La veglia della Gmg ha illuminato le strade di Cremona

L'incontro diocesano promosso dalla Pastrale giovanile è stato itinerante con alcuni luoghi di speranza che hanno caratterizzato il cammino verso la Cattedrale

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Luoghi, parole e gesti di speranza. È quel «sentimento di Dio», nella fatica e nel dolore, «capace di motivare l’impegno e la testimonianza concreta di cambiare in meglio noi stessi e il mondo in cui viviamo». All’alba di un nuovo anno liturgico si riverbera ancora la luce dell’esperienza della Gmg: nel pomeriggio di sabato 25 novembre, infatti, si è svolto il raduno diocesano della 28ª Giornata mondiale della gioventù, in comunione con tutte le diocesi del mondo. Insieme al vescovo Antonio Napolioni più di un centinaio di giovani, provenienti dalle varie parti della diocesi, hanno così vissuto la veglia itinerante di preghiera e riflessione lungo le vie del centro cittadino.

Un’edizione “ridotta” del grande raduno internazionale sul tema “Lieti nella speranza” scelto da Papa Francesco. Grazie alla collaborazione con l’unità pastorale Cittanova, insieme ai collaboratori della Federazione Oratori Cremonesi, guidati da don Francesco Fontana, incaricato diocesano per la Pastorale giovanile, e animato dal coro Effatà di Calcio, l’evento è stato caratterizzato da quattro momenti simbolici legati all’esortazione di san Paolo. Uno stimolo per le giovani generazioni a mettersi in cammino per le strade della città e in quelle fatidiche, ma entusiasmanti, della quotidianità seguendo questo atteggiamento dello spirito cristiano.

Nel cortile dell’oratorio di Sant’Ilario è avvenuto il ritrovo dell’iniziativa. Alcuni pannelli hanno raccontato la storia millenaria del monastero Corpus Domini, poi caserma e ancora centro di accoglienza degli ebrei liberati dai campi di prigionia e dei profughi italiani dalla guerra. Luogo di speranza nel passato in grado di parlare al presente; ambiente di ospitalità di chi aveva perso tutto; spazio di cura e crescita nella fede di ragazzi e famiglie. «Altri luoghi di speranza esistono anche oggi: le nostre case, gli oratori, i centri alla vita. Noi quali di questi abitiamo e con quale stile ci facciamo portatori di speranza con le nostre parole e i nostri gesti?». Lì l’accensione di una lanterna: luce che ha guidato la processione verso la vicina chiesa di Sant’Agata.

Accompagnati dalla riflessione di don Marco D’Agostino, biblista e rettore del Seminario di Cremona, i giovani hanno così ascoltato il capitolo 12 della Lettera ai Romani dell’apostolo. Allora come oggi, il testo si rivolge ad una comunità che sta vivendo un periodo storico di grande difficoltà. «Gioia e tristezza, fiducia e vuoto sono binomi dentro di noi: la speranza è, anzitutto, un risvolto che riguarda tutta la comunità dei credenti. Non è qualcosa di personale, che “ce l’ho”, oppure “mi manca”. La speranza è il fondamento, prima della tribolazione e della preghiera. Se si è insieme è tutta un’altra musica». Questa lietezza nasce dall’amore concreto e senza maschere di chi vuole amare ed essere amato; ed è il sentimento di Cristo riversato nei cuori di ognuno e grazie ad essa «è possibile avere fiducia in Dio e negli uomini».

 

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Finita la meditazione il gruppo si è incamminato in modo ordinato verso piazza del Comune, portando con sé altre lanterne; gesto simbolico per tanti coetanei afflitti da guerre e violenze a tenere viva la fede nel domani. Le luci sono state poi appoggiate davanti all’ingresso della Cattedrale, di fronte alla croce della Gmg. Dopo un altro intenso momento di raccoglimento, i partecipanti sono entrati in una chiesa in penombra, prima di illuminarsi per l’ultimo atto della veglia: l’esposizione del Santissimo Sacramento tra letture, preghiere, canti e silenzio. «È bello sapere che tanti altri giovani e chiese di tutto il mondo cercano e trovano in Te presenza e compagnia in grado di rimettersi in cammino – ha detto il vescovo nella meditazione –. Tu sei in chi ci sta accanto, a chi non c’è, anche a chi è più lontano e indifferente. Questa sera stringhiamo di nuovo il patto con te e con i fratelli e le sorelle ad essere cittadini operosi, membra vive e pietre preziose non per nostri meriti ma per ciò che tu fai di noi ogni volta che ci abbandoniamo con fiducia a te».

Dopo la lettura di un passaggio del messaggio del Papa è seguito il momento della preghiera dialogata in favore della pace, ispirata dalle parole del cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme, scritte alla sua Diocesi allo scoppio del conflitto in Terra Santa: «Non possiamo vivere questo tempo estremamente doloroso senza rivolgere lo sguardo verso l’Alto, senza guardare a Cristo, senza che la fede illumini il nostro sguardo su quanto stiamo vivendo, senza rivolgere a Dio il nostro pensiero». A concludere il momento in Cattedrale, la benedizione impartita dal vescovo, che ha consegnato ai rappresentanti di parrocchie, associazioni, movimenti e comunità religiose un piccolo cero a ricordo e invito di questa giornata a tenere viva la speranza.

Jacopo Orlo
TeleRadio Cremona Cittanova
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