Scuole paritarie: «Insieme per salvare un servizio al Paese». L’intervento di suor Anna Monia Alfieri con genitori e gestori degli istituti cremonesi (VIDEO)

Una scuola paritaria su tre rischia di non riaprire. Ma gli istituti sono parte integrante ed essenziale (dati alla mano) del sistema scolastico pubblico

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Se famiglie e bambini sono i grandi assenti nel dibattito e nelle azioni della politica, anche le scuole paritarie non fanno eccezione. Eppure, proprio adesso che il lockdown e la crisi hanno esasperato fragilità e criticità della legge sulla parità scolastica, ci sarebbe bisogno di un lavoro comune e condiviso perché vi sia una vera libertà di scelta educativa per le famiglie di quasi un milione di bambini e ragazzi che frequentano le “non statali” in Italia. Ne è convinta suor Anna Monia Alfieri, religiosa marcellina (in tasca una laurea in economia e una in giurisprudenza) da anni in prima linea per la difesa della libertà di educazione. Invitata a un incontro pubblico dal titolo “Liberi di educare” promosso da famiglie, insegnanti e dirigenti delle scuole paritarie presenti sul territorio cremonese, ha chiarito subito la situazione dolorosa di questo momento: oltre il 30 per cento delle scuole non statali rischia di non riaprire a settembre.

 

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«Un danno incalcolabile, dato che in alcun modo gli istituti statali sarebbero in grado di assorbire il numero di bambini e studenti che rimarrebbero senza scuola (parliamo di circa 300mila minori) con costi che si tradurrebbero in più tasse per tutti». Come agire, dunque? «Bisogna muoversi insieme, di concerto, per il bene comune e senza distinzioni politiche. In questo momento storico assistiamo alla tragedia di moltissime famiglie sicuramente non ricche che avevano deciso di investire tutto sulla scuola, genitori che pagavano volentieri le rette convinti che per i propri figli la libertà valga più di un pezzo di pane. La crisi però è arrivata prepotente e ora i soldi per saldare le quote non ci sono, e le scuole a loro volta si trovano senza mezzi per pagare gli stipendi o i debiti».

Incalzato dalle tante domande di genitori cremonesi, l’intervento di suor Anna non è un piagnisteo: snocciola numeri (le paritarie hanno fatto risparmiare allo Stato sei miliardi di euro) e vantaggi (si fanno carico spesso di situazioni complicate come disabilità, accogliendo tutti) chiarendo che questi istituti fanno parte «di un sistema educativo pluralistico, riconosciuto come valore indispensabile in tutti gli Stati europei». Nonostante questo lo Stato italiano investe pochissimo per aiutarle e i 512 milioni di euro promessi alle paritarie a marzo (mai arrivati e che nei fatti significano poco più di 500 euro a ragazzo quando un allievo costa allo Stato mediamente 9-10mila euro): sono chiaramente noccioline, ancora di più nell’emergenza. «In Italia sono 12 mila gli istituti paritari, coi loro 900mila alunni e 160 mila dipendenti. Le famiglie che mandano i figli in queste scuole sono contribuenti che pagano due volte i costi scolastici: con le tasse sostengono la scuola statale, con la retta pagano la scuola paritaria. È una sorta di sussidiarietà al contrario», incalza la relatrice.

Qualcosa, però, forse si muove. Due giorni fa il ministro dell’Istruzione Azzolina ha ricordato in Parlamento «la funzione sussidiaria che le scuole paritarie svolgono nella società e nell’ambito dell’istruzione quale parte integrante del sistema nazionale di istruzione». Per suor Anna si tratta di un successo, del riconoscimento del ruolo pubblico e di servizio alla Nazione della scuola paritaria e delle famiglie che la scelgono.

Ora spera che le richieste avanzate al Governo dal mondo della famiglia e della scuola paritaria, inizialmente stralciate nel Decreto Cura Italia, vengano ascoltate (il Senato voterà il 19 maggio): detrazione delle rette pagate in tempi di covid-19, fondo straordinario per il comparto 0-6 anni; fondo straordinario per scontare le rette.

«L’emergenza ci ha obbligati a lavorare insieme, e ha obbligato anche la politica a farlo. E questo è un primo grande passo in avanti». L’incontro si è concluso con l’intervento di Silvio Petteni, presidente di AGeSC Lombardia (Associazione genitori scuole cattoliche), che ha invitato a sottoscrivere una petizione a sostegno delle scuole paritarie ha ringraziato i genitori per il preziosissimo lavoro di accompagnamento ai ragazzi e il coraggio di scegliere con libertà come educarli.

 

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Maria Acqua Simi
TeleRadio Cremona Cittanova
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