«Impariamo a dire Padre nostro abbracciati al Cristo in croce e uniti tra noi»

Al termine della processione cittadina della Sacra Spina il Vescovo ha ricordato tre storie di dolore: il lavoratore morto a Cremona, la ragazza scomparsa a Casalmaggiore e un bambino in attesa di trapianto di cuore

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«Tanti volti, tante storie e tante sofferenze si sono unite a quella di Gesù» nella processione del Venerdì Santo per le vie del centro di Cremona, portando per le strade quella che la tradizione indica come un frammento della corona di spine.

«La Sacra Spina di Gesù – ha detto il Vescovo aprendo l’omelia una volta rientrato in Cattedrale – ha fatto ancora una volta da calamita: calamita di persone, di preghiera e, soprattutto, di dolore». Subito il pensiero di mons. Napolioni è andato ad alcune tristi vicende di attualità: il giovane morto nel pomeriggio in un incidente sul lavoro a Cremona, la ragazza scomparsa a Casalmaggiore e un bambino di Brignano Gera d’Adda in attesa di un trapianto di cuore.

Dolore fisico, morale, di peccato e di violenza. «Questo è il giorno più buio!», ha proseguito il Vescovo che, con lo sguardo rivolto al Crocifisso, ha invitato a pregare insieme a Cristo sulla croce il Padre nostro. «Da stasera chiedo, a me stesso e a voi, di imparare a dire Padre nostro con lui. Che cosa significa per Gesù sulla croce dire padre? Perché dice nostro? Perché lì lui c’è con noi, per noi, per tutti».

Il Vescovo ha quindi voluto ripercorrere la preghiera del Padre nostro. Soffermandosi sui vari passaggi ha sottolineato la necessità di fare la «volontà di amore del Padre» che si fa pane, pane spezzato.

E ancora: «Che debiti hanno gli innocenti? Più stiamo bene e più siamo debitori. Più stiamo bene e più dobbiamo condividere». «Non ci indurre in tentazione», «liberaci dal male» e «facci vivere di speranza».

Quindi il Vescovo ha invitato tutti i presenti a pregare il Padre nostro, «abbracciati a lui e uniti tra noi», nella consapevolezza che «non è una preghiera privata, ma è la preghiera del popolo, del corpo di Cristo, di tutti i piccoli della terra».

Dopo la raccolta delle offerte destinate, in questo Venerdì Santo, alla Terra Santa, la benedizione impartita dal Vescovo con la reliquia ha chiuso la celebrazione in una Cattedrale gremita.

In tanti, infatti, anche quest’anno non hanno voluto mancare all’annuale appuntamento cittadino nel cuore del Triduo. Dietro la croce tante persone, di ogni età. Quindi le religiose, i ministranti, i sacerdoti della città, i parroci e i canonici del Capitolo in piviale. Così come il vicario episcopale don Gianpaolo Maccagni, il vicario generale don Massimo Calvi e il vescovo emerito mons. Dante Lafranconi, subito prima del baldacchino sotto il quale c’era il vescovo Napolioni con in mano la preziosa reliquia.

A chiudere la processione il gonfalone del Comune, portato da alcuni agenti della Polizia Locale, e le autorità locali: il sindaco Gianluca Galimberti insieme all’assessore Barbara Manfredini, il consigliere Luca Burgazzi e il vicecomandante della Municipale Mariarosa Bricchi.

La processione, scortata dalle forze dell’ordine, ha percorso piazza del Comune, largo Boccaccino, via Mercatello, corso Mazzini, piazza Roma, corso Cavour, via Verdi, piazza Stradivari e via Baldesio per giungere, quindi, di nuovo in piazza del Comune per raggiungere la Cattedrale dove si è conclusa la preghiera.

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TeleRadio Cremona Cittanova
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