Il vescovo emerito Lafranconi ai Secondi Vespri di Sant’Omobono: di fronte ai pericoli delle divisioni «il nostro patrono ci insegna a vivere nella verità»

In Cattedrale nel pomeriggio di lunedì 13 novembre i Secondi Vespri della solennità del patrono della città e della diocesi di Cremona

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«C’è un aspetto della carità di sant’Omobono da cui emerge quell’amore per il Signore e per la Chiesa che è quello del vivere nella verità». Questo il cuore del messaggio di mons. Dante Lafranconi, vescovo emerito di Cremona, durante la celebrazione dei Secondi Vespri della solennità di sant’Omobono, patrono della città e della diocesi di Cremona celebrati in Cattedrale nel pomeriggio di lunedì 13 novembre.

Una giornata quella iniziata in Cattedrale con il solenne Pontificale presieduto dal cardinale Oscar Cantoni, vescovo di Como e già vescovo di Crema.

Per tutto il giorno, i fedeli si sono recati nella cripta sotto l’altare del Duomo per rendere omaggio alle reliquie del santo patrono, soffermandosi per una preghiera e qualche istante di riflessione, in questa ricorrenza così importante per tutta la città.

«Anche al tempo di Omobono, nella Chiesa, c’erano situazioni di dissenso, divergenze, movimenti che si arrogavano un’interpretazione corretta, vera del messaggio di Dio, in contrasto con il Magistero del Papa e dei Vescovi», ha ricordato mons. Lafranconi durante l’omelia proposta durante i Secondi Vespri, evidenziando la «passione per la Chiesa, per la comunità unita» da parte di sant’Omobono. «Anche nel nostro tempo – ha proseguito –  voci di dissenso si moltiplicano, a volte superficiali, a volte più radicate, ma il più delle volte inconsistenti, perché si accentuano così tanto delle differenze da farle sembrare delle contrapposizioni. Se noi non siamo sufficientemente avveduti cadiamo in questo tranello di scambiare una differenza per una contrapposizione. Questa è sempre stata l’origine dell’eresia».

Riferendosi poi ai rischi che gravano sul mondo e sulla Chiesa ha aggiunto che «per la corta veduta di molti cristiani, e anche per l’ignoranza della fede e della Dottrina, anche oggi nella Chiesa questo è un rischio davvero visibile», ha detto ancora mons. Lafranconi portando ad esempio quanti mettono in contrapposizione Papa Benedetto e Papa Francesco.

«Sant’Omobono ci insegna ad avere una sapienza umile – ha detto ancora il vescovo emerito di Cremona –, più attenta a mettere insieme le differenze per trovare la ricchezza di tutta la Parola del Signore e la ricchezza di tutto il mistero della Chiesa e che non cede, invece, alla tentazione di andare in contrapposizione. Chiediamo questa grazia a sant’Omobono».

Il vescovo emerito Lafranconi, pensando anche alle tante critiche e distorsioni rispetto al cammino del Sinodo, ha quindi condiviso un augurio, chiedendo che «sant’Omobono ci dia quella grazia della sapienza e dell’umiltà che ha contraddistinto il suo amore non solo per i poveri, ma per la Chiesa corpo di Cristo, per la Chiesa donata a noi dalla grazia del Signore come luce che orienta il nostro cammino e come grazia che conforta i nostri passi anche quando li troviamo un po’ faticosi e un po’ difficili per i cambiamenti, per le prospettive che si profilano, per un’adesione di cuore alla verità nella carità. Che è poi il corpo di Cristo, nella Chiesa, vera e santa nella carità».

 

Ascolta l’omelia del vescovo emerito Lafranconi

Luca Marca
TeleRadio Cremona Cittanova
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