Giornata mondiale della Croce Rossa dedicata a 14 milioni di volontari

"Un lavoro che fa tanto bene": così il Papa alla Messa a Casa Santa Marta oggi ha ricordato quanti operano per prestare soccorso in maniera neutrale su tutti i fronti di crisi, grazie alla principale agenzia umanitaria del mondo. “Keep clapping” è lo slogan scelto per la giornata dell’8 maggio dedicata proprio a medici e operatori sanitari della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa

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Dal oltre 150 anni una croce rossa su fondo bianco è il simbolo, riconosciuto in tutto mondo, degli operatori sanitaridi qualunque nazionalità, che portano soccorso in ogni scenario di guerra e di crisi, in totale indipendenza e neutralità.

Croce Rossa presente in 192 Paesi

Tra le macerie provocate da un bombardamento o nel fango dopo un disastro naturale, ovunque ci sia un’emergenza c’è un uomo o una donna dell’organizzazione Croce Rossa e Mezzaluna Rossa Internazionale, presente in 192 Paesi del mondo con circa 14 milioni di volontari organizzati in 160mila comitati locali.

Lo spirito del fondatore, Henry Dunant

Ogni anno, l’8 maggio, tutta la comunità internazionale celebra la Giornata mondiale tributata alla Croce Rossa, la più grande organizzazione umanitaria del mondo. La ricorrenza cade il giorno della nascita di Henry Dunant, considerato il fondatore dell’organizzazione e colui che ha indicato i principi su cui essa ancora si regge: umanità, imparzialità, neutralità, indipendenza, volontariato, unità ed universalità. Il servizio, che cura e protegge, nacque nel 1859, dopo che il 25 giugno di quell’anno l’imprenditore svizzero Dunant si trovò davanti il sanguinoso scenario al termine della battaglia di Solferino, tra l’esercito franco-piemontese e quello austriaco, che presentava distesi sul campo di combattimento circa 100mila tra morti, feriti e dispersi. Dunant, in Italia per incontrare Napoleone III, si trovò davanti agli occhi questo orrore e decise così istituire  una squadra di infermieri volontari predisposti a supportare la sanità militare in una cornice di neutralità.

Volontari parte delle comunità locali

Lo spirito che ha animato i natali della Croce Rossa ha accompagnato l’organizzazione fino ad oggi, allargando gli ambiti di intervento lungo tutto il fronte socio-sanitario. Guerre, pandemie, carestie, disastri naturali, sostegno alla povertà e sopporto psicologico ma soprattutto presenza e prossimità alle comunità locali. Un aspetto quest’ultimo che è il vero elemento di eccellenza dell’organizzazione, come ha sottolineato il portavoce della Croce Rossa internazionale, Tommaso della Longa: “Il tratto distintivo dei nostri volontari è che ci sono prima, durante e dopo le emergenze; perché sono parte loro stessi delle comunità locali colpite. Sono persone che conoscono i bisogni, le necessità, gli usi e i costumi dei Paesi in cui si interviene. Questo è un fattore positivo anche in tempi di Covid perché i nostri sono già pronti sul posto”.

La dedica al personale sanitario

Il motto della Giornata del 2020 è “Keep clapping” (“Continua ad applaudire”) scelto per sostenere il personale medico-sanitario e i volontari della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa impegnati in prima linea nella lotta alla pandemia del Covid-19. Per saperne di più abbiamo intervistato il Vicepresidente della Croce Rossa italiana, Rosario Valastro:

Ascolta l’intervista a Rosario Valastro

«La Federazione internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa hanno scelto questo slogan per festeggiare la nostra Giornata mondiale al fine mantenere alta l’attenzione sul personale sanitario e su tutti coloro i quali garantiscono l’efficacia e la presenza dei soccorsi. Oggi come 150 anni fa, il concetto della neutralità della persona che porta il soccorso è assolutamente basilare».

La Croce Rossa è in prima linea anche nel contro la pandemia del covid-19?

«Sì, in questo momento siamo in prima linea. L’aiuto alle persone più vulnerabili è declinato nei modi più confacenti alle diverse realtà locali. In Italia, ad esempio, abbiamo l’impegno rivolto soprattutto alle persone anziane, sole, immunodepresse o comunque vulnerabili; piuttosto che chiaramente il trasporto sanitario, anche ad alto bio-contenimento per i pazienti Covid. Nel resto del mondo si declina anche a seconda di quelle che sono le emergenze umanitarie. Nelle zone di frontiera dove ci sono flussi migratori importanti o in posti dove ci sono ampie sacche di povertà. In ogni Stato vengono approntate delle misure proprio per garantire la presenza dei soccorsi».

Quali sono le principali attività in cui siete coinvolti nel mondo in questo momento, al di là dell’emergenza coronavirus?

«Continuano ad esserci disastri a livello globale, frutto dei cambiamenti climatici piuttosto che dei flussi migratori non governati: la Croce Rossa è presente in tutti questi scenari. Quello purtroppo che abbiamo registrato è che questa nuova emergenza sanitaria che ha colpito i nostri Paesi ha messo in secondo piano, da parte dell’opinione pubblica, quelle che sono le sfide continue e le necessità delle persone vulnerabili che continuano anche su altri fronti».

Qual è il filo che lega il fondatore Dunant ai volontari di oggi ?

«La Croce Rossa nasce sui campi di battaglia, con il punto fermo della neutralità del personale che presta soccorso e del ferito. Nasce per garantire la dignità umana a tutti gli uomini, senza alcuna distinzione, nemmeno in quella cornice di bestialità che può essere la guerra. L’azione attuale della Croce Rossa e di Mezzaluna Rossa ha proprio un diretto rapporto con quello che successe nel momento in cui l’organizzazione venne ideata, in quanto si attiva sul campo per garantire l’umanità di chiunque e la dignità alle persone più vulnerabili e sole. Oggi siamo ancora più vicini all’idea originaria di quelle società di soccorso che non prendono parte nei conflitti».

VaticanNews
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