "unghioni" del Campi attesi in mostra al Museo Diocesano

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Non si tratta di meri interventi a scopo conservativo. I lavori in corso presso la Chiesa di Santa Maria delle Grazie a Soncino garantiscono «nuove prospettive di progettazione, di conservazione e di analisi delle tecniche di restauro del passato, restituendo al paese e alla diocesi di Cremona un importante patrimonio artistico». Per don Gianluca Gaiardi, direttore dell’ufficio diocesano beni culturali ed ecclesiastici l’intervento «costituirà un cantiere-modello che mostra la complessità di interevnire su un patrimonio così prezioso e complesso, ma che apre tante prospettive nuove per la progettazione, la conservazione ma anche di indagine» .

Grazie agli interventi in corso si sono aperti infatti «nuovi scenari di studio rispetto alle opere del pittore Giulio Campi, tenuto conto dell’importante lavoro svolto da questo non solo nell’arco trionfale, ma anche nei sei “affreschi strappati”, i cosiddetti “unghioni” raffiguranti i santi protettori dell’ordine carmelitano che costituivano l’abside della chiesa fino al 1960». Anche questi stanno per essere restituiti dopo i lavori della scuola di restauro di Botticino di Brescia, sostenuti dalla raccolta fondi di un comitato di associazioni soncinesi. Prima del loro ritorno nel luogo d’origine saranno accolti in una importante mostra-evento al Museo Diocesano, che tra fine anno e inizio 2023 sarà allestita grazie anche alla collaborazione del conservatore della Pinacoteca Civica di Cremona, Mario Marubbi

Costruita nel 1492 per volontà dell’Ordine religioso dei Carmelitani e del duca di Milano Gian Galeazzo Sforza, la Chiesa di Santa Maria delle Grazie ha richiesto interventi urgenti nella zona dell’arco trionfale per «stabilizzare e consolidare la situazione, attraverso un percorso di conoscenza, diagnostica e intervento di miglioramento strutturale». Come spiega il direttore dei lavori, l’architetto Marinella Pedrini «l’ampia crepa che ha danneggiato l’arco compromettendo la figura della Vergine è da imputarsi al terremoto del 1802. Ora si denota un preoccupante abbassamento della chiave di volta, su cui grava la struttura muraria di sopralzo e il peso della copertura. L’ampiezza e l’estensione delle lesioni costituiscono un grave pregiudizio della staticità dell’immobile». Finanziati anche grazie al bando di Fondazione Cariplo Beni al Sicuro 2018, i lavori sono stati affidati alla ditta Rizzi, che sta operando in sinergia con Soprintendenza, Direzione lavori e Ufficio Beni culturali Ecclesiastici della diocesi. Gli esperti stanno «eseguendo una riparazione con materiali tradizionali e con l’uso di adeguate geo-malte nei punti di maggiore criticità. Poi si procederà alla messa in sicurezza e consolidamento degli archi di sostegno del solaio di copertura e delle murature del sottotetto e all’irrigidimento nel piano dei solai di copertura».

Per i restauratori «un intervento di questo tipo è una grande opportunità». Federica Cattadori racconta come «questi lavori consentano di conoscere più da vicino la bravura del pittore Campi. Sarà opportuno anche intervenire sulla parte pittorica laddove lacunosa per garantire unitarietà ad un’opera di così grande pregio». Al momento la pulitura della superficie pittorica e la conseguente asportazione delle stuccature si sono rese necessarie per visionare lo stato di conservazione e le fessurazioni passanti. «Abbiamo provveduto ad un immediato consolidamento con malte strutturali. Successivamente useremo calci più liquide per consolidare la parte interna della muratura».

Gloria Giavaldi
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