“L’adeguamento liturgico come progetto”: al via a Cremona la Giornata nazionale 2023 dei Beni culturali ecclesiastici

Don Franceschini (Ufficio nazionale): «Sono tempi maturi per giungere a concretizzazioni, attraverso progetti che siano sia liturgicamente adeguati che artisticamente significativi»

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Ha preso il via lunedì 26 giugno, presso l’auditorium “Giovanni Arvedi” del Museo del Violino, la Giornata nazionale dei Beni culturali ecclesiastici, l’evento che ogni anno riunisce i responsabili diocesani e gli operatori del settore e che per questa edizione ha significativamente scelto come sede proprio Cremona. Il titolo del convegno 2023, infatti, è “L’adeguamento liturgico come progetto. Un cammino ecclesiale nella cultura del nostro tempo”. Parola a docenti, architetti e addetti ai lavori per una due-giorni, divisa in tre fasi, costruita su un tema quanto mai attuale per la Chiesa Cattolica, universale e locale. Un argomento che vede anche la Diocesi di Cremona protagonista, grazie all’adeguamento liturgico della Cattedrale recentemente operato.

«Quello dell’adeguamento è un tema ancora in corso di sperimentazione – ha detto don Luca Franceschini, direttore dell’Ufficio nazionali per i Beni culturali e l’edilizia di culto, nell’introduzione –. Pensiamo però che i tempi siano maturi per giungere a concretizzazioni, attraverso progetti che siano sia liturgicamente adeguati che artisticamente significativi». Un tema che, secondo il delegato regionale per i Beni culturali ecclesiastici, il vescovo di Pavia mons. Corrado Sangunetti, è stato «troppo spesso oggetto di critiche infondate e pregiudizi». Anche da questo presupposto la necessità di un convegno che possa diventare un confronto coerente sull’argomento.

Tra i saluti istituzionali introduttivi, hanno preso la parola Gabriele Barucca, soprintendente Archeologia, Belle arti e Paesaggio per le province di Cremona, Lodi e Mantova, Marta Visone, presidente cremonese dell’ordine degli architetti, il sindaco di Cremona, Gianluca Galimberti, la direttrice del Museo del Violino, Virgina Villa, e il vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni, che ha così esordito: «Un abbraccio fraterno con un sentimento non ancora citato. Nel 2020 dovevamo ospitare qui la Settimana liturgica, ma sappiamo tutti benissimo cosa lo ha impedito. Poter ospitare qui questo convegno mi commuove e vorrei dedicarlo a coloro che abbiamo perso nel corso della pandemia». Ha poi proseguito: «Mettere mano alla Cattedrale di Cremona non era minimamente nei pensieri di un uomo che arrivava dalle lontane Marche. Ma poi ci si conosce, ci si affeziona, ci si impegna, nella sinodalità. Si cammina insieme, nel confronto». Un confronto con Dio anche attraverso l’arte e la bellezza. «Ma, parlando di adeguamento, chi è il Maestro, l’architetto per eccellenza, se non Colui che ha scelto di adeguarsi, di scendere tra noi, di umiliarsi, per salvarci?»

La prima fase, moderata dal giornalista Leonardo Servadio, è stata inaugurata da mons. Orazio Francesco Piazza, vescovo di Viterbo, che, attraverso il suo intervento, ha voluto evidenziare l’importanza della presenza e della partecipazione dell’assemblea nelle celebrazioni. Ha infatti sottolineato: «Deve avvenire un cambiamento di mentalità, seguendo le linee guida tracciate dal Concilio Vaticano II». «Il cambiamento fa parte della storia della Chiesa, non dobbiamo averne paura, perché la storia non è la cornice dentro cui la Chiesa agisce: è il quadro, e la Chiesa ne è parte».

Presupposti confermati anche da don Luigi Girardi, dell’Istituto di Liturgia pastorale “S. Giustina” di Padova, che ha messo in evidenza la questione della partecipazione attiva dell’assemblea in relazione con le opere di adeguamento. Un tema che non nasce con il Concilio, ma che è emerso già all’inizio del Novecento. Una partecipazione che – secondo il sacerdote – deve risultare attiva e actuosa, ovvero operosa e appassionata, che coinvolga tutti, in tutto il loro corpo. «Un partecipare che non significa solo capire, ma rendersi pienamente parte delle celebrazioni». Quelle celebrazioni che non solo devono avere qualità liturgica, ma anche simbolica.

Nella tarda mattinata ha preso la parola Giuseppe Carlo Arcidiacono, docente dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, che ha presentato un excursus temporale sulla metamorfosi architettonica degli spazi sacri, dalla domus ecclesia dei primi cristiani, sino all’epoca contemporanea. «Una serie di cambiamenti che, nel tempo, hanno modificato il nostro modo di concepire di seguire la liturgia».

A seguire, la relazione dell’architetto Paolo Bedogni, che ha approfondito la storia della chiesa di Santa Maria Sopra Minerva, ad Assisi, un tempio romano che, dopo le opere di restauro e di adeguamento liturgico, è stato trasformato in una chiesa. Un edificio che presenta una pavimentazione romana, come le antiche basiliche civili, e una scenografia prevalentemente barocca. «Chi entra si trova forse spaesato – ha raccontato l’architetto –, ma il coinvolgimento e il movimento provocati dalla sua struttura valorizzano la partecipazione dell’assemblea».

A concludere la prima fase della Giornata nazionale, l’intervento di Paolo Zermani, progettista e docente dell’Università di Firenze, e dell’architetto Giuseppe Stolfi, soprintendente SABAP per le province di Como, Lecco, Monza-Brianza, Pavia, Sondrio e Varese, che hanno guidato i presenti per una visita virtuale alla concattedrale di Sant’Andrea, a Mantova. «Un tema molto complesso – ha spiegato Zermani –, che fa il conti con l’architettura di Leon Battista Alberti». L’adeguamento della basilica è stato eseguito attraverso l’inserimento di quattro fuochi liturgici: l’altare, l’ambone, il fonte battesimale e la sede vescovile, «che ridisegnano la geografia della fabbrica, riportandola ai riferimenti tipologici che erano propri del progetto albertiano».

Nel pomeriggio la seconda fase, moderata dall’architetto Alessandro Campera, Incaricato regionale per l’Edilizia di culto, e arricchita dalle relazioni sul tema del dialogo tra arte e liturgia, di Ettore Rocca e di don Juan Rego, e dalle esperienze di adeguamento nel Bergamasco, a Milano e a Pescia, raccontate dallo storico Giovanni Berrera, dal delegato regionale per i Beni culturali e l’edilizia di culto, Carlo Capponi, e dall’architetto Fabrizio Rossi Prodi.

Nella giornata di martedì la seconda giornata di lavori che si apriranno alle 9.00 con la registrazione dei partecipanti e gli interventi di don Alberto Giardina (direttore dell’Ufficio Liturgico Nazionale), von Umberto Bordoni (scuola Beato Angelico di Milano) e don Luca Franceschini (direttore dell’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto) con l’architetto Giuseppe Giccone  (Ufficio Nazionale BCE); dopo la pausa l’architetto Andrea Vaccari,  Luca Cavalca e suor Silvia Tarantelli illustreranno il progetto di adeguamento della cattedrale di Sessa Aurunca mentre quello sulla cattedrale di Cremona sarà presentato dall’architetto Massimiliano Valdinoci con l’artista  Gianmaria Potenza e il liturgista Goffredo Boselli.

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Matteo Cattaneo
TeleRadio Cremona Cittanova
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