Entusiasti e capaci di donarsi, come Maria. La Gmg entra nel vivo con la Messa inaugurale e il primo giorno di catechesi

Tutto il gruppo dei pellegrini cremonesi per le strade e le piazze di Lisbona con la maglia diocesana. Prima catechesi con mons. Nostro, vescovo di Mileto-Tropea-Nicotera

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Il cielo è nuvoloso, perché l’azzurro è sceso nelle strade di Lisbona. I giovani pellegrini di Cremona, infatti, hanno finalmente indossato la maglietta personalizzata della diocesi mercoledì 2 agosto, giorno in cui Lisbona accoglie Papa Francesco. Un piccolo segno di unità dell’intera comunità pastorale, come ha ricordato don Francesco Fontana al mattino prima di iniziare la prima catechesi di questa Gmg portoghese; un riconoscimento che troverà il suo culmine alla Festa degli Italiani prevista nella serata.

Mentre il vescovo Antonio Napolioni ha guidato la catechesi e ha presieduto la Messa del gruppo dei giovani dell’Umbria, a guidare la preghiera e la riflessione del primo incontro dei pellegrini cremonesi alla Escola Pasque das Nacoes è stato monsignor Attilio Nostro, vescovo della diocesi di Mileto-Tropea-Nicotera. Insieme al gruppo cremonese hanno partecipato anche alcuni giovani delle diocesi calabresi di Locri-Gerace e Crotone, alloggiati anch’essi nello stesso edificio. Dopo aver letto il Vangelo della Visitazione, con toni appassionati e semplici, il vescovo Nostro ha offerto la sua riflessione sul versetto di questa Gmg – “Maria si alzò e andò in fretta” – e sull’ecologia integrale, tema a cui è dedicata la prima giornata negli incontri Rise-Up, come voluto da Papa Francesco, attorno ad alcune parole chiave.

«Alzarsi è il verbo della Risurrezione – ha esordito il vescovo di Mileto-Tropea-Nicotera –. Etimologicamente deriva della stessa radice di “entusiasmarsi” che in greco significa “in Dio”. E sempre nei racconti di vocazione dei Vangeli compare accanto al termine “subito”. L’entusiasmo è contagioso e significa proprio questo: essere in Dio, proprio come accadde a Maria». Il presule ha quindi messo in relazione la figura della Madre di Cristo con Eva, ragionando così sull’esperienza di fede in Dio e di dono nel prossimo.

 

 

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«Eva era bellissima, dotata di ogni qualità e potenzialità possibile. Ma lei prende il frutto dall’albero della conoscenza; ha rotto la relazione di fiducia con Dio con la scelta più facile. Eva si è nascosta, ha preso il Creato e lo ha distrutto con il peccato. Maria, invece, fa una cosa impossibile: parte da un sì generativo per tutti, un sì non di padronanza, ma di apertura verso una creazione nuova. Nonostante Maria dica sì a un disegno che la porterà lontana da se stessa, dalla famiglia, da Giuseppe, lei si alza non appena riceve l’annuncio e va in fretta, perché questa notizia è incontenibile».

Un invito a un cammino condiviso appunto insieme a Dio, «come al gioco del passo del gigante», con l’obiettivo dunque di fare la felicità dell’altro. «Sulla croce c’era un re che fa un regalo della sua vita, e sotto la croce c’era una regina che fa un regalo della sua vita e di quella del Figlio. Fate anche vuoi un atto regale, perché anche voi siete re e regine, servi e serve della gioia dell’altro», ha concluso il vescovo Attilio Nostro.

 

 

È stato un incontro capace di gettare uno «sguardo diverso sul rapporto tra fede e ambiente e la relazione tra Eva e Maria, sono rimasta molto colpita dalle parole del vescovo» ha detto Laura di Sant’Imerio. «Le sue parole sono state in grado di toccare la vita di ciascuno», ha aggiunto Mattia di Caravaggio.

Proprio come i momenti vissuti dai giovani pellegrini alla Messa di apertura della Gmg nella serata di martedì 1 agosto, al Parque Eduardo VII, insieme a migliaia di partecipanti. «È stato bello vedere così tanti giovani da qualunque parte del mondo; ma soprattutto pregare assieme, ognuno nella sua lingua», ha ricordato Laura. Esperienza difficile da descrivere per Mattia: «Essere lì in mezzo al mondo intero, con ogni cultura, tutti per “attingere allo stesso fuoco”».

 

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Jacopo Orlo
TeleRadio Cremona Cittanova
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