In Cattedrale conferito il ministero dell’Accolitato a cinque seminaristi diocesani

Il Vescovo: «Non è solo apprendistato verso il sacerdozio ministeriale, ma un richiamo a tutti a essere davvero discepoli del Signore»

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«Chiedo alla comunità, che manifesta questo grande affetto con occhio amorevole e cristiano nei confronti gli uni degli altri, in particolare di questi amici che compiono questo passo verso il sacerdozio, di aiutarli a ritrovare sempre lo stupore. A lasciare che il Vangelo, soprattutto quando è scomodo, ci dia la certezza che il Signore ha in serbo per noi la verità e la grazia». Queste le parole del vescovo Antonio Napolioni in occasione del conferimento del mistero dell’Accolitato ai cinque seminaristi diocesani: Gabriele Donati di Pandino, Alessandro Galluzzi di Pizzighettone, Massimo Serina di Rivolta d’Adda, Daniel Dossou e Fabrice Sowou originari del Togo.

L’occasione è stata la celebrazione presieduta dal vescovo nel tardo pomeriggio di domenica 16 febbraio in una Cattedrale gremita di fedeli provenienti perlopiù dalle parrocchie d’origine e dove stanno prestando servizio i cinque seminaristi che per la prima volta hanno potuto distribuire l’Eucaristia ai fedeli. Una liturgia trasmessa in diretta streaming sui canali web e social della Diocesi e che dunque è stata potuta seguire anche dai famigliari dei due seminaristi togolesi e che non hanno avuto modo di venire in Italia per questa circostanza.  

Un ministero della Chiesa «che non è solo apprendistato verso il sacerdozio ministeriale – ha detto monsignor Napolioni durante l’omelia in riferimento all’Accolitato –, ma un richiamo a tutti a essere davvero discepoli del Signore, che si dà a noi e che in Lui possiamo costruire la faticosa pace che il mondo non sa darsi».

Nel riepilogare il significato della parola “accolito”, monsignor Napolioni ha sottolineato che si intende sia «colui che nella Chiesa riceve il ministero dell’Accolitato», ma che il termine sia anche usato per indicare «colui che si mette al servizio di un potente in senso dispregiativo». Da qui il monito: «Beato, dunque, chi è accolito nel ministero. Guai invece a chi è accolito nell’altro senso».

A partire dal brano di Vangelo in cui Gesù si rivolge ad una grande «folla di accoliti e discepoli», per il vescovo ha voluto precisare che non si vuole così dividere il mondo in due parti, ma mettere ciascuno «davanti alla libertà di ognuno rispetto alle due logiche, due modi di vivere e di spendere la propria esistenza». Non come una semplice e fuorviante consolazione, riassunta in quel «beati voi, poveri», ma come «testimoni di santità e beatitudine nascosti, come i tanti accoliti nella nostra quotidianità che non hanno un camice e un mandato».

Rivolgendosi poi ai cinque seminaristi, Napolioni ha sottolineato la felicità di questo momento e ha ricordato ai presenti «che siamo sacerdoti per il Battesimo, discepoli per l’Eucarestia» e che dentro ciascuno di noi «il seme delle Beatitudini può crescere e portare frutto. Viceversa, il Signore non ha parole di minaccia, ma condivide con tristezza la sorte di chi segue altri potenti; quelli che seducono con l’illusione della ricchezza, l’arroganza e i trucchi che la società e il mercato sa darsi pur di sfuggire al limite».

Concludendo la sua omelia, monsignor Napolioni ha così “riscritto” una di queste beatitudini dedicandola ai cinque nuovi accoliti: «Beato l’accolito che si stupirà sempre del miracolo dell’Eucarestia, di quanto il suo Signore è vivo, lo precede, lo sorprende. Perché Egli è il Risorto, è il Vivente». Con l’augurio che «questa certezza vi «scoppi» tra le mani ogni volta che darete la Comunione.

Dopo l’omelia i cinque seminaristi, chiamati uno a uno, hanno risposto il loro «eccomi» prima di ricevere la benedizione solenne da parte del vescovo, che ha quindi consegnato a ciascuno il vassoio con le particolare che poi sarebbero state consacrate e che proprio loro per la prima volta hanno distribuito.

Al termine della celebrazione l’auspicio che presto il ministero dell’Accolitato possa essere conferito anche ai laici, dopo un adeguato cammino di discernimento e formazione. Dal 2021, infatti, Papa Francesco ha deciso di valorizzare i ministeri di annuncio della Parola di Dio (Lettorato) e di servizio all’Eucarestia (Accolitato) non solo come passaggi intermedi del percorso verso il sacerdozio e rendendoli accessibili anche alle donne.

 

 

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Profilo biografico dei cinque accoliti

Da sinistra: Fabrice Sowou, Massimo Serina, Alessandro Galluzzi, il vescovo mons. Antonio Napolioni, il rettore don Federico Celini, Daniel Dossou e Gabriele Donati

 

Gabriele Donati, classe 1992, originario di Pandino, della parrocchia Santa Margherita, dopo aver frequentato il liceo linguistico ha conseguito la laurea in Giurisprudenza. Durante il percorso in Seminario ha collaborato nell’unità pastorale di San Giovanni in Croce, in quella di Cassano d’Adda e di Rivarolo Mantovano, prestando il proprio servizio anche presso la comunità “La Tenda di Cristo” di Rivarolo del Re. Attualmente vive l’esperienza pastorale nella parrocchia di Castelleone.

Daniel Dossou, classe 1985, proviene dalla diocesi di Kpalimé (Togo). Negli anni di Seminario ha collaborato nella parrocchia di Cristo Re a Cremona, poi in quella di Paderno Ponchielli e attualmente svolge il proprio servizio nell’unità pastorale “Don Primo Mazzolari” di Cremona.

Alessandro Galluzzi, classe 2000, originario della parrocchia di San Bassiano in Pizzighettone, è entrato in Seminario subito dopo aver frequentato il liceo scientifico. in questi anni ha prestato il suo servizio nell’unità pastorale di Castelverde, poi in quella di Calcio e attualmente in quella di Piadena.

Massimo Serina, classe 1994, della parrocchia S. Maria Assunta e S. Sigismondo di Rivolta d’Adda, dopo la scuola superiore si è laureato in Scienze e tecnologie alimentari. Ha prestato servizio a Cremona nella parrocchia della Beata Vergine di Caravaggio, collaborando anche con l’Ufficio diocesano vocazioni, poi nella parrocchia di Soresina e attualmente a Cremona in Ospedale e nella parrocchia di San Sebastiano.

Fabrice Sowou, classe 1989, proviene dalla diocesi di Lomé (Togo). Negli anni di Seminario a Cremona ha prestato servizio nell’unità pastorale di Vicomoscano, poi nella parrocchia di Soresina, in quella di Rivolta d’Adda e attualmente presso l’unità pastorale di San Giovanni in Croce.

 

 

Jacopo Orlo
TeleRadio Cremona Cittanova
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