Domenica a Pumenengo l’ingresso di don Fabio Santambrogio

Il sacerdote, che rimane parroco di Calcio, il 25 settembre sarà inoltre accolto dalla comunità di Santa Maria in Campagna: prosegue così il cammino dell'unità pastorale tra le tre parrocchie della Bergamasca

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Proseguendo il percorso di collaborazione già positivamente avviato tra le parrocchie di Calcio, Pumenengo e Santa Maria in Campagna, pur nella doverosa attenzione alle singole realtà (con le tre parrocchie che continuano a conservare la propria identità canonica), ma anche nel segno della continuità e del sostegno reciproco, lo scorso giugno il Vescovo ha nominato parroco di tutte e tre le comunità don Fabio Santambrogio, già parroco di Calcio. Proseguono il loro ministero nelle tre comunità anche gli altri sacerdoti già presenti, pur con una riorganizzazione degli incarichi. Novità che prenderanno il via ufficialmente con la celebrazioni di insediamento di don Santambrogio domenica 18 settembre a Pumenengo e domenica 25 a Santa Maria in Campagna (Torre Pallavicina).

A Pumenengo don Fabio sarà accolto alle 10 al Santuario della Madonna della Rotonda, al confine con Calcio. Dopo una breve preghiera da lì partirà un corteo, accompagnato dalla banda musicale San Gottardo di Calcio, diretto alla chiesa parrocchiale dove alle 10.30 si terrà la messa d’insediamento presieduta dal vicario episcopale per la pastorale ed il clero, don Giampaolo Maccagni.

A Santa Maria in Campagna il nuovo parroco sarà accolto presso il cimitero, dove si terrà un momento di preghiera prima della partenza del corteo, anche in questo caso accompagnato dalla banda musicale di Calcio, verso la chiesa parrocchiale. Lì, alle 11, è in programma la Messa solenne presieduta dal vicario generale della diocesi, don Massimo Calvi.

Con don Fabio collaboreranno don Michele Rocchetti, già vicario parrocchiale di tutte le parrocchie dell’unità pastorale, e don Silvio Soldo, don Andrea Oldoni e don Antonio Allevi in veste ora di collaboratori parrocchiali.

 

Biografia del nuovo parroco

Don Fabio Santambrogio, nato a Milano nel 1968, è stato ordinato sacerdote a Verona nella Congregazione dei Poveri Servi della Divina Provvidenza (Opera don Calabria) il 25 maggio 1996. È stato vicario in diocesi di Roma prima nella comunità cittadina di S. Maria Assunta (2004-2007) e poi a San Paolo in Genazzano (2007-2008). Dal 2008 al 2009 è stato collaboratore parrocchiale a Soncino (S. Maria Assunta e S. Pietro) e a Isengo. Nel 2009 è stato incardinato in diocesi ed è stato nominato vicario parrocchiale di Soncino (S. Maria Assunta e S. Pietro) e di Isengo dove è rimasto fino al 2013 quando è stato promosso parroco di Santa Lucia in Martignana di Po. Nel settembre 2015 ha fatto il suo ingresso come parroco della parrocchia “S. Vittore martire” in Calcio, che ora affiancherà anche alla guida delle parrocchie “Santi Pietro e Paolo apostoli” in Pumenengo e “S. Maria assunta” in Santa Maria in Campagna (Torre Pallavicina).

 

Il saluto di don Fabio Santambrogio

Carissimi parrocchiani di Pumenengo e di S. Maria in Campagna: sarò il vostro parroco e per Calcio continuerò a esserlo!
Vi saluto fraternamente nel Signore.
Il Vescovo Antonio mi ha chiamato a questo compito-missione.
Che cosa renderò al Signore per quanto mi ha dato?
“Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore!” (Sl 115,12-13) Mi appresto a dire poche parole, partendo proprio da questa espressione del salmo: “Alzerò il calice della salvezza”.
Che cosa vorrei, che cosa sogno, che cosa desidero?
Che questa comunità (auspico fortemente che le tre parrocchie diventino UNA COMUNITÀ) e io, come suo parroco, in questo momento fossimo innalzati! Questa elevazione sarà possibile solo se ci lasceremo guidare da alcuni registri: anzitutto quello dello Spirito, quindi quello della qualità delle relazioni e, ancora, il registro della gratuità. Tutti e tre sono, si manifestano e si esprimono, nell’Eucaristia; essa è il modello del nostro essere, del nostro agire, del nostro vivere, del nostro testimoniare l’esperienza cristiana. Con il termine “cristiano” non si intende un aggettivo che si aggiunge alla nostra vita, ma si indica l’essere come Cristo e fare quello che Lui ha fatto. Ho poi un sogno, un desiderio che ritengo importante, una testimonianza dovuta agli uomini. Essi vogliono vedere da noi una qualità di relazione che non è semplicemente dettata dalle simpatie, dai favori, dall’interesse, ma unicamente e soltanto dall’amore, dal rispetto, dall’essere tutti e sempre come il buon samaritano che si prende cura, che è capace, come ci dice il Vangelo, non di amare perché si è stati amati, ma di amare per primi, di amare senza ritorno, di amare senza interessi, di amare tutti, di amare nonostante tutto, di amare il tutto. In tutta franchezza vorrei dirvi che ho intenzione di fare il parroco e non altro.
A ognuno il proprio compito!
Sarò, perciò, colui che vi aiuterà a vivere nella comunità le relazioni.
E questo mi impegna a mettermi in ascolto, a non chiudere gli occhi e, a volte, nemmeno la bocca. Vorrei che si mettessero a fuoco le relazioni.
La relazione con Dio, innanzitutto, perché sia una comunità secondo il Vangelo. In secondo luogo vorrei che ci si focalizzasse sulla relazione con gli altri, nella parrocchia e al di fuori di essa.
Ogni volta che ci chiuderemo nel difendere privilegi di lobby parrocchiali che dividono, deturperemo il volto bello della comunità.
Dobbiamo aiutarci a combattere quella “cultura dello scarto” di cui parla Papa Francesco. Ogni persona del popolo e del popolo di Dio ha un valore assoluto e grande. Non possiamo lasciare indietro alcuno!
In questo cammino di servizio, noi cristiani siamo chiamati a essere testimoni di un amore ancora più grande, ancora più aperto, gratuito e generoso. Guai se elevassimo muri proprio noi!
Non possiamo preoccuparci soltanto di coccolare il sentimento religioso delle persone, perché noi dobbiamo costruire insieme la civiltà.
E questo richiede uno sforzo di accoglienza da parte di tutti.
Richiede l’impegno di un confronto e di una mano tesa da parte di tutti.
Così dobbiamo costruire! Altrimenti si creano realtà in cui ci si giudica, ci si condanna e non ci si stima. Un ultimo punto è la relazione con noi stessi, quella grande capacità di dialogo con la nostra vita, quel chiedere un di più a noi, quel chiedere in un rapporto difficile, sempre un supplemento di amore, di fiducia verso gli altri. Sono queste le piccole cose che vorremmo sognare tutti e se le sogneremo insieme si realizzeranno, perché fin quando un sogno è solo mio, resta tale, ma quando è condiviso, quando è un sogno di tutti, allora diventa realtà.
Ma ci sarà tempo, fratelli e sorelle, perché i sogni siano condivisi e diventino progetto e cammino. Invoco il nome del Signore su di te, carissimo Vescovo Antonio. Sempre e in ogni tuo intervento mi hai dimostrato il tuo affetto di padre, il tuo incoraggiamento, sostenendomi nell’accettare e nell’accogliere la volontà del Signore. Grazie! Invoco il nome del Signore su tutta la famiglia dei sacerdoti che collaborano con me in questa nuova esperienza: don Silvio, don Andrea, don Antonio e don Michele. Invoco il nome del Signore su tutta l’articolazione di questa comunità ricca e bella che il Signore oggi mi dà come un regalo, come una dote. Grazie! Cercheremo di vivere, di lavorare, di impegnarci tutti nella vigna del Signore. Concludo con un’immagine che vorrei donarvi come inizio di questa avventura e come provocazione e spunto di riflessione.
Mi sembra una bella parabola visiva: il relitto della Concordia.
A volte la Chiesa, come la Concordia, finisce sugli scogli. Conosciamo tutti la vicenda di quella nave da crociera. Era facile dire “È stato uno solo che ha sbagliato tutto”. Scusate, ma non ci credo! Non sono l’avvocato di Schettino. Ma la Concordia è finita sugli scogli, perché ha finito di essere Concordia ed è diventata discordia. Questo è il motivo! Io credo che possiamo farcela anche con la nostra comunità cristiana. Se siamo disposti a non essere discordia e opereremo per essere concordia, la nostra comunità potrà camminare e arrivare lontano. Questo credo sia il nostro programma da vivere assieme! Non ci rimane che cominciare a lavorare unitamente e ne ho proprio voglia!
S. Maria della Rotonda ci guidi e ci appassioni sempre di più in una fraternità cristiana!

Il vostro parroco

Don Fabio Santambrogio

 

 

Luca Maestri
TeleRadio Cremona Cittanova
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