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Il 6 settembre a Martignana l’ingresso di don Gino Assensi Il Vescovo: «La comunione è ancor più importante della presenza di un prete»

Ingressi nuovi parroci / 2

«Coraggio, non temete!». È citando il profeta Isaia che il vescovo Lafranconi si è rivolto alla comunità di Martignana di Po invitandola a volgere lo sguardo e la propria fiducia al vero Pastore, anche per superare le incertezze suscitate dal rapido succedersi di parroci degli ultimi anni. L’occasione è stata, nel pomeriggio di domenica 6 settembre, l’insediamento del nuovo parroco, don Gino Assensi, che dopo l’intensa esperienza da rettore del Santuario di Caravaggio torna alla guida di una parrocchia.

Pur nella sobrietà, domenica 6 settembre a Martignana di Po si poteva respirare aria di festa, in un clima di attesa e speranza. Quelle di una guida «continuativa e duratura», come ha auspicato il sindaco Alessandro Gozzi nel saluto al Vescovo e al nuovo parroco sul sagrato della chiesa. Un intervento che è stato occasione per offrire la collaborazione tra Amministrazione e Parrocchia, già consolidata negli anni. E non è mancata neppure una battuta riferita all’età di don Assensi, che sul giornalino parrocchiale aveva fatto riferimento al limite dei suoi sessant’anni (compiuti il 14 agosto scorso): «Siamo quasi coetanei. Vedrà – ha affermato il primo cittadino – che dimostreremo a questi giovani che l’esperienza dei sessant’anni a volte è più importante dell’intraprendenza dei giovani. Avremo tempo per dimostrarlo!».

In chiesa tanti martignanesi (che hanno voluto che questa fosse l’unica celebrazione eucaristica della giornata), ma anche i familiari di don Assensi (originario di Commessaggio, non molto lontano), diversi amici e parecchi caravaggini. Ad accompagnare la processione d’ingresso anche lo stendardo del Santuario di S. Maria del Fonte, che don Assensi ha guidato per circa otto anni.

Più di una decina i sacerdoti concelebranti. Tra loro anche il vicario zonale, don Ottorino Baronio, che all’inizio della Messa ha letto il decreto di nomina. Secondo il rito proprio degli ingressi dei nuovi parroci, don Assensi ha quindi asperso l’assemblea con l’acqua benedetta e incensato la mensa eucaristica.

Poi è stato il momento del benvenuto ufficiale della parrocchia, letto da Enore Soldi. Il rappresentante del Consiglio pastorale parrocchiale si è anzitutto rivolto al Vescovo ringraziandolo per aver dato a Martignana un nuovo parroco. Non sono mancate parole per esprimere lo sconcerto provocato in molti dal continuo avvicendamento di sacerdoti nell’ultimo quinquennio. Il pensiero, e il ringraziamento, è andato anche a loro, così come a quanti, da don Germinasi in avanti, hanno guidato la parrocchia intitolata a S. Lucia. Un benvenuto espresso insieme al dichiarato auspicio che il nuovo parroco possa spendere a Martignana ben più dei nove anni previsti dal decreto di nomina. Naturalmente con l’assicurazione di una fattiva e generosa collaborazione. Al termine del saluto un regalo: i contenitori per gli oli santi.

Le parole del rappresentate parrocchiale sono state riprese nell’omelia dal Vescovo che, citando le Letture, ha esordito: «Chissà se si può dire anche di voi di Martignana che siete smarriti di cuore?». Ma rileggendo il profeta Isaia ha subito rassicurato: «Coraggio, non temete! Dio comunque accompagna la nostra vita, accompagna la storia delle nostre comunità cristiane. E certamente attraverso le vicende, anche quelle umanamente meno comprensibili, vuol farci giungere qualche messaggio: anzitutto quello di credere e riconoscere che la Chiesa è sua prima di tutto, che Lui è il pastore e che noi preti siamo pastori in nome suo». Lo sguardo è andato così al vero Pastore, «colui che veramente salva».

Poi, riferendosi ai nove anni di nomina del nuovo parroco, ha proseguito: «Noi non misuriamo il nostro impegno, la nostra voglia di donarci, il nostro spirito di servizio, la nostra generosità, sulla durata del tempo, ma sulla validità della causa, su quell’amore con cui il vero grande Pastore ha dato la sua vita per tutti noi. Sembrerebbe che il ministero di Gesù non sia durato neanche nove anni, forse tre anni scarsi. Mi è sembrato molto significativo e anche molto consolante quello che pure abbiamo ascoltato prima e che esprimeva tutta la disponibilità e tutta la buona volontà dicendo: don Gino, può contare su di noi; non tutti saremo collaboratori, non tutti condivideremo alla stessa maniera, con lo stesso entusiasmo e con la disponibilità, ma può contare su di noi. Questo mi sembra l’atteggiamento bello che ci fa superare le scadenze, perché quello che viviamo lo viviamo come riflesso e profezia dell’eternità».

Infine il riferimento alla Seconda lettura, in cui l’apostolo Giacomo mette in guardia dalle divisioni e i pregiudizi che possono nascere in una comunità: «È ciò che va eliminato con decisione – ha detto il Vescovo –. Questo in una comunità cristiana è ancor più importante della presenza di un prete! Perché una comunità cristiana è chiamata a essere segno della presenza, dell’opera e della grazia di Dio, secondo quell’indicazione che Gesù ci ha dato: riconosceranno che siete miei discepoli si vi amerete l’uno con l’altro».

«Mentre affidiamo al Signore il ministero di don Gino – ha quindi concluso il Vescovo –, mentre rinnoviamo con gioia, entusiasmo e piena disponibilità il nostro impegno di servire questa comunità tutti insieme per farla crescere secondo l’immagine che Dio ha di ogni comunità dei suoi discepoli, chiediamo anche a Lui la grazia di poter rinsaldare tra di noi quei vincoli di comunione vera che sono fatti di verità nei rapporti, di pazienza nella condivisione, di tolleranza di fronte ai difetti che ciascuno di noi porta e che sono fatti di misericordia e di perdono, come chiediamo nella preghiera del Padre nostro: “Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori”».

La celebrazione è stata animata dalla corale parrocchiale, diretta da Jessica Braga. Ma l’intera assemblea ha potuto partecipare attivamente nel canto, e non solo, anche grazie al maxi schermo posizionato accanto all’altare, sul quale sono stati proiettati non solo i testi dei canti, ma anche le letture e le preghiere.

Prima della benedizione finale don Assensi ha preso la parola per il suo intervento. Un saluto che è stato più propriamente una preghiera di invocazione e di richiesta di benedizione: per i suoi familiari, gli amici, per i nuovi parrocchiani e per il suo nuovo ministero. Un’invocazione allo Spirito cui ha fatto seguito la richiesta di intercessione alla Vergine Maria e alla patrona santa Lucia.

Al termine dell’Eucaristia, dopo le firme sui documenti ufficiali da parte del Vescovo, del nuovo parroco e di Manuel Bozzetti e Marco Lui in qualità di testimoni, il saluto a don Gino è proseguito in maniera più informale in oratorio, dove è stato preparato un rinfresco di benvenuto.

Omelia del Vescovo: mp3 pdf

Saluto del nuovo parroco (mp3)

Photogallery: parte 1 parte 2 parte 3

 

Il saluto di don Assensi sul giornalino

È arrivata “Santa Lucia”! Certo, fuori stagione e nell’imperversare della canicola, non suscita le emozioni come quando, da bambini, la si attendeva nella data canonica. Eppure, benché non più bambino da un pezzo, per me ha costituito una sorpresa. Non m’aspettavo, infatti, di essere nominato parroco quando desideravo essere riciclato al più come collaboratore, senza responsabilità dirette di parrocchia. Ma questo – cari Martignanesi – nulla toglie al fatto che io venga tra voi molto volentieri!

Penso, inoltre, che questa “Santa Lucia” costituisca motivo di sorpresa anche per voi, in quanto è la prima volta che vi viene destinato un parroco che ha ormai sessant’anni. Se questo dato di fatto non mi garantisce certamente la vitalità caratteristica dei miei predecessori, spero di poter contare sulla vostra collaborazione (peraltro risaputa!) per il bene della comunità, nonché sulla vostra indulgenza (che non dovrà essere poca!) verso i miei limiti.

Problemi e difficoltà li affronteremo e supereremo insieme nella misura in cui l’attenzione della nostra fede sarà rivolta al Signore Gesù, nel cui nome ci raduneremo almeno ogni Domenica: accogliamone con sollecitudine la parola di vita e i sacramenti della salvezza, nell’attesa della sua venuta!

Questo basti per avviare con voi un dialogo che desidero il più cordiale e schietto possibile. A presto!

Don Gino

 

 

Biografia del nuovo parroco

Don Gino Assensi è nato a Sabbioneta (Mn) il 14 agosto 1955. Ordinato sacerdote il 23 giugno 1979, ha celebrato la sua prima Messa a Commessaggio, suo paese d’origine. Il primo incarico ministeriale è stato come vicario a Cremona, nella parrocchia Ss. Clemente e Imerio (1979-1983); quindi il trasferimento, sempre come vicario, a Bozzolo (1983-1988). Nel 1988 la promozione a parroco, con il vescovo Assi che gli ha affidato la comunità di Quattrocase, frazione di Casalmaggiore. Incarico al quale, dal 1993, ha affiancato anche quello di parroco della vicina parrocchia di Vicomoscano. Nel 1995 è tornato di nuovo a Cremona, come parroco di Cavatigozzi. Negli stessi anni è stato anche responsabile della Sezione Musica per la liturgia dell’Ufficio liturgico diocesano. Nel 2003 il ritorno in terra mantovana come parroco di Cicognara, diventando, dall’anno successivo, parroco moderatore della neonata unità pastorale di Cicognara, Cogozzo e Roncadello Po. Nel 2007 mons. Lafranconi l’ha nominato rettore del Santuario S. Maria del Fonte presso Caravaggio, incarico che ha mantenuto fino all’aprile scorso.

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Dalla Caritas richiesta di coperte e farmaci per i più poveri E torna la raccolta di S. Lucia

Appello alla solidarietà

Con l’arrivo di novembre le temperature sempre più basse. Nel più comune dei casi basta rispolverare coperte e giacconi per prepararsi alla stagione più rigida, ma non sono pochi quanti, a causa di una crisi che ancora continua a farse sentire, si ritrovano l’armadio vuoto, senza nemmeno la possibilità di una coperta. Da qui l’appello alla generosità di Caritas Cremonese, che chiede un aiuto ai cremonesi anche rispetto ai farmaci, senza dimenticare neppure i bambini, dato l’approssimarsi di Santa Lucia.

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Completamente rinnovato anche il sito internet della Federazione Oratori Cremonesi

Nuova grafica e stile giovane per la FOCr

In attesa della nuova versione del portale diocesano e del sito de “La Vita Cattolica” – on line per la solennità di Sant’Omobono, patrono della città e della diocesi di Cremona – il sito della Federazione Oratori si è completamento rinnovato: «Abbiamo pensato – spiega il presidente don Paolo Arienti – di rivedere stile e organizzazione non per sfizio, ma dentro una logica che vorremmo condividere con quanti seguono il nostro lavoro, lo apprezzano e ne impiegano con libera originalità risorse e idee». E così prosegue: «La comunicazione, il più possibile efficace e competente, se non può e non deve sostituire contenuti, pensiero e strumenti, certo aiuta. Un sito più agile ed immediato va in questa direzione. Abbiamo predisposto uno spazio web che mette molto più in correlazione immagini e testo, offre accesso ai contenuti in modo chiaro e veloce, si interfaccia con i social e presenta con semplicità la vasta gamma di attività, lavoro e approfondimenti che F.O.Cr. rende disponibile agli educatori delle nostre Parrocchie».

Parola d’ordine di questo importante Restyling è “dinamicità”: «Il dinamismo anche grafico che abbiamo scelto di imprimere al nuovo sito – continua don Arienti -, speriamo aiuti tutti a recuperare ciò che serve e a dialogare sui principali problemi educativi e sugli appuntamenti più significativi per ragazzi, giovani ed educatori».

Ed ecco alcune esempi concreti di dinamicità: la barra superiore del nuovo sito rimanda alle strutture più tecniche; quella principale, appena sotto, alle vaste aree dell’animazione, della formazione e della sussidiazione, sempre aggiornata e in crescita, ivi compreso un accesso rinnovato al Mosaico, il periodico per educatori e animatori d’oratorio. Già da anni sito e mensile cartaceo (disponibile anche in pdf per mail) sono pensati in stretta connessione. Da oggi, più che mai. Ma non finisce qui: un’agenda per gli appuntamenti sempre aggiornata e utile, il link fisso alla pagina di Facebook e le ultime news per non perdersi eventi imminenti accrescono l’offerta.

E così conclude il presidente F.O.Cr.: «Promettiamo che il nostro sito, come è stato negli ultimi anni, sarà sempre aggiornato, “sul pezzo”. È un impegno che per noi ha il sapore del dialogo costante, del lavoro quotidiano e della speranza di una costruzione comune di significati, cammini e proposte. Ai sacerdoti e agli educatori, ma anche ai genitori e a quanti hanno a cuore il capitolo formativo dei più giovani delle nostre comunità è riconsegnato questo spazio, nella sicura speranza che ne faremo buon uso per un percorso condiviso. Un grazie davvero grande a quanti dello staff Focr hanno lavorato per questo ulteriore tassello e si impegnano a continuare a lavorare per un servizio di ampio respiro».

Vai al sito della Federazione Oratori

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Il primo appuntamento della Settimana con la veglia di adorazione nella chiesa di S. Omobono

Settimana della Carità 2015

La Settimana della carità 2015 è stata inaugurata ufficialmente la sera di lunedì 9 novembre con la veglia di adorazione che, non a caso, è stata celebrata nella chiesa cremonese di via Ruggero Manna: Sant’Omobono. La celebrazione, presieduta dal direttore di Caritas Cremonese, don Antonio Pezzetti, si è svolta in comunione spirituale con  il V Convegno Ecclesiale Nazionale., inaugurato proprio in questa giornata a Firenze. Filo conduttore della Settimana della Catità 2015 è infatti “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”.

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L’Avvento è quasi alle porte Già disponibili i sussidi di preghiera e riflessione predisposti dalla F.O.Cr. Nuovi poster liturgici

Esempio di un testo da inserire

Il tempo forte dell’Avvento è quasi alle porte e sono già pronti i sussidi curati dalla Federazione Oratori Cremonesi per affrontare il cammino spirituale verso il Natale. Anche quest’anno sono stati preparati alcuni strumenti per ogni fascia di età, che aiutano famiglie, giovani, adolescenti e ragazzi a vivere momenti di riflessione e preghiera. Continua a leggere »

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Messa per i cento anni di vita di mons. Cavalleri. Il Vescovo: “Ha sempre operato per gli altri!”. Il festeggiato: “Mi preparo per l’eternità”

L'8 novembre presso la Casa di Cura delle Ancelle della Carità di Cremona

Nel pomeriggio di domenica 8 novembre in occasione dei 100 anni di don Mario Cavalleri, il vescovo Dante Lafranconi ha presieduto una Santa Messa di ringraziamento presso la Cappella della Casa di Cura “Ancelle della Carità” di Cremona insieme al festeggiato, a una ventina di sacerdoti e a un’assemblea di fedeli e amici, tra cui molti africani e diversi membri del cammino neocatecumenale. Una celebrazione calorosa e piena di affetto verso don Mario, allietata da canti gospel e seguita dall’immancabile taglio della torta.

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Conclusa trionfalmente la peregrinatio di don Grossi nella diocesi di Cremona

Soddisfazione di don Dalè

“Trionfo della fede”: potrebbe essere questa la sintesi di quanto è stato vissuto tra domenica 8 e lunedi 9 novembre a Gombito. Nella cornice suggestiva di una piazza Roma pavesata a festa, animata da antichi canti e invocazioni, giungeva, letteralmente tra due ali di folla, l’urna di San Vincenzo Grossi, proveniente da Vicobellignano. Davanti alla casa parrocchiale Il Sindaco e Il Parroco hanno dato il “benvenuto” alle spoglie mortali del novello santo proclamato alla venerazione della Chiesa universale il 18 ottobre ad opera di Papa Francesco.

Sovrastata dal baldacchino e scortata da carabinieri in grande uniforme, seguita da sacerdoti , l’urna è stata collocata al centro della navata della chiesa. Il parroco, Don Marino Dalè, ha precisato nuovamente le motivazioni che hanno mosso la parrocchia di Gombito a chiedere la presenza dell’urna con le venerate spoglie a in paese. Nel 1917 ci fu un singolare “turn over” di sacerdoti. Alla morte di Don Vincenzo Grossi a Vicobellignano, fu chiamato a succedergli Don Angelo Bernabè, contemporaneamente il vicario di Vicobellignano, nella persona di Don Ubaldo Grossi ( nipote di don Vincenzo) venne nominato parroco di Gombito. «In qualche modo – ha spiegato il parroco – ci siamo sentiti “imparentati” con un santo e desiderosi di raccogliere anche noi una benedizione, una emozione , un ricordo che diventa nostalgia di paradiso quale solo i Santi possono trasmettere».

Preparazione spirituale e materiale assai intensa quella che ha permesso di accogliere nel piccolo borgo il novello Santo. Con il Canto dei Vespri solenni in gregoriano con sette sacerdoti e l’esposizione del SS.mo Sacramento si è dato inizio alla lunga veglia di preghiera e di adorazione che ha visto una nutrita partecipazione durante la notte fino al mattino alle ore 8.30 quando è stata celebrata la Santa Messa solenne votiva di S.Vincenzo Grossi con il commiato e la partenza verso Maleo.

I vespri solenni sono stati presieduti da mons. Gabriele Bernardelli cancelliere della curia di Lodi nonché parroco di Castiglione d’Adda a cui hanno fatto corona sacerdoti della zona pastorale III. La solenne celebrazione del mattino è stata presieduta dal parroco don Dalè a cui si sono affiancati come concelebranti don Claudio Rubagotti di Persico Dosimo, Don Angelo Ruffini di s. Bassano e don Emilio Merisi di Romanengo.

Nei suoi interventi il parroco ha tenuto a sottolineare come la venerazione delle reliquie dei Santi sia uno strumento tradizionale della Chiesa che rimanda alla vita stessa di chi viene venerato e alla fonte di ogni grande Amore che è Dio stesso. Attraverso la venerazione delle reliquie si giunge a desiderare, in qualche modo, di essere associati alla visione beatifica di Dio in Paradiso.

Non è mancato, ovviamente il ringraziamento dovuto e necessario alla congregazione delle “Figlie dell’Oratorio” per la gentilezza e la cortesia dimostrate nel concedere benevolmente che l’urna venisse portata anche a Gombito.

«La “visita” di S. Vincenzo Grossi a Gombito – ha spiegato don Dalè – si è collocata nei grandi eventi religiosi ma anche civili che non mancano disegnare la Storia delle nostre comunità . Mai era accaduto qualcosa di simile a Gombito, ora l’auspicio è che numerose persone, nell’intimo della loro coscienza, decidano di farsi imitatori di S. Vincenzo come lui lo fu di Cristo per giunger anch’esse al traguardo raggiunto dal parroco cremonese».

Tra queste si colloca anche don Marino che, emozionato e coinvolto dall’evento, a stento ha trattenuto le lacrime innanzi all’urna.

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A Vicobellignano la festa per il ritorno del parroco don Vincenzo Grossi santo

In mattinata Messa col Vescovo

«Il ritorno del parroco in mezzo ai suoi figli, che in realtà non ha mai abbandonato». Così don Gabriele Bonoldi, parroco di Vicobellignano, ha sintetizzato lo spirito della giornata vissuta dalla comunità di S. Maria Assunta domenica 8 novembre, quando in terra casalasca ha fatto ritorno il corpo di don Vincenzo Grossi, da neanche un mese proclamato santo. Un giorno, atteso e preparato con cura, che ha avuto il suo momento più solenne con la Messa presieduta alle 11 dal vescovo Lafranconi.

Saluto del parroco (mp3)        Omelia del vescovo (mp3)

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Il corpo di san Vincenzo Grossi è giunto nella frazione di Casalmaggiore intorno alle 9.30, proveniente da Regona di Pizzighettone (prima tappa diocesana della peregrinatio nell’ambito della memoria liturgica del nuovo santo). L’urna di cristallo è stata posta ai piedi dell’altare. A fianco la reliquia che da 40 anni è conservata in chiesa, nella prima cappella di destra: alcuni frammenti ossei del braccio e della mano.

Un corridoio di fiori accompagnava in chiesa l’arrivo dei fedeli. Sopra il portone la gigantografia del nuovo santo, che qui fu parroco da dal 1883 sino alla morte, avvenuta il 7 novembre 1917. Lo ricordava lo striscione: “34 anni a Vicobellignano”. Sotto il motto di san Vincenzo: “La via è aperta: bisogna andare”.

Per tutti all’ingresso in chiesa tappa d’obbligo davanti all’urna del Santo. È stato così anche per il sindaco di Casalmaggiore, Filippo Bongiovanni, e per i bambini del catechismo, accompagnati dal parroco e dalle catechiste.

Dall’oratorio, allo scoccare delle 11, è partita la processione d’ingresso. Dopo i ministranti, i sacerdoti concelebranti: don Andrea Paroli (originario del paese), don Angelo Bravi (che qui ha prestato servizio alcuni anni), l’ex parroco e residente don Franco Vecchini e l’emozionato parroco don Gabriele Bonoldi, alla guida di questa comunità del 2011. A garantire il servizio all’altare il diacono permanente Luigi Lena.

La celebrazione, animata con il canto dalla corale parrocchiale, è iniziata con l’omaggio al Santo e il Vescovo che ha incensato l’urna di don Grossi. In prima fila, insieme al primo cittadino, una delegazione delle Figlie dell’Oratorio.

All’inizio della Messa il saluto del parroco, don Bonoldi, che ha sottolineato come questo giorno di festa segni «il ritorno del parroco in mezzo ai suoi figli». Una presenza che in realtà non è mai mancata in parrocchia, ha affermato il sacerdote, certo di uno sguardo di particolare attenzione dal Cielo.

Proprio la figura del santo parroco di Vicobellignano è stata al centro dell’omelia di mons. Lafranconi, che ha in particolare fatto riferimento al contesto di disorientamento nel quale don Grossi ha vissuto. Una situazione  certo non facile, affrontata con l’approfondimento e la messa in pratica del Vangelo insieme a una forte testimonianza di carità. Elementi essenziali – ha ricordato il Vescovo, riportando lo sguardo sull’oggi – che sempre devono essere recuperati nei momenti di maggior smarrimento.

Il Vescovo ha poi ricordato l’anelito evangelizzatore di don Grossi, che in ogni circostanza trovava occasione per annunciare il messaggio di Cristo, sia nei confronti dei giovani che delle generazioni adulte. Non è mancato il riferimento all’invito di Papa Francesco a portare sempre con sé e leggere quotidianamente il Vangelo, con l’invito alla comunità di Vicobellignano di riuscire a far risuonare ogni giorno, nella vita quotidiana, la bellezza del messaggio cristiano.

Altro elemento caratterizzante il ministero di don Grossi è stato il darsi da fare perché i suoi parrocchiani evitassero il peccato. Un richiamo che il Vescovo ha attualizzato mettendo in guardia dall’adattamento al costume comune.

Don Vincenzo Grossi non è mai stato un prete rassegnato – ha proseguito il Vescovo – invitando a guardare con carità alle nuove povertà: dai problemi legati ai fenomeni migratori, alla mancanza di lavoro o alle situazione di fragilità (anche economica) dei divorziati. Da qui, con uno sguardo al prossimo Giubileo, l’invito ad avere un cuore misericordioso.

«Chiediamo a questo nostro santo parroco – ha concluso il Vescovo – di donare a noi preti l’instancabilità dell’annuncio e donare a tutti voi il desiderio e il bisogno di riaccostare, in maniera convinta e intelligente, la Parola di Dio, per trasfonderla poi nell’operosità della carità. Così diventata vero quello che abbiamo chiesto nella preghiera all’inizio della celebrazione: “O Dio, che hai scelto san Vincenzo Grossi per difendere la fede e promuovere la vita cristiana, fa’ che per il suo esempio e la sua intercessione possiamo praticare nella vita le verità che abbiamo ricevuto nella fede”».

Al termine della celebrazione ha preso la parola don Franco Vecchini che, ricordando l’intensa giornata del 18 ottobre scorso a Roma per la Canonizzazione, ha donato al Vescovo una foto ricordo dell’incontro avuto proprio in quella occasione con lui insieme ai pellegrini di Vicobellignano.

La mattinata si è conclusa con un momento conviviale in oratorio. Il pomeriggio ha quindi offerto ancora l’opportunità per la preghiera personale davanti all’urna del Santo. Dopo il Vespro, il corpo di san Vincenzo Grossi ha lasciato la frazione di Casalmaggiore alla volta dell’ultima tappa diocesana: Gombito.

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SAN VINCENZO GROSSI
Tutti gli eventi
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Verso la canonizzazione

La canonizzazione

La peregrinazione dell’urna con i resti del santo

Le Figlie dell’Oratorio 

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