Casalmaggiore, nuova vita per la chiesa di San Rocco

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Torna a vivere a Casalmaggiore la chiesa di San Rocco. Dopo quindici anni di interventi di messa in sicurezza e quasi 300mila euro già investiti, la chiesa affacciata sul Grande Fiume torna a essere visitabile al pubblico. Un successo di comunità riuscito grazie alla dedizione e alla volontà di numerosi protagonisti che hanno creduto nel patrimonio storico e culturale di quell’edificio impresso nella memoria e nella devozione popolare.

«È stato un percorso lungo, ma i risultati ora saranno visibili nella loro interezza e bellezza», commenta l’architetto Gabriele Pezzini, che ha curato il progetto di recupero sviluppato in due “lotti” negli ultimi anni.

«Mai avrei pensato un livello di intervento così felice, ti si apre un mondo – afferma il parroco don Claudio Rubagotti. Insieme all’architetto Pezzini e al professor Marco Orlandi, vorrei ringraziare tutti gli addetti ai lavori, la Soprintendenza e la Curia per l’accesso ai fondi Pnrr e la società Abstract per aver gestito tutte le procedure amministrative e contabili derivanti dal finanziamento».

Il lavoro di riqualificazione della chiesa, in rovina dall’esondazione del Po del 1951, risale al lontano 2008 con i primi puntellamenti, poi fermati per mancanza di fondi. Quindi dieci anni di silenzio, rotto soltanto grazie all’opera di divulgazione del professor Orlandi e agli appelli da parte degli studenti dell’Istituto Romani con numerose iniziative. Solo nel 2019, grazie all’azione diretta di Gabriele Barucca, Soprintendente all’Archeologia, Belle arti e Paesaggio per le province di Cremona, Lodi e Mantova, furono stanziati 100mila euro alla parrocchia di Casalmaggiore per la messa in sicurezza dell’edificio, compromesso dopo il terremoto del 2012.

Nel dicembre 2021, al termine del primo intervento urgente da 56.620 euro, gestito direttamente dalla Soprintendenza, con un nuovo contributo condizionato al 50% di 76.412 euro dal bando di Fondazione Cariplo, è continuata l’imponente opera di restauro. Nel 2022 l’ulteriore finanziamento di 200mila,  grazie al bando del Pnrr gestito dall’Ufficio Beni culturali della Diocesi di Cremona, che ha sempre operato in accordo con la Sovrintendenza. Con questi fondi è stato possibile «recuperare le volte interne e i collegamenti verticali del vecchio campanile, realizzare una copertura leggera per la protezione dalle infiltrazioni meteoriche e una legatura orizzontale di rinforzo sismico, consolidare gli spalloni di sostegno dell’arcata a protezione degli angeli in stucco e di accesso all’edificio», ha spiegato Pezzini. Ora la facciata è libera dalle impalcature protettive, lo spazio interno del presbiterio è sicuro, la cripta sotterranea è visitabile.

Nel futuro imminente restano da salvare gli affreschi interni e ripulire definitivamente le sculture esterne e, grazie a questa oculata riqualificazione ambientale, far rivivere questo luogo caro ai maggiorini con nuove possibilità di utilizzo.

Jacopo Orlo
TeleRadio Cremona Cittanova
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