Il 26 marzo incontro del Vescovo con i fidanzati

Dalle 16 all’oratorio della Beata Vergine di Caravaggio, a Cremona: invitate le 400 coppie iscritte ai corsi pre-matrimoniali

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Incontro diocesano per tutti i fidanzati con il vescovo Antonio. È l’innovativa proposta che l’Ufficio diocesano per la Pastorale familiare, diretto da Maria Grazia e Roberto Dainesi, ha rivolto a tutte le coppie iscritte ai corsi di preparazione al matrimonio in questo anno pastorale: 400 coppie seguite da quarantacinque coniugi in veste di accompagnatori. Per tutti l’appuntamento sarà nel pomeriggio di domenica 26 marzo (ore 16) all’oratorio della Beata Vergine di Caravaggio, a Cremona (viale Concordia 5).

«L’intento – spiega Maria Grazia – è quello di un incontro in cui affrontare, insieme, i problemi reali della coppia e della famiglia. Per questo il Vescovo non terrà una relazione, ma cercherà di confrontarsi con i presenti attraverso le domande che gli saranno posto».

Prima del dibattito ci saranno alcuni veloci provocazioni legate al vissuto quotidiano della coppia: il senso del matrimonio, la dimensione essenziale del “per sempre”, la generatività come espressione piena del proprio amore, il ruolo educativo. All’orizzonte anche alcune suggestione dell’Amoris Laetitia.

L’incontro con il Vescovo – dal titolo “La gioia dell’amore” – si concluderà alle 18 con un aperitivo: un momento informale durante il quale poter continuare la discussione.

L’appuntamento – organizzato per la prima volta in diocesi –intende essere segno concreto di vicinanza e stima da parte della Chiesa cremonese nei confronti dei futuri sposi.

«L’auspicio – conclude Roberto – è che possa diventare una tradizione da ripetere ogni anno con le nuove coppie che si preparano al matrimonio, magari anche attraverso a un incontro più disteso, di una intera giornata. E non per forza sempre a Cremona».

 

Attuale fisionomia dei corsi

Attualmente il percorso di preparazione al matrimonio prevede una decina di incontri: si parla, si discute, si guardano film, si ascoltano testimonianze di altre coppie. Insomma ci si mette in gioco. L’ipotesi, però, è quella di prolungarlo per poter approfondire altre importanti tematiche, magari anche attraverso iniziative più informali.

Rispetto a 20/30 anni fa molto è cambiato. Sono diminuiti i matrimoni religiosi e pertanto sono sempre meno coloro che si iscrivono i corsi

A essere cresciuta in modo considerevole è, invece, l’età media degli iscritti, tra i quali figurano molti quarantenni.

Particolarmente consistente, inoltre, è il numero di coppie conviventi: si stima rappresentino addirittura il novanta per cento del totale.

In non pochi casi è il desiderio di avere dei figli che porta i conviventi a decidere di intraprendere il passo delle nozze: il matrimonio, infatti, è ritenuto una garanzia maggiore per i figli.

Non mancano, però, neppure casi in cui la coppia che frequenta i cori prematrimoniali ha già uno o anche più figli: sicuramente un fattore di novità rispetto al passato.

Tra gli obiettivi per il futuro anche quello di creare relazioni più stabili che possano accompagnare le nuove coppie di sposi. Questione aperta, infatti, rimane quella del dopo-matrimonio. In questo una parte fondamentale la giocano le parrocchie dove i novelli sposi vanno ad abitare, chiamate all’accoglienza e alla piena integrazione nella vita comunitaria.

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