Come per Omobono, sgorga dalla Parola la “rivoluzione del servizio”

Durante i primi vespri della solennità patronale il vescovo Napolioni ha rinnovato il mandato ai ministri straordinari della Comunione: «Essere cristiani per abitudine non ha mai funzionato e adesso funziona ancora di meno»

image_pdfimage_print

Guarda la photogallery completa


Nel pomeriggio della vigilia della solennità di Sant’Omobono, si sono celebrati i primi vespri del patrono, presieduti dal vescovo Napolioni presso l’omonima chiesa di via Ruggero Manna a Cremona.

Il momento di preghiera è stato occasione per rinnovare il mandato ai quarantotto ministri straordinari della Comunione e conferirlo ai dodici nuovi, provenienti da tutte le zone della diocesi: un prezioso ministero per portare il sacramento dell’Eucarestia proprio a tutti, in particolare a chi è impossibilitato a partecipare alla Messa come i malati o gli anziani.

Durante questo significativo momento di preghiera, dopo il canto dei salmi, il vescovo di Cremona ha ripreso la figura del santo patrono della città e della diocesi, invitando a non fare del suo insegnamento «una pia esortazione che si perde nell’aria, come chiacchiere; un modo di leggere la Parola di Dio che ci lascia come eravamo, non ci cambia e non parla neppure al mondo e a chi non crede, ai giovani e a chi sta male».

«Siamo in questa chiesa – ha proseguito Mons. Napolioni- che ha visto Omobono tutti i giorni venire ad amare il Signore e a fare il pieno della carità di Cristo, per essere in città, da vivo e da morto, il migliore cremonese della Storia: non vuole l’esclusiva, non solo a Cremona, ma ovunque – ha quindi proseguito – qui lui si è acceso come un fuoco e ci propone la Parola come la vera rivoluzione, come lui si è lasciato rivoluzionare la vita da Cristo: mentre viveva la sua vita si accende il lui il Vangelo, l’amore per l’Eucarestia, il bisogno di penitenza, l’amore fraterno».

Ascolta l’omelia del vescovo Napolioni

Quindi, riprendendo il salmo appena recitato: «Come abbiamo pregato Dio è fedele per sempre, rende giustizia agli oppressi, dà il pane agli affamati, libera i prigionieri: invece noi vogliamo costruire tante prigioni per quelli che vorrebbero venire in Italia perché abbiamo paura che vengano a rubarci qualche pezzetto di pane – quindi, proseguendo nella lettura del salmo, il vescovo di Cremona ha continuato con una provocazione – Dio sconvolge le vie degli empi: potremmo essere proprio noi, pii ma induriti, devoti ma arrabbiati, religiosi ma pessimisti, con il nome di Gesù sulle labbra ma non nel cuore».

Il pensiero è poi andato proprio ai ministri straordinari della Comunione: «Ben venga fare la festa di Sant’Omobono per farci rigenerare, ben vengano uomini e donne che si mettono a disposizione della comunità per portare l’Eucarestia ai malati, alle persone che non possono uscire di casa perché questo è un gesto rivoluzionario, non solo un gesto di consolazione: è portare nelle case una speranza più forte di ogni dolore, è aprire le case alla comunità, è ricordare a chi sta bene che c’è anche chi sta male,  perché siamo tutti in cammino verso la debolezza riscattata dalla debolezza di Cristo».

«Il servizio è la rivoluzione perché non è l’attaccamento a noi stessi, alle nostre cose e alle nostre idee per migliorare la realtà, ma l’attenzione a Dio e ai fratelli con il dialogo e la disponibilità: Omobono lo vive così il suo cristianesimo, con un amore che lo trasfigura e questo non è un dato improponibile nel nostro tempo, anzi può essere un tempo favorevole per essere cristiani, perché essere cristiani per abitudine non ha mai funzionato e adesso funziona ancora di meno» ha continuato mons. Napolioni ritornando alla figura del patrono come esempio per tutti.

Concludendo, il vescovo ha quindi detto: «Ben vengano altri ministeri, una rivoluzione della ministerialità in una maniera nuova, non per avere qualche soldatino in più che affianca il parroco, ma perché ci sia una comunità coraggiosa per quanto umile, capace di fantasia della carità davanti alle nuove povertà che ci sfidano dentro casa. Abbiamo bisogno di Omobono e di tanti uomini e donne come lui e siamo qui per questo, sotto il suo sguardo e la sua intercessione per riprendere il cammino, disponibili a ciò che lo Spirito ha suggerito ad alcuni di voi e potrà suggerire a tanti altri ancora».

Il ministero è finalizzato primariamente a portare la Comunione ai malati e agli assenti soprattutto nel giorno del Signore, perché appaia con evidenza che anch’essi fanno parte della comunità anche se impediti di partecipare all’assemblea domenicale. Inoltre il ministro svolge il suo servizio alle Messe domenicali nelle quali per il numero dei fedeli si richieda un aiuto per la distribuzione delle Comunioni.

 

Matteo Lodigiani
TeleRadio Cremona Cittanova
Facebooktwittermail