Le bellezze del creato e la sua fragilità sotto la lente alle Colonie Padane

Il 17 settembre a Cremona l'evento promosso nell'ambito del Tempo del Creato dal Gruppo Laudato si' della Zona pastorale 3 in sinergia con l’Ufficio diocesano per la Pastorale sociale e del lavoro

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Un momento di canto, preghiera, riflessione e contemplazione delle bellezze del creato e della loro fragilità, sempre generose, ma anche tristemente pericolose e devastanti quando non vengono rispettate. Quello che si è svolto nel pomeriggio di sabato 17 settembre alle Colonie Padane di Cremona è stato un esempio di rispetto della natura e di azione ecosostenibile contro inquinamento e sfruttamento intensivo, portato avanti dai numerosi gruppi che operano in città e in provincia ispirate dall’enciclica Laudato si’ di papa Francesco. “La salvaguardia del territorio — Suolo, flora e fauna” era lo slogan dell’evento promosso, nell’ambito delle iniziative organizzate sul territorio diocesano per il “Tempo del Creato”, dal Gruppo Laudato si’ della Zona Pastorale 3 in collaborazione con l’Ufficio diocesano per la Pastorale sociale e del lavoro, guidato da Eugenio Bignardi, intervenuto nell’incontro.

A moderare gli interventi l’ingegnere Glenda Rivetta, che in apertura di lavori ha lasciato spazio alle parole del vescovo Antonio Napolioni che, riferendosi ai tragici eventi climatici accaduti nella Marche, sua terra d’origine, ha incalzato la riflessione domandandosi se «il cielo è cattivo?», «un senso della Provvidenza miracolistico, come se non ci fossero le cause legate alla responsabilità umana». «La complessità della situazione che viviamo – ha detto – ci fa bene per ritrovare la verità, la misura e la missione della nostra esistenza umana. L’uomo è in qualche modo co-creatore, procreatore, amministratore delegato, ma non padrone, deposta o arbitro insindacabile».

Ad accompagnare la riflessione anche le note della tradizione popolare cremonese del gruppo “Voci della nostra terra”, che hanno introdotto gli interventi dei relatori.

Primo a prendere la parola è stato il biologo Riccardo Groppali, esperto in flora e fauna del cremonese, che ha messo in guardia sui rischi dell’assenza di biodiversità e dell’inquinamento chimico, dimostrando che «si è perso dal 60 all’84 percento dei filari di alberi e cespugli lungo le sponde del fiume». «La dannosità di questi interventi – ha rilevato – la si vede nella riduzione della fauna locale. Infatti, volatili come passeri e cardellini sono calati in maniera tristemente significativa». Quindi il richiamo a prestare la giusta attenzione pesticidi e diserbi, che spesso risultano troppo dannose per l’ambiente. «Negli ultimi anni – ha affermato ancora Groppali – si è visto un aumento del 9 percento sull’utilizzo di pesticidi, e più sono efficaci più significa che sono potenti, e quindi rischiosi. Esistono soluzioni alternative, ma purtroppo non trovano ancora spazio nell’applicazione pratica».

Ha fatto seguito l’intervento del professor Paolo Pileri, ingegnere ambientale del Politecnico di Milano e progettista della Ciclovia VenTo, che ha raccontato dell’importanza del suolo e dell’ambiente, temi trattati nel suo libro “L’intelligenza del suolo”. La riflessione è ruotata intorno alla parola “cura”: «è il vocabolo che deve rimanere sempre nella nostra mente e per far questo c’è bisogno di andare in giro, nell’ambiente, nelle campagne, per riscoprirle e  tornare a prendersene cura». E ancora: «Bisogna iniziare a monitorare e fotografare il suolo per osservare come cambia negli anni, attivarsi per essere cittadini sorveglianti e vigilanti che amano il territorio. Il suolo non è una risorsa infinita, non è una risorsa resiliente, non serve la “politica del giorno dopo”, serve attivarsi prima».

È intervenuto anche il sindaco di Cremona, Gianluca Galimberti, che ha posto l’attenzione sulla difficoltà di gestione dell’ambiente in maniera ecosostenibile, ricordando che «bisogna sapersi immergere nella complessità dell’organizzazione, non è mai una questione di bene o male, bianco o meno, ma è soprattutto scelta del bene maggiore». «Gestire un paese non è una schematizzazione», ha detto ancora il primo cittadino: «Le cose vanno affrontate nella loro complessità, ma sempre con trasparenza», sottolineando anche l’importanza, quando si parla di argomenti ambientali, di avere a fianco gli imprenditori. «Vi propongo un patto di riconoscimento – ha detto Galimberti – riconoscere i progetti per rendere la città più ecosostenibile adoperandosi però nello sfruttarne le iniziative, e non dimenticarsene».

Prima di dare spazio al dibattito l’intervento di Marco Pezzoni, coordinatore “Stati Generali — Clima, Ambiente, Salute” di Cremona, che ha esposto i punti di forza della RAL (Rete Ambiente Lombardia) che da un anno è attiva. Infatti, Rete Ambiente Lombardia nasce come tentativo di far fronte comune alle gravi sfide ecologiche che si presentano: è una rete di associazioni, comitati e formazioni libere di cittadini che operano sul territorio lombardo per la salvaguardia dell’ambiente.

Il pomeriggio è proseguito con le domande del pubblico presente, fra scambi di idee e provocazioni per un futuro più verde e sostenibile, che in linea con l’enciclica Laudato si’ sembra essere oggi più impellente che mai.

Luca Marca
TeleRadio Cremona Cittanova
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