San Michele Vetere, per l’Immacolata inaugurata dal Vescovo la chiesa restaurata

Ma ad essere presa a cuore non è stata soltanto la realtà del tempio fatto di mattoni

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La solennità dell’Immacolata Concezione è stata l’occasione per inaugurare, alla presenza del vescovo Napolioni, la chiesa restaurata di San Michele Vetere, a Cremona. Quello che, secondo la tradizione, sarebbe l’edificio di culto più antico della città negli ultimi anni è stato oggetto di un intervento complesso che ha coinvolto la facciata, le campane e l’interno, con la parte pittorica insieme all’impianto luci, di riscaldamento e l’organo. Ad essere presa a cuore, però, non è stata soltanto la realtà del tempio fatto di mattoni: unitamente si è lavorato sul cammino di conversione della comunità, per avere davvero una chiesa rinnovata capace di avere nuovo slancio di fede e di missione.

Lo ha sottolineato con forza il parroco, don Aldo Manfredini, nel momento d’inaugurazione che, nel pomeriggio di domenica 8 dicembre, ha anticipato la Messa. L’occasione anche per riassumere i numerosi interventi effettuati e riguardanti parecchi elementi architettonici e decorativi, quali quadri, altari, colonne e capitelli, definiti «segni preziosi della fede dei nostri padri che abbiamo ricevuto e valorizzato». Senza dimenticare tutta la decorazione interna delle navate e del presbiterio, con il nuovo organo, che «rendono ora visibili i mattoni di cui è fatta la costruzione, richiamo ad ogni cristiano perché sia pietra viva della costruzione della Chiesa».

L’ultima parte, recuperata e restaurata, è stato l’abside, impreziosito dall’affresco – unico e raro – del Cristo pantocratore, al quale è stato letteralmente dato un volto mediante la proiezione di un’immagine realizzata ad hoc, per «essere guardati dal Signore, porre i nostri occhi nei suoi occhi, sentirci rassicurati dal suo Amore e dalla sua maestà», ha affermato il parroco.

La mole di lavoro ha richiesto la partecipazione di un gruppo corposo di professionisti – grafici, architetti, restauratori – che, insieme, hanno saputo portare alla luce le bellezze di un vero e proprio gioiello architettonico.

Tuttavia, ha sottolineato don Manfredini, «abbiamo dedicato tanto tempo e tanto impegno a questa chiesa, ma il bene più prezioso è colui che la abita e che qui ci convoca per incontrarci, radunarci e inviarci come portatori di vita nuova, sana, rigenerata»: per questo ha insistito nel parlare di «Chiesa restaurata» piuttosto che «restauro della chiesa», perché al centro ci sia la Chiesa, la comunità.

D’altra parte, come ha ripreso monsignor Napolioni nell’omelia, il silenzio della contemplazione, della preghiera e dell’adorazione (anche e soprattutto della nuova chiesa) deve poi concretizzarsi in azione, in quanto tutti siamo chiamati «a non fermarci alle immagini, a non fermarci alle pietre» quanto piuttosto «a fare un salto dalle immagini all’Immagine».

«Con le contraddizioni del nostro tempo, immersi nella “civiltà dell’immagine”, i bambini e i ragazzi crescono bombardati da immagini a loro disposizione ovunque, immagini che trasmettono sia la cronaca, sia le menzogne, sia il fascino delle cose del mondo», ha proseguito il Vescovo, provocando la chiesa gremita di fedeli. Tuttavia, «Dio ha scelto di correre questo rischio, di mettersi in mezzo a noi, un volto tra gli altri, una storia tra le altre: Gesù nasce da Maria e Maria viene preparata come il grembo del nuovo volto dell’uomo e della donna, della nuova umanità, della Chiesa e della sua missione».

Il Vescovo, quindi, ha preso spunto dalle meravigliose opere della chiesa, ricordando che Dio, facendosi corpo, entra nella storia e permette di fare esperienza, a partire da Maria, Immacolata Concezione, del mistero della salvezza: occorre però scegliere bene i riferimenti, le immagini da osservare e seguire, per vivere al meglio questo periodo di Avvento in attesa del Natale, memori di essere davvero immagine e somiglianza di Dio.

La liturgia, animata con il canto della corale parrocchiale, è stata concelebrata dal vicario episcopale don Gianpaolo Maccagni, dall’incaricato diocesano per i beni culturali ecclesiastici don Gianluca Gaiardi insieme ai sacerdoti della parrocchia: il parroco don Aldo Mandredini e i collaboratori mons. Achille Bonazzi e don Pier Altero Ziglioli.

Accanto a questo momento liturgico altri due di carattere culturale e spirituale: nella serata del 7 dicembre il concerto di organo e trombe con il Quartetto Lodovico Grossi e la sera di venerdì 13 dicembre (ore 21) l’elevazione musicale con all’organo Roberto Chiozza e i canti della schola cantorum parrocchiale diretta da Mariano Fornasari.

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Andrea Bergonzi
TeleRadio Cremona Cittanova
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