“Tempi nuovi. Cremona riparte”: sul Torrazzo un momento per ripensare le sorti di una città pronta a rimettersi in gioco (VIDEO)

Martedì 2 giugno è stato trasmesso il talk promosso da Riflessi Magazine e Museo Verticale sul presente e il futuro della città

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Dopo settimane di reclusione e isolamento, la quotidianità di milioni di persone sta lentamente ritornando a quella di mesi fa, sebbene costellata da dubbi e domande di senso sul futuro. Proprio per questo risulta necessario fermarsi e sforzarsi di guardare oltre: il team di Riflessi Magazine, in collaborazione con il Museo Verticale del Torrazzo, ha così proposto una bellissima occasione di dialogo e confronto con Anna Lazzarini, docente del dipartimento di Scienze umane e sociali  dell’Università di Bergamo nonché autrice di “Polis in Fabula” e “Il mondo dentro la città”, e Fabio Antoldi, professore del dipartimento di Scienze economiche e sociali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e direttore del Centro di ricerca per lo sviluppo imprenditoriale (Cersi). L’evento, condotto da Filippo Gilardi, giornalista di Riflessi Magazine, è stato trasmesso nella serata di martedì 2 giugno sul sito del magazine digitale oltre che i canali web della Diocesi. La scelta della location di questo accattivante evento è altrettanto interessante: il Museo Verticale del Tempo, ubicato nelle viscere del cuore di Cremona, il Torrazzo.

Il punto di partenza è stato un bilancio della crisi, che, secondo entrambi gli ospiti, ha avuto ricadute enormi a livello culturale, economico e sociale. Tuttavia, come sottolinea la professoressa Lazzarini, «la crisi generata dalla pandemia si è innestata su una serie di altre crisi, che già stavamo vivendo, e porta una nuova consapevolezza rispetto a due questioni: la condizione umana come interdipendenza e interconnessione sul pianeta e l’unicità del destino». «Questa crisi, soprattutto sul versante economico, – prosegue Antoldi – è stata un acceleratore, un innesco potente di cambiamenti e contraddizioni». La vera domanda, pertanto, non è “come riprendere l’economia di prima”, bensì “quale economia vogliamo”. Paradossalmente la crisi potrebbe diventare una preziosa occasione per prendere sul serio i temi della sostenibilità, della giustizia sociale, della distribuzione del reddito. La chiave di volta consisterà, dunque, nel riconoscere quei «giacimenti di conoscenza che chiamano la possibilità di produrre nuovi servizi e beni, sulle quali costruire opportunità per giovani imprenditori».

Una città di cultura, come Cremona, dimostra anche una vocazione all’innovazione ed alla creatività, soprattutto ma non esclusivamente dei giovani. Il tema dell’innovazione e dell’impegno giovanile sono stati quindi ampiamente dibattuti dai due ospiti, partendo dai meravigliosi filmati di ProCremona, che ha recentemente omaggiato la città con video virali, veri e propri inni alla bellezza della città dedicati soprattutto agli operatori in prima linea contro la minaccia CoViD-19: indimenticabile e toccante l’esibizione di Lena Yokoyama sulla cima del Torrazzo. Servono, allora, “luoghi di coagulo sociale”, provoca Lazzarini, «per riunire le energie positive e le potenzialità dei giovani ed indirizzarle verso la costruzione di corresponsabilità e passioni liete».

Il fil rouge che collega tutti i puntini è, in qualche modo, la centralità delle relazioni, dell’empatia e della solidarietà, in parte riscoperta proprio grazie alla pandemia ed alla quarantena. Su questo tema così delicato interviene anche il vescovo Napolioni, che descrive la comunità come «una grande rete che dipende dalla tenuta di ciascuno dei suoi piccoli nodi, dalla proporzione delle forze in gioco, dall’equilibrio degli spessori dei fili della trama, dall’armonia e leggerezza con la quale tutto si muove, respira, danza, lasciando passare e crescere la vita». In questa rete occorre avere un’attenzione specifica alle fragilità, alle persone con disagi e difficoltà, abbandonate e isolate non solo durante la quarantena. «Mettere al centro la fragilità significa progettare un mondo ed un tempo migliore per tutti», commenta Lazzarini, predisponendo risorse e aprendosi ad orizzonti nuovi. Le nuove fragilità, prevede Antoldi, saranno essenzialmente in termini di “mancanza o riduzione del reddito”, che richiama un tema scottante: occorre attenzione a non trasformare la risposta emergenziale in assistenzialismo.

Si prospettano, dunque, “Tempi Nuovi” per Cremona, ricchi di sfide complesse, dal ruolo della cultura allo spazio per l’innovazione, dall’attivismo dei giovani all’attenzione alle fragilità: sfide da affrontare con speranza, ottimismo ed impegno, consapevoli della centralità della rete di relazioni che sostiene l’economia e la vita della comunità.

 

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Andrea Bergonzi
TeleRadio Cremona Cittanova
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