Con le comunità del Masci uno sguardo alle “nostre” acque

L'iniziativa ha avuto luogo sabato 7 ottobre a Brancere e ha segnato la conclusione delle iniziative in diocesi per il Tempo del Creato

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Il Po e noi: storia e cura delle nostre acque. Questo il tema conduttore della giornata organizzata sabato 7 ottobre dalle comunità scout Masci di Cremona e che ha segnato la conclusione delle iniziative in diocesi per il Tempo del Creato promosse nelle diverse zone pastorali in sinergia con la Pastorale sociale e del lavoro diocesana. Con lo sfondo del Po, davanti alla santella del Lido Sales, Andrea Guereschi, già ingegnere di Padania acque, e Maurizio Lupi, tecnico di Arpa, hanno accompagnato i presenti a scoprire la realtà delle acque della città.

In un racconto appassionato e appassionante, ricco di fatti e aneddoti storici, Guereschi ha parlato delle acque di superficie di Cremona, dei suoi canali – oggi spesso interrati, ma ancora presenti –, dei progetti nati (e non sempre portati termine) per rivitalizzarli, creando intorno ad essi quelle zone verdi e umide che potrebbero aiutare a contrastare il fenomeno del cambiamento climatico. Ha raccontato delle grosse opere idrauliche del passato e del presente, che hanno visto i tecnici cremonesi sempre all’avanguardia. Nel suo intervento anche uno sguardo al Po e all’abbassamento del suo fondale, dovuto all’aumento della corrente a sua volta determinato dalla creazione dei cosiddetti “pennelli”. Ma si è analizzata anche la situazione dei pozzi per l’acqua potabile, che oggi pescano a -200 metri, perché solo a quella profondità è possibile trovare acqua pulita che rientri nei valori di legge, e dei sistemi di depurazione e di controllo delle acque. Guereschi ha parlato anche delle fognature e dell’importanza della loro manutenzione per evitare perdite di inquinanti; rappresentando anche il rischio degli inquinanti di superficie, che filtrando nel suolo possono inquinare i pozzi, e la difficoltà e i costi per risanare una falda inquinata.

Lupi ha invece illustrato la questione degli inquinanti che si trovano nel Po, le cui acque oggi sono classificate con qualità sufficiente, esponendo la difficoltà di individuare i nuovi inquinanti che l’industria produce. Ha quindi presentato il mondo degli insetti che vivono sulle acque in modo elettivo e diventano un tracciatore importante per le rilevazioni; parlando pure della fauna ittica che vive nel Po, costituita, oggi, da tante specie aliene, non autoctone, e delle difficoltà create a storioni e lucci dalle centrali idroelettriche, perché i corridoi di risalita del fiume realizzati per permettere ai pesci di superare lo sbarramento di fatto non sono adeguati alle esigenze della fauna ittica. Ha inoltre trattato il tema dell’aumento della temperatura media delle acque che non permette più la sopravvivenza ad alcune specie, come per esempio la trota.

Ne è seguito un breve ma animato dibattito: cosa possiamo fare noi per salvaguardare le acque? È stata evidenziata innanzitutto l’importanza dei piccoli gesti quotidiani, che vanno dall’evitare gli spechi al bere acqua del rubinetto, più controllata delle acque minerali in bottiglie di plastica. Ma soprattutto la necessità di non smettere di vigilare sull’operato delle Istituzioni, affinché i progetti di salvaguardia vengano attuati, le manutenzioni effettuate, le politiche di gestione delle acque vadano a tutela della salute dei cittadini. Impegno non facile, perché dietro a tante situazioni critiche ci sono i poteri forti o interessi economici rilevanti; ma impegno necessario per la tutela del Creato in quell’ottica che ricorda sempre Papa Francesco, dell’essere custodi – e non padroni – del pianeta, responsabili in prima persona di ciò che si lascia in eredità alle generazioni future. Serve dunque riscoprire e confermare la consapevolezza della necessità di un cambiamento nello stile di vita – culturale, educativo e spirituale – per ripristinare la corretta relazione fra tutto il creato, e per tutelare le fasce di umanità più deboli del mondo di domani.

La giornata si è conclusa con la celebrazione eucaristica alla chiesa di Brancere, affidando a Maria (la Madonna del Po) il senso dell’impegno a essere attenti e credibili custodi dell’acqua, fonte inesauribile di vita.

TeleRadio Cremona Cittanova
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