Scuola animatori, tre giorni in amicizia per imparare lo stile del servizio

Bilancio positivo per l'iniziativa proposta a Cesenatico della Federazione Oratori Cremonesi e che ha visto coinvolti 120 ragazzi dei vari oratori della diocesi

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Si è conclusa nel pomeriggio di mercoledì 4 settembre la “scuola animatori” promossa dalla Federazione Oratori Cremonesi a Cesenatico. I 120 adolescenti provenienti dagli oratori delle diverse parti della diocesi hanno vissuto, sperimentato e condiviso tre giornate all’insegna della formazione, della preghiera e del divertimento per riflettere e apprendere l’esperienza del servizio in oratorio durante l’anno.

«È la bellezza di un gruppo di adolescenti che accetta di mettersi in gioco per qualcosa di bello – afferma don Francesco Fontana, incaricato diocesano per la Pastorale giovanile e presidente della Federazione oratori cremonesi – che loro hanno identificato nello stare insieme anche grazie all’oratorio e mettersi al servizio dei più piccoli».

Momenti di riflessione, apprendimento e attività sull’esperienza dell’animatore hanno scandito le ore intense dei giovanissimi, guidati dallo staff della Federazione oratori insieme ai seminaristi diocesani, ben consapevoli di migliorare il proprio stile nella relazione con gli altri.

«Non si tratta solo di come intrattenere i piccoli, ma di apprendere il metodo stesso dell’oratorio, cioè il prendersi cura chi ci viene affidato e delle persone con le quali entriamo in contatto», precisa don Fontana.

“Giochiamoci i talenti”, insomma, funziona. «La formula è efficace perché riesce a unire la parte formativa rilevante di diverse ore di lavoro al giorno, il sostegno della preghiera con la celebrazione della messa quotidiana, con i momenti di socializzazione e di sano divertimento in spiaggia al mare», aggiunge l’incaricato diocesano. La riprova non è solo nell’alto numero dei partecipanti. «Anche la collaborazione con animatori professionisti nei laboratori di danza, circo e teatro ha permesso di creare un gruppo affiatato e ragazzi e ragazze stimolati e soddisfatti».

Proprio il clima di solidarietà e unità tra i giovani animatori è ben rappresentato dal gruppone unito nell’ultimo bagno notturno nel mare prima del ritorno a casa.

«Il campo animatori è momento galvanizzante per i ragazzi dal punto di vista relazionale, dello scambio di informazioni ed esperienze vissute – spiega Mattia Cabrini, educatore della Federazione oratori cremonesi –. Anche se il gruppo è molto numeroso, si riesce a creare da subito un clima di una bella comunità adolescenziale: fresco, leggero, giocando insieme e raccontarsi il proprio servizio, il proprio oratorio, i propri grest. Questi scambi veloci e sinceri tra di loro li porta ad accrescere l’entusiasmo e far maturare quella che è la motivazione della loro presenza in oratorio».

Questo anche grazie all’organizzazione delle giornate, con le attività loro proposte dai giovani della Federazione. «C’è una parte dedicata a sviluppare le competenze o i talenti dell’animatore – aggiunge Cabrini – attraverso un’esperienza concreta delle modalità espressive o introspettive; poi un’altra invece relativa ai linguaggi che hanno l’obiettivo di offrire degli strumenti, giochi ed esercizi che possano mettere in atto anche nel loro contesto di servizio».

Il lunedì mattina, dopo la celebrazione della Messa a Cremona con il vescovo Antonio Napolioni, i partecipanti sono arrivati a Cesenatico. «Nel pomeriggio siamo stati divisi in due gruppi per svolgere altrettante attività, che ci siamo poi scambiati – racconta Pietro di Agnadello –. Una prevedeva l’uso di un’asta come microfodo e con cui noi ragazzi dovevano riassumere che cosa fa l’animatore; l’altra invece era quella di accompagnare un altro compagno bendato lungo un percorso: mi è piaciuta molto l’idea di affidarmi a qualcuno nella mia “cecità”».

Martedì, dopo la santa Messa, sono cominciati i laboratori di teatro, arti circensi e danza. I ragazzi partecipanti ai tre laboratori pomeridiani hanno poi preparato delle performance presentate alla sera agli altri. «Io ho provato teatro – racconta Pietro – con gli esercizi di improvvisazione o di inventare una storia al momento; al pomeriggio invece ho fatto gli esercizi con le palline e le piramidi umane, cosa che mai mi sarei aspettato di riuscire a fare». La danza, invece, come racconta Sofia, anche lei di Agnadello, «erano perlopiù esercizi di coordinazione e stretching con la musica; poi i gruppetti, con dei pennarelli, dovevano disegnare qualcosa senza mai staccarsi dal cartellone e “cercare” delle figure con ciò che avevamo creato. Abbiamo quindi ideato e provato una piccola coreografia per la serata».

Terminato lo “spettacolo”, la veglia in spiaggia sotto le stelle. «Riuniti insieme abbiamo vissuto il momento della preghiera divisa in quattro tappe», ricorda Giorgia. Un breve itinerario sulle orme dei discepoli di Emmaus: il buio, il viaggio, l’acqua e la luce, «nella speciale atmosfera delle onde sulla battigia». Poi il bagno notturno.

Il mercoledì mattina i laboratori con lo scambio dei gruppi, poi al pomeriggio la santa Messa conclusiva dei tre giorni, «dove abbiamo parlato delle parole buone che ci fanno stare bene e parole vere che ci fanno crescere», riassume Martina Allevi della FOCr. Le impressioni dei giovani animatori, insomma, sono più che soddisfacenti: «Abbiamo potuto conoscere gente nuova in poco tempo, e questa cosa è incredibile. È stata una bellissima esperienza, da fare almeno una volta in questa età».

 

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Jacopo Orlo
TeleRadio Cremona Cittanova
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