In Seminario la Giornata delle famiglie: il perdono via di speranza

Ad aiutare la riflessione sono stati i coniugi Nicoletta e Davide Oreglia nell'incontro promosso dalla Pastorale famigliare della Diocesi introdotto dal saluto del Vescovo collegato telefonicamente da Sabbioneta dove era impegnato per la Visita pastorale

image_pdfimage_print

Guarda la photogallery completa

 

La speranza e il perdono come elementi fondamentali per l’armonia e la stabilità di una relazione di coppia. Ovvero «non quel semplice ottimismo che andrà tutto bene» e «non un atto isolato a seguito di una frattura nell’unità». Bensì quella «capacità di vedere i frutti quanto uno di noi due intravede un seme» e «la ricerca di un dialogo sincero e intimo», a partire «dalle proprie ruvidità e lavorare su di esse». Tantissimi spunti sono stati condivisi dai coniugi Nicoletta e Davide Oreglia nella sala Bonomelli del Seminario Vescovile di Cremona nella mattinata di domenica 16 febbraio in occasione dell’edizione 2025 della Giornata diocesana delle famiglie, promossa nel contesto dell’Anno giubilare.

Quasi 200 persone si sono ritrovate per vivere insieme un momento di riflessione sulle dinamiche di coppia e poi di festa in un’atmosfera di gioia e convivialità. «Questa folla è un segno proprio della dinamicità e del non dare niente per scontato nella vita delle famiglie – hanno sottolineato i coniugi Maria Grazia e Roberto Dainesi, responsabili dell’Ufficio famiglia –. È una giornata e una visione di famiglie non calata dall’alto, ma qualcosa pensato insieme, proprio perché le famiglie possano vivere un momento di confronto, preghiera ma anche amicizia e condivisione, come avverrà per il pranzo conclusivo della mattinata».

Un appuntamento cominciato con un momento di preghiera e i saluti telefonici di monsignor Antonio Napolioni da Sabbioneta dove era impegnato nella visita pastorale. Poi i due ospiti, una coppia di Mondovì che da anni lavora con le famiglie di tutta Italia mettendo a disposizione le proprie competenze di attivi formatori e mediatori in ambito famigliare, hanno offerto uno stimolante approfondimento sulle dinamiche di coppia, mentre i figli dei partecipanti sono stati coinvolti in un momento di animazione proposto dalla Compagnia dei Piccoli di Cremona.

«La speranza nella vita quotidiana di tutti i giorni si basa sull’amore di Dio», ha esordito Nicoletta Musso, laureata in Legge, mediatrice familiare, counselor e consulente in sessuologia, al tavolo dei relatori accanto al marito Davide Oreglia, laureato in Scienze politiche con un master in Neuromanagement, da vent’anni operatore della Caritas di Mondovì per la quale coordina la Cittadella della Carità.

Attraverso alcune piccole azioni, i due relatori hanno invitato le coppie presenti a interagire tra loro mentre si analizzavano le relazioni in momenti di calma e difficoltà, tra litigi e pacificazioni, tra comprensione e tenerezza. La coppia ha così approfondito diversi argomenti e dinamiche della relazione famigliare e di coppia. Dalla «sindrome del brutto anatroccolo» e la sua influenza negativa, ovvero la condizione psicologica «che porta a non vedere nulla di buono in se stessi» e «ostacola la capacità di tessere relazioni positive»; a quella «dell’indovino, ovvero che il partner debba capire tutto senza bisogno di parole» e che «impedisce una comunicazione efficace e chiara». Senza dimenticare l’importanza di riconoscere e apprezzare le qualità positive dell’una e dell’altro, la necessità di imparare a «navigare nella relazione» quando la situazione è tranquilla «per saper poi navigare anche quando c’è tempesta» o quando lui o lei vivono momenti personali difficili. «Nei momenti di crisi è importante fasciare le ferite emotive piuttosto che aprire un “tribunale” per giudicare – hanno suggerito gli Oreglia –. Serve un gesto che tenga la coppia in sicurezza, come una sorta di “protezione civile” in grado di creare momenti e luoghi sicuri prima di affrontare i problemi».

Da qui alcuni suggerimenti pratici per saper «disinnescare» la situazione prima di un litigio, saper vedere «il potenziale e i frutti futuri della coppia anche quando le cose sembrano difficili», usare il perdono come «atto di amore radicato in Dio che permette di accettare le imperfezioni quotidiane». Tanti piccoli gesti, come «olio e vino» di un pasto di tutti i giorni, per mantenere viva la connessione della coppia. Ed essere così quei fatidici pellegrini di speranza e perdono nel cammino della vita.

Terminato l’incontro è seguita la celebrazione della Messa presieduta da don Marco D’agostino, coordinatore dell’Area pastorale Famiglia di famiglie, per poi condividere il pranzo insieme.

 

Ascolta la relazione dei coniugi Oreglia

Jacopo Orlo
TeleRadio Cremona Cittanova
condividi su