Archivi della categoria: La vita della Chiesa

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“Accompagnare nella fede”, ultimi posti per la scuola per formatori, educatori e guide spirituali

Il percorso formativo, promosso dalla Conferenza Episcopale Lombarda, si svolgerà presso il Centro pastorale ambrosiano di Seveso (MB) nel biennio 2023/2025

Ancora alcuni posti disponibili per la seconda edizione di “Accompagnare nella fede”, la scuola pratica per formatori, educatori e guide spirituali che si svolgerà presso il Centro pastorale ambrosiano di Seveso (MB) nel biennio 2023/2025. Un percorso formativo, promosso dalla Conferenza Episcopale Lombarda, per coloro che svolgono o si preparano a svolgere attività di accompagnamento nella fede e discernimento vocazionale. Continua a leggere »

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Povertà. Don Pagniello (Caritas italiana): «Servono politiche concrete che aiutino a vivere dignitosamente»

“Inflazione e lavoro povero sono i nuovi pesi che si scaricano sulle fasce più povere della popolazione, alle quali occorre proporre politiche concrete che le aiutino a vivere dignitosamente”. È l’allarme che lancia don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana, alla vigilia della ripresa delle attività di Governo e Parlamento, che culmineranno con la nuova Legge finanziaria, in una situazione di rincari e di spaesamento.

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Il 20 settembre monsignor Napolioni e i Vescovi lombardi a Sotto il Monte e Concesio

In occasione di Bergamo e Brescia capitali della cultura, la Conferenza episcopale lombarda farà memoria di Giovanni XXIII e Paolo VI

Mercoledì 20 settembre i Vescovi delle dieci Diocesi lombarde, guidati dal metropolita mons. Mario Delpini, si recheranno a Bergamo e Brescia per incontrare e ringraziare i giornalisti, gli operatori culturali e i Giovani “Custodi della bellezza” che in questi mesi hanno animato l’accoglienza nelle due città capitale della cultura. Continua a leggere »

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Gmg, card. Zuppi: «Da Lisbona l’immagine di una Chiesa gioiosa che cammina insieme»

Il card. Zuppi traccia ai media Cei un bilancio sulla Gmg di Lisbona. “L’immagine di una Chiesa gioiosa, presente, che cammina insieme, in un mondo così pieno di divisioni, così virtuale, così ingannevole. Credo che questa immagine sia già una grande risposta, anche a tante paure e tante incertezze. Qualche volta cediamo a credere più nelle nostre forze che nella forza dello Spirito. Lo Spirito qui ci ha largamente contraddetto e ha riacceso tanta speranza»

«Il Signore ti chiama come sei. Quindi chiama tutti, chiama personalmente e ci chiama con le nostre fragilità, con le nostre contraddizioni ma ci chiama per fare qualcosa. Ed è questa la grande scoperta dei ragazzi». Ai media Cei, il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, traccia un primo bilancio della Gmg. «I giovani – aggiunge l’arcivescovo – sentono tante parole su di loro e fanno fatica a distinguere, come tutti, i seduttori dagli educatori, il vero dal falso. Continua a leggere »

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Gmg, alla veglia al Parque Tejo il Papa ai giovani: «La gioia è missionaria, è da portare agli altri»

Foto GMG Lisbona 2023 e DiocesidiCremona.it   «La gioia è missionaria, non è per noi stessi, è per portare agli altri». Anche al Parque Tejo di Lisbona, davanti a un milione e mezzo di giovani, il Papa ha abbandonato il testo scritto per parlare a braccio, dialogando a tratti con i presenti. «Io vi chiedo: voi che siete venuti a cercare qui un senso della … Continua a leggere »

Gmg, il Papa a Fatima: «Maria è Nostra Signora affrettata per essere vicina a noi»

La Chiesa «è madre: porte aperte per tutti, per facilitare l’incontro con Dio; e posto per tutti, perché ognuno è importante agli occhi del Signore e della Madonna». È l’immagine scelta dal Papa a Fatima, nel discorso dopo la recita del Rosario con i giovani ammalati.

«La cappellina in cui ci troviamo è una bella immagine della Chiesa», ha detto Francesco dalla Cappella delle apparizioni: «accogliente e senza porte». Poi, come ha fatto più volte in questa trasferta portoghese, Francesco ha abbandonato il testo scritto e ha proseguito a braccio. «Quando ha saputo che sua cugina Elisabetta era incinta Maria è uscita in fretta, correndo, con questa ansia di aiutare. Questa Vergine che esce in fretta: “Nostra signora affrettata”. E si affretta per venire ad aiutarci, si affretta perché è madre. E così accompagna la vita di Gesù e non si nasconde dopo la Risurrezione. Accompagna i discepoli, insieme allo Spirito Santo accompagna la Chiesa che crescerà dopo la Pentecoste. “Nostra Signora affrettata” che accompagna, non è mai protagonista: prima accoglie, e poi indica Gesù».

«Maria nella sua vita non ha fatto altro che indicare Gesù», ha sintetizzato il Papa: «Fate quello che lui vi dirà, seguite Gesù». Poi Francesco ha mimato i due gesti di Maria, che «accoglie tutti e indica Gesù, e questo lo fa un po’ affrettata. Ogni volta che veniamo qui ricordiamoci questo».

Maria, per il Papa, «vuole che l’incredulità di tanti cuori si rivolga a Gesù: con la sua presenza ci indica Gesù, con questo gesto ci indica Gesù. E noi la sentiamo molto vicina, “Maria affrettata”».

«Gesù ci ha amato al punto da identificarci con noi e ci chiede di collaborare con noi», ha spiegato Francesco: «E Maria ci invita a camminare nella vita camminando con lui». «Guardiamo l’immagine di Maria e ognuno pensi», l’invito del Papa: «Che cosa mi dice Maria come madre? Che cosa ci sta indicando? Gesù o alcune cose che nel nostro cuore non funzionano bene? Maria cosa mi sta indicando? Facciamo silenzio e ognuno nel suo cure dica: ‘Madre, cosa stai indicando a me? Cosa c’è nella tua vita che ti preoccupa, che ti commuove, che ti interessa e tu lo indichi? Maria ci indica nel cuore perché Gesù venga. Sentiamo la presenza di Maria, la Madre che dice sempre: “Fate quello che Gesù vi dirà”. E dice a Gesù: “Fai quello che loro ti chiedono”. Questa è Maria: Nostra Signora affrettata per essere vicina a noi. Che lei benedica tutti noi. Amen!».

M. Michela Nicolais (AgenSir)

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Gmg, il Papa alla cerimonia di accoglienza: «Non siete qui per caso. Siamo chiamati perché amati»

Colori, musica e bandiere nel pomeriggio di giovedì 3 agosto alla Colina do Encontro per il primo incontro con Papa Francesco

«Non siete qui per caso. Il Signore vi ha chiamati per nome, non solo in questi giorni, ma dall’inizio dei vostri giorni». È il saluto del Papa alla folla immensa dei giovani che si è radunata nel tardo pomeriggio di giovedì 3 agosto nel Parque Eduardo VII, per il primo abbraccio con Francesco e l’inizio ufficiale della Giornata mondiale della gioventù di Lisbona, la quarta nel pontificato di Bergoglio, la prima dopo la pandemia da Covid-19. Continua a leggere »

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Gmg, Papa Francesco agli universitari: «Diventate maestri di speranza»

«Ognuno è chiamato a confrontarsi con grandi domande che non hanno una risposta semplicistica o immediata, ma invitano a compiere un viaggio, a superare sé stessi, ad andare oltre». Così il Papa, nella mattinata di giovedì 3 agosto, incontrando i giovani universitari presso l’Università cattolica portoghese di Lisbona, ha spiegato loro la portata universale del termine “pellegrino”.

«Diffidiamo delle formule prefabbricate, che sono labirintiche, delle risposte che sembrano a portata di mano, sfilate dalla manica come carte da gioco truccate», l’invito: «diffidiamo di quelle proposte che sembrano dare tutto senza chiedere nulla».

«Cercare e rischiare»: sono questi, per Francesco, i verbi dei pellegrini.

«Essere insoddisfatti è essere uomini», la citazione di Pessoa: «Non dobbiamo aver paura di sentirci inquieti, di pensare che quanto facciamo non basti. Essere insoddisfatti, in questo senso e nella giusta misura, è un buon antidoto contro la presunzione di autosufficienza e il narcisismo. L’incompletezza caratterizza la nostra condizione di cercatori e pellegrini perché, come dice Gesù, “siamo nel mondo, ma non siamo del mondo”. Siamo chiamati a qualcosa di più, a un decollo senza il quale non c’è volo».

«Non allarmiamoci allora se ci troviamo assetati dentro, inquieti, incompiuti, desiderosi di senso e di futuro, com saudades do futuro!», ha esclamato il Papa: «Non siamo malati, ma vivi! Preoccupiamoci piuttosto quando siamo disposti a sostituire la strada da fare con un qualsiasi punto di ristoro, purché ci dia l’illusione della comodità; quando sostituiamo i volti con gli schermi, il reale con il virtuale; quando, al posto delle domande che lacerano, preferiamo le risposte facili che anestetizzano».

«Cercate e rischiate», il doppio imperativo per i giovani: «In questo frangente storico le sfide sono enormi e i gemiti dolorosi, stiamo vivendo una terza guerra mondiale a pezzi, ma abbracciamo il rischio di pensare che non siamo in un’agonia, bensì in un parto; non alla fine, ma all’inizio di un grande spettacolo. Siate protagonisti di una nuova coreografia che metta al centro la persona umana, siate coreografi della danza della vita. Se i semi preservassero sé stessi, sprecherebbero completamente la loro potenza generativa e ci condannerebbero alla fame; se gli inverni preservassero sé stessi, non ci sarebbe la meraviglia della primavera. Abbiate il coraggio di sostituire le paure coi sogni: non amministratori di paure, ma imprenditori di sogni!».

M. Michela Nicolais (AgenSir)

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Francesco: sogno un’Europa che spenga i focolai di guerra e accenda la speranza

Da Lisbona, “città dell’incontro che abbraccia vari popoli e culture e che diventa in questi giorni ancora più universale” e “capitale del futuro”, Francesco, nel primo discorso, l’unico in italiano, del suo 42.mo viaggio apostolico, focalizza la sua riflessione sull’Europa, in questo “frangente tempestoso” della storia in cui “si avverte la mancanza di rotte coraggiose di pace”. Al Centro Culturale di Belém, parla alle autorità … Continua a leggere »

Il Sinodo verso la fase sapienziale: occasione per uno sguardo nuovo sull’autentico dna della Chiesa

Una riflessione di don Paolo Arienti sulle Linee Guida proposte dalla Cei

Un mese fa la CEI licenziava le Linee guida per il prossimo anno di cammino sinodale. Le intitolava Si avvicinò e camminava con loro, indicando il racconto dei due di Emmaus (Lc 24) come l’icona promettente per il cammino che abbiamo davanti: l’esperienza dei due da Gerusalemme a Emmaus, carica di sentimenti contrastanti e di confronti critici, che culmina con la cena nella locanda accanto ad un Gesù che sparisce dalla loro vista e riaccende desideri ed entusiasmi; il ritorno nella città santa, con stili e accenti rimotivati; la memoria grata dell’ardore che riscalda chi ha fatto, insieme, esperienza del Risorto. Il testo, datato 11 luglio, da un lato fa sintesi delle narrazioni e dei cantieri vissuti nei due anni trascorsi, dall’altro attrezza a vivere il momento “sapienziale”.

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