La Pasqua in carcere con il Vescovo: “Farsi azzimi di verità”

Nella mattina di domenica 17 aprile monsignor Napolioni ha celebrato l'Eucaristia nella casa circondariale di Cremona per i detenuti e gli operatori penitenziari

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«Dopo la risurrezione di Gesù che cos’è cambiato? C’è chi direbbe che non è cambiato nulla, che il mondo è ancora malvagio e corrotto, ma la verità è che nulla è più come prima, lui ha salvato il mondo dal peccato e ora tocca a noi investire i nostri talenti, farli fruttare per fare del bene, per migliorare ciò che già abbiamo e ciò che lasceremo». Con queste parole un detenuto del carcere di Cremona ha aperto, salutando il Vescovo, la Messa di Pasqua nella casa circondariale di Cremona celebrata la mattina di domenica 17 aprile alla presenza di monsignor Antonio Napolioni, affiancato dal diacono permanente Marco Ruggeri, operatore di Caritas Cremonese in Carcere, del cappellano don Graziano Ghisolfi e del cerimoniere don Flavio Meani, davanti ai detenuti, gli operatori e gli agenti della polizia penitenziaria e i volontari.

Il Vescovo, dopo aver ringraziato per l’accoglienza calorosa, ha spiegato che «per fare un pane nuovo bisogna togliere il lievito vecchio, in questo modo si farà un pane azzimo leggero, di una pasta nuova, la stessa pasta di cui dobbiamo essere fatti, una pasta speciale». E ha proseguito: «La farina del pane nuovo è fatta di umanità, è semplice ma pura, è fatta di piccoli granelli, e il Signore riconosce in ognuno di quelli un diamante, un’unicità. L’acqua con cui si impasta il pane nuovo è capace di valorizzare la farina facendola diventare pane, fa si che la polvere diventi fango e non si confonda». «Allo stesso modo – ha sottolineato il Vescovo – il perdono e le lacrime sono l’acqua di salvezza, l’acqua della rinascita». Concludendo l’omelia monsignor Napolioni ha quindi augurato che «come il pane nuovo anche voi possiate un domani, si spera il più presto possibile, possiate uscire da questo posto come persone rinnovate: uscite da un cammino produttivo e fecondo di riscossione per poter tornare ad essere uomini liberi e veri».

La celebrazione si è conclusa con un grande applauso per il Vescovo e per gli stessi detenuti che son stati capaci, con le loro parole, di dimostrare che anche il lievito vecchio può essere messo da parte per diventare leggere, nuovo e rinnovato.

Luca Marca
TeleRadio Cremona Cittanova
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