Lettera del Vescovo Lafranconi alla diocesi nell’imminenza dell’apertura del Giubileo

Alcune indicazioni di carattere spirituale e pastorale per vivere al meglio questo anno che Papa Francesco aprirà l'8 dicembre nella basilica di San Pietro in Vaticano

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A poco meno di un mese dall’apertura del Giubileo della misericordia, fortemente voluto da Papa Francesco, mons. Dante Lafranconi ha scritto una lettera alla diocesi con indicazioni di carattere pastorale e spirituale per vivere al meglio questo anno di grazia. Il Pontefice aprirà la Porta santa in San Pietro martedì 8 dicembre, mentre il Vescovo inaugurerà il Giubileo domenica 13 dicembre, alle ore 16, aprendo la porta della misericordia in Cattedrale. Contemporaneamente i suoi più stretti collaboratori presiederanno solenni Eucaristie nelle altre tre chiese giubilari: il Santuario di Santa Maria del Fonte presso Caravaggio, il Santuario della Beata Vergine della Misericordia a Castelleone, il Santuario della Fontana di Casalmaggiore. Da segnalare che giovedì 26 novembre, alle ore 10, si terrà in Seminario un incontro di carattere teologico-pastorale sul sacramento della Confessione a cui sono invitati tutti i sacerdoti. Due i relatori: il biblista don Maurizio Compiani tratterà il tema: “La confessione sacramento della misericordia”, mentre don Alberto Franzini, teologo e parroco della Cattedrale si soffermerà su “I confessori segno della misericordia del Padre”. Di seguito il testo integrale della lettera di mons. Lafranconi.

 

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Si avvicina l’inizio del Giubileo straordinario della Misericordia, che, come sapete, sarà aperto da papa Francesco l’8 Dicembre, festa dell’Immacolata Concezione di Maria. La Domenica successiva (13 Dicembre), il Santo Padre ha stabilito che “in ogni Chiesa particolare, nella Cattedrale che è la Chiesa Madre per tutti i fedeli, si apra per tutto l’Anno Santo una uguale Porta della Misericordia. A scelta dell’Ordinario, essa potrà essere aperta anche nei Santuari, mete di tanti pellegrini, che in questi luoghi sacri spesso sono toccati nel cuore dalla grazia e trovano la via della conversione. Ogni Chiesa particolare, quindi, sarà direttamente coinvolta a vivere questo Anno Santo come un momento straordinario di grazia e di rinnovamento spirituale. Il Giubileo, pertanto, sarà celebrato a Roma così come nelle Chiese particolari quale segno visibile della comunione di tutta la Chiesa” (Bolla di indizione “Misericordiae vultus”, n. 3).

 

1) L’obiettivo del Giubileo

L’intento del Papa è chiaro: mettere in luce che la misericordia di Dio vuole raggiungere tutti gli uomini, in ogni parte del mondo, nelle periferie geografiche che sono le Chiese particolari non meno che nelle periferie esistenziali che sono le situazioni umane dell’indifferenza religiosa e relazionale. Per questo motivo il Papa chiama all’impegno tutti i cristiani perché “nelle nostre parrocchie, nelle comunità, nelle associazioni e nei movimenti, insomma, dovunque vi sono dei cristiani, chiunque deve poter trovare un’oasi di misericordia” (Misericordiae vultus, n. 12).

Il Giubileo, quindi, non deve limitarsi a quei momenti specifici e significativi delle celebrazioni, delle proposte spirituali forti, delle iniziative di meditazione e di cultura che si svolgeranno durante l’anno, ma deve ricondurci ad un modo di pensare misericordioso come quello di Gesù (conversione) e deve pervadere tutte le nostre relazioni perché siano espressioni di misericordia. E’ il tessuto quotidiano della vita che deve essere impregnato dalla rugiada della misericordia offerta da Gesù Cristo “per una feconda storia da costruire con l’impegno di tutti nel prossimo futuro” (Misericordiae vultus, n. 5). In questo senso siamo chiamati tutti ad usufruire del dono della misericordia che sperimentiamo nel sacramento della Penitenza vissuto non come momento a sè stante, ma inserito in un cammino di continua e progressiva conformazione a Gesù sulla scia del Vangelo e in comunione con la Chiesa.

 

2) L’apertura del Giubileo nella nostra Chiesa particolare

La celebrazione di apertura del Giubileo in Diocesi è fissata per la Domenica 13 Dicembre alle ore 16. Si svolgerà contemporaneamente nelle quattro chiese giubilari: in Cattedrale presieduta dal Vescovo inizierà col rito di apertura della “Porta della Misericordia” cui seguirà la celebrazione dell’Eucaristia; nel Santuario di Santa Maria del Fonte in Caravaggio presieduta da mons. Mario Marchesi, Vicario generale; nel Santuario della Beata Vergine della Misericordia in Castelleone presieduta da mons. Mario Barbieri, Delegato episcopale per il clero; nel Santuario della Fontana in Casalmaggiore presieduta da don Irvano Maglia, Delegato episcopale per la pastorale, con la celebrazione della Santa Messa. In queste tre parrocchie e in tutte le parrocchie della città di Cremona sono sospese tutte le celebrazioni pomeridiane dell’Eucaristia dando rilievo alla solenne apertura del Giubileo a cui possa partecipare una rappresentanza dei fedeli delle altre parrocchie della Zona o delle Zone pastorali limitrofe. La celebrazione della Cattedrale avrà inizio con la processione che prenderà l’avvio dalla chiesa di Santa Maria Maddalena in via 11 Febbraio. Raccomando ai sacerdoti e ai fedeli di partecipare anche alla processione, riconoscendo il valore simbolico e spirituale del pellegrinaggio come “segno peculiare dell’Anno Santo, perché icona del cammino che ogni persona compie nella sua esistenza… e segno del fatto che anche la misericordia è una meta da raggiungere che richiede impegno e sacrificio” (Misericordiae vultus, n. 14).

In tutte queste chiese per la durata dell’Anno Santo sarà sempre possibile negli orari stabiliti trovare dei sacerdoti per le confessioni, come pure nelle chiese della Città (Barnabiti e Cappuccini) che sono tradizionalmente un punto di riferimento per tanti fedeli che chiedono il sacramento della Riconciliazione.

Ai sacerdoti – tutti – che, sia pure in misura diversa, esercitano questo ministero, il Papa ricorda di essere “un vero segno della misericordia del Padre” (Misericordiae vultus, n. 17). Il Giubileo, pertanto, è, per noi sacerdoti, occasione provvidenziale per una sosta di riflessione e di preghiera che favorisca un rinnovamento spirituale, teologico e pastorale nello svolgere il nostro compito delicato e prezioso a servizio dei penitenti.

Per questa ragione ho ritenuto utile un incontro che si terrà in Seminario Giovedì 26 Novembre alle ore 10 a cui sono invitati tutti i sacerdoti e particolarmente coloro che saranno a disposizione per le confessioni nelle chiese giubilari. A questo incontro seguirà una ripresa del tema nelle Zone pastorali Giovedì 10 Dicembre per un confronto più ristretto sulla base di una scheda che verrà predisposta.

 

3) I luoghi esistenziali del Giubileo

Assieme alle chiese giubilari, che rappresentano, per così dire, i luoghi “liturgici” dell’Anno Santo, vanno tenuti presenti i luoghi “esistenziali” che sono tutti quei luoghi e quelle situazioni del vivere in cui si fa reale e concreto l’esercizio della misericordia. E’ il variegato panorama delle relazioni quotidiane che deve essere innervato dalla misericordia: quella che riceviamo gratuitamente da Dio e che gratuitamente offriamo ai fratelli. Significativamente il Papa ha concentrato questo duplice aspetto della misericordia – ricevuta e donata – nel motto dell’Anno Santo: “Misericordiosi come il Padre” (Misericordiae vultus, n. 14).

In questa prospettiva, vorrei richiamare l’attenzione su alcuni ambiti della vita che richiedono particolarmente di essere abitati dalla misericordia.

a) La famiglia, troppo spesso messa a rischio da tensioni e incomunicabilità che, generando conflitti e  divisioni, la rendono inospitale per grandi e piccoli (sposi/genitori, figli, nonni, …). La misericordia risulta allora una componente assolutamente necessaria a rigenerare l’amore e quella complicità affettiva che consente una serena vita quotidiana e favorisce la buona educazione dei figli.

b) Ci sono categorie di persone come gli anziani, i malati, i disabili, che spesso soffrono la solitudine e il disagio di molti e svariati limiti, a cui possiamo farci prossimi. Al di là del doveroso impegno dei familiari, sono preziose le relazioni di buon vicinato che non solo vincono la tentazione dell’indifferenza ma rinsaldano il tessuto della convivenza sociale.

c) Anche i carcerati e i profughi ci interpellano sul versante della misericordia. Senza disattendere le esigenze della giustizia, il Papa ci ricorda che questa è solo “il primo passo necessario e indispensabile”, ma incompleto se non approda all’accoglienza e al perdono che purtroppo è sempre più raro nella nostra cultura (cfr Misericordiae vultus, n. 10).

d) A tutte queste categorie si aggiunge quella dei nuovi poveri: persone che hanno perso o non trovano il lavoro; separati e divorziati che hanno dovuto abbandonare l’abitazione e non arrivano a coprire le spese col proprio stipendio, come si verifica anche per alcuni pensionati.

Queste situazioni, che ho ricordato a titolo esemplificativo, sono un incompleto spaccato delle “Opere di misericordia corporale”, a cui il mondo vasto e variegato del volontariato si dedica con encomiabile dedizione, offrendo una bella testimonianza di misericordia. Mi auguro che il Giubileo veda moltiplicarsi la schiera di questi volontari anche tra i giovani; segno che esso perdura oltre l’Anno Santo.

Non dimentichiamo neanche le “Opere di misericordia spirituale”. Nella vita quotidiana non è raro incontrare persone che hanno bisogno di essere consolate, o che sono in ricerca di verità e vanno sostenute col consiglio, col dialogo paziente, con la parola incoraggiante della fede, o persone amareggiate da offese e umiliazioni che anelano a ritrovare la pace interiore e forse anche la forza di perdonare. Non cadiamo nell’indifferenza, e, se non possiamo fare altro, preghiamo per loro. Anche pregare per i vivi e per i defunti è un’Opera di misericordia spirituale.

 

4) L’Anno giubilare e… dopo

Durante l’Anno Santo non mancheranno iniziative e proposte per comprendere meglio e vivere intensamente la misericordia. Di volta in volta se ne darà informazione attraverso i mezzi della comunicazione sociale. Ma ciò che rende vero l’Anno Santo è che lo stile di vita a tutti i livelli – personale e comunitario, familiare e sociale, ecclesiale e civile – sia ispirato dalla misericordia che nelle parole e nell’opera di Gesù trova il modello più vero e il fondamento più sicuro. Ciò che conta soprattutto è che il Giubileo sia un passo di conversione che tocca la vita.

L’Anno Santo si chiuderà il 20 Novembre 2016, solennità di Gesù Cristo Signore dell’universo. Ma la misericordia non ha termine. Né quella di Dio, né quella degli uomini. L’Anno Santo è un’occasione straordinaria per riscoprire la misericordia di Dio verso di noi e per adeguare ad essa i nostri pensieri e le nostre opere. Potremmo definirlo un “tirocinio” per imparare ad essere “misericordiosi come il Padre” (Misericordiae vultus, n.14). E’ il bisogno di tutti e forse anche il desiderio, magari inconsapevole o inespresso, di molti. Certamente di papa Francesco interprete acuto e sapiente delle aspirazioni più profonde dell’uomo: “come desidero che gli anni a venire siano intrisi di misericordia per andare incontro ad ogni persona portando la bontà e la tenerezza di Dio! A tutti, credenti e lontani, possa giungere il balsamo della misericordia come segno del regno di Dio già presente in mezzo a noi” (Misericordiae vultus, n. 5).

Cremona, 1 Novembre 2015

                                                                                      + Dante, vescovo

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