Casalmaggiore, nel Palazzo abbaziale la meraviglia dà colore ai sogni

Le Giornate Fai d'autunno aprono le porte sulle stanze affrescate del complesso casalasco che si svela al pubblico dopo i restauri

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Il palazzo abbaziale prima e dopo i restauri

 

Lo scalone, i saloni del piano nobile, la camera da letto con l’alcova, la bellissima biblioteca ricca di libri antichi e pregiati testi sacri custoditi in armadiature settecentesche. Il cuore del palazzo abbaziale di Casalmaggiore sabato e domenica svelerà tutta la sua ricchezza di arte e storia. L’occasione è l’apertura straordinaria in occasione delle Giornate Fai d’autunno, con le visite l’intero fine settimana, dalle 10 alle 18, garantite dai volontari del Fai insieme a quelli della parrocchia e gli studenti dell’istituto Romani di Casalmaggiore.

Si tratta di un’occasione davvero unica, visto che il restauro del palazzo, in gran parte terminato, ha permesso di riportare alla luce la decorazione pittorica di pareti e soffitti, finora sconosciuta e che era stata coperta all’inizio del XX secolo.

«Il recupero pittorico del Palazzo abbaziale di Casalmaggiore – spiega il parroco don Claudio Rubagotti – costituisce l’ultimo atto di un grande progetto. Sontuosa costruzione settecentesca edificata accanto alla chiesa di Santo Stefano, diversamente dal primo progetto di restauro, che prevedeva il riordino degli ambienti e il restauro della sola “stanza rossa”, i lavori svolti in questi ultimi mesi hanno permesso di far riaffiorare dalla coltre novecentesca pregevoli decorazioni».

Don Rubagotti, da cinque anni a Casalmaggiore come parroco delle due parrocchie cittadine, investe tempo e sogni in un preciso progetto di recupero del Palazzo abbaziale, sorto all’inizio del 1700 di fianco al Duomo di Santo Stefano, quando nel 1794 la chiesa conseguì il titolo di abbazia con bolla pontificia di Papa Pio V.

Il palazzo è dotato ancora oggi di pregevoli ambienti interni settecenteschi, soffitti e cassettoni, serramenti preziosi e decorazioni murali. Proprio di queste ultime si sono prese cura Fiorenza Ferrari e Danielle Simon, socie fondatrici di Studio Blu Restauri, di Castel Goffredo, che dall’ottobre scorso si occupano di ridare luce e vita alle pitture emerse in diverse zone del primo piano.

Una parte di corridoio, in cui sono emerse delle insolite pitture floreali dagli intensi colori in continuità con gli ambienti adiacenti; una camera la cui destinazione poteva essere – ma non se ne ha la certezza – lo studio degli abati, data la presenza di tondi in cui compaiono figure di letterati; la «stanza rossa», molto probabilmente camera da letto degli abati; da ultimo una piccola camera soppalcata in cui ad attirare l’attenzione dei visitatori è la scala lignea del ‘700, dietro cui si nasconde una sorta di graffito inciso sul muro risalente al 1885, che con ogni probabilità rappresenta i trofei di una gara di caccia.

In particolare, nell’ampia camera rossa vi è una bellissima e raffinata alcova, esempio unico nel territorio. L’apertura è incorniciata da un fastoso decoro architettonico con fastigio superiore e nicchie laterali entro le quali sono collocate le allegorie della Giustizia e della Temperanza. L’alcova, interamente affrescata, simula nella volta la presenza di una balaustra aperta sulla profondità del cielo dove le nuvole squarciate accolgono la Madonna Assunta fra lo stupore degli angeli.

Racconta ancora don Rubagotti: «Quel che il tempo ci sta rendendo, grazie al lavoro intenso delle restauratrici, di Annalisa Rebecchi, che si è occupata delle parti lignee, e di Studio blu che tutt’ora interviene sulle pareti di varie zone nobili del palazzo, fa sì che sia maturata in noi la decisione di intervenire in futuro anche in altri due ambienti». E specifica che si tratta del primo tratto del corridoio e di una stanza che si trova per prima sul lato sinistro. «Questo – prosegue – ci permetterebbe di recuperare la decorazione originale, che restituirebbe al palazzo quella meraviglia che impressionava i visitatori dei secoli passati. È lo stesso stupore che, personalmente, provo oggi muovendomi tra le stanze e i corridoi».

Nel ringraziare infine don Achille Bonazzi e don Gianluca Gaiardi, che in questi anni hanno seguito i lavori nel loro ruolo di incaricati dell’Ufficio diocesano per i Beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto, per avere creduto nel progetto e averlo sempre sostenuto, don Rubagotti termina con un auspicio: «Mi auguro che tanta bellezza potrà accogliere un domani eventi, mostre, il patrimonio degli archivi parrocchiali. Mi piace sognare che sarà il palazzo stesso a suscitare quella fantasia capace di sognare cose nuove».

 

Anche Sant’Agostino e il Palazzo Abbaziale di Casalmaggiore aperti per le Giornate FAI d’autunno

Sara Pisani
TeleRadio Cremona Cittanova
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