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Nel pomeriggio di domenica 29 settembre l’unità pastorale Madonna del Roggione formata dalle parrocchie del comune di Pizzighettone (“S. Bassano”, “S. Patrizio” nella frazione di Regona, “San Pietro” e “San Rocco” in quella di Gera d’Adda e “Beata Vergine del Roggione” al Roggione) hanno accolto don Angelo Storari come loro nuovo parroco in solido e moderatore.
Davanti la chiesa di San Bassano ad accogliere don Storari insieme alle associazioni del territorio con i loro stendardi era presente il sindaco Luca Moggi, che ha rivolto alcune parole di saluto al nuovo sacerdote per augurargli un buon lavoro assicurando anche la collaborazione dell’Amministrazione comunale nelle iniziative religiose e sociali: «Caro don Angelo, benvenuto nella nostra casa, che da oggi sarà anche la sua. Si senta uno di noi, si senta a casa sua: le auguriamo di cuore di potersi sentire il pastore di tutti senza eccezione alcuna».
Ascolta il saluto del sindaco Moggi
Nella chiesa colma di fedeli, molti provenienti dalle parrocchie dove don Angelo ha prestato il suo servizio negli anni passati, in particolare Fornovo San Giovanni, è iniziata quindi la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Antonio Napolioni e concelebrata dagli altri sacerdoti dell’unità pastorale – il parroco in solido don Attilio Spadari, il vicario don Gabriele Mainardi e il collaboratore parrocchiale don Mario Marinoni – insieme anche a diversi altri preti diocesani.
Dopo la lettura del decreto di nomina da parte del vicario zonale don Giambattista Piacentini e l’aspersione dell’assemblea per mano del nuovo parroco, una rappresentante delle parrocchie ha rivolto alcune parole di saluto e benvenuto al nuovo sacerdote: «La gioia di camminare finalmente insieme – ha detto – è tanta e per questo ringraziamo i sacerdoti che in questi anni hanno reso possibile il raggiungimento di questa tappa nel cammino di fede e di comunità». Poi ha poi proseguito con una visione al futuro: «Il percorso intrapreso è ancora lungo e sulla via indicata dal nostro vescovo, dal Consiglio pastorale e dal cammino sinodale mette in luce la presa di consapevolezza rispetto ai mutamenti che il tempo ha portato nel nostro modo di vivere la fede e alla necessaria responsabilizzazione di ciascun membro della comunità sull’importanza del proprio contributo». Per questo motivo, è quindi proseguito il saluto al nuovo parroco, l’unità pastorale sta approfondendo il ruolo dei linguaggi utilizzati per annunciare la fede: «perché questa parli chiaramente e direttamente alla vita di ciascun federe». Al termine dei saluti è stata donata una stola a don Angelo, ed è stato ricordato come siano stati preparati diversi piccoli doni per la quotidianità.
Ascolta il saluto della rappresentante della comunità
La celebrazione è quindi proseguita con la liturgia della Parola e con la lettura del Vangelo proclamato da don Storari.
Nell’omelia il vescovo Napolioni ha esordito ragionando sul rinnovamento delle comunità cristiane nelle unità pastorali: «Ciò che ci identifica sono le relazioni di affetto, i sentimenti profondi che crescono giorno dopo giorno, che vengono stimati dalle prove della vita e queste sono le storie delle nostre famiglie, i momenti duri che però non hanno l’ultima parola». Mons. Napolioni ha quindi proseguito sottolineando la durezza della Parola del Vangelo del giorno: «Dio toglie parte dello Spirito a Mosè: nessun pastore, nemmeno Mosè, nemmeno il Papa, nemmeno il vescovo, nemmeno il parroco ha il monopolio dello Spirito». E ha proseguito: «Come Dio pone lo Spirito sui 70 uomini, potremmo dire che lo pone su quelli che nella parrocchia, nel popolo sono disponibili, capaci di assumersi delle responsabilità e allora cominciamo con i catechisti, il consiglio pastorale, i genitori e, perché no, tutta l’assemblea che viene all’Eucaristia».
Ascolta l’omelia del vescovo Napolioni
La Messa – celebrata in una chiesa affollata – è quindi proseguita con il Credo, solennemente professato dal nuovo parroco, con l’offertorio e con la liturgia eucaristica, alla quale è seguito il saluto di don Gian Angelo Storari ai presenti.
«Sono contento di essere in mezzo a voi, sono un povero parroco di campagna, nella semplicità di essere prete che mi fa star bene», ha detto don Storari. E ancora: «Non ci sono linee pastorali particolari, mi piacerebbe essere vostro parroco per accompagnarvi come sono capace di esserlo e insieme agli altri sacerdoti». Quindi, ha proseguito sottolineando l’importanza degli anziani: «Loro sono le nostre radici, senza le quali si muore: ho bisogno della loro preghiera come ne ha bisogno l’intera comunità». Poi don Storari ha continuato: « Mi auguro che le famiglie, giovani e meno giovani, si sentano spinte in modi diversi a diventare protagoniste e non spettatrici della vita della comunità: c’è spazio e c’è bisogno per tutti, perché il fare non è e non deve essere la prima preoccupazione».
Ascolta il saluto di don Storari
Al termine della celebrazione, dopo la benedizione finale, la comunità si è ritrovata all’interno delle Casematte delle antiche mura, dietro la chiesa, per un momento di benvenuto conviviale, occasione per iniziare a conoscere il nuovo parroco moderatore.
All’indomani dell’insediamento, lunedì 30 settembre, il nuovo parroco presiederà presso la chiesa di San Bassano una Messa in suffragio di tutti i sacerdoti e fedeli defunti della comunità.
Profilo biografico del nuovo parroco
Don Gian Angelo Storari, classe 1955, originario di Grumello Cremonese è stato ordinato sacerdote il 19 giugno 1982. Ha iniziato il proprio ministero come vicario a Pandino. Nel 2000 la nomina a parroco di Paderno Ponchielli. Dal 2011 era parroco di Fornovo San Giovanni. Ora il vescovo l’ha scelto come nuovo parroco dell’unità pastorale di Pizzighettone, formata dalle parrocchie “S. Bassano” in Pizzighettone, “S. Patrizio” in Regona, “San Pietro” e “San Rocco” in Gera d’Adda e “Beata Vergine del Roggione”. Prende il testimone da don Andrea Bastoni, diventato parroco di Soresina.
Il saluto di don Storari sul bollettino parrocchiale
“Che cosa renderò al Signore
per quanto mi ha dato?
Alzerò il calice della salvezza
e invocherò il nome del Signore”…
(Salmo 115,12-13)
Carissimi miei nuovi Parrocchiani,
-con questa parola intendo riferirmi a tutti voi che fate parte della nostra cara unità pastorale – mi affido a queste parole del salmo per iniziare il mio cammino di parroco in mezzo a voi. Preoccupazioni, incertezze, la fatica di lasciare una comunità servita per tredici anni, ma anche la gioia e il desiderio di incontrarvi e conoscervi si alternano nel mio animo di prete. Mi conforta e mi rasserena che anche in mezzo a voi, alzerò il calice della salvezza e invocherò, anzi, invocheremo il nome del Signore.
Parto dalla certezza che è Gesù che manda, e quindi mi affido a Lui per essere all’altezza del compito che mi aspetta. Spero che anche per me valgano le parole dette a San Paolo: “Ti basta la mia grazia”.
– Che cosa desidero?
– che cosa sogno?
– cosa vorrei?
Non ho programmi, men che meno ricette da sventolare: semplicemente essere il vostro Parroco e insieme ai carissimi don Mario, don Attilio e don Gabriele, che tutti ringrazio di cuore per le tante attenzioni riservatemi in questo periodo condividere il cammino pastorale. Lasciatemi ringraziare il caro don Andrea per come mi ha accolto e presentata l’unità pastorale: spero di poter continuare nel solco da lui tracciato.
So che una unità pastorale non nasce perché c’è un decreto vescovile che la sancisce, ma da un paziente camminare insieme, dalla ricerca di una stima reciproca e dalla certezza che Gesù ci vuole suoi amici, alla maniera che piace a Lui:” Che siano una cosa sola”. Ecco, vorrei, questo si, potervi accompagnare in questo tratto di strada che faremo insieme, come vostro padre spirituale, vostro papà nella fede.
Ma… ho bisogno di voi!
Ho bisogno dei cari anziani – non vi stupisca questo appello – per me sono lo scrigno più caro e prezioso da custodire con amore e riconoscenza. Loro sono i “parafulmini” di una comunità e sarà mio dovere conoscerli e incontrarli insieme ai cari nonni e le nonne della nostra casa di riposo. Di Più: Vi aspetto alla messa feriale… si perché c’è bisogno di pregare e molto per questo nostro povero mondo sempre più alla deriva. E se posso chiedervelo, una preghiera per me che mi possa accompagnare e sostenere in questo cammino.
Ma abbiamo un altro scrigno da custodire: il nostro Oratorio. Sono vicino a don Gabriele, so quanto è faticoso oggi accompagnare ragazzi e giovani nel cammino della vita e della fede. Per questo occorre il coinvolgimento di giovani famiglie disposte al servizio per garantire un luogo sereno e sicuro per la crescita dei nostri piccoli.
Non mi sono dimenticato del carissimo nostro seminarista Alessandro che abbraccio e che spero di conoscere presto. Il ricordo vicendevole nella preghiera non può non portare frutto.
La Beata vergine Maria venerata nel nostro santuario a Roggione, il santo Vincenzo Grossi e i nostri santi patroni ci sostengano e ci proteggano. E poi guardate sapere che Lui ci assicura:” Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me” … mi rasserena e mi rafforza. Siamo cercati e amati e noi dobbiamo solo convertirci a questa bella notizia.
Si, ho desiderio di incontrarvi, a presto, con affetto…. don Angelo