L’adeguamento liturgico della Cattedrale di Cremona protagonista a conclusione del convegno nazionale sui Beni culturali ecclesiastici

La due giorni ospitata al Museo del Violino di Cremona. Don Franceschini (direttore nazionale CEI Beni culturali): «Vogliamo proporre nuovi bandi, perché vogliamo proseguire su questa strada»

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Proprio Cremona, e quanto fatto in Cattedrale, è stato al centro della seconda e ultima giornata di studi promossa, proprio all’ombra del Torrazzo, dall’Ufficio nazionale della Cei per i Beni culturali in merito all’adeguamento liturgico. La mattina di martedì 27 giugno si è svolta sempre nell’auditorium “Giovanni Arvedi” del Museo del Violino di Cremona.

La prima relazione della giornata è stata quella di don Alberto Giardina, direttore dell’Ufficio liturgico nazionale, che ha voluto approfondire il valore della cattedrale come icona visibile della Chiesa locale. Cattedrale che, come anticipato dal moderatore della mattinata, don Gianluca Gaiardi, direttore dell’Ufficio per i Beni culturali e l’edilizia di culto della Diocesi di Cremona, «è centro focale delle Diocesi, ma anche delle realtà urbanistiche».

«La Cei sprona e incoraggia questo processo di adeguamento liturgico delle cattedrali, che non sono edifici da musealizzare, ma luoghi vivi», ha spiegato don Giardina. «La chiesa edificio è immagine dell’abitante, ma anche del suo convenire rituale. E la cattedrale ne è la massima espressione». «La cattedrale è una casa. E l’uomo, l’essere umano, necessita di una casa, di un ambiente domestico, familiare». Per questo la storia ha concepito la chiesa come una casa, pensando all’uomo come abitante. Ha quindi concluso: «La chiesa cattedrale è casa della Chiesa locale. È luogo mistagogico vivo, in cui i fedeli hanno l’opportunità concreta di accogliere la Parola di Dio, di attingere ai segni della grazia, di entrare nel Ministero, di vivere nel quotidiano e di rivolgere lo sguardo verso il compimento escatologico».

A completamento di questa idea, ha preso la parola don Umberto Bordoni, della scuola “Beato Angelico” di Milano, che ha specificato come le cattedrali siano patrimonio di arte, storia, devozione e simboli, un luogo che funziona come riserva di memoria, ma che, allo stesso tempo, è anche luogo delle attività del presente delle persone che lo vivono. «Le cattedrali devono subire opere di restauro e di adeguamento coerenti con la propria identità artistica e storica – ha specificato Bordoni –, senza cadere nell’estraneità».

I processi di adeguamento liturgico delle cattedrali in Italia hanno preso il via nel 2018, proprio con l’esperienza di Cremona, diventata progetto pilota. «Vogliamo proporre nuovi bandi – ha sottolineato da don Luca Franceschini, incaricato nazionale CEI per i Beni culturali ecclesiastici –, perché vogliamo proseguire su questa strada». E proprio un nuovo bando, illustrato dall’architetto Giuseppe Giccone, partirà il prossimo 18 dicembre e si svilupperà in tre fasi: pubblicazione della manifestazione d’interesse, individuazione delle Diocesi e affiancamento delle Diocesi. Gli esiti sono previsti per marzo 2024.

Nella seconda parte della mattinata sono arrivati gli approfondimenti riguardanti due opere di adeguamento liturgico: una attualmente in atto, nella Cattedrale di Sessa Aurunca, in provincia di Caserta, illustrata dall’architetto Andrea Vaccari, da suor Silvia Tarantelli e dall’artista Luca Cavalca, e quella, già completata, della Cattedrale di Cremona, spiegata dall’architetto coordinatore Massimiliano Valdinoci e dall’artista Gianmaria Potenza, testa all’adeguamento di altare, ambone e cattedra.

Cremona e Sessa Aurunca, due esempi concreti di collaborazione, competenza, unità di intenti e interdisciplinarità: «L’architetto progettista non può lavorare da solo, ma deve sapere coordinare e sintetizzare il lavoro di un’équipe – ha raccontato Valdinoci –. Per fortuna il gruppo di lavoro che coordino lavora bene insieme da oltre quindici anni».

«Ho realizzato questo adeguamento liturgico puntando sulla luce, su quel fascio di luce che ho notato durante una celebrazione in Cattedrale – ha spiegato Potenza –. Io sono soddisfatto. Ho fatto tanti lavori, ma questo per la Cattedrale di Cremona è stato fantastico, anche grazie all’incontro con un uomo fantastico come il vescovo Napolioni».

Il secondo giorno di convegno si è quindi concluso con l’ascolto di un’esibizione violinistica e con la visita dei presenti agli spazi del Museo del Violino.

 

“L’adeguamento liturgico come progetto”: al via a Cremona la Giornata nazionale 2023 dei Beni culturali ecclesiastici

Matteo Cattaneo
TeleRadio Cremona Cittanova
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