Tenda di Cristo, nel Casalasco un weekend all’insegna dell’integrazione

Sabato 24 giugno a Casalmaggiore convegno sui corridoi umanitari, domenica 25 "Festa dei popoli" presso Casa Paola a Rivarolo del Re

image_pdfimage_print

La felicità non è vivere senza problemi, ma essere messo nelle condizioni di poter affrontare i problemi che si hanno. E mai da soli. Si potrebbe riassumere così il serrato e partecipato dialogo intitolato “L’accoglienza è il primo passo per la pace: i corridoi umanitari” avvenuto sabato 24 giugno presso l’auditorium Giovanni Paolo II dell’oratorio Maffei di Casalmaggiore nell’ambito della “Famiglia dei Popoli… I care” promossa da Tenda di Cristo di Rivarolo del Re.

Al tavolo, con la conduzione della giornalista di Telecolor di Claudia Barigazzi, le voci di alcuni protagonisti dell’accoglienza, con diramazioni nazionali e internazionali. La Comunità di Sant’Egidio, rappresentata da Alessandro Gnavi, insieme a Caritas Cremonese con il suo direttore don Pierluigi Codazzi e Tenda di Cristo con padre Francesco Zambotti, suo fondatore.

«Preghiera, poveri, pace. Sono le tre “p” con cui Papa Francesco ha riassunto l’impegno della Comunità di Sant’Egidio – ha introdotto Gnavi- Questa sintesi descrive perfettamente quello che cerchiamo di fare in termini di accoglienza». L’occasione è stato un incontro in Sala Nervi il 18 marzo scorso in cui 7.000 persone che, tramite la comunità hanno vissuto o vivono storie di accoglienza, sono state ricevute dal Pontefice. «Da quel momento è emerso che nell’accoglienza ad essere protagonista è l’abbraccio. La vera integrazione passa dal rapporto di amicizia che si instaura tra chi accoglie e chi è accolto». E l’abbraccio che gli amici di Sant’Egidio danno, passa necessariamente dai corridoi umanitari, il progetto di accoglienza realizzato dalla Comunità con la Federazione delle Chiese Evangeliche, la Tavola Valdese, Cei e Caritas Italiana, che ha portato in Italia dal febbraio 2016 ad oggi 6.018 “salvati” tra i più fragili del mondo, in fuga da paesi come Siria, Corno d’Africa e Grecia. Il progetto, completamente autofinanziato, vede l’impegno di famiglie, parrocchie, comunità accoglienti che decidono di investire almeno 18 mesi del loro tempo e del proprio denaro per instaurare insieme ai più fragili tra i fragili un rapporto di amicizia e di accompagnamento per portare le persone o le famiglie accolte (spesso provenienti da campi profughi) ad apprendere la lingua italiana e a trovare un lavoro nel nostro Paese. Anche sul territorio cremonese e casalasco sono attivi i corridoi, grazie all’accoglienza fatta da Caritas Cremonese (anche nella sua sede di Casalmaggiore) e da Casa Paola – Tenda di Cristo Rivarolo del Re.

«È necessario che oltre all’accoglienza, che è il nostro dna, si parli anche delle ragioni che portano alla migrazione – ha esortato don Codazzi, direttore della Caritas diocesana –. Non dobbiamo dimenticare che se la migrazione è un diritto lo è anche il restare nel proprio Paese. Nessuno deve essere obbligato a emigrare». Alla base della sua relazione, il protagonismo della persona accolta nel costruire una vera integrazione a partire dalle sue capacità, affinché venga superata la logica assistenzialistica e si entri nella logica del diritto. «Riconoscere la dignità e i diritti della persona, significa riconoscere la sua capacità alla quale io non devo sostituirmi», ha proseguito don Codazzi. Che ha aggiunto: «Non esiste la cura dell’altro se questo non è in grado di prendersi cura di se stesso». La felicità e l’integrazione passano allora necessariamente dallo stare a fianco di chi ha bisogno di essere accompagnato per una fase transitoria della sua vita.

Questo qualcuno è una «persona che ha bisogno di essere ascoltata e di essere capita», è poi intervenuto padre Zambotti nel riassumere lo spirito che anima l’accoglienza presso le Tende di Cristo. Al centro il tema del bisogno. «Questo è il mio primo impegno e la mia prima preghiera. Prego di essere in grado di capire la persona che ho di fronte». Il punto di partenza nel fare accoglienza presso le Tende, quindi, è «la mentalità di avvicinarsi alla persona non giudicandola. Questo è possibile grazie all’azione dello Spirito che mantiene umili nel nostro cammino».

La festa è proseguita il giorno seguente presso Casa Paola, a Rivarolo del Re, con diversi momenti di riflessione, preghiera e divertimento a cui hanno preso parte molti amici delle Tende e, a sorpresa, anche il vescovo Antonio Napolioni.

Da segnalare in particolar modo la proiezione del film “Dai tuoi occhi” prodotto dal Circolo Acli di Casalmaggiore nell’ambito del progetto Champs, incentrato sull’integrazione delle seconde generazioni residenti nel territorio casalasco. Anche questa è stata l’occasione per riflettere insieme a padre Zambotti e a Gnavi sul motore che anima il fare accoglienza.

È seguito un momento di spiritualità con la celebrazione della Messa e una preghiera interreligiosa con gli amici musulmani e sikh e la lettura collettiva di una preghiera di Papa Francesco redatta in occasione dei numerosi naufragi nel Mar Mediterraneo definito “un muro imprevedibile”.

Dopo il pranzo multietnico, il pomeriggio è stato condotto da Luca Maffi, dj di Radio del Rey, alla presenza di numerosi amici delle Tende. Sul palco Jolanda Moro accompagnata dai “The Bad Boys” che hanno proposto un repertorio vario, da Mina a Mariah Carey. Inoltre le danze dei bambini del Grest della Parrocchia di Rivarolo del Re, il cantastorie Daniele Goldoni, gli abiti di Spazio Tenda, la musica ucraina con la cantante Illarija.

La giornata è terminata con le percussioni del gruppo “Oghene Damba -Boys Musical Theater” di Cremona e un arrivederci al prossimo anno.

Sara Pisani
TeleRadio Cremona Cittanova
Facebooktwittermail