Don D’Agostino: «Dalla famiglia nasce ogni vocazione»

Alla vigilia della Giornata diocesana del Seminario una riflessione del direttore del CDV

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Domenica 13 dicembre, terza di Avvento, si celebra la Giornata diocesana del Seminario dal titolo: «Beato chi risponde». Per l’occasione abbiamo chiesto a don Marco D’Agostino, vicerettore del seminario e responsabile del CDV, di tracciare un bilancio della pastorale vocazionale in diocesi.

Tanti anni fa prese il via il cammino vocazionale dei giovani. Aperto a tutti. Lo si chiamò “Chi cerca è trovato”. Perché? Perché nel primo libro di Samuele, al capitolo 9, si narra della vocazione del primo re di Israele: Saul. Il padre lo manda a cercare delle asine e, alla fine, è proprio Saul stesso ad essere cercato dal vecchio Samuele che, secondo il comando di Dio, lo consacra re del suo popolo. Chi cerca, in un certo senso… viene trovato. Chi si mette in cammino, trova sui suoi passi una volontà, una proposta che diviene il suo bene più grande.

Oggi il cammino continua, per un gruppetto annuale di giovani che vogliono mettersi davanti al Signore e chiedere che cosa desideri da ciascuno di loro. Così come si sono inventate altre forme (per gli adolescenti, il campo vocazionale) o continuano quelle tradizionali (il Rosario, l’adorazione mensile), ma in tutte le forme si chiede che Dio si faccia sentire, si faccia strada nella vita dei più giovani e li guidi, li scelga, li conduca al vero bene.

«Miserando atque eligendo», recita il motto del Papa, riferendosi alla chiamata di Matteo dal banco delle imposte. Con la compassione e la scelta, avendo misericordia e servendosi di lui, guardandolo con amore e perdonandolo per mandarlo come suo discepolo. La vocazione è questo cammino, faticoso e gioioso, bello e difficile, straordinariamente umano e divino. Non che tutto sia già scritto e un giovane deve scoprirlo, sperando di non sbagliare porta. Dio fa sua la nostra libertà e la trasforma in proposta per noi.

Così è della pastorale vocazionale, cioè la stessa pastorale di tutti i giorni che vuole in un certo senso sottolineare la domanda di ricerca, di senso, il significato profondo della presenza di Dio nella vita della comunità credente e del singolo. Un Dio che chiede, che propone, che invita e desidera una risposta. Se la pastorale vocazionale cerca di risvegliare in ciascuno questa domanda, questa tensione che deve farsi risposta concreta allora diviene aiuto al singolo. Non nascono vocazioni se si fanno semplicemente delle attività. Le vocazioni nascono nella vita cristiana, nella comunità che cammina, dalla famiglia che fa la domanda di fede (quale sarà il disegno di Dio su mio figlio?), nei cammini di Iniziazione cristiana, negli incontri formali e informali con gli adolescenti, pregando per se stessi e per la propria vocazione.

Per questo l’attenzione è messa sulla comunità che accompagna i suoi figli più giovani e li sostiene, con la preghiera, con l’accompagnamento, con l’aiuto concreto. Per questo il Seminario – comunità vocazionale stabile della diocesi – è accompagnata da tante persone, «Rosarianti» e «Fortes in fide» e persone che si trovano, gruppi di preghiere, malati e sofferenti, religiosi e religiose che offrono a Dio la loro sofferenza e la loro preghiera per le vocazioni.

In questi mesi dell’anno pastorale, insieme all’equipe vocazionale, stiamo facendo il giro delle zone pastorali per sentire come i sacerdoti vivono, propongono, lasciano che la Parola di Dio interroghi e susciti nuove vocazioni. Tutti quanti siamo invitati a pregare e lavorare per la pastorale vocazionale. Con la preghiera, la testimonianza e l’esempio, il consiglio e la guida, la conoscenza delle differenti vocazioni. Anzitutto noi sacerdoti e i religiosi: a noi è affidato il compito, difficile ed entusiasmante, di proporre e di testimoniare la bellezza della vita cristiana, facendo conoscere le varie forme di consacrazione, di vocazione, dal matrimonio alla vita sacerdotale o religiosa o di consacrati laici, o missionaria…

Nel Convegno vocazionale delle Regione Lombardia, svoltosi a Milano il 28 novembre scorso, in un affollato auditorium, sacerdoti e consacrati sono stati invitati a rispondere e ad aiutare a rispondere alla pienezza d’amore che Dio ci vuole e che noi siamo chiamati a volere. Per questo è necessario aiutare, anzitutto, ogni famiglia come grembo di vocazione. Papa Francesco non smette di ripeterlo: dalla famiglia proviene ogni vocazione, dall’esempio, dalla stima per le vocazioni.

E tutti i cammini ecclesiali, parrocchiali, diocesani, di Associazioni e Movimenti presenti sul territorio diocesano possono essere valido aiuto, sostegno e luogo dal quale possono sorgere nuove vocazioni. Alla scuola della Parola, nella celebrazione delle grandi opere del Signore, è possibile risvegliare negli adolescenti e giovani la domanda di senso e una risposta generosa a quanto il Signore fa capire, intuire, progettare.

Preghiamo come se tutto dipendesse da Dio. Lavoriamo e serviamo nella Chiesa come se tutto dipendesse da noi. Aiutandoci, reciprocamente, a fare in modo che la pastorale ordinaria, giovanile e degli adulti, possa cogliere, nelle sue più svariate manifestazioni, la voce di Dio che chiama. E chiamando propone sempre il bene. Il massimo per ciascuno. E con la sua misericordia accompagna, guida, incoraggia e non lascia mancare alla Chiesa il suo sostegno e la sua forza.

don Marco D’Agostino

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