AC, al Campo Issimi 2024 una “Questione di feeling”

image_pdfimage_print

 

Il 27 luglio è iniziato il “Campo Issimi”, l’ormai tradizionale settimana organizzata dall’AC della diocesi di Cremona per i ragazzi dalla prima alla quinta superiore. La meta di quest’anno era Sauze d’Oulx, un piccolo paese della Val di Susa in provincia di Torino.

Prima ancora che partisse il pullman, l’entusiasmo e l’emozione di un nuovo inizio erano visibili sui volti dei ragazzi: i veterani già sapevano che cosa aspettarsi, ma è stato anche bello vedere tanti nuovi volti curiosi e forse un po’ spaventati.

La Sacra di San Michele è stata la prima tappa di una lunga e piena settimana. In questo luogo il gruppo ha iniziato a conoscersi, muoversi assieme, condividere esperienze. Una volta invece arrivati a Sauze d’Oulx, il gruppo ha trovato ad aspettarlo un bellissimo hotel e un paesino dall’atmosfera magica che presto sarebbe diventato teatro delle proprie avventure.

I ragazzi, pian piano, hanno iniziato a entrare sempre di più nel vivo del campo sperimentandolo in tutte le sue forme: non sono potuti mancare il ballo di gruppo e il gioco musicale, mentre tra le tante novità introdotte è giusto ricordare il “Fantacampo”, una gara a squadre che ha accompagnato per tutta la settimana. Per vincere non bastava solo arrivare primi nei giochi… bisognava anche riordinare le stanze, depositare per un po’ i telefoni e raccogliere i libretti.

Il cuore di questa esperienza, però, sono state le attività, che per quest’anno si sono incentrate sul tema dell’amore, fulcro dal quale poi è scaturito il nome al campo: “Questione di feeling”. Si è cercato di definire che cosa è l’amore e come si manifesta, oltre ad aver parlato delle proprie relazioni sempre più vissute in modo virtuale. Sono stati anche trattati altri temi come l’importanza e la centralità dell’amore verso se stessi, il fallimento nei rapporti con gli altri e l’affettività consapevole.

Oltre a far tesoro dei momenti di riflessione, ci sono state anche occasioni di svago che hanno acceso e divertito sia i ragazzi sia gli educatori. Si è partiti inizialmente con una sfida fra dame e cavalieri, poi ci sono state le “vere” olimpiadi, con tanto di premiazioni e inno d’Italia. Successivamente i ragazzi sono stati messi alla prova con una cena con delitto da risolvere, una escape room da superare e un gioco per il paese alla ricerca di una gemma nascosta. Da non dimenticare, infine, la serata party che ha raggiunto il culmine in un’improvvisata discoteca.

Ma non sarebbe stato un vero campo in montagna se non ci fossero state le gite: ne sono state fatte due. Gli educatori avevano promesso semplici giretti, ma bisogna ammettere che non è stato sempre così. Arrivare tutti assieme alla meta, però, è valso ogni fatica. Passo dopo passo è stato raggiunto il lago Laune e qualche giorno dopo, fra canti e chiacchierate l’alpeggio “Malafosse alta”.

Non è stata certo lasciata ai margini la parte spirituale del campo, anche grazie all’aiuto di don Daniele Rossi. Tutti i giorni la preghiera è stata resa protagonista con la Messa, le Lodi, i commenti al Vangelo e la Compieta. I sette giorni di campo sono stati un’occasione per vivere la gioia del pregare assieme, ma anche per sperimentare la bellezza del silenzio e della meditazione individuale con il deserto e l’adorazione.

L’ultimo giorno, il 3 agosto, fra abbracci, pianti e saluti si è anche visitato il Colle don Bosco, luogo in cui è nato il santo di cui porta il nome.

«Noi educatori – spiegano gli accompagnatori – siamo stati davvero contenti di come è andata la settimana: provenienti da esperienze, idee e contesti diversi ci siamo trovati uniti negli obiettivi e nel desiderio di andare oltre all’essere semplici animatori. La vera forza del campo però sono stati sicuramente i ragazzi che hanno saputo donarci la voglia di esserci, la capacità di mettersi in gioco e in discussione. Sono riusciti a fidarsi e a buttarsi, a portare il desiderio di includersi e non lasciare indietro nessuno. Va a tutti loro il primo ringraziamento a cui segue quello per i cuochi, per il don e per tutti coloro che hanno dato una mano, rendendo il campo possibile. Abbiamo parlato di amore, ma soprattutto lo abbiamo visto e lo abbiamo sperimentato. Questa settimana ci ha dimostrato che vivere amando è possibile e quando ci chiediamo perché è stato così bello provare tutto ciò, ci tornano in mente le Sue parole: “Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri”».

TeleRadio Cremona Cittanova
Facebooktwittermail