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Una Chiesa che scommette tutto sull’amore

Lunedì 19 settembre il vescovo Antonio ha presentato in Cattedrale le linee pastorali 2016/2017

«Tutti abbiamo bisogno di questo amico che non viene meno, che non tradisce, che non ci vende e che capisce il dolore dell’uomo». L’inconfondibile tagliente voce di don Primo Mazzolari, uno dei parroci santi della Chiesa cremonese, ha aperto ufficialmente, nella serata di lunedì 19 settembre, in Cattedrale l’incontro di presentazione delle linee pastorali 2016/2017: «La nostra Chiesa. Un sogno… un cantiere». Le sue parole cariche di profezia hanno caratterizzato il video che ha preceduto l’ingresso  in presbiterio del vescovo Antonio, dell’emerito Lafranconi, del vicario generale don Calvi e del vicario per la pastorale e del clero don Maccagni. Dieci minuti intensi nei quali è risuonato l’appello ad essere Chiesa aperta e missionaria – piazza ed ospedale da campo – formulato da Papa Francesco al convegno ecclesiale di Firenze del 2015. E tra una strofe e l’altra della preghiera mazzolariana “Ci impegniamo” tre testimonianze: una coppia di sposi – Marina e Simone – che hanno spiegato di sognare una Chiesa accogliente e forte nella proposta educativa per il proprio figlio che nascerà tra poco; poi un prete – don Martinelli del Cambonino – che ha auspicato una Chiesa pronta al dialogo soprattutto con i lontani e i credenti di altre religioni; infine un giovane – Giovanni di San Michele in città – che ha invocato una Chiesa capace di far riscoprire la bellezza delle cose profonde.

La celebrazione, accompagnata dal coro giovanile diocesano, è iniziata con l’invito del vescovo Antonio a ringraziare il proprio vicino di banco della sua presenza nella consapevolezza che non si può costruire niente da soli. Poi l’invocazione allo Spirito Santo e l’accoglienza del libro dei Vangeli portato solennemente per tutta la navata centrale da un diacono.

 

L’intervento del vescovo Antonio

Dopo la proclamazione del Vangelo delle beatitudini secondo Matteo che «tante volte ha scosso il nostro cuore in momenti lieti e tristi della vita», ha preso la parola mons. Napolioni. Il presule, reduce dal corso di formazione per i nuovi vescovi tenuto nei giorni scorsi in Vaticano, ha anzitutto portato ai sacerdoti «l’abbraccio del Papa e l’apprezzamento per la loro opera generosa». Durante la serata più volte Napolioni ha citato papa Francesco, in modo particolare i suoi interventi al convegno di Firenze così come il discorso pronunciato tre giorni prima davanti ai nuovi pastori della Chiesa universale. Non sono mancati anche accenni al pensiero di Benedetto XVI, in modo particolare un passo del suo recentissimo libro intervista “Ultime conversazione”, dove il Papa emerito sottolinea la dinamicità della Chiesa «non congelata in schemi», ma pronta a recepire novità sorprendenti che la rendono ancora più viva e in movimento.

È in fondo questa la Chiesa che sogna don Antonio: «inquieta, sempre più vicina agli abbandonati, ai dimenticati, agli imperfetti», una Chiesa – sono parole di papa Francesco a Firenze – «lieta col volto di mamma che comprende, accompagna, accarezza».

Poi il Vescovo ha ricordato con gratitudine la sua chiamata a guidare il popolo di Dio di Cremona, un disegno che non era certo nei suoi sogni, ma che ora sta sognando ad occhi aperti, giorno dopo giorno, «scoprendo la ricchezza di fede, speranza e operasa carità che mi è stata consegnata dal vescovo Dante e che oggi condivido con voi». «Sono davvero felice di appartenere a questa Chiesa – ha proseguito – che desidero servire con semplicità e gioia».

Per mons. Napolioni è bello sognare, lo hanno fatto tanti personaggi della Bibbia, senza dimenticare che proprio in quella esperienza il Signore si è rivelato: «il sogno assicura l’accompagnamento di Dio al compito affidato all’uomo… traccia un cammino, spinge avanti, apre prospettive, mette al lavoro e deve diventare un “cantiere“».

Ed ecco la seconda parola d’ordine: cantiere. Dal sogno al cantiere, dal desiderio all’opera. In questo impegno decisivo la Chiesa cremonese sarà aiutata, nei prossimi cinque anni, dai «potenti» discorsi di Gesù contenuti nel vangelo di Matteo. È dall’ascolto della Parola che il cantiere prende davvero forma. Quest’anno protagonista sarà il discorso della montagna nel quale al centro c’è il Padre nostro: «non una preghiera che abbiamo imparato a dire, ma il linguaggio di una relazione vitale, intima perchè universale, che abbiamo ricevuto in dono dall’Unico Figlio, Gesù». E poi ci sono le beatitudini «in cui il futuro riveste di speranza e senso anche il presente più duro».

Decisivo sarà poi sanare quella frattura tra Vangelo e cultura, tra fede e vita che è, senza dubbio, il dramma della nostra epoca secolarizzata, consumistica, sempre più liquida! Le strutture e gli schemi passati non possono più bastare! Ora è necessario puntare  su «l’ascolto umile della vita reale di ciascuno, l’incontro paziente con ogni frammento di umanità, l’apertura di cuore riguardo i sentimenti profondi, l’accoglienza della diversità e di tante forme di disagio, l’autocritica onesta delle comunità e delle loro strategie pastorali a partire dalle nuove sfide». Serve una vera e profonda compassione per gli altri: l’amore di Cristo «sfida la nostra libertà a commuoversi e convertirsi alla missione».

Non è più dunque il tempo di attardarsi alla manuntezione di strutture e modelli obsoleti: non è questo il cantiere che desidera il vescovo Antonio. Egli, invece, sogna una Chiesa che sa stare in intimità itinerante con il suo Signore, a cominciare dall’ascolto della sua Parola, quella scritta e quella incarnata nella storia e nelle ferite di tanti». E da qui un auspicio: quello di vedere preti e laici che insieme preparano l’Eucaristia domenicale anzitutto meditando la Parola.

Mons Napolioni, poi, sogna una Chiesa autentica nelle relazioni fraterne e pronta alla corresponsabilità battesimale! Non è più il tempo di «ruoli che a volte, irrigendendosi, possono congelare la vita e impedire la missione». Non più apparati e organigrammi, ma l’amore come principio attivo che ricostruisce il tessuto cristiano della comunità ecclesiale. Un amore che prima di tutto deve manifestarsi all’interno della comunità attraverso «la fraternità presbiterale e battesimale, la stima reciproca, il sentir bisogno gli uni degli altri, l’amore alla pluriformità sinfonica della vita ecclesiale, la comune passione per il Regno di Dio».

Una parola, poi,  sul Giubileo della Misericordia! Se il 13 novembre si concluderà questo anno straordinario, la Chiesa cremonese avrà il compito di «rendere pastorale la misericordia dio» nelle opere e nei gesti.

Infine l’accenno ai cambiamenti riguardo le zone pastorali e alla nascita delle unità pastorali fra parrocchie: questo progetto ambizioso, che troverà forma dopo un ascolto attento e rispettoso di ogni voce, nasce dalla consapevolezza che «insieme è meglio»! Lo sguardo al futuro, sarà, poi assicurato dal Sinodo dei giovani che permetterà di andare incontro alle nuove generazioni con maggior fiducia, «nella certezza che il Signore chiama alla santità anche i suoi figli del terzo millennio».

E se all’inizio mons. Napolioni aveva citato Mazzolari riguardo alla necessità della comunione e corresponsabilità nella Chiesa, alla fine ha ricordato altri due “santi” di casa nostra: Vincenzo Grossi, il “prete contento”, e padre Arsenio da Trigolo. Nel musical allestito dai giovani di Annicco dedicato a questo piccolo frate si parla proprio di un sogno: «un luogo sicuro dove i ragazzi possano far sorgere un nuovo futuro». Su questo mons. Napolioni vuole lavorare. Insieme.

Il testo dell’intervento del Vescovo

 

L’intervento del vicario generale

Don Massimo Calvi, nuovo vicario generale, è intervenuto brevemente per ricordare che nel nuovo anno pastorale si rifletterà «sulla figura e il ruolo delle zone pastorali ed ancor più delle unità pastorali che si sono costituite negli anni passati o che dovranno essere costituite in un futuro sempre più prossimo» Questo ripensamento del territorio, però,  «dovrà essere condotto non nello stile di una ristrutturazione aziendale per un migliore impiego di risorse e persone, e soprattutto del clero in progressiva diminuzione». «Ogni volta che ci impegneremo a ridisegnare i confini di una zona pastorale oppure ci si orienterà verso la costituzione di una nuova unità pastorale tra diverse parrocchie – ha precisato -, ci si dovrà misurare con il criterio della prossimità ed interrogarsi se e in che modo la nuova organizzazione territoriale sia in funzione di una maggiore e più significativa vicinanza alla vita concreta e alle esigenze spirituale dei fedeli che ne faranno parte».

Il vicario generale ha poi ricordato che nelle prossime settimane,  la diocesi sarà impegnata nel rinnovo degli organismi di partecipazione ecclesiale, in particolare del Consiglio Presbiterale e del Consiglio Pastorale diocesano: «Sono luoghi concreti nei quali, insieme, riflettere, ragionare e consigliare per affrontare meglio i difficili compiti dell’annuncio del Vangelo e della vita pastorale della diocesi. L’obiettivo sarà quello di far si che questi organismi siano e diventino sempre più  il luogo in cui  le persone che li compongono ogni volta mettano in gioco la propria esperienza e la propria vita, corrano il rischio di condividere le idee e la fede, tentino, nelle varie circostanze della vita ecclesiale diocesana, di indicare sentieri e direzioni per tutta la compagine ecclesiale». Non sarà, dunque, una operazione puramente burocratica ed istituzionale, bensì «una vera esperienza di Chiesa, stabile, concreta, prolungata nel tempo, affinché in ogni azione o attività la nostra Chiesa particolare risponda sempre più e meglio al compito evangelico di essere sale della terra e luce del mondo».

 

L’intervento del vicario episcopale per il clero e la pastorale

Don Giampaolo Maccagni, vicario episcopale per il clero e la pastorale, ha insistito sulla qualità delle vita e della testimonianza dei sacerdoti chiamati a sentirsi parte «di un unico presbiterio, uniti in comunione tra di loro e con il Vescovo che il Signore ha messo a guida della Chiesa di Cristo che è in Cremona. Pur diversi per età, stili, sensibilità sono accomunati da un’unica chiamata a essere pastori e dalla stessa passione che li spinge a mettere tutto se stessi a servizio dell’annuncio del Vangelo».
Forte l’invito a partecipare ai diversi momenti di formazione e di spiritualità che caratterizzeranno il nuovo anno: momenti che permetteranno di crescere nelle relazioni fraterne e autentiche fondate sul Vangelo e costruite sullo stile del Vangelo.

Per il vicario episcopale i sacerdoti: «Sono chiamati ad essere uomini che vivono la bellezza e la fatica della comunione per poter essere costruttori infaticabili di comunione là dove sono inviati a svolgere il proprio servizio pastorale, suscitatori di carismi, capaci di valorizzare i doni di ogni battezzato, capaci di ascolto, dialogo con tutti».

E infine: «Più che difensori di principi e ripetitori di una dottrina dovranno sentirsi impegnati a vivere e far vivere la bellezza del Vangelo che viene trasmesso attraverso la vita di una comunità che si alimenta alla Parola, si nutre di Eucarestia e vive la carità con tutti e soprattutto con i più fragili».

 

L’intervento di don Paolo Arienti

Ultimo intervento quello di don Paolo Arienti, tutto proteso al Sinodo dei giovani che sta avviando i suoi primi passi dopo l’assemblea dell’8 settembre scorso.

«A Cracovia – ha spiegato il sacerdote –  abbiamo sperimentato un cammino condiviso in cui tanti giovani hanno accettato di mettersi in gioco. Hanno chiesto, hanno fatto domande, hanno ascoltato. Tornati in Italia ecco i primi passi del sinodo dei giovani che il Vescovo Antonio propone alla diocesi. Non per parlare di loro, ma per coinvolgere proprio loro, oltre numeri falsi e parate inutili, ed ascoltare la loro capacità di sogno e di provocazione. Anche questo fa parte del tratto di strada che abbiamo davanti: quel “sogno di Chiesa” che occorre onorare con tutte le forze».

«Dopo l’Assemblea degli oratori – ha proseguito – stiamo elaborando le proposte per il prossimo gennaio e per i mesi a seguire: sarà la fase della preparazione al sinodo vero e proprio. La fase della preparazione la vivremo il prossimo gennaio, con la settimana dell’educazione».  E infine: «Quanto penseremo e proporremo arriverà agli Oratori, ai gruppi ecclesiali e a chiunque voglia ascoltarci e farsi ascoltare. Come un pendolo virtuoso. Come una cinghia di trasmissione giocata sulla fiducia.
Nel frattempo ci impegniamo nella preghiera, nella stima, nella fiducia, nel desiderio di non perdere occasioni anche piccole. Piccole, ma preziose».

 

La conclusione della celebrazione

La celebrazione si è conclusa con la recita del Padre nostro e la consegna ai vicari zonali e ai rappresentati dei consigli pastorali parrocchiali delle nuove linee pastorali.

Don Maccagni ha quindi ricordato i prossimi impegni diocesani, in modo particolare il pellegrinaggio diocesano di domenica 25 settembre al Santuario mariano di Caravaggio.

 

Photogallery della serata

 

Tutti i materiali per l’anno pastorale 2016/2017

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Dalla Diocesi l’invito a pregare per l’incontro per la pace di Assisi

Il meeting nella città del Poverello si terrà dal 18 al 20 settembre e vedrà convergere leader religiosi da tutto il mondo. Martedì la presenza di Papa Francesco

A trent’anni dallo storico appuntamento di preghiera per la pace convocato da Giovanni Paolo II il 27 ottobre 1986 si terrà ad Assisi, dal 18 al 20 settembre, l’incontro internazionale “Sete di Pace. Religioni e Culture in dialogo” promosso da comunità di S. Egidio, diocesi di Assisi e frati francescani. Il meeting si aprirà domenica 18 alla presenza del presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella. Alla Assemblea di inaugurazione prenderà la parola tra gli altri anche il Patriarca Bartolomeo I che sarà presente a tutto l’evento. Martedì 20 settembre giungerà papa Francesco. Finora sono 511 i leader delle religioni mondiali che hanno accolto l’invito e 12 mila i pellegrini che raggiungeranno la città del poverello per seguire l’incontro e la preghiera per la pace. Ad Assisi saranno presenti seguaci di 9 fedi religiose diverse.

Don Bruno Bignami, coordinatore del settore “Diaconia” della Curia, ha indirizzato una lettera alla diocesi nella quale invita tutte le comunità a ricordare tale evento nella Messa feriale di martedì 20 e aggiunge: «Laddove ci sia la consuetudine della recita del santo rosario o dell’adorazione eucaristica, in parrocchia, nelle comunità religiose o in altri luoghi di culto, di aggiungere questa particolare intenzione per la pace nel mondo». A tal proposito l’ufficio diocesano per il Culto Divino ha predisposto alcuni sussidi per l’animazione liturgica della messa del 20 settembre e uno schema di adorazione eucaristica. A disposizione un’antologia di testi dedicati al tema della pace a cura delle Benedettine del Monastero “Mater ecclesiae” di Isola S. Giulio (Novara).

Lettera di don Bruno Bignami, coordinatore del tavolo “Diaconia”

Suggerimenti per l’animazione liturgica della messa feriale del 20 settembre

Schema di adorazione eucaristica

Antologia di testi dedicati alla pace

 

Il programma della tre giorni

Dopo l’assemblea inaugurale di domenica, nei giorni di lunedì 19 e martedì 20 (mattina) si svolgeranno in diversi punti della città 19 panel dove – secondo la tradizione degli incontri di Sant’Egidio – speaker di divere religioni e culture si confronteranno su vari temi di attualità, dalla questione dei migranti, ai conflitti in atto nel mondo, le povertà e i temi legati alla salvaguardia del creato.Interverranno anche tre ministri della Repubblica: Stefano Orlando (Giustizia, sul tema delle carceri), Stefania Giannini (Istruzione, su scuola e pace) e Gian Luca Galletti (sui temi dell’ambiente).

Nel pomeriggio di martedì 20 cristiani, ebrei e musulmani si ritroveranno tutti nel Sacro Convento ma pregheranno in luoghi diversi. I cristiani si daranno appuntamento nella Basilica inferiore per una celebrazione ecumenica presieduta dal papa, dal Patriarca ecumenico Bartolomeo, dal patriarca siro-ortodosso Efrem II, dall’arcivescovo di Canterbury Justin Welby e dal pastore Olav Tveit del Consiglio mondiale delle Chiese. L’appuntamento per i rappresentanti musulmani sarà invece all’Istituto teologico mentre gli ebrei si ritroveranno nell’aula Frate Elia. Alla fine della preghiera, i partecipanti scenderanno per strada dove in processione arriveranno al palco per la Cerimonia conclusiva alla presenza del Santo Padre. Ci saranno vari interventi, un momento di silenzio in memoria delle vittime delle guerre e del terrorismo, la lettura dell’Appello per la Pace 2016 e lo scambio finale della pace.

«Trent’anni anni fa – ha affermato il vescovo di Assisi mons. Sorrentino – il mondo era alle prese con una guerra fredda ed una pace da difendere tra arsenali nucleari contrapposti. Oggi ci troviamo di fronte a quello che papa Francesco ha definito una terza guerra mondiale a pezzi in cui si fa fatica a capire in quale direzione sta andando il nostro mondo. È in questa situazione che emerge in tutta la sua forza l’intuizione di Giovanni Paolo II di invocare per la pace la forza della preghiera».

Ad Assisi responsabili delle religioni, uomini della cultura e del mondo della politica guarderanno la realtà ma lo faranno «con lo sguardo e il cuore della speranza», perché – ha detto il vescovo – «i conti della storia non si fanno solo sulla narrazione dei tempi né sulle cronache degli eventi ma sul cuore degli uomini».

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A S. Ilario la Messa del Vescovo per la Guardia di Finanza

La celebrazione, alla presenza delle più autorità civili e militari, nella festa di san Matteo, il patrono delle Fiamme Gialle

Come ogni anno la giornata del venerdì 21 settembre per la Guardia di Finanza di Cremona è iniziata nella chiesa cittadina di S. Ilario con la Messa in onore del patrono del Corpo, l’evangelista san Matteo. A celebrare l’Eucaristia il vescovo Antonio Napolioni. Continue reading »

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Pellegrinaggio diocesano a Caravaggio col Vescovo Antonio

Si terrà il 25 settembre in apertura nel nuovo anno pastorale. I parroci devono segnalare la presenza delle proprie comunità alla Profilotours

All’inizio del nuovo anno pastorale la Chiesa cremonese si farà pellegrina, insieme al  Vescovo Antonio, al santuario di Santa Maria del Fonte presso Caravaggio. L’appuntamento è per domenica 25 settembre alle 15.30, quando il presule, in basilica, presiederà una preghiera mariana preparata dall’ufficio diocesano per il culto divino. Alle 16 mons. Napolioni presiederà una solenne Eucaristia, all’esterno, nel campo di destra, (già chiamato del Crocifisso) proprio dinanzi alla facciata principale dell’edificio sacro. Al pellegrinaggio sono invitati tutti i sacerdoti, in particolare i canonici del Capitolo e quanti hanno incarichi diocesani, i diaconi, le religiose e i religiosi, gli operatori pastorali, gli educatori e i catechisti, i fedeli delle parrocchie, i membri delle aggregazioni ecclesiali. L’Unitalsi cremonese garantirà il trasporto e l’assistenza dei malati che vorranno vivere questo importante momento di affidamento alla Vergine Maria.

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Il mandato eucaristico della Chiesa italiana

Domenica 18 con la Messa in piazzale Kennedy a Genova il card. Bagnasco ha concluso il Congresso eucaristico nazionale aperto il giovedì precedente

Oggi c’è una “fame dell’anima” per cui “le parole non bastano più”. L’unico modo di saziarla è “uscire per andare incontro ad ogni uomo”, partendo dal dono dell’Eucaristia come “principio e forza di un modo nuovo di stare nel mondo”. Dal palco di piazzale Kennedy, affacciato sul mare, di fronte ad una platea di 15mila persone – i circa mille convegnisti e i fedeli accorsi a Genova da tutta la Liguria  – il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova, presidente della Cei e inviato speciale del Papa per il 26° Congresso eucaristico, ha concluso le quattro giornate che hanno fatto della città della Lanterna la “capitale spirituale” d’Italia tracciando un identikit di Chiesa all’insegna della missionarietà e della misericordia. Ma soprattutto dell’appartenenza concreta e vitale ad un “popolo” che sale sulla stessa barca – quella arrivata il giorno prima dal mare, per la suggestiva adorazione eucaristica al Porto Antico – perché riconosce la signoria di un unico re: Gesù Cristo, il pane vivo sceso dal cielo. E ne fa un “timbro” che marchia a fuoco tutta la vita.

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Diretta streaming della presentazione delle nuove linee pastorali

Questa sera alle 20.45 in Cattedrale mons. Napolioni traccerà le piste di lavoro per il prossimo anno

Lunedì 19 settembre, alle ore 21, la Cattedrale di Cremona accoglierà i sacerdoti, religiosi e laici delle comunità parrocchiali che, con il vescovo Antonio, inaugurano un nuovo anno pastorale. La serata sarà trasmessa in diretta streaming dal nostro portale e dall’emittente radiofonica diocesana RCN-InBlu. Continue reading »

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Ultimi giorni per le iscrizioni all’incontro dei preti anziani e ammalati con i vescovi lombardi a Caravaggio

Si terrà il 22 settembre: dopo il pranzo il momento di fraternità seguito dalla recita del Rosario e dalla Messa in basilica. I sacerdoti che intendono partecipare devono segnalare il proprio nome al centralino della Curia

Giovedì 22 settembre, presso il Santuario di Santa Maria al Fonte a Caravaggio, è in programma un incontro tra i Vescovi lombardi e il clero ammalato e anziano. L’iniziativa nasce dall’invito rivolto dall’Unitalsi Lombarda a don Tarcisio Bove, responsabile della Pastorale della salute per la Conferenza episcopale lombarda e membro della Commissione regionale Clero anziano e ammalato. Continue reading »

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Messa del Vescovo Antonio a Lodi per l’apertura dell’anno accademico degli studi teologici

Lunedì 19 settembre mons. Napolioni ha presieduto l'Eucaristia con i presuli di Crema, Lodi e Vigevano

Lunedì 19 settembre, con una solenne celebrazione eucaristica, ha avuto inizio il nuovo anno accedemico degli Studi teologici Riuniti dei Seminari di Crema, Cremona, Lodi e Vigevano. A presiedere l’Eucarestia, concelebrata dai Vescovi delle quattro diocesi che compongono lo studio teologico, dagli educatori dei rispettivi Seminari e da moltissimi docenti, è stato mons. Napolioni.

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Domenica si celebra la giornata diocesana della scuola

Occorre aiutare le nuove generazioni a recuperare il significato esistenziale dello studio. Dall'ufficio per il Culto Divino l'animazione liturgica per la ricorrenza

Si celebra domenica 18 settembre la Giornata diocesana della scuola, un appuntamento che già da alcuni anni intende risvegliare l’attenzione educativa della comunità ecclesiale e civile su questa importante istituzione, riportando al centro dell’attenzione bambini, ragazzi, adolescenti e giovani che non possono prescindere, nella loro crescita, da questa esperienza. L’ufficio diocesano per il Culto divino nei consueti sussidi per l’animazione liturgica domenicali ha previsto un’attenzione particolare per questo tema.

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Domenica a Cristo Re l’ingresso di don Enrico Trevisi

Alle 18.30 il vescovo Napolioni presiederà l'insediamente del nuovo parroco

Nell’ambito degli insediamenti dei nuovi parroci, domenica 18 settembre si svolgerà il secondo ingresso nella città di Cremona. Coinvolta la parrocchia di Cristo Re, in zona Po, dove alle 18.30 il vescovo Antonio Napolioni presiederà la Messa di insediamento di don Enrico Trevisi, per dodici anni rettore del Seminario vescovile di via Milano.

 

Il programma dell’ingresso

La processione con i sacerdoti concelebranti prenderà le mosse dall’ex casa parrocchiale, situata a fianco della chiesa parrocchiale, all’ingresso dell’oratorio.

Tra i sacerdoti concelebranti ci saranno i preti residenti così come i diaconi permanenti della parrocchia. A Cristo Re, infatti, risiedono Giuseppe Mazzolini, Flavio Carli e Marco Ruggeri.

Da segnalare il fatto che don Trevisi, sotto i paramenti liturgici, indosserà il camice regalato per l’occasione dalla parrocchia.

Prima di entrare in chiesa, in piazza Giovanni Cazzani il nuovo parroco e il vescovo riceveranno il saluto del sindaco Gianluca Galimberti, che sarà affiancato dal consigliere comunale Luca Burgazzi, residente in parrocchia.

All’inizio della Messa, dopo il saluto liturgico da parte di mons. Napolioni, il vicario zonale uscente, don Gianpaolo Maccagni, darà lettura del decreto di nomina del nuovo parroco che, al termine, aspergerà l’assemblea con l’acqua benedetta e incenserà la mensa eucaristica.

Poi Morena Roncolato, in rappresentanza dell’intera comunità parrocchiale, porgerà il saluto al vescovo e al nuovo parroco.

Al termine dell’omelia, tenuta da mons. Napolioni, il nuovo parroco reciterà da solo la professione di fede (il Credo), segno che sarà lui il primo responsabile della diffusione e della difesa dei contenuti della fede nella comunità.

Alla fine della celebrazione, supportata con il canto dal coro parrocchiale, don Trevisi prenderà la parola per il saluto ai nuovi parrocchiani.

Dopo la Messa la firma degli atti ufficiali da parte del Vescovo, del nuovo parroco e di due testimoni: Lucia Frati e Pierluigi Adami.

Seguirà un festoso momento conviviale in oratorio.

In preparazione all’ingresso di don Trevisi due appuntamenti: venerdì 9 settembre in chiesa si è svolta un’adorazione eucaristica, venerdì 16 (alle 21 in oratorio) incontro per approfondire il ministero del parroco con don Gianpaolo Maccagni, vicario episcopale per il clero e il coordinamento pastorale.

 

Biografia del nuovo parroco

Don Enrico Trevisi è nato a Asola (Mn) il 5 agosto 1963 ed è stato ordinato il 20 giugno 1987 mentre risiedeva nella parrocchia di Pieve S. Giacomo. Laureato in Teologia morale a Roma, è rientrato in diocesi nel 1990 con l’incarico di vicerettore del Seminario.

Dal 1997 al 2004, pur continuando l’insegnamento in Seminario, è stato direttore del Centro pastorale diocesano e, dal 1997 al 2003, anche dell’Ufficio diocesano per la Pastorale sociale e del lavoro. Inoltre tra il 2000 e il 2005 è stato assistente spirituale della Acli.

Nel 2004 è rientrato in Seminario con il ruolo di rettore. Ora mons. Napolioni, con decreto del 10 giugno, l’ha nominato parroco della parrocchia di Cristo Re in Cremona, succedendo a don Giovanni Cavagnoli.

 

Il saluto del nuovo parroco

Anzitutto esprimo la gioia di venire in mezzo a voi e ringrazio il vescovo Antonio per aver assecondato il mio desiderio di lavorare in parrocchia, un desiderio che è nel cuore e nella radice di ogni sacerdote.

Arrivo con la sincera riconoscenza per quello che il Signore ha già seminato e per quello che sta crescendo in mezzo a voi, anche tramite il ministero generoso dei sacerdoti che hanno fondato e coltivato la Parrocchia di Cristo Re. Un grazie particolare a don Gianni, che è stato mio insegnante e poi collega nello Studio Teologico, e a don Diego che da subito mi ha accompagnato nel decifrare gli innumerevoli fermenti di grazia sparsi nel quartiere Po.

Un grazie a don Mario e don Pierluigi, ai diaconi, alle famiglie, a tutti i collaboratori nell’ambito della liturgia, della catechesi, della carità, delle differenti ed esaltanti sfaccettature della missione educativa (e pensiamo anzitutto all’Oratorio). Ho già intravisto tanta ricchezza di proposte e di servizi per comunicare la bellezza del Vangelo e l’ansia di carità verso tutti, specialmente verso i ragazzi e verso i poveri. Arrivo riconoscendo che c’è un cammino parrocchiale già tracciato, una carità già testimoniata, una fede già celebrata, e tante iniziative già pensate e programmate. Arrivo con il desiderio di proseguire con tutti voi in questo cammino.

Arrivo con la certezza che “la gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù” (papa Francesco, Esortazione apostolica Evangelii gaudium n. 1). E dunque con il proposito di aiutarvi a riconoscere e re-incontrare sempre di nuovo il Signore Gesù.

Con voi imparerò a fare il parroco, e conto davvero sia sulla vostra Misericordia sia sul vostro aiuto, competente e prezioso. Dell’aiuto di Dio, per me e per voi, ne sono certo. Io arrivo come ultimo e sarò chiamato a presiedere la duplice mensa della Parola e dell’Eucaristia: ma rimango ultimo nel conoscere le persone, nell’imparare i bisogni da saziare, le ferite da curare, le famiglie da accogliere, i ragazzi da incoraggiare.

Ho bisogno di essere accompagnato a conoscere, a servire, ad amare.

In questi giorni ho ripreso in mano un vecchio testo di don Primo Mazzolari. Si parla della parrocchia come di uno strumento per “una carità senza limiti, come senza limiti sono i bisogni dei parrocchiani, dei vicini, che sono pochi, dei lontani, che sono molti”. Poi nel suo stile ci sono affermazioni provocatorie: “La parrocchia è una meravigliosa e insostituibile istituzione, ma chiede di essere ‘rifatta’ su misura delle nuove, urgenti necessità”. E cercheremo insieme di capire queste nuove urgenti necessità che riguardano le famiglie, i giovani, gli anziani, i malati, i disoccupati, gli immigrati… “La parrocchia – dice sempre Mazzolari – al servizio dei poveri vuol dire semplicemente amare di più chi ha bisogno di essere amato di più, e non lasciare fuori questi o quelli dal nostro amore”.

Insieme cercheremo di crescere nella capacità di amare di più chi più ne ha bisogno… tenendo fisso lo sguardo sul Signore Gesù, aiutandoci a restare sulle frequenze della sua Parola, aperti all’azione dello Spirito.

Un abbraccio a tutti, a partire da coloro che sono feriti nel cuore, che sono malati, che sperimentano le fatiche della vita, le trame oscure delle tante ingiustizie e peccati che rendono tristi anche questi giorni. Ho già iniziato a ricordarvi nella preghiera…

E ricordatevi anche voi di pregare per me… e per i miei cari seminaristi perché il cammino di ciascuno sia nella fedeltà al Vangelo e nell’amicizia con il Signore, che è il vero tesoro della vita.

don Enrico

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