Domenica delle Palme, il Vescovo: «Quest’anno i rami d’ulivo pesano veramente di più»

Torna a Cremona la processione per le strade della città ad aprire una Settimana Santa che, mentre la pandemia non si può ancora dire archiviata, ha negli occhi e nel cuore il dramma della guerra

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Photogallery completa della processione e della Messa 

«Stamattina ho visto la foto di un bambino che ha perso la mamma in guerra: non per le bombe, ma per la fame, è morta di stenti in casa, magari proprio per privarsi del poco che aveva per darlo al figlio e al resto della famiglia. È è sepolta dietro casa e lui ogni giorno, adesso che ha qualcosa, le porta da mangiare sulla tomba. È enorme il male, pesa il male, entriamo in questa Settimana Santa coscienti della drammaticità della vita umana». Queste le parole del vescovo di Cremona, Antonio Napolioni, nella Messa della Domenica delle Palme presieduta la mattina del 10 aprile in Cattedrale, affiancato dal vescovo emerito Dante Lafranconi, dal Capitolo della Cattedrale e i sacerdoti dell’unità pastorale Sant’Omobono.

Una celebrazione era iniziata alle 10.30 presso la chiesa di Santa Maria Maddalena con la benedizione dei ramoscelli di ulivo, una tradizione che finalmente si potuta tornare a vivere, con la tradizionale processione verso il Duomo di Cremona, dopo due anni di stop forzato, a causa della pandemia.

La partenza della processione dalla chiesa di Santa Maria Maddalena, sussidiaria della parrocchia di Sant’Imerio, nell’unità pastorale Sant’Omobono, è una novità che per la prima volta prende il posto della tradizionale celebrazione della Domenica delle Palme presieduta dal vescovo il pomeriggio con partenza dalla chiesa di San Girolamo.

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Ad accompagnare i fedeli verso la Cattedrale il canto del coro dell’Unità Pastorale, che ha poi lasciato spazio durante la Messa in duomo al coro della Cattedrale diretto da don Graziano Ghisolfi e con il maestro Fausto Caporali all’organo.

Nell’omelia, riferendosi ai rami di ulivo, il Vescovo ha domandato ai fedeli se «vi siete accorti quanto pesano? Direte che sono leggerissimi, ma quest’anno pesano veramente di più». Per tre motivi. «Il primo è il male: non abbiamo fatto in tempo ancora a uscire dalla pandemia e la guerra, le prospettive fosche sulla convivenza fra i popoli, la crisi economica che seminerà ancora più giustizia e miseria, le prove che non mancano anche nella vita delle famiglie e delle persone».

Ma c’è un secondo motivo per cui questi rami di ulivo pesano: è che Gesù ne fa la sua croce. «Quel legno che è il trono della gloria. Non a caso nella lingua ebraica la gloria è una parola che dice il peso, le cose che contano, la pienezza della vita, la potenza di Dio». «Questi piccoli rami son potenti – ha affermato monsignor Napolioni – perché li porta in becco lo Spirito Santo che Cristo dalla croce infonde sul mondo e che rende possibile tutto».

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Il terzo motivo per cui quest’anno i rami di ulivo pesano è «la nostra responsabilità». «Non possiamo chiedere la pace e non pagarne un po’ il prezzo – ha detto il Vescovo –. Dobbiamo rimboccarci le maniche, tirare la cinghia, assumere degli atteggiamenti, convertirci, rinnovarci, osare, essere migliori, non aver paura di fare un passo in più. Questa è la fioritura di vita nuova che sgorga dalla Pasqua: uomini e donne nuovi».

La Messa della Domenica delle Palme si è conclusa con l’augurio del Vescovo affinché si possa vivere la Settimana Santa come «un’intensa opportunità di preghiera di conversione, di grazia e di carità», ricordando ai fedeli l’appuntamento per venerdì sera, momento in cui si riprenderà dopo due anni la processione con la Sacra Spina, per vivere insieme le ore della Passione del Signore.

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Luca Marca
TeleRadio Cremona Cittanova
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