Cremona in preghiera per il Patrono. La Messa in Cattedrale con il cardinal Cantoni: «Siamo tutti chiamati a diventare santi come lui»

Il vescovo di Como ha presieduto il solenne Pontificale. L'annuncio di Mons. Napolioni: oggi parte il tir di aiuti per l'Ucraina

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È stato il cardinale Oscar Cantoni, vescovo di Como e già vescovo di Crema a presiedere nella mattinata di lunedì 13 novembre in Cattedrale il solenne Pontificale nella festa del santo patrono della città e della diocesi di Cremona.

Come da tradizione la celebrazione è stata preceduta con l’accoglienza della autorità civili sulla soglia della Cattedrale, con le porte aperte sulla piazza, a significare l’unione tra fede e società, tra preghiera e vita ordinaria, tra città e Chiesa, così significativamente espressa dal modello di santità di Sant’Omobono, primo santo laico, lavoratore, marito, padre e «vero maestro di santità» – secondo la definizione formulata proprio monsignor Cantoni nella sua omelia.

Così si è introdotto il consueto rito del dono dei ceri da parte del sindaco Gianluca Galimberti e del Consiglio comunale con la preghiera proclamata dal cardinale, accompagnato dal vescovo Napolioni, dal vescovo emerito Lafranconi e dal Capitolo della Cattedrale, di fronte all’urna che conserva le spoglie del santo “padre dei poveri”.

 

 

È quindi iniziata la solenne concelebrazione per il santo patrono con un messaggio del del vescovo di Cremona Antonio Napolioni che ha rivolto il suo primo ringraziamento proprio al cardinal Cantoni. Un saluto speciale alle autorità civili e militari presenti nonostante altri appuntamenti in calendario nella stessa giornata della festa Patronale: «È bello – ha sottolineato mons. Napolioni – che ci sia una sosta anche della comunità produttiva e della società civile per riflettere, pregare e ripartire dal mistero che ci salva». Un ulteriore ringraziamento è stato quindi rivolto «a tutte le realtà produttive, alla Camera di Commercio e alle aziende che hanno concretizzato sostenendo la Caritas il gesto di solidarietà promosso dalla Diocesi all’inizio dell’anno pastorale: «Su proposta della Comunità di Sant’Egidio – ha infatti annunciato il vescovo – oggi pomeriggio parte un tir di aiuti alimentari per le popolazioni dell’Ucraina. Non stanchiamoci di concretizzare l’esempio di S. Omobono: la fantasia della solidarietà della nostra Chiesa locale non si è certo inceppata».

«Infine – ha concluso il vescovo – oggi siamo lieti di usare per la prima volta il nuovo Messale e il nuovo Lezionario della nostra Chiesa locale» realizzato dall’Ufficio Liturgico guidato da don Daniele Piazzi, «perché in questi ultimi anni abbiamo avuto tante canonizzazioni e anche tante traduzioni nuove dei testi liturgici e biblici. Da oggi preghiamo S. Omobono e tutti i nostri santi perché ci accompagnino nel cammino di oggi e di domani come Chiesa viva»

 

Il testo dell’omelia (.pdf)

 

«Sono grato al mio fratello vescovo Antonio per avermi invitato a celebrare con voi questa Eucaristia, proprio nel giorno in cui la Chiesa di Cremona, insieme a tutta la società civile, fa memoria del patrono, Sant’Omobono» ha quindi risposto il cardinale cantoni aprendo la sua omelia. «È per me – ha ricordato –una lieta occasione mediante la quale ravvivare la nostra comunione, nel ricordo gioioso di tanti momenti vissuti anni fa tra le due diocesi vicine, quando ero pastore nella piccola, ma vivace diocesi di Crema».

 

 

Il cardinale ha quindi offerto una riflessione sulla santità guardando da vicino alla figura di Omobono e alla sua straordinaria attualità, pur nel contesto di una vicenda terrena inserita in un’epoca storica tanto remota nel tempo: «Dopo la sua conversione, Omobono partecipò attivamente alle vicende controverse della città di Cremona quale strumento di dialogo e di pacificazione. Quante persone come lui sono necessarie oggi nel nostro mondo per trovare vie di pace nella giustizia».

L’invito che giunge dunque dalla figura e dalla testimonianza di Sant’Omobono è quello alla santificazione di ogni vocazione: «Egli ha vissuto il suo Battesimo da laico, come laici sono la maggior parte dei cristiani. Tutti i cristiani, qualunque sia la loro vocazione, sono chiamati a diventare santi» vivendo alla luce del Vangelo la presenza in ogni ambito della quotidianità, «nel mondo della cultura, della politica, della economia, dello sport», «all’interno delle realtà più ordinarie della vita, nelle attività sociali e non solo negli spazi ecclesiali».

«Anche se la Chiesa oggi vive nella società come minoranza – ha invitato a riflettere il vescovo di Como – le nostre Comunità cristiane sono chiamate a diventare parte della soluzione alle difficoltà che il mondo d’oggi si trova ad affrontare»; «il mondo chiede ai cristiani, a prova della loro autenticità, di distinguersi per la vicinanza attiva e responsabile nelle varie situazioni di povertà materiali, ma anche spirituali», proprio come Omobono, che «ha seminato con larghezza, venendo incontro alle varie necessità della sua epoca, senza risparmio, e con non poche fatiche e privazioni. Ci insegni – ha concluso la sua omelia – a “decentrarci” da noi stessi per vivere una vita senza difese e così poter ascoltare, amare e annunciare il Vangelo, in relazione ai segni dei tempi, contando fiduciosi sulla fedeltà di Colui che sa ciò di cui abbiamo bisogno e ci invita a non temere».

La celebrazione eucaristica – animata dal coro della Cattedrale diretto da don Graziano Ghisolfi e accompagnato all’organo dal maestro Fausto Caporali, e concelebrata, insieme ai vescovi e ai canonici, da numerosi presbiteri del clero diocesano – è quindi proseguita con il consueto segno del dono delle stoffe, presentate all’altare durante l’offertorio da una rappresentanza dell’associazione artigiani cremonesi, nel ricordo di Omobono patrono dei sarti.

Non si conclude con la celebrazione Eucaristica però il coro della preghiera per il Patrono: incessante il pellegrinaggio dei fedeli cremonesi alla tomba del santo nella cripta della Cattedrale, aperta per tutta la giornata fino alle 19 grazie anche al servizio d’ordine dell’Associazione nazionale carabinieri di Cremona; nel pomeriggio alle 17 il canto del Secondi Vespri presieduti dal vescovo emerito Dante Lafranconi e a seguire alle 18 l’ultima Messa della giornata presieduta dal parroco della Cattedrale don Antonio Bandirali.

 

Il video integrale della celebrazione

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