“Pellegrini di speranza”: il messaggio del Vescovo con le Linee pastorali 2024/25

Il messaggio del Vescovo disponibile online. Nei prossimi giorni il fascicolo in distribuzione in tutte le parrocchie

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La Diocesi di Cremona si prepara a un anno di rinnovamento e speranza, guidata dalle nuove indicazioni pastorali del Vescovo Napolioni che da oggi sono disponibili online al seguente LINK e che nelle prossime settimane saranno distribuite in tutte le parrocchie in un fascicolo cartaceo con il calendario dell’anno pastorale.

L’invito rivolto alle comunità della Chiesa cremonese è quello di riscoprire la speranza come motore di fiducia e rinnovata energia spirituale. Papa Francesco ha definito i fedeli “pellegrini di speranza”, ricordando che “la speranza non delude” (Romani 5,5) e sottolineando l’importanza dell’amore divino. Questo messaggio si inserisce nel più ampio contesto del Giubileo del 2025, un evento che rappresenta un’opportunità unica per ravvivare la fede e rafforzare la comunità cristiana, illuminata dallo Spirito Santo. La nuova pastorale è dinamica e in continuo movimento e invita le parrocchie a incontrare il prossimo con coraggio e pazienza. La speranza educa alla pazienza, necessaria per comprendere e rispettare i tempi di Dio e delle persone. La comunità cristiana è chiamata a rispondere con umiltà e determinazione alle sfide globali, restando aperta alle novità che il futuro riserva.

Nello stile del “cammino” i nuovi percorsi approfondiscono i diversi ambiti della vita pastorale, chiamati simbolicamente “vie”: le vie della formazione alla comunione e alla corresponsabilità nel servizio, della liturgia, della preghiera e della spiritualità e della missione nello stile della vicinanza e della prossimità. La Chiesa è chiamata a vivere secondo il modello delle prime comunità cristiane: “Erano assidui nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli e nell’unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere” (Atti 2,42), testimoniando la bellezza di essere pellegrini di speranza in un mondo in continua evoluzione.

Pubblichiamo di seguito il testo integrale del messaggio per l’anno pastorale del Vescovo Napolioni:

 

Pellegrini di speranza

Linee pastorali 2024/25

 

Tutti sperano. Nel cuore di ogni persona è racchiusa la speranza come desiderio e attesa del bene, pur non sapendo che cosa il domani porterà con sé. L’imprevedibilità del futuro, tuttavia, fa sorgere sentimenti a volte contrapposti: dalla fiducia al timore, dalla serenità allo sconforto, dalla certezza al dubbio. Incontriamo spesso persone sfiduciate, che guardano all’avvenire con scetticismo e pessimismo, come se nulla potesse offrire loro felicità. Possa il Giubileo essere per tutti occasione di rianimare la speranza. La Parola di Dio ci aiuta a trovarne le ragioni [Francesco, Spes non confundit 1].

Con queste parole il Papa chiama tutti a farsi “pellegrini di speranza” nel Giubileo 2025, nella certezza che “la speranza non delude” (Rom 5,5), perché “nasce dall’amore e si fonda sull’amore che scaturisce dal Cuore di Gesù trafitto sulla croce” [Francesco, Spes non confundit 1]. E lo Spirito Santo ne irradia luce e calore nella Chiesa in cammino, come fiaccola che mai si spegne. Per rianimare la speranza innanzitutto in noi, popolo di Dio, annunciatori e testimoni del Vangelo, senza ignorare la complessità di questo tempo e i dolori della vita. Per fare una pastorale della speranza, semplice e in movimento, non restando fermi ma andando incontro. Con fiducia, con coraggio e con pazienza. La speranza infatti ci educa alla pazienza, necessaria per rispettare la libertà di Dio e delle persone, i tempi e modi del loro misterioso incontro.

Così ci mettiamo in cammino, ancora, insieme alla Chiesa universale, italiana, lombarda, con umiltà e decisione, davanti alle grandi sfide epocali che ci costringono a smuoverci, a osare, grati per la strada aperta da chi ci ha preceduto ed aperti al nuovo che la vita ci sollecita giorno per giorno.

Ci facciamo pellegrini, non solo verso Roma o verso i nostri santuari, ma verso il Signore che guida la storia al suo compimento. Verso il Signore incarnato e vivente in ogni uomo e donna, specie nei piccoli e nei poveri, in ogni famiglia e comunità, non solo le nostre ma anche quelle che ci sorprendono per la diversità dei linguaggi e delle esperienze. Verso il Signore che tanto ama l’umanità per cui ha dato la vita, insegnandoci a stare da cristiani in questo mondo, non altrove, con passione per il bene comune, per la pace e per il futuro che Dio prepara a tutti i suoi figli.

Ci farà bene coltivare nella preghiera, ispirata dalla Parola di Dio, questa spiritualità della strada e del pellegrinaggio, nella precarietà ed essenzialità che si impongono. Così lo Spirito ci farà uscire e incontrare, accogliere e condividere, celebrare e narrare… lungo le vie che ripartono dal DNA della vita cristiana, secondo Atti 2,42: Erano assidui nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli e nell’unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere.

 

È tempo di “parrocchie nuove”, per tutti!

Per entrare nella gioia nuziale di Dio amante della vita degli uomini, la Chiesa ha il compito di offrire “vino nuovo in otri nuovi”, che non significa buttare tutto il vecchio, ma praticare “il segreto mistero della speranza che con acque cattive fa acqua pura e fa anime fresche con vecchie anime” (Peguy), secondo la logica della rinascita battesimale. Preoccupandosi della cura della vigna e della vendemmia, insomma del buon vino, più che della organizzazione e manutenzione dei contenitori. La vigna del Signore è ovunque, e in essa Egli instancabilmente fa germogliare una varietà di doni, magari nascosti dietro apparenze problematiche ed inquietanti. Assumendo lo sguardo empatico di Gesù, possiamo vedere gli infiniti semi del Regno e prendercene cura con entusiasmo.

Chi è il soggetto di questa opera di ascolto e dialogo, di annuncio e testimonianza, di animazione e missione? La comunità cristiana, in ogni sua incarnazione e dimensione, piccola o grande che sia. La Chiesa locale che vive non solo nelle sue parrocchie, ma anche nelle comunità religiose, nelle associazioni e nei movimenti ecclesiali, nella varietà delle vocazioni e dei ministeri.

A vent’anni dalla chiarissima Nota CEI Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia, dopo tanti progetti, passi e bilanci del cammino riguardo le Unità pastorali, oggi sappiamo su cosa puntare. L’accelerazione del cambiamento della realtà, dopo la pandemia e col cammino sinodale, ci impone di non rassegnarci al veder progressivamente esaurire la vita ecclesiale nell’inesorabile declino dei servizi religiosi attualmente assicurati con capillarità anacronistica. Perché l’organismo ecclesiale sia vitale e propositivo, occorre riabilitarne il corpo comunitario.

Dunque, la Chiesa Cremonese non può tardare nel darsi PARROCCHIE NUOVE:

  • decisamente espressive dell’ecclesiologia del Vaticano II, in cui tutto il popolo di Dio accoglie il dono-mistero di comunione in concrete forme di incontro e fraternità, che generano vita e fede, secondo una logica di fecondità missionaria che diventi significativa per tutte le generazioni;
  • con al centro una comunità di discepoli adulti che attingano alle fonti della Parola e della Grazia la capacità di evangelizzare, manifestando tanti modi di farsi prossimo agli altri, come Chiesa che umilmente vive tra le case della gente;
  • aprendosi attivamente al territorio (e alle sue modificazioni di fatto), alle relazioni con la diocesi (la Chiesa madre) e le comunità vicine (sorelle e non rivali), mettendo in primo piano la cura delle relazioni interpersonali e la costruzione del regno di Dio anche nelle cose del mondo;
  • dove i presbiteri privilegiano relazioni di fraternità e condivisione, senza paura di valorizzare il ministero dei diaconi, i doni della vita consacrata, l’esperienza di associazioni e movimenti laicali;
  • dove le responsabilità si condividono, con chiarezza, tra diverse vocazioni, sviluppando le “presidenze” del consiglio pastorale, e promuovendo gradualmente le nuove ministerialità;
  • creando non solo servizi alle famiglie, ma una rete di piccoli gruppi di famiglie, che insieme all’oratorio sviluppino in équipe il progetto educativo che sostiene l’iniziazione cristiana e la pastorale giovanile;
  • parrocchie nuove che stimano talmente i momenti celebrativi comuni da ripensarli nella quantità e qualità.

Questo l’obiettivo verso cui ripartire! Se tutte le parrocchie attuali saranno coinvolte in questo percorso di rinnovamento (il vino nuovo), molte saranno chiamate anche a scoprirsi più ricche e vitali unendo le forze sul territorio (anche otri nuovi), procedendo eventualmente a qualche forma di fusione giuridica, che si potrà attuare caso per caso e al momento opportuno.

Per aiutarci in questo sforzo, abbiamo sperimentato in diverse occasioni il valore decisivo della stima tra le diverse componenti della comunità ecclesiale, lo scambio di esperienze e sensibilità tra le generazioni, le diverse vocazioni, i territori… in quello stile di famiglia che deve poter plasmare il volto delle nostre comunità, dove tanti giovani vorrebbero trovare “una casa in cui si cena tra amici, sentendosi accolti ed amati”, come ci han fatto capire in tanti modi. L’annuale assemblea dei responsabili degli oratori ci farà approfondire insieme i temi della guida educativa da condividere, valorizzando doni e competenze di ciascuno.

Mentre ogni comunità si impegnerà nel proprio percorso, non tema di farsi “pellegrina di speranza” verso un’altra comunità, magari quella più vicina, anche con gesti visibili di pellegrinaggio e di preghiera comune.

Questo sarà così un anno di sinodalità vissuta, che nella celebrazione dell’Eucaristia ha il suo momento più alto, che deve brillare per coralità, aderenza alla vita, docilità allo Spirito di Dio. Chiedo di accogliere in questa luce le proposte che ora verranno delineate.

 

Le vie della formazione alla comunione e alla corresponsabilità nel servizio

Memori dei momenti di grazia che in questi anni abbiamo vissuto come Chiesa di Dio che è in Cremona, ci impegniamo tutti a dare priorità a ciò che nutre ed esprime la comunione, cominciando dalla programmazione parrocchiale, che deve sempre essere figlia di quella diocesana. Confido che anche le comunità religiose e le aggregazioni laicali abbiano in attenzione costante i ritmi della condivisione con il vescovo, il presbiterio e tutto il popolo di Dio.

Abbiamo sperimentato che ci guadagniamo tutti quando attingiamo insieme (fedeli laici, fedeli ministri, fedeli consacrati) alla medesima fonte della Parola e della Grazia, maturando così un discernimento comunitario e una capacità di azione che solo il NOI ecclesiale garantisce, meglio di qualsiasi carisma isolato o leadership speciale.

Per questo, in linea con quanto sta emergendo nel cammino sinodale più ampio, quest’anno privilegeremo alcune forme di condivisione nella preghiera, nella formazione, nell’impostazione della pastorale, a livello diocesano, zonale, parrocchiale.

Nessuno dubita che la presidenza dell’eucaristia sia compito del presbitero e che il parroco abbia il ministero della guida della/e comunità a lui affidate. Ma stiamo sperimentando ovunque con frutto il valore di una “presidenza” del Consiglio pastorale condivisa con un vicepresidente laico. Meglio ancora svilupparla progressivamente in forma più collegiale, in modo che sia formata da: parroco moderatore + ev. vicario + due vicepresidenti laici del consiglio pastorale (un uomo e una donna), mentre è raccomandabile coinvolgere anche gli altri sacerdoti e i superiori delle comunità religiose attive nella comunità.

I membri di queste “presidenze” si impegnano a partecipare (insieme alle équipe zonali, che continuano ad affiancare i vicari zonali per la cura dei collegamenti operativi con gli ambiti della pastorale diocesana) ai “ritiri ed incontri unitari” che verranno sperimentati quest’anno a livello diocesano e zonale per crescere insieme nei contenuti e negli stili di rinnovamento ecclesiale e pastorale che il Signore ci affida.

Lo faremo secondo il seguente calendario:

Tra il 12 e il 20 settembre Assemblee zonali delle “presidenze” parrocchiali, che il Vescovo incontra per un mandato che apre il cammino dell’anno
Sabato 28 settembre,

ore 9-17

Convegno pastorale diocesano in Seminario (aperto a tutti),

sul tema “Pellegrini di speranza”, introdotto dalla relazione

di Mons. Marco Prastaro, Vescovo di Asti

Giovedì 21 novembre,

ore 19-22

Nelle zone: ritiro spirituale unitario

(èquipe zonale e presidenze parrocchiali, aperto anche agli altri membri dei Consigli pastorali)

Giovedì 16 gennaio 2025,

ore 19-22

Nelle zone: incontro pastorale unitario

(èquipe zonale e presidenze parrocchiali)

Giovedì 13 febbraio,

ore 19-22

In seminario: assemblea sinodale diocesana, per confrontarci e dare il nostro contributo alla fase profetica nazionale
Giovedì 13 marzo,

ore 19-22

Nelle zone: ritiro spirituale unitario

(èquipe zonale e presidenze parrocchiali, aperto anche agli altri membri dei Consigli pastorali)

Giovedì 5 giugno,

ore 19-22

Nelle zone: incontro pastorale unitario

(èquipe zonale e presidenze parrocchiali)

La diocesi fornirà per tempo indicazioni di contenuto e di metodo per l’impostazione e la conduzione di ritiri ed incontri unitari, ovviamente con possibilità di adattamento da parte delle zone. Tenendo conto degli incontri e ritiri unitari, viene ridimensionato e armonizzato il consueto calendario degli incontri e ritiri per le specifiche categorie vocazionali: presbiteri, diaconi, religiose. In particolare, a livello diocesano, restano fissati, nel seminario di Cremona, gli incontri plenari del presbiterio, mirati ad alcune capacità relazionali essenziali nella costruzione della comunità:

Giovedì 3 ottobre Ritiro spirituale di tutto il presbiterio diocesano,

sul tema “Comunione e riconciliazione nelle relazioni tra noi preti”.

Ci guiderà il Card. Gualtiero Bassetti

Giovedì 5 dicembre Incontro di tutto il presbiterio diocesano,

sul tema “In relazione con i movimenti e le associazioni ecclesiali”.

Ci guiderà Mons. Luca Raimondi, Ausiliare di Milano e Delegato CEL per le aggregazioni laicali

Giovedì 6 febbraio Incontro del presbiterio diocesano con religiosi/e,

sul tema “In relazione con la vita consacrata”.

Ci guideranno Fra Roberto Fusco e Anna Deodato

Giovedì 8 maggio Incontro di tutto il presbiterio diocesano,

sul tema “In relazione con sposi e famiglie”.

Ci guideranno i coniugi Davide e Nicoletta Oreglia (Torino)

Sullo sfondo di una generale attenzione da sviluppare sempre intorno alla formazione di tutti gli adulti, specie di quanti esercitano ruoli formativi e di responsabilità nei diversi ambiti sociali, prenderà concreto avvio il percorso di formazione dei candidati ai ministeri istituiti (lettore, accolito, catechista), con un programma calibrato sulla fisionomia e le disponibilità delle persone che sono state e saranno segnalate dalle comunità parrocchiali o da altri soggetti ecclesiali. Tutto ciò, all’interno di una costante e diffusa attenzione alla formazione dell’adulto nella società e nella Chiesa di oggi, con particolare riguardo agli adulti che sono a vario titolo volontari-educatori negli oratori, svolgendo di fatto un preziosissimo ministero tra i ragazzi.

 

Le vie della liturgia, della preghiera e della spiritualità

Per essere Chiesa viva in Cristo, la dimensione spirituale dell’esperienza personale come di quella comunitaria è e deve essere sempre centrale. A maggior ragione in questo anno pastorale che unisce l’ultima parte dell’anno della preghiera e la prima parte dell’anno giubilare.

Non venga meno, anzi si rilanci con creatività, la proposta del giorno dell’ascolto, che ha lo scopo di formare gradualmente un cenacolo di discepoli innamorati della Parola di Dio, capaci di condividerne le risonanze in spirito di comunione, anche per aiutare i sacerdoti e i loro collaboratori nel discernimento sulle priorità pastorali. Periodicamente, sarà bene rilanciare la proposta con qualche incontro a carattere straordinario o con i centri di ascolto nelle case.

Nei mesi che ci separano dal 24 dicembre, quando il Santo Padre aprirà la Porta Santa del Giubileo ordinario, possiamo vivere con più intensità l’anno della preghiera, utilizzando nelle diverse occasioni gli spunti suggeriti dal sussidio Insegnaci a pregare, diffuso dal Dicastero per l’evangelizzazione.

Invito tutti a regalarsi un tempo di grazia, con l’esperienza degli esercizi spirituali, rispetto ai quali segnaliamo sin da ora alcune proposte:

Per i sacerdoti più giovani Tignale,

25-29 novembre 2024

Guida: padre Amedeo Cencini
Per tutto il presbiterio

e i diaconi

Bocca di Magra,

24-28 febbraio 2025

Guida: Mons. Gian Carlo Maria Bregantini, Arcivescovo emerito di Campobasso
Per i giovani Tignale,

14-16 marzo 2025

Per tutti (esercizi brevi) Caravaggio,

30 agosto-1 settembre (metodo ignaziano)

29 novembre-1 dicembre

13-15 dicembre

7-9 marzo

11-13 aprile

 

La comunità diocesana, ed  in particolare i gruppi di preghiera presenti sul territorio sono invitati domenica 22 settembre 2024 al Santuario di S. Maria del Fonte a Caravaggio, in occasione del tradizionale Pellegrinaggio diocesano all’inizio dell’anno pastorale, a partire dalle ore 15 (concelebrazione eucaristica alle ore 16).

A Cremona, la provvidenziale coincidenza con il IV Centenario lauretano ha suggerito una bella proposta: la statua della Madonna Nera sarà posta in Cattedrale per tutto il mese di ottobre ed ogni martedì (1, 8, 15, 22, 29 ottobre) alle ore 21 si terrà una scuola di preghiera aperta a tutti, guidata dal Vescovo. La conclusione del centenario è prevista per giovedì 31 ottobre 2024, con la concelebrazione eucaristica delle ore 18 presieduta dall’Arcivescovo di Milano Mons. Mario Delpini, e la processione per il ritorno dell’Immagine alla Santa Casa.

Perché l’anno della preghiera ci prepari davvero tutti all’apertura del Giubileo, sarà bello coinvolgerci, nel prossimo Avvento, in una Veglia di preghiera continua e itinerante in tutta la diocesi, dal 1 al 23 dicembre, quale “pellegrinaggio di speranza” che tocchi tutte le parrocchie delle 5 zone pastorali. Come si svolgerà? Sarà sufficiente che in ogni giorno e ora dell’Avvento qualcuno vegli in preghiera, secondo un calendario di turni distribuiti in tutte le parrocchie (ciascuna delle quali avrà poche ore da garantire). Oltre ai momenti di liturgia delle ore ed eucaristica, si potrà proporre l’adorazione continua, coinvolgendo i gruppi di preghiera, gli istituti religiosi e i ministri straordinari della Comunione. Verranno date indicazioni e sussidi adeguati.

 

Le vie della missione nello stile della vicinanza e della prossimità

Non chiudono i cantieri aperti negli scorsi anni, soprattutto nella riflessione del Consiglio pastorale diocesano, riguardo la testimonianza del Vangelo e l’edificazione del Regno nei grandi contesti della vita umana e sociale. Mentre ringrazio coloro che spendono passione, tempo ed energie nell’animazione dei campi più propri dell’apostolato laicale, rammento a tutti l’esigenza non solo di guardarsi dentro le comunità, ma di spalancare lo sguardo sulla vita della gente. In tal senso, benedico ed incoraggio la prassi della visita nelle case, della benedizione delle famiglie, della cura assidua delle persone sole e malate, chiedendo ai sacerdoti di coinvolgere progressivamente adulti maturi e delicati (operatori caritas, ministri della consolazione, ministri straordinari della comunione) in queste forme semplici di prossimità, che sono il primo passo della missione, l’occasione di scoprire solitudini e povertà che ci interpellano. A tal fine Caritas e Ufficio di pastorale della salute sono disponibili per i più diversi incontri formativi che si rendessero opportuni sui territori per animare le comunità al primato della carità.

Negli incontri che il cammino sinodale ci ha sollecitato a promuovere, abbiamo trovato compagni di strada ricchi di sensibilità e aspettative. Le più diverse categorie professionali, un tempo accompagnate da organizzazioni cattoliche ad hoc, non disdegnano affatto il dialogo con noi, anzi chiedono di non essere lasciate sole, alle prese con una complessità che spesso scoraggia. Imprenditori, dirigenti scolastici, studenti e docenti, sindacalisti, amministratori, artisti, giornalisti, operatori sanitari, associazioni per persone diversamente abili, operatori del diritto… ci dicono che la Chiesa può ancora essere lievito nella massa.

E’ prossimità anche la cura per la dimensione vocazionale della vita, nell’incontro con Cristo, come si evidenzia nelle proposte residenziali della pastorale giovanile-vocazionale per adolescenti e giovani, che ogni parrocchia deve tenere in considerazione, personalizzando l’accompagnamento lungo l’itinerario di maturazione personale di ciascuno.

La Settimana sociale dedicata alla democrazia, che ha proposto riflessioni ed esperienze sul tema della partecipazione, non va dispersa: questo patrimonio, fatto anche di giovani sensibili ai temi della cura del creato, dell’ecologia integrale, dell’economia sociale e sostenibile, andrà sviluppato nel cammino delle comunità.

Il Consiglio pastorale diocesano metterà a tema alcune di queste realtà, per implementare e rinnovare le forme della pastorale scolastica, sociale, sanitaria, caritativa, familiare, ecc. senza paura di riflettere anche sulle sfide antropologiche che comunque chiedono un aggiornato approccio educativo e pastorale.

In particolare, la Caritas diocesana ha la provvidenziale opportunità di impostare una ristrutturazione della Casa dell’Accoglienza in Cremona, che deve favorire un rilancio delle diverse attenzioni formative e di servizio da tener vive in tutte le comunità della diocesi, secondo il Vangelo e i segni dei tempi.

Ci aiuterà certamente il procedere del cammino sinodale della Chiesa italiana, oltre che universale, in cui la profezia dovrà misurarsi con la cultura, con la mentalità corrente, non per irrigidirsi in forme di opposizione, ma per declinare sapientemente dialogo e annuncio, persona e comunità, carità e verità, realtà e ideale. Perciò, tutti i nostri momenti formativi, di celebrazione e comunicazione, dovranno aver cura del pensiero quanto dell’esperienza, e della connessione vitale tra essi, sullo stile di Gesù, che prendeva occasione da un incontro casuale o da fatti di vita quotidiana per aiutare i discepoli a riflettere ed estrarre il nettare dall’esperienza vissuta che, per Gesù, è la presenza nascosta del regno di Dio.

Fa parte di uno stile di prossimità, empatia e vera comunicazione la cura anche elementare del linguaggio, dei segni, della postura che assumiamo nelle celebrazioni e nelle altre occasioni di incontro con la comunità, in cui convivono età e culture diverse, che non vanno mai livellate o ignorate. Il lavoro appena iniziato su questo col Consiglio pastorale diocesano andrà ripreso attentamente nelle comunità, offrendo almeno negli eventi diocesani qualche modello di valore.

Un’attenzione drammaticamente speciale dobbiamo ancora darla all’impegno e alla preghiera per la pace, così compromessa in tante parti del mondo, e anche nella mentalità di tanti figli di Dio. Ricercando il dialogo con tutti: istituzioni e realtà non legate al mondo ecclesiale, gruppi appartenenti ad altre fedi possono essere nostri validi interlocutori nella ricerca della pace e del bene comune.

 

Le occasioni del Giubileo e del cammino sinodale

Pellegrini di speranza, mentre cureremo il primato dell’esperienza interiore personale, nei prossimi mesi godremo anche di momenti ed eventi che ci faranno sperimentare la gioia del Vangelo, la grazia della comunione, per ripartire verso gli orizzonti della missione. Dopo che il Papa avrà aperto il Giubileo nella notte di Natale, con tutte le altre Chiese diocesane, vivremo domenica 29 dicembre la solenne celebrazione diocesana di apertura del Giubileo, camminando verso la nostra stupenda cattedrale dove celebreremo l’Eucaristia. Non dimenticheremo un’attenzione speciale ai ricoverati in ospedale e nelle case di cura e di riposo, e ai detenuti della nostra casa circondariale.

Alla luce della Bolla di indizione del Giubileo e delle norme emanate dalla Penitenzieria apostolica, i fedeli potranno conseguire l’indulgenza giubilare concessa dal Santo Padre facendosi pellegrini, nell’ambito della nostra diocesi, alla Cattedrale di Cremona, o ad uno dei tre santuari mariani diocesani: Santa Maria del Fonte in Caravaggio, Beata Vergine della Misericordia in Castelleone, Beata Vergine della Fontana in Casalmaggiore.

Il programma del Giubileo pubblicato dalla Santa Sede è ricco di inviti alle diverse categorie di fedeli, perché compiano liberamente il loro pellegrinaggio a Roma, alle tombe degli Apostoli. La nostra diocesi intende organizzare in maniera unitaria e ufficiale la partecipazione al Giubileo degli adolescenti (25-27 aprile), a quello dei sacerdoti (25-27 giugno) e a quello dei giovani (28 luglio-3 agosto).

Per tutto il popolo di Dio, invito sin da ora le parrocchie ed i gruppi a partecipare al pellegrinaggio diocesano unitario a Roma nei giorni 21-23 marzo.

Anche il cammino sinodale delle Chiese in Italia giunge quest’anno alla sua fase culminante, quella profetica. Il Vescovo e i delegati diocesani parteciperanno alle assemblee sinodali nazionali previste per novembre e marzo. Tra questi due appuntamenti, verrà condiviso con tutte le comunità il documento di lavoro, su cui potremo esprimerci nell’assemblea sinodale diocesana fissata per il 13 febbraio.

E dopo tutto questo confronto e lavoro di riflessione, preghiera e approfondimento? Restando sempre docili allo Spirito e attenti alla realtà, umili ma anche coraggiosi nel percorrere le vie che si aprono al cammino della Chiesa, ipotizziamo per il successivo anno pastorale – in cui spero di portare a conclusione la Visita pastorale – ad un forte momento di sinodalità diocesana, per dare consistenza più chiara e convincente alle scelte che stiamo maturando. Ma di questo parleremo negli organismi diocesani e nelle altre occasioni che caratterizzano quella che sempre di più vivo come una grande famiglia, di cui ringrazio Dio, al quale la affido costantemente.

Concludo questa presentazione del pellegrinaggio di speranza che compiremo insieme, con la preghiera del Giubileo che Papa Francesco ci ha donato:

Padre che sei nei cieli,
la fede che ci hai donato
nel tuo figlio Gesù Cristo, nostro fratello,
e la fiamma di carità effusa nei nostri cuori
dallo Spirito Santo,
ridestino in noi la beata speranza
per l’avvento del tuo Regno.

La tua grazia ci trasformi
in coltivatori operosi dei semi evangelici
che lievitino l’umanità e il cosmo,
nell’attesa fiduciosa
dei cieli nuovi e della terra nuova,
quando vinte le potenze del Male,
si manifesterà per sempre la tua gloria.

La grazia del Giubileo
ravvivi in noi, Pellegrini di Speranza,
l’anelito verso i beni celesti
e riversi sul mondo intero
la gioia e la pace
del nostro Redentore.

A te Dio benedetto in eterno
sia lode e gloria nei secoli.

Amen

Fratelli pellegrini della speranza che non delude, buona strada!

+ Antonio, vescovo

 

Scarica qui il Messaggio del Vescovo in formato .pdf

 

 

Il messaggio del vescovo Antonio per l’anno oratoriano 2024/25

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