La testimonianza di fra Paolo Boldrini, in Tanzania accanto ai più poveri

Il missionario viadanese di passaggio in Italia parla della situazione nel paese Africana in cui opera da oltre 20 anni

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«La vera invasione è quella delle multinazionali». Su un tema oggi centrale nel dibattito sociale e politico come quello delle migrazioni, offre il suo punto di vista un osservatore privilegiato, il missionario viadanese fra Paolo Boldrini.

Il religioso opera da oltre vent’anni nei villaggi del Kilolo, in Tanzania. «Una zona considerata dalla Banca mondiale “ad alto potenziale”: le imprese che vi si insediano hanno pertanto facile accesso al credito». Opportunità ampiamente colta dalle multinazionali estere, che acquistano e sfruttano ettari su ettari di terreni per insediarvi allevamenti bovini, aziende del legno e coltivazioni di avocado (un frutto non autoctono, il cui utilizzo si sta diffondendo nelle diete dei Paesi più ricchi).

Dei profitti prodotti da queste imprese, le popolazioni locali non beneficiano granché. Ma il missionario invita a cogliere pure gli aspetti positivi: «Le multinazionali ci mostrano che è possibile valorizzare al meglio le nostre risorse. Una di queste società ha prodotto il legname per i pali della luce; e l’arrivo della corrente elettrica è stato per noi fonte di sviluppo. Ciò che chiediamo ai politici locali, è di non svendere i territori e di far sì che lo scambio sia arricchente per tutti».

Nel frattempo, però, tanti giovani lasciano l’Africa per cercare miglior fortuna in Europa. Anche se, nei Paesi di destinazione, è opinione diffusa che i migranti “andrebbero aiutati a casa loro”. Nei giorni scorsi, essendo ottobre il mese missionario, fra Paolo era in Italia per partecipare ad alcune manifestazioni pubbliche nelle piazze di Roma e Milano, e prestare la sua voce come testimonial proprio nell’ambito di una operazione di cooperazione internazionale. Obiettivo, sensibilizzare la popolazione e raccogliere fondi.

Il progetto – promosso dal Cefa, una onlus bolognese, in collaborazione con Mawaki (cooperativa per lo sviluppo del Kilolo fondata dai Frati minori rinnovati, l’ordine cui appartiene fra Paolo, assieme alle famiglie locali) – punta a sostenere l’istituto agrario di Pomerini, il villaggio in cui risiedono i frati: «I nostri ragazzi diventano veterinari e divulgatori agricoli, e insegnano alle famiglie come ricavare di più dalle potenzialità del territorio e come tutelare la salute mediante tecniche di coltivazione sostenibili». Sempre grazie al Cefa, sono arrivati miscelatori nei molini di villaggio, per integrare le farine di produzione locale e così ovviare alla generale malnutrizione dei bambini. Si punta infine ad avviare una filiera del piretro (pianta utilizzata per la produzione di insetticidi): si è visto infatti che anche piccole coltivazioni, in un contesto di economia prevalentemente di sussistenza, possono integrare in maniera interessante i redditi delle famiglie.

Riccardo Negri
TeleRadio Cremona Cittanova
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