Madre Vannini e suor Dulce sante per il loro cammino d’amore nelle periferie esistenziali del mondo

Domenica 13 ottobre Papa Francesco ha canonizzato la fondatrice delle Figlie di San Camillo e la "madre Teresa" di Salvador de Bahia, due religiose care alla Chiesa cremonese rappresentata in Piazza San Pietro anche dal vescovo Napolioni

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C’era anche il vescovo di Cremona, Antonio Napolioni, in Piazza San Pietro domenica 13 ottobre per la Messa di canonizzazione presieduta da Papa Francesco. Tra i cinque i beati elevati alla gloria degli altari c’erano, infatti, anche due religiose particolarmente legate alla vita della Chiesa cremonese.

Una folta delegazione partita dalla città del Torrazzo ha voluto far sentire la propria vicinanza alle Figlie di San Camillo, presenza importante per Cremona per l’omonima casa di cura di via Fabio Filzi. Le Camilliane sono presenti in diocesi da più di 125 anni con quella di Cremona che fu proprio la prima casa dell’Istituto fondato da madre Giuseppina Vannini dopo la sede romana. In diocesi di Cremona le Figlie di San Camillo operano anche a Torre de’ Picenardi e, sino a non molto tempo fa, erano anche nella casa di riposo di San Bassano. Il gruppo dei pellegrini cremonesi a Roma per la canonizzazione nella giornata di sabato 12 ottobre ha vissuto, insieme alle Camilliane cremonesi guidate dalla superiora madre Anna Ucci, un pellegrinaggio che ha visto far tappa a Grottaferrata, per la visita alla tomba della fondatrice delle Figlie di San Camillo, e celebrare l’Eucaristia a Sant’Andrea delle Fratte, luogo del battesimo di madre Vannini.

L’altra santa legata alla Chiesa cremonese è suor Dulce Lopes Pontes, religiosa brasiliana delle  Suore Missionarie dell’Immacolata Concezione della Madre di Dio. Candidata al Nobel per la pace nel 1988, è tra le donne più ammirevoli del Brasile del suo tempo tanto da essere considerata la “madre Teresa” di Salvador de Bahia, realtà ormai gemellata alla Diocesi di Cremona grazie alla presenza dei sacerdoti “fidei donum” cremonesi don Emilio Bellani (in missione da più di nove anni) e don Davide Ferretti, che partirà per il Brasile nelle prossime settimane dopo il mandato che riceverà nella veglia missionaria di sabato 19 ottobre (ore 21) nella Cattedrale di Cremona.

 

Hanno camminato sulle strade della fede, superando prove ardue, donandosi nella preghiera e nell’assistenza agli ultimi, cercando per tutta la vita la verità che è Gesù. I cinque nuovi Santi canonizzati da Papa Francesco mostrano il volto di una Chiesa capace di vivere nelle periferie esistenziali del mondo, una Chiesa che si fa tale in una casa semplice e una Chiesa santa nel quotidiano. Ogni tratto si sposa così con la storia e la vita del cardinale britannico Henry Newman, della Fondatrice delle Figlie di San Camillo suor Giuseppina Vannini, della Madre indiana Mariam Thresa Chiramel Mankidiyan, della brasiliana suor Dulce Lopes Pontes e della svizzera Margarita Bays.

 

Nell’omelia della Messa Papa Francesco ha suggerito tre strade per disegnare il cammino della fede. Lo ha fatto ispirandosi al brano del Vangelo di Luca nel quale si racconta la guarigione dei lebbrosi (Lc 17,11-19). Filo conduttore tre verbi: invocare, camminare, ringraziare.

«Oggi ringraziamo il Signore – ha concluso Papa Francesco – per i nuovi Santi, che hanno camminato nella fede e che ora invochiamo come intercessori. Tre di loro sono suore e ci mostrano che la vita religiosa è un cammino d’amore nelle periferie esistenziali del mondo. Santa Marguerite Bays, invece, era una sarta e ci rivela quant’è potente la preghiera semplice, la sopportazione paziente, la donazione silenziosa: attraverso queste cose il Signore ha fatto rivivere in lei, nella sua umiltà, lo splendore della Pasqua. È la santità del quotidiano, di cui parla il santo Cardinale Newman, che disse: «Il cristiano possiede una pace profonda, silenziosa, nascosta, che il mondo non vede. […] Il cristiano è gioioso, tranquillo, buono, amabile, cortese, ingenuo, modesto; non accampa pretese, […] il suo comportamento è talmente lontano dall’ostentazione e dalla ricercatezza che a prima vista si può facilmente prenderlo per una persona ordinaria» (Parochial and Plain Sermons, V,5). Chiediamo di essere così, “luci gentili” tra le oscurità del mondo. Gesù, «resta con noi e noi cominceremo a brillare come Tu brilli, a brillare in modo da essere una luce per gli altri» (Meditations on Christian Doctrine, VII,3). Amen».

Il testo dell’omelia del Santo Padre

 

Al termine della Messa Papa Francesco, salutando le delegazioni ufficiali di diversi Paesi, in particolare il Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella e il principe di Galles Carlo, ha ricordato come «con la loro testimonianza evangelica, questi Santi hanno favorito la crescita spirituale e sociale nelle rispettive Nazioni».

Subito dopo il Pontefice si è fatto nuovamente vicino ad una terra, la Siria “amata e martoriata”, che da mercoledì scorso vive una nuova fase di bombardamenti: quelli turchi nella parte nord-orientale.

«Il mio pensiero – ha detto Francesco – va ancora una volta al Medio Oriente. In particolare, all’amata e martoriata Siria da dove giungono nuovamente notizie drammatiche sulla sorte delle popolazioni del nord-est del Paese, costrette ad abbandonare le proprie case a causa delle azioni militari: tra queste popolazioni vi sono anche molte famiglie cristiane. A tutti gli attori coinvolti e anche alla Comunità Internazionale, per favore rinnovo l’appello ad impegnarsi con sincerità, con onestà e trasparenza sulla strada del dialogo per cercare soluzioni efficaci».

Ma la preghiera del Papa si è levata anche per l’America Latina e in particolare per l’Ecuador, visitato nel luglio del 2015 ed oggi scosso da gravi scontri tra forze dell’ordine e manifestanti che protestano contro le misure di austerità del presidente Lenín Moreno.

«Insieme a tutti i membri del Sinodo dei Vescovi per la Regione Panamazzonica, specialmente a quelli provenienti dall’Ecuador, – ha affermato il Pontefice – seguo con preoccupazione quanto sta accadendo nelle ultime settimane in quel Paese. Lo affido alla preghiera comune e all’intercessione dei nuovi Santi, e mi unisco al dolore per i morti, i feriti, i dispersi. Incoraggio a cercare la pace sociale, con particolare attenzione alle popolazioni più vulnerabili e ai diritti umani».

Il testo delle parole di Francesco all’Angelus

 

Scarica il libretto della Messa di canonizzazione (pdf)

 

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Appuntamenti con le Figlie di San Camillo dopo la canonizzazione 

Nel pomeriggio di giovedì 24 e venerdì 25 ottobre (ore 15.30) Messa nei reparti della casa di cura Figlie di San Camillo di via Fabio Filzi, a Cremona; sabato 26, invece, celebrazione per tutti in cappella.

Domenica 27 ottobre, alle 10, l’appuntamento sarà nella vicina chiesa di San Ambrogio (parrocchia in cui la clinica si trova) per la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Antonio Napolioni in ringraziamento della canonizzazione.

Le religiose Camilliane sono a disposizione di parrocchie e gruppi per momenti di spiritualità e di approfondimento sulla figura di madre Vannini e il carisma delle Figlie di San Camillo.

TeleRadio Cremona Cittanova
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