Il Papa ai giovani della Gmg: «Brillare, ascoltare, non temere!»

Il prossimo incontro mondiale sarà nel 2027 in Asia, in Corea del Sud; preceduto però nel 2025 dall'appuntamento a Roma per il Giubileo dei giovani

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Foto GMG Lisbona 2023 e DiocesidiCremona.it

 

L’una di notte. Le parole di Bergoglio dette a braccio durante la veglia risuonano ancora sul vasto Parque da Graca. La musica inizia a sfumare dagli altoparlanti, lasciando solo le ultime chiacchiere ad accompagnare il sonno del quasi milione e mezzo di giovani da tutto il mondo.

Per Enrico di Salina è un atmosfera di «vigilante attesa, come Maria che è per noi punto di arrivo e punto di ripartenza». La liturgia serale di sabato 5 agosto, infatti, è stato uno dei momenti più emotivamente intensi della Gmg: i giovani pellegrini sono stati in rispettoso e riflessivo silenzio. Così la stessa dolce tensione si è accompagnata a quella dei muscoli bisognosi di riposo.

La luna piena illumina una giovane umanità avvolta dalla brezza dell’Atlantico e dai propri sacchi a pelo, mentre passi nella notte e torce sono segni della voglia di strappare qualche ora di sonno e condividere ancora momenti insieme tra giochi, pensieri e parole crociate.

«Mi aspetto un momento di fraternità profonda, e so che la notte passata a dormire insieme sarà un modo per riuscire a convivere anche nei momenti più difficili. Oltre i confini sempre», dice Anna da Marcaria.

Durante la notte si prova a dormire tra sassi sotto la schiena e temperature verso i 15 gradi. Eppure «si pensava un clima peggiore – riassume Chiara di Cremona, dell’unità pastorale Sant’Omobono a nome di molti, poco prima di affondare di nuovo dentro il sacco a pelo –. Ci aspettavamo più freddo e umido, in realtà non è così terribile come a Cracovia nel 2019».

Così tra i vari settori del Parque Tejo, nella calma ondulata dei corpi stesi a terra, il fiume accompagna il ritmo dei dormiveglia dei pellegrini. Molti addirittura dormono sul ciglio del tratto di autostrada, altri dietro i bagni chimici.

Sono previste altre migliaia di fedeli per l’evento conclusivo, gli spazi sono già ai limiti di sicurezza.

Qualche sacerdote del gruppo di Cremona verso le 4 del mattino inizia ad avviarsi al palco centrale per concelebrare la Messa di chiusura di domenica 6 agosto, raggiunto quindi dagli altri confratelli cremonesi. Attorno all’altare anche tutti i vescovi, e tra loro mons. Antonio Napoloni.

La notte inizia a lasciare spazio al sole; e l’alba sul Tago accompagna il risveglio anche dei ragazzi cremonesi, tra occhi e vestiti stropicciati, tra sacchi a pelo impolverati e bagnaticci, tanti sbadigli e poche ore di vero sonno.

Alle 6.30 circa ricomincia la musica diffusa dagli impianti audio nell’intero parco, ad accompagnare con ritmo gli immancabili caffè del chioschetto, le file al bagno, gli stretching mattutini e i svariati tentativi di rendersi presentabili tra spazzolini e salviettine, cambi d’abito nel proprio letto da campeggio e creme solari.

«Avrò dormito in tutto un’ora e mezza, ma con tutte queste persone attorno a me ad aspettare il Papa e l’alba è qualcosa di suggestivo», racconta Matawa di Piadena.

 

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La colazione è animata poi dalla musica di discoteca realizzata e remixata da un prete dj dal palco centrale, molto apprezzata dai partecipanti nonostante la levataccia. Ed effettivamente dà una buona dose di carica di energia per un’altra giornata intensa tra spiritualità e impegno fisico.

Il seminarista Fabrice è rimasto molto soddisfatto di questa scelta: «È un modo della Chiesa di interessarsi alla gioventù. Non si limita solo a dare indicazioni, ma anche tirare fuori qualcosa di bello che piace ai ragazzi, usando uno dei loro linguaggi preferiti, ovvero la musica». Anzi, aggiunge: «Non avrei pensato a un prete dj. Anni fa sarebbe stato molto difficile, ma è un segno anche questo».

Nel frattempo il sole inizia la sua salita verso lo zenith, mentre il Pontefice ha iniziato da poco il suo giro per i settori del campo sulla papamobile verso l’altare.

Iniziano i lenti preparativi dei circa 500 giovani cremonesi in vista della Messa e della successiva partenza.

C’è qualche disagio per il gruppo con il maxischermo difettoso, ma «mi aspetto un’esperienza maestosa» ed «elettrizzante», dicono Lucrezia di Bozzolo e Ottavia di Viadana. La festa di un mondo intero, a cielo aperto e a piedi scalzi, con i cuori e gli sguardi fissi sul grande schermo di un palco lontano, ma vicino nella sua presenza simbolica.

E proprio dal Papa, nell’omelia, l’incoraggiamento forte a non avere paura. Prendendo spunto dall’episodio evangelico della Trasfigurazione e da quanto vissuto con i giovani nei giorni della Gmg ha affermato: «È bello quanto abbiamo sperimentato con Gesù, ciò che abbiamo vissuto insieme e come abbiamo pregato. Ma, dopo queste giornate di grazia, ci chiediamo: cosa portiamo con noi ritornando nella valle della vita quotidiana?». La risposta in tre parole: «Brillare, ascoltare, non temere». «Anche noi oggi – ha proseguito – abbiamo bisogno di qualche lampo di luce per affrontare le oscurità della vita», ha detto a braccio. E ancora: «Abbiamo bisogno della luce di Gesù, perché lui è la luce che non si spegne anche di notte. Sempre possiamo andare avanti con la luce del Signore». «Diventiamo luminosi non mettendoci sotto i riflettori, quando mostriamo un’immagine perfetta», ha spiegato Francesco: «Possiamo essere forti e vincenti, ma non luminosi. Diventiamo luminosi quando, accogliendo Gesù, impariamo ad amare come lui. Accogliendo Gesù, questo ti porta a essere luminoso, un’opera di amore. Tu sarai luminoso il giorno in cui sarai interprete d’amore». «Se diventiamo egoisti, lì la luce si spegne», il monito sempre fuori testo del Papa.

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«Non avere paura, non temere: è una parola che nella Bibbia si ripete spesso», ha sottolineato Francesco a braccio. Poi le parole di speranza indirizzate a ciascuno: «A voi, giovani, che coltivate sogni grandi ma spesso offuscati dal timore di non vederli realizzati; a voi, giovani, che a volte pensate di non farcela; a voi, giovani, tentati in questo tempo di scoraggiarvi, di giudicarvi inadeguati o di nascondere il dolore mascherandolo con un sorriso; a voi, giovani, che volete cambiare il mondo e lottate per la giustizia e per la pace; a voi, giovani, che ci mettete impegno e fantasia ma vi sembra che non bastino; a voi, giovani, di cui la Chiesa e il mondo hanno bisogno come la terra della pioggia; a voi, giovani, che siete il presente e il futuro; sì, proprio a voi, giovani, Gesù dice: “Non temete!”. In un momento di silenzio ognuno ripeta a se stesso nel proprio cuore: “non abbiate paura”».

«Carissimi giovani, vorrei guardare negli occhi ciascuno di voi e dirgli: non temere!», le parole conclusive del Papa: «Ma vi dico una cosa molto più bella: Gesù stesso ora vi guarda, vi sta guardando, vi conosce, le gioie e le tristezze, i successi e i fallimenti, il cuore di ciascuno di voi E oggi vi dice, qui a Lisbona, in questa Gmg: “Non abbiate paura, non temete”».

Al termine della Messa, dopo l’indirizzo di saluto del prefetto del Dicastero per i Laici, la famiglia e la vita, card. Kevin Joseph Farrell, il Papa ha consegnato le croci della Gmg ad alcuni rappresentanti dei giovani dei cinque continenti. Dopo i ringraziamenti, l’invito: «Tornando a casa continuate a pregare per la pace». «Amici, permettete anche a me, ormai anziano – ha detto Francesco ai giovani – di condividere con voi giovani un sogno che porto dentro: è il sogno della pace, il sogno di giovani che pregano per la pace, vivono in pace e costruiscono un avvenire di pace». Quindi ha dato appuntamento al 2025 a Roma per il Giubileo dei giovani e nel 2027 per la prossima Gmg, in Asia, in Corea del Sud, a Seoul.

 

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Ora quella «allegria missionaria» cui parlava il Papa la notte precedente è forse pronta a tornare nelle case dei partecipanti dopo questo evento di portata mondiale. Con l’appuntamento già fissato per la prossima Gmg, pronti a ritrovarsi ancora una volta, gioiosi e in cammino, a fare il bilancio del mondo e della propria vita.

Al termine della Messa per la gran parte dei cremonesi presenti a Lisbona inizia il rientro, che per il gruppo diocesano che ha aderito alla proposta di viaggio della Federazione Oratori Cremonesi prevede un ulteriore tappa a Barcellona, con l’Eucaristia alla Sagrada Familia insieme agli altri pellegrini lombardi.

 

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Jacopo Orlo
TeleRadio Cremona Cittanova
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