Nelle statistiche la fotografia della Chiesa cremonese

In venticinque anni il numero dei sacerdoti è sceso da 401 a 313, quello dei religiosi da 1.101 a 343

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Alla fine del 1991 la Chiesa cremonese contava 401 sacerdoti diocesani; venticinque anni dopo il loro numero si è ridotto a 313. Ancor più notevole, dal 1991 al 2016, il calo dei religiosi e delle religiose, passati complessivamente da 1.101 a 343. Questi dati, piuttosto sconfortanti, emergono dalla Guida ufficiale 2017 della Diocesi di Cremona, disponibile da alcuni giorni presso la Curia Vescovile.

Dalla pubblicazione si apprende che l’attuale presbiterio cremonese annovera, oltre al vescovo mons. Antonio Napolioni e all’emerito mons. Dante Lafranconi,  115 parroci e amministratori parrocchiali, 82 vicari e collaboratori parrocchiali, 84 preti con altri incarichi in diocesi o fuori e 32 residenti, senza specifici impegni pastorali; 11 i sacerdoti extradiocesani residenti in diocesi (4 di loro in servizio attivo), 22 i sacerdoti appartenenti a vari ordini religiosi, 13 i diaconi permanenti accanto a un diacono prossimo all’ordinazione presbiterale.

Il calo dei preti diocesani costituisce ormai un fenomeno generalizzato. Nell’ultimo quarto di secolo essi sono diminuiti in Lombardia di quasi mille unità, passando da 5.975 a 4.989 (- 16,5%). In diocesi di Cremona la loro presenza si è ridotta – dal 1991 al 2016 –  del 21,9%; nondimeno, il rapporto sacerdoti diocesani – popolazione (uno ogni 1.157 abitanti) risulta da noi assai migliore che nell’intera regione (uno ogni 1.855).

Il sensibile calo dei seminaristi (53 nell’anno scolastico 1991/92, 16 nel 2016/17 – quattro in più del 2015/16 – , compresi due studenti della diocesi di Fidenza e due religiosi del Togo) e il progressivo invecchiamento dei sacerdoti sono alla base della forte riduzione numerica del nostro clero. Basti pensare che, dal 2014 al 2016, sono deceduti ventuno preti e si sono avute soltanto tre nuove ordinazioni, una all’anno.

Nessuna significativa inversione di tendenza si profila a breve scadenza. Anche quest’anno, dunque, il Vescovo consacrerà in giugno un solo prete novello (il diacono don Nicola Premoli, 40 anni, originario di Covo).

Il 34,2% dei sacerdoti diocesani (107 su 313) ha almeno 70 anni e soltanto 27 (l’8,6%) non hanno ancora raggiunto la soglia dei 40. Il decano del clero cremonese è mons. Mario Cavalleri, 101 anni di età e quasi 77 di sacerdozio, canonico del Capitolo della Cattedrale e residente presso la Casa di riposo “La Pace”; il più giovane è il ventottenne don Francesco Gandioli, vicario della parrocchia cittadina di S. Abbondio.

Mentre negli ultimi venticinque anni il clero diocesano si è ridotto di quasi un quarto, un autentico crollo si è registrato fra i religiosi (scesi da 88 a 31, di cui 22 sacerdoti, con un calo del 64,7%) e le religiose (da 1.013 a 312, – 69,2%). Dal 1991 al 2016 gli istituti religiosi maschili e femminili della nostra diocesi sono passati complessivamente da 41 a 30; accanto a essi operano 9 istituti secolari e 2 monasteri claustrali femminili.

Fra gli altri dati contenuti nella Guida diocesana spiccano quelli sulle parrocchie: complessivamente 222, distribuite fra undici zone pastorali, di cui 173 in provincia di Cremona, 28, 17 e 4 nelle rispettive province di Mantova, Bergamo e Milano. La metà delle parrocchie non supera i 1.000 abitanti. Soltanto otto ne contano più di 6.000, con una punta massima di 14.136 in quella di Caravaggio dedicata ai santi Fermo e Rustico; seguono, a debita distanza, quelle di Castelleone (9.523 abitanti), Soresina (8.949) e Rivolta d’Adda (8.131).

In città la comunità parrocchiale più popolosa è quella di Cristo Re, con 7.029 battezzati (quasi 1.500 in meno rispetto a venticinque anni fa). Il minor numero di parrocchiani (60) si registra nella comunità di Quistro (frazione di Persico Dosimo), laddove si escluda quella cittadina di S. Maria della Pietà all’Ospedale Maggiore, che annovera un solo residente stabile, ma un’utenza potenziale di oltre tremila persone, fra degenti e dipendenti ospedalieri. Un migliaio sono invece i soldati e gli ufficiali della caserma “Col di Lana”, che fa capo alla parrocchia militare di S. Barbara.

La Guida menziona anche, in città, la Rettoria di S. Rita (intitolata alle sante Margherita e Pelagia) e la Cappella della Beata Vergine Addolorata al Cimitero.

Degni di nota, nel territorio diocesano, i santuari mariani di Caravaggio, Casalmaggiore e Castelleone, oltre ai Centri di spiritualità presso il santuario di Caravaggio e “Piccola Betania alla Badia” di Bozzolo.

Francesco Capodieci

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